Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Tessalmighty    21/01/2015    1 recensioni
“perchè ho spento la mente, ho tolto i pensieri che mi dicevano che forse stavo sbagliando o che forse il mio cuore apparteneva ancora a lei. Ma sai cosa penso? Penso che la mente sia la cosa più incoerente mai esistita, ti dice una cosa e poi un'altra. Credo che il nostro cervello sia diviso in due parti, ed io ho smesso di ascoltare tutte e due da quando ho incontrato te. Ho iniziato ad ascoltare il cuore, perchè alla fine, è lui che comanda, è lui che vince sempre. Senza cervello possiamo vivere, ma dimmi, senza cuore possiamo?
O.S romantica e non..
Niall Horan e Reneè Printer...
Genere: Fluff, Poesia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
QUARTA PARTE: THE ROYAL NAVY

 
Torniamo dove tutto è cominciato


Pov's Louis


 
Bisogna avere ancora un caos dentro di se
per partorire una stella danzante.
(Friedrich Nietzsche)



“cosa vuol dire esattamente, 'ho abbandonato la missione'?” – “Lou, ho lasciato tutto, non faccio più parte della Marina.” sospirai, “sei completamente pazzo, questo lo sai vero?” – “si amico, lo so. Era l'unica decisione da prendere, e non sono per niente pentito di essere sceso da quella nave.” – “cazzo! Sei un fottuto grande Uomo. Ti ammiro Niall.” sentì una leggera risata, “e tu sei un grande amico.” iniziai a piangere, non riuscendo a capire il vero motivo, ma piansi, forse perchè ero stanco, forse perchè ero impotente, inutile, oppure perchè iniziavo a capire che la vita era breve, lo era sempre stata, può succedere qualsiasi cosa. Prima Sam, ora Reneè, Niall non merita questo, lui è un uomo da ammirare, non può sopportare altro dolore ancora. Piansi perchè nella mia di vita, non avevo mai costruito nulla, piansi perchè capì che mi mancava la mia famiglia, e giurai a me stesso, in quel preciso momento, di trovare la giusta via per la mia vita e di iniziare un nuovo percorso, iniziando con il tornare a casa, e abbracciare mia madre. “Come sta Reneè?” chiese Niall, la guardai, ed era immobile, sua madre Elizabeth si era appena addormentata sulla sedia vicino al letto, Patrick invece, era in piedi, vicino la finestra ad osservare il mondo al di fuori. Il piccolo e
fastidioso suono delle macchine attaccate al corpo di Reneè, che ormai sentivo da giorni interi, faceva eco nella stanza bianca, potevo scorgere una goccia di sudore sulla sua fronte: era pallida, magra, ed i suoi occhi erano contornati da occhiaie.. Niall doveva sbrigarsi. “sempre uguale, ora sta dormendo, le hanno dato un sedativo, un'ora fa aveva di nuovo la febbre alta.” – capisco, Lou ti devo lasciare, è arrivato il dottore.”



 
Siamo andati talmente avanti con il corpo che
la nostra anima è rimasta indietro.
La stiamo perdendo.
(Roberto Benigni)



Andai al distributore automatico a prendere un caffè per me e per Patrick, gli occhi di quell'uomo erano spenti. Queste persone non meritavano nulla di quello che stava succedendo. Una settimana di sofferenza, sette giorni di preoccupazioni, ansia, paura, pasti veloci, o addirittura saltati, collassi, notti in bianco.... non ce la facevo più. Ero distrutto, stanco e puzzavo terribilmente. Quella ragazza è troppo bella per andarsene, ha un cuore troppo grande per mollare tutto, Reneè deve vivere, tutti abbiamo bisogno di lei, Niall ha bisogno di lei; non ci sarò di nuovo a consolarlo, non ci sarà la Marina questa volta. Quella medicina deve funzionare.

La macchìnetta non mi aveva fatto il resto, odio questi fottuti distributori, si rompono subito; avevo mandato Grace a casa a riposare un po', invece quella ragazza è testarda peggio del fratello, la vidi con due grandi buste, che veniva verso di me. “cosa ci fai qui? Ti avevo detto di andare a riposare un pò.” scattai verso di lei, “e tu? Quando ti riposerai? Sei stanco Lou, ti ho portato dei vestiti puliti, sono di Niall dovrebbero andarti bene. E qui, c'è qualcosa da mangiare per tutti.” la osservavo, era piena di vita anche in questi momenti, eravamo tutti inutili in quel corridoio di ospedale, ma eravamo lì per Reneè, per Niall. “io.... ecco...” ero bloccato, i due caffè nelle mie mani si stavano raffreddando, lei mi
incitava a parlare, il suo sorriso bellissimo... “prego Louis. Ora vai a cambiarti per favore.” fantastica. Grace era fantastica. Un piccolo sorriso spuntò sul mio volto, un sorriso di ringraziamento, un sorriso di comprensione. Prese i bicchieri nelle mie mani e sparì nella stanza di Reneè.
Andai verso il bagno dell'ospedale, quello riservato agli infermieri, vidi se era libero ed entrai, accesi la luce e mille ricordi rimbalzarono nella mia mente. Era lo stesso bagno, lo stesso di quattro anni fa.



