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Autore: yoursincerely_ila    21/01/2015    3 recensioni
-Non puoi andartene-. Disse esasperato.
-Ah no? Beh, vuoi vedere invece come me ne vado?-.La rabbia incominciò ad uscir fuori e,perforandolo con lo sguardo, mi lasciò il polso.
-Clary...-.
-Tu non capisci. io non...-. Sbuffai. Perchè mi riusciva così difficile?
-io... non sento di appartenere a questo mondo, al tuo mondo-.Aggiunsi. Lo guardai negli occhi. lo sapevo che lo stavo distruggendo, ma era la verità.
Partendo dal presupposto che amo Clary e Jace,questa storia si ispira al libro Shadowhunters, in quanto compariranno alcuni luoghi e personaggi.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Jocelyn Fray
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Si può avere l’impressione che il cuore ti stia per uscire dal petto? La paura mi stava divorando. Non sapevo chi potesse essere, d’altronde a Cademon’s fell si poteva tenere la porta aperta, nessuno avrebbe tentato di entrare. Guardai le scale. Una lieve luce le illuminava, quindi quel qualcuno era in cucina. Presi la prima cosa che mi capitò per le mani e incominciai a scendere le scale scalza, cercando di non fare rumore. Il respiro era diventato irregolare, e l’unica cosa che sentivo era il battito del mio cuore. Arrivata in cucina vidi ciò che non avrei mai pensato.

Lo fissai a bocca aperta. Vederlo dopo tanto è stato un’esplosione di gioia, felicità e sollievo che rischiava di farmi affogare.

-Buonasera, Clary-. Sul suo volto si formò un sorriso splendido. Era appoggiato al lavabo di fronte a me con le braccia incrociate e mi guardava, non potei che ricambiare. I suoi occhi color ottone erano cerchiati da qualche occhiaia, segno che non aveva dormito abbastanza. Potevo esserne forse io la causa? Decisi di cacciare quel pensiero subito.

-Davvero pensavi di colpirmi con un deodorante?-. Rise di gusto mandando la testa all’indietro e riducendo i suoi occhi a due fessure. Guardai l’oggetto che avevo in mano e lo poggiai sul tavolo tornando ai suoi occhi come fossero calamite. Incominciò ad avvicinarsi con una lentezza esasperante.

Era tremendamente bello. Ma non di una bellezza qualunque. Una di quelle che non ti stancherai mai di guardare semplicemente perché è pura bellezza.

-Andiamo Clary, ti sono mancato così tanto da non riuscire a parlarmi?-. Scherzò, e nella sua ingenuità disse ciò che era vero. Tornata finalmente in me, corsi ad abbracciarlo e mi strinse forte come se non ci fosse un domani. Mi sentivo finalmente al sicuro e tranquilla tra quelle braccia che aveva desiderato tanto.

-Oh, Jace. Mi sei mancato-. Furono le uniche parole che riuscii a pronunciare. Restammo in quella posizione per un tempo che sinceramente speravo non finisse mai. Mi accarezzava la testa e non potei che chiudere gli occhi godendomi quei piccoli gesti di affettuosità.

Riluttatamente mi staccai e misi le mani nelle tasche del pigiama.

-Carine le carotine-. Indicò i miei indumenti e diventai tutta rossa. Okay, un po’ mi era mancato essere presa in giro.

-Jace!-. Lo richiamai e non potei che ridere, e lui insieme a me. Mi era mancato pure il suono della sua voce.

-Eh allora, Clary. Come va qui?-. Chiese, e sedendoci parlammo di molte cose, come del trasferimento, di Simon, di mia madre e di cosa avesse fatto lui, piuttosto. Era ipnotizzante verderlo parlare e cercavo di fargli più domande possibili solo per vedergli muovere quelle splendide labbra.

-Quindi?- Alzai le sopracciglia in cerca di una risposta.