Pov's Reneè

 
Cercavo una piccola cosa in un mondo infinito,
invece ho trovato te,
una cosa infinita, in un piccolo mondo.
(Jim Morrison)



La sveglia aveva cominciato a suonare, era fastidiosa, allungai una mano e la spensi, guardai Niall e fortunatamente dormiva ancora. Mi alzai lentamente dal letto, andai in cucina e preparai la colazione. Il giorno precedente avevoprovato a cucinare dei muffin per oggi, ed erano venuti abbastanza bene, li presi e li infilai nel microonde, misi tutto su un grande vassoio e tornai in camera. Era sveglio, maledizione, avevo fatto troppo rumore. Per non farmi capire che era sveglio, chiuse subito gli occhi, ma un sorriso spuntò sul suo viso. “ti ho visto, dai ormai hai rovinato tutto, alzati.” poggiai il vassoio al centro del letto, Niall non si era degnato di mostrare ancora i suoi bellissimi occhi. “amore? Dai che si fredda tutto.” stava ridendo sotto i baffi, ma non voleva aprire gli occhi. “mangio tutto io eh?” ancora nulla. Iniziai a stuzzicare il mio muffin, “è tipo una vendetta per la prima volta che mi ha portato la colazione al letto?” iniziava ad essere frustante, mi avvicinai a lui e poggiai le mie labbra sulle sue, vidi che poco dopo si inumidì le labbra. “odio quando non mi parli, amo la tua voce.” il suo sorriso, non riusciva più a contenerlo, riempì di umidi baci il suo viso. “Niall sto per incazzarmi, ora ti lascio da solo e vado a lavarmi.” niente, oggi aveva deciso di farmi incazzare. “okay.” dissi, mi alzai dal letto e mi incamminai verso il bagno, quando delle grandi braccia mi presero e mi alzarono, facendomi girare a faccia a faccia con lui. Dio i suoi maledetti occhi, la sua risata. “buongiorno e beh, auguri” dissi stampando un bacio sulle sue labbra. “buongiorno principessa.” – “questa mi sa da film, come mai?” risi insieme a lui.
Cominciammo a mangiare tutto, “quindi questi fanno parte della nostra storia?” indicò i muffin. “direi di si” – “è tipo il nostro motto, o la nostra canzone?” domandò, amavo quando fantasticava su noi due, amavo quando era felice in questo modo, e la cosa bella era che il motivo ero io. “io direi che è il nostro per sempre” mi guardava confuso. “mi scusi Mrs Filosofa, ma lei non crede nel per sempre.” – “lo so, ma intendo quel per sempre che non va avanti, quello che racchiude attimi, e li tiene sempre lì. Tipo una grande scatola, i muffin sono il contenitore, noi siamo quello dentro; è un per sempre che rimane a noi, non agli altri, un per sempre che ricorderemo io e te, e che continueremo a vivere.
Continueremo a mangiare muffin ed ad aggiungere cose nella nostra scatola che si farà ogni giorno più grande, e le scatole rimangono per sempre, a meno che non vengono bruciate; e il ricordo della nostra storia sarà infinito, ricordato da chi ci conosce, ma la nostra storia, quella che viviamo noi, io e te, durerà fino al nostro ultimo respiro, il ricordo, quello rimarrà per sempre in vita. Quindi per me i muffin sono il nostro per sempre.” mi guardava stupito, e un po' lo capivo, quando facevo dei ragionamenti così un po' mi spaventavo anche io di me stessa. Rimanemmo ad osservarci per qualche minuto, poi lo vidi spostare il vassoio e venire ad abbracciarmi dall'altra parte del letto. “promettimi una cosa, -disse soffiando sul mio collo, poi mi guardò negli occhi,- promettimi che mi amerai, con la tua teoria contorta del per sempre, ma amami e non lasciarmi.” i suoi occhi erano lucidi, le sue morbide mani ad accarezzarmi le guance; questa volta non ebbi paura, perchè questa volta non ebbi tempo per pensare alle conseguenze, a quello che avrei potuto rovinare se non fossi riuscita a mantenere la promessa, semplicemente lo baciai e lo strinsi a me, e gli promisi che non lo avrei mai lasciato, perchè lui è stata la fortuna di una nuova vita, della mia vita.

 
Avrei talmente tante cose da dire che non saprei
nemmeno da dove iniziare.
Per questo non inizio.
(Emily Baker)


“allora vuoi dirmi dove mi stai portando?” – “Ammiraglio del mio cuore, se ti dicessi dove stiamo andando, che sorpresa sarebbe?” lo sentì ridere, forse per tutti questi nomi sdolcinati e del perchè lui sa che per me mostrare così tanta dolcezza è davvero un caso raro. Lo stavo portando in un posto magico, fantastico, era tutto terribilmente romantico e nuovo per me, deve capire, tramite questo gesto che non avrei mai fatto nulla del genere, ma lui fa la differenza, e deve ritenersi molto ma molto fortunato. Che poi pensandoci bene, quella fortunata ero io, ad avere un uomo come lui al mio fianco ogni giorno... manca una settimana, e poi non lo vedrò per otto lunghi mesi e solo a pensarci, la nostalgia si impossessava di me. Niall allungò una mano sulla mia gamba mentre giudavo, era adorabile con la mia sciarpa blu sugli occhi. “sicuro che non stai sbirciando?” – “no amore, non vedo nulla.” continuai a guidare per venti minuti e poi arrivammo a destinazione, quel giorno, c'era il sole a riscaldarci la pelle, e un venticello fresco a spostare i capelli, era una giornata perfetta per venire al mare. Scesi dall'auto assaporando l'odore del salsetine, i pochi gabbiani in cerca di qualche piccola briciola sulla grande distesa di sabbia. Aprì lo sportello a Niall, e lo feci scendere, tenendolo per mano ci avviammo alle poche scale che portavano definitivamente sulla sabbia calda e morbida. “togliti le scarpe.” dissi mentre le mie erano gia poggiate sugli scalini, “posso togliermi anche la benda?” – “ no, non ancora”, aveva un grandissimo sorriso, era felice. “ah aspettami un attimo qui, ho dimenticato una cosa, e non sbirciare.” a piedi nudi andai verso l'auto, presi il piccolo pacchetto e tornai da lui. Presi la sua mano, ero sicura che aveva capito benissimo dove fossimo, ma non mi importava, sarei stata io a togliere quella benda, a scoprire quegli occhi, ed a mostrare al mare che aveva un rivale, di quelli potenti. Il vento era rilassante sui nostri corpi, ero nervosa, era il primo regalo che facevo a lui, avevo paura che non potesse piacergli; presi a sciogliere il soffice nodo e lasciai cadere quel morbido pezzo di stoffa, Niall lo raccolse subito. “ha il tuo profumo, mi ero abituato ad averla sugli occhi.” non risposi, mi ero seduta sulla sabbia, i piedi nudi a giocherellare con i granuli giallastri sotto di me. “ti piace?” si mise al mio fianco e mi presela mano, “guardami” mi disse, lo feci. La differenza che trovai tra il mare e i suoi occhi era poca, ma quella briciola di diversità che trovai, era il fatto che la distesa di acqua davanti a me, aveva bisogno di chilometri per espandersi, invece gli occhi di Niall, quelle iridi, avevano bisogno di altre due iridi color caramello per allargarsi e diventare un grande Oceano. “è bellissimo” mi sorrise, lo feci anche io. Mi poggiai sulla sua spalla e rimanemmo per un po', in silenzio, adosservare il mare, ed ascoltare il suo richiamo al tramonto, che a breve si sarebbe svolto. Volevo dirgli tante di quelle cose, di come mi faceva sentire, ringraziarlo per avermi reso felice di nuovo, per amarmi... ma è come se tutti quei pensieri, quelle confessioni, dovessero rimanere lì, nella mia testa, perchè in fondo ero sicura, che lui fosse al corrente di tutto quello che mi faceva provare. Lui sapeva.