-Niente, ho ucciso demoni, robetta da niente. Solite cose-. Disse sorridendo mentre poggiava i gomiti sul tavolo.

-Certo. E qual buon vento ti ha portato qui, straniero?-. Chiesi scherzando, un po’ preoccupata se ci fosse stato qualche problema.

-Non riuscivo proprio ad evitare d insultarti, e sentivo ti avrei trovata qui-.  Ammise umilmente guardandomi. Potevo sciogliermi.

-Eh così ti mancava insultarmi, eh? -. Affermai scherzando. Di certo non avrei mai dimenticato che il nostro discorso più lungo era formato per il 90% da battute.

-Certo-. Rise, e fece uscire dalla tasca un pacchetto di sigarette. Ne stava per prendere una ma lo fermai immediatamente.

-Che cosa stai facendo?-. Gliela presi e, alzandomi, la buttai nella spazzatura.

-Ehi!-. protestò e riaprì il pacchetto prendendone un’altra. Presi anche quella e quando stavo per buttarla, sentii che mi prese il polso e mi fece girare. Sbattei i fianchi contro il lavabo e i nostri corpi erano attaccati. Teneva il mio polso con la sigaretta all’altezza delle nostre spalle.

-Hai intenzione di buttarle tutte?-. Chiese un po’ serio senza smettere di guardarmi.

-Se hai intenzione di fumartele tutte, allora si-. Affermai decisa. Simon si era sentito male l’anno scorso solo per questo motivo. Fumava. Dovevo ammetterlo, ci tenevo a Jace.

-Va bene-. E con questo mi lasciò delicatamente, aprendo la spazzatura al mio fianco e buttando tutto ciò che aveva in mano. Fece un passo indietro.

Mi schiarii la gola e chiesi: –Quanto ti fermerai qui?-.

-Parto sta notte-. Davvero? Era venuto per, quanto? Un quarto d’ora?

-Ma non puoi andartene con questo tempo! Perché..uhm.. non ti fermi qui per un po’?-. Okay, avevo detto la cosa più stupida che potevo dire. Era ovvio che non avrebbe accettato. Però l’idea mi allettava.

-Okay-. Rispose semplicemente. Finalmente una buona notizia che mi fece sorridere.

-Perfetto!-. Esclamai euforica. –Volevo dire, perfetto-. Aggiunsi un po’ più seria. Jace ridacchiò.

Lo accompagnai in una stanza come la mia, solo un po’ più spoglia, come la sua camera all'Istituto.

-Mi potrei pure abituare-. Constatò osservandola nei minimi dettagli. Avevo colto nel segno. Uno a zero per me.

Sistemammo le lenzuola e gli prestai una tuta troppo larga per me, ma non trovai alcuna maglietta adatta a lui.

-Jace, mi dispiace ma non trovo una maglietta adatta perché non..-. Mi interruppe.

-Va bene così, grazie-. Lo lasciai per fargli fare tutto con comodo e mi diressi nella mia stanza. Sarebbe stato inutile chiedergli se avrebbe avuto freddo. Se per lui andava bene, allora andava bene. Avevo davvero troppo sonno e mi misi sotto le coperte. Sentii la porta aprirsi e la sua testa uscì fuori. Ci furono attimi di silenzio. Non di quelli imbarazzanti, ma di quelli in cui si dicono mille parole, tra cui ‘grazie’ e ‘mi sei mancato’.

-Buonanotte Jace-.

-Buonanotte, Clary-.

E sorridendo fra le coperte, mi addormentai finalmente felice, sicura che niente potesse accadermi perché Jace era con me, a separarci solo una parete.




TADAAAA! Ecco, solo per voi un'altro capitolo della mia orribile storia! Eh così è Jace,
e non Valentine( come qualcuno pensava). Clary cede e lo abbraccia... cosa succederà il giorno dopo?
Si pentirà? Vorrà averlo più vicino? Vi lascio all'immaginazione ahahhaha
Baci

Ila xx

  
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