 
Ti amo, come si ama il tramonto.
(Tessa)

Il sole stava per tramontare, la sabbia iniziava ad essere più fredda, e il tempo sembrava passare troppo velocemente; avevamo passato un'ora ad osservare quella meraviglia, era arrivato il momento del mio regalo. Mi spostai poco da lui per prendere il pacchetto ormai ricoperto di tanti granelli di sabbia, le nostre mani erano ancora intrecciate, amavo come il suo palmo racchiudesse perfettamente tutta la mia mano, è come se proteggendo lei, proteggesse tutta me stessa; ho sempre pensato che il prendersi per mano, o gli abbracci, fossero più intimi di un bacio o fare l'amore; più che intimi, sono gesti più importanti, più veri, gesti che non cancelli, che ti rimangono impressi più di ogni altra cosa, almeno per me. “questo è il mio regalo” lo prese, lasciando la mia mano, e mentre lo apriva mi guardava, i suoi occhi un po' lucidi, eccitati, come se fosse un bambino di cinque anni la mattina di Natale; avere un regalo, anche una piccola stupidaggine, è la cosa più bella in assoluto, perchè sai che qualcuno ti pensa, e non è il fatto del regalo stesso, ma il pensiero del regalo, perchè pensando al regalo, hanno pensato a te.
Stava sciogliendo il fiocco, l'ansia mi stava trapassando, lo stava facendo con troppa lentezza, volevo che si sbrigasse, volevo far andar via questa paura inutile. La piccola scatolina era stata aperta, il bracciale nero era nelle sue mani, ora i suoi occhi stavano leggendo le parole in bianco, un sorriso spuntò sul suo viso, mi baciò, senza dire nulla, la scatola a terra, il bracciale nella mano destra, l'altra a sorreggersi sulla spiaggia, mi aveva fatta stendere e mi baciava dolcemente, così lentamente che credevo di poter morire in quell'istante sotto di lui. Le mie piccole mani ad accarezzargli i capelli morbidi e mi baciava con il sorriso, quel sorriso che io amavo. “è meraviglioso, è perfetto. Come hai.... intendo, come fai?” mi chiese, era ancora su di me, alternava il suo sguardo dai miei occhi al bracciale, “a fare cosa?” domandai confusa, “a fare sempre la cosa giusta, voglio dire, la frase è perfetta per noi, per il momento, come fai a pensare a tutto ciò che potrebbe andare bene per me, per noi?” non lo sapevo “una volta, un ammiraglio mi disse che bisogna seguire quello che dice il cuore” sorrise, un bacio a stampo, sorrisi anche io. Ero felice. “e sei sicura della scelta che hai fatto?” mi domandò “si, sicurissima di lasciar comandare il cuore.” – “perchè?” – “ perchè il cuore mi porterà sempre da te”... Ero emozionata, ero completa... mi chiese di mettergli il bracciale al polso, mentre lo facevo, guardai lui, poi il tramonto che ormai il mare aveva coperto da poco e lessi di nuovo la frase, e non potevo essere più fiera della mia decisione, quella frase era perfetta. I love you, as one loves the sundown.

 
Ovunque sarai e sentirai il vento che sussurra il tuo nome,
sarò io che ti chiamo.
Io ti aspetto, Soldato.
Oltre la guerra e il silenzio.
Oltre l'Oceano.
(Ho cercato il tuo nome)



Eravamo tornati a casa, avevamo appena fatto la doccia per togliere i residui di sabbia, Niall continuava a guardare il mio regalo, sorrideva mentre leggeva quella frase, quelle poche parole. “amore, perchè non pubblichi tutto quello che scrivi?” – “non c'è niente da pubblicare, sono solo semplici parole.” risposi sedendomi vicino a lui sul divano. “non li ho mai letti, perchè tu non vuoi che lo faccia, ma se questa è una delle tante frasi, allora dovresti pubblicare tutto quel malloppo di fogli.” – “Niall non ho voglia di parlare di quello che scrivo.” mi alzai e mi incamminai verso la camera da letto, inizia a cambiarmi per andare a cena da Maura e Bob, per il compleanno di Niall... “mi dispiace.” sussurrò ad un mio orecchio, “no, scusami tu.” mi girai verso di lui, e i suoi occhi erano chiari, troppo limpidi. “ Niall che succede? -non mi rispondeva, mi guardava soltanto. Presi una sua mano ed era trasparente.- Niall dove stai andando?” – “Reneè mi senti?” – “si, ti sento, Niall dove vai, non lasciarmi.. Niall, Niall...” urlai. La sua figura si stava allontanando da me, ad un tratto non mi trovavo più nella nostra camera, ma tutto quello che vedevo intorno a me, era buio. Nero come il carbone, uno di quei colori che non puoi cancellare, devi solo superarli con la
mente. Niall era diventato una piccola luce bianca a metri da me, correvo, stavo per raggiungerlo, “Niall aspettami.” urlavo, ma quello che sentivo in risposta era solo un “Reneè mi senti? Rispondimi.” io lo sentivo, lo stavo ascoltando, ma era lui che non vedeva me, che non sentiva la mia presenza; il nero aveva avvolto l'ultimo spiraglio di luce, mi guardai intorno, e c'era solo buio. “Niall” chiamai di nuovo, “Niall dove sei?”, mi inginocchiai e iniziai a piangere, lui non poteva lasciarmi..


Pov's Louis

 
Non serve a niente rifugiarsi nei sogni
e dimenticarsi di vivere.
(Harry Potter)


“Niall dai, fatti cambiare.” era seduto sullo sgabello bianco. Presi la camicia e iniziai a mettergliela, abbottonandola con calma, presi la cravatta e feci lo stesso, gli spruzzai un po' di profumo e gli diedi la giacca nelle mani. “Lou.?” – “si Niall?” – “non mi lasciare.” lo abbracciai, pianse, buttò fuori tutto quello che aveva dentro, le mie mani ad accarezzargli la schiena, mi stava stritolando, mi stingeva troppo, le sue potenti spalle mi avvolgevano, ma non mi importava, volevo esserci per lui, sempre. “Niall dobbiamo andare, il funerale comincerà tra un ora, ci sono io con te.” con calma ci avviammo all'uscita dell'ospedale, Niall non voleva andare a casa a cambiarsi, diceva che avrebbe impiegato troppo tempo, allora sono andato io a prendere dei vestiti puliti per il funerale di Sam, e l'ho aiutato a cambiarlo e renderlo almeno un po' presentabile. Salimmo in auto, Niall sul posto del passeggero, guardava fuori dal finestrino, seguivo il carrofunebre, dietro di me una sfilza di auto, il picchetto d'onore ci aspettava fuori la chiesa; sarebbe stato un brivido per tutto il tempo, tutti i suoi colleghi in divisa. Maura voleva farla mettere anche a Niall ma io decisi di no, non ce l'avrebbe fatta a stare fermo mentre la sua fidanzata non c'era più, chissà come poteva sentirsi, non sapevo come comportarmi, lui aveva bisogno di me, ed io non sapevo cosa fare esattamente. I suoi occhi spenti a scrutare il mondo fuori l'auto, non parlava, certo cosa poteva dirmi in un momento del genere? Non ce la facevo a vederlo così, mi sentivo inutile. “Lou?” mi voltai verso di lui incitandolo a parlare, “le hanno messo il vestito da sposa?” mi domandò; Niall non era più entrato a vedere Sam, quando gli avevano comunicato che non ce l'aveva fatta, aveva cominciato ad urlare e rompere porte in ospedale; i dottori non hanno più permesso la sua visita, ma io si, io l'avevo vista, ed era vestita di bianco, i capelli castani a rispecchiare il suo volto pallido, i guanti di pizzo a fasciarle quelle mani un po' secche per via del vento gelido, era un angelo. “si, il suo.” quello che avrebbe dovuto indossare tra una settimana, Dio quanto è ingiusta la vita, sette giorni e sarebbe stato il giorno più importante della loro vita, ma ormai era tutto distrutto....

Questa volta, non deve succedere, Niall la salverà, arriverà in tempo.

Sentì delle urla, avevo appena finito di cambiarmi, i ricordi di quel giorno fecero spazio nella mia mente, cercai di non ricordare mai più quei momenti, mi fiondai nella stanza di Reneè e vidi Grace piangere e prenderle la mano. “che succede?” chiesi, Patrick si avvicinò a me, “ha parlato, cerca Niall, Grace le sta dicendo che sta arrivando.” sorrisi appena.


Pov's Niall

 
La speranza è una cosa buona,
forse la migliore delle cose,
e le cose buone non muoiono mai.
(Le ali della Libertà)



L'aria dell'Irlanda era più fredda a confronto a quella del Brasile, eravamo solamente a fine Ottobre ed il clima era già abbastanza gelido. Avevo la piccola valigetta di ferro in mano con dentro la cura, stavo aspettando che il mio borsone si facesse vedere sulla striscia nera che continuava a girare con centinaia di bagagli, ero ansioso, avevo paura di non arrivare in tempo. Le dita cominciavano a sudare intorno al manico del piccolo contenitore che avrebbe potuto salvare la vita a Reneè e contemporaneamente salvare anche la mia. Avevo pagato una somma eccessiva per avere questo volo subito ed avevo pagato un'altra somma al quanto esagerata per mettere questa piccola valigia nel posto più sicuro dell'aereo; aver messo da parte i miei stipendi in tutti questi anni, è stata davvero una fortuna. Finalmente il mio borsone
blu militare si era fatto vivo, lo presi, e dopo vari accertamenti, uscì dall'aereoporto; ero abituato a scendere da grandi navi, e solo il ricordo di esse fece impadronire il mio corpo di nostalgia. Chiamai un taxi, dopo svariati minuti ci riuscì ed indicai la strada dell'ospedale. “più veloce possibile, grazie.” dissi al conducente; volevo vederla, anche in quelle condizioni, io dovevo vederla, sentire il suo corpo vicino al mio, prendere la sua mano nella mia, e il solo pensiero che lei non potrà intrecciarla nelle mie dita, mi faceva venire una fitta al cuore, ma ci sarebbe riuscita. Durante il tragitto verso l'ospedale, chiamai Louis per dirgli che stavo arrivando, mi disse che i risultati antiallergici erano tutti negativi, provai sollievo a quelle parole. Dopo dieci minuti mi chiamò di nuovo, mi disse che Reneè aveva parlato, o almeno erano riusciti a capire qualcosa dalle sue parole spezzate: cercava me, voleva me. Piansi, piansi così forte che il tassista mi chiese se andava tutto bene, risposi di si, mi scusai con lui, ma continuai a piangere, il perchè non era chiaro a me stesso, forse era perchè lei era in punto di morire e invece di chiamare i suoi genitori, chiamava me, e questo, anche in un momento del genere, era una cosa assolutamente fantastica, mi faceva capire che lei mi amava più della sua stessa vita, ed io lo sapevo che quando mi prometteva che mi avrebbe aspettato tutta la vita, era una bugia, lo sapevo cheaveva paura di rimanere da sola aspettando me se solo fosse successo qualcosa. Sapevo che se non fossi più tornato, come suo fratello, lei non avrebbe avuto più motivo per vivere, e ci sarebbe stato Louis a consolarla, Grace e i suoi genitori, ma a lei non sarebbe bastato, perchè la conosco, e lei l'avrebbe fatta finita; per quanto lei voglia nascondere i suoi scritti, io li ho letti, il giorno dopo il mio compleanno, non riuscivo più a resistere, dopo la frase sul bracciale la curiosità era troppa; e tutto questo mi ha fatto capire che non servono a nulla le promesse, anche io le ho promesso che l'aspetterò per tutta la vita, ma se solo lei non dovesse farcela, anche io mollerei tutto. Reneè è forte, ma durante i suoi anni di vita, quel vetro spesso che è diventata, quella corazza che si è creata, ogni giorno che passava, si staccava un pezzo, o si crepava un millimetro di vetro, ed ora è rimasta solamente una piccola e sottile lastra di vetro che può cadere
da un momento all'altro, è in bilico sopra un ponte alto centinai di metri ed il vento è troppo forte, la corda che lo tiene si sta consumando.

 
Vivian: “sei in ritardo”
Edwaed: “Sei bellissima”
Vivian: “non sei in ritardo”
(Pretty Woman)



L'ospedale era visibile ai miei occhi, il manico della valigetta era stretto a me, pagai il taxi e mi incamminai dentro la struttura. “Salve, sto cercando Reneè Printer, è ricoverata qui da settimane, sono Niall Horan ed ho la cura, devo andare subito da lei.” – “Oh, signor Horan la stavamo aspettando tutti, venga mi segua, si sbrighi.” nel tragitto tra corridoi, scale e porte, l'infermiera mi spiegò che la grave situazione di Reneè era stata messa a conoscienza in tutto il paese, perfino sul giornale era stato fatto un'articolo su di lei; la biblioteca è molto conosciuta a Dublino, la proprietaria è la figlia di un grande professore di università e per questo si era venuto a conoscienza di tutto ciò. Poi il fatto che i medici non erano in grado di curare una febbre del genere, ma una pianta in Brasile si, aveva scatenato nei giornalisti e nelle pettegole del paese tante di quelle chiacchiere che tutti sapevano che stavo arrivando. L'ultima porta, quella definitiva, un bianco accecante mi invase, si sentivano solo i nostri passi, vidi Grace che guardava fuori la grande vetrata, era abbracciata ad un ragazzo, sembrava familiare, più mi avvicinavo più lo conoscevo, poi capì; ma in quel momento, non avevo il tempo di pensare a Grace, dovevo andare da Reneè. Poi spostò lo sguardo verso di me, sciolse l'abbraccio con Will e venne ad abbracciare me. “Niall, ce l'hai fatta. Grazie a Dio.” – “sono qui. Dov'è?” risposi, Will mi fece un cenno di saluto e ricambiai, l'infermiera andò subito a chiamare il dottore portando con lei la cura. Entrai nella stanza, lasciai il borsone a terra vicino la porta, avanzai ed erano tutti lì, attorno a lei. Elizabeth le teneva la mano, Patrick la osservava in silenzio e Louis era appoggiato al muro e la fissava, più che lei, teneva sotto controllo i monitor, non credo poteva capirci qualcosa, ma osservava che tutto era nella norma. Appena si accorse di me, mi venne in contro, ci abbracciammo velocemente, poi Elizabeth mi lasciò accomodare al suo posto, le presi la mano, la strinsi, e mi sentì leggermente sollevato, soltanto nel vederla, solamente nel fatto che lei era davanti ai miei occhi e sentire quel fastidioso 'bip' che regolava il suo respiro, mi faceva sentire meglio. “Sei bellissima” sussurrai.

 
Voglio solo che lei stia bene, perchè quando ti importa
di una persona fai ciò che ritieni giusto per lei,
anche se è la cosa peggiore per te.
(New Girl)




“Dov'è questo eroe?” sentì dire, spostai lo sguardo ed il dottor Steven era appena entrato nella stanza, gli strinsi la mano, dovendo lasciare quella di Reneè per fare spazio alle infermiere di cambiare la flebo con la giusta cura. “ho fatto solo il mio dovere, dottore.” – “ah, voi marinai siete così formali, tu le stai salvando la vita lo sai vero? Il Dottor James Wilson è il più esperto in questo ambiente, non ho nessun dubbio che la sua cura funzioni. Ho subito pensato a lui dopo aver studiato il caso di Reneè, ma non avevo abbastanza contatti per rintracciarlo, ma tu ragazzo, tu ce l'hai fatta.” continuava a stringermi la mano, “la ringrazio. Entro quanto potremmo vedere dei risultati?” chiesi, “sicuramente entro le dodici, o massimo ventiquattro ore.” rispose sicuro, “ora io vado a finire le visite di questo piano, se avete bisogno non esitate a chiamarmi.” Non potevo del tutto credere a quello che mi aveva detto, lui era molto sicuro, ma fin quando non avrei visto quegli occhi che tanto amo, non potevo liberarmi del peso che avevo. “Louis vai a riposare, ora ci sono io.” – “non l'ho lasciata mai da sola Niall, sono felice che tu sia qui in questo momento. I tuoi genitori hanno ospitato Elizabeth e Patrick, siete delle persone fantastiche.” – “lo sei anche tu Lou, ti voglio bene. Ora vai a lavarti però.” risi leggermente e lui con me. “prima devo fare una cosa.” lo guardai confuso, “faccio un salto da mia mamma.” Non immaginava neanche quanto tempo ho atteso quella frase, sono così felice per lui che lo abbracciai di nuovo, non servivano parole, una pacca sulla spalla, un sorriso vero e lo lasciai andare a riprendersi quello che aveva perso in questi anni. Dopo aver detto tutto a mio padre, di aver lasciato la Marina, e aver visto la delusione e il dispiacere nei suoi occhi, tornai da Reneè che era con sua madre. Grace e Will erano andati via insieme, i miei genitori stavano per andarsene anche loro, l'orario delle visite era quasi terminato e per la situazione facevano rimanere soltanto una persona, ed in questi giorni c'era stato sempre Louis, e gliene ero fortemente grato. Dopo aver convinto Elizabeth e Patrick a tornare a casa con i miei, mio padre mi chiamò un attimo da parte prima di andare via. “Niall io... ecco, sono fiero di te.” io pensavo fosse deluso da me, pensavo di aver rovinato tutto, invece lui era fiero di me. Mi diede una pacca sulla spalla e se ne andò, lasciandomi con un altro sollievo, con un altra partita appena vinta.

 
La vita è un'inspiegabile
magia.
(J.W. Goethe)


“ti ricordi quel giorno al mare? Il giorno del mio compleanno? Penso che quello sia stato il giorno più bello della mia vita, dico penso perchè con te di giorni belli ne ho passati tantissimi, forse tra cinquant'anni posso fare una lista e dire quale è stato il giorno più importante e meraviglioso della mia vita, ma se tu aprirai gli occhi ora, sarà questo il giorno migliore, e se ti chiederò di sposarmi e tu risponderai di si, quello precedente passerà in secondo piano e quel Si diventerà il momento più significativo; o il giorno stesso del nostro matrimonio, oppure quando mi dirai di aspettare un figlio, o non lo so, voglio continuare a vivere la mia vita al meglio con te e non posso decidere ora il giorno più bello della mia vita. Credo di essere sicuro di una cosa però, che la scelta migliore della mia vita, sia stata entrare in quel bar quella sera, vestito in quel modo e te lo giuro piccola, non ricordavo neanche di avere quel libro nella tasca della giacca, forse è stato destino, non lo so piccola, ma ti amo, e se il destino ha voluto farci incontrare, credo che ha in serbo per noi tante cose, altrimenti sarebbe sprecato un'amore come il nostro, se poi andrà tutto distrutto. Il dottore mi ha detto di parlarti, menomale che sei in stanza da sola, altrimenti già mi avrebbero cacciato. Puzzo terribilmente lo sai? Ora che ci penso, sei nello stesso piano dove quattro anni fa era Sam, me ne sono reso conto solo ora, chissà se Louis e i miei se ne sono resi conto. Ah ti ricordi quando mi hai dato il libro? Ho letto tutto, e spero che tu ricorda tutto quello che ti sto dicendo, devi spiegarmi parecchie cose signorina.” rimasi in silenzio per un po', la guardavo e vedevo la piccola curva scura sotto i suoi occhi, le sue guance erano più magre, ma la trovavo meravigliosa, come sempre. Le accarezzavo i capelli, e mi chiedevo come Louis ha resistito tutto questo tempo con questo fastidioso 'bip' nelle orecchie per settimane. Mi era appena arrivato un sms, era Louis.

Da: Louis
A: Niall

Nessuno resiste ai miei occhi. Mia madre ha detto che ho un cattivo odore. Sono felice, è tutto merito tuo, grazie Niall.
Ti voglio bene.

A: Louis
Da: Niall

Il merito è solo tuo Lou, sono felice per te, ti voglio bene anche io. Almeno non starai tutti i giorni a casa mia ora. :)

Da: Louis
A: Niall

Guarda che le abitudini rimangono fratello. :)

Sorrisi alle sue parole, sembrava che tutto stesse tornando come prima, mi mancava solo una cosa: Reneè. Poggiai la
testa vicino la sua mano stretta nella mia, era una posizione al quanto scomoda, ma non mi importava, volevo restare
sveglio ma i miei occhi cedettero e si chiusero.

 
Nello scrivere, siamo chi non abbiamo
il coraggio di essere.
(Federica Mangiameli)


Era mattina, avevo dormito solo poche ore e quando mi svegliai, trovai l'infermiera a cambiare la flebo a Reneè. Poi passò il dottore per le visite e mi disse che era in miglioramento, già che non aveva avuto più sbalzi di febbre alta era un passo avanti, dovevamo solo aspettare il suo risveglio. Mi ero cambiato con una tuta ed una maglia che avevo nel mio borsone, ed avevo preso più caffe del dovuto; Grace mi portò una brioche in tarda mattinata e la divorai, avevo una fame tremenda, mi disse che il professor Ventivo la venne a trovare insieme a sua figlia, anche Rose, la sua amica di università, e mi disse anche che un signore anziano era passato per tre sere consecutive, nessuno sapeva chi fosse, Grace gli aveva fatto una foto senza farsi scoprire e quando lo vidi sorrisi appena. Era Jack, l'anziano signore che se ne stava tutte le sere in un bar pieno di ubriachi a sorseggiare il suo bicchiere d'acqua ed a leggere il suo giornale. Elizabeth non smetteva di ringraziare i miei genitori per l'ospitalità, ed io e Patrick stavamo parlando della cura, gli spiegai le sue funzionalità e come avrebbe agito nel sangue di Reneè.
Era di nuovo sera, mia madre mi aveva preparato il mio piatto preferito e me lo aveva portato in un piccolo contenitore, erano passate le dodici ore, ma Reneè non si era ne svegliata, ne mossa di un millimetro. Cercavo di essere positivo, aspettando le ventiquattro ore, ma avevo troppa paura. Eravamo di nuovo soli, io e lei, decisi di prendere il libro che avevo nel borsone, e di leggerle qualcosa. Pensai che se rispondessi alla sua 'dedica' forse avrei avuto qualche possibilità... la lessi di nuovo, a voce alta: Hai presente quando d'estate sei in spiaggia e hai così caldo che vorresti andare subito in acqua? Hai presente quella sensazione? Ecco, io sento queste emozioni, quella frenesia di correre a
braccia aperte in mare, quando sono con Lui. Mi fa ridere, mi rende felice, e credo che sta diventando tanto importante per me. Io sono la parte 'brutta' della nostra relazione, io sono la tempesta malvagia, sono quella che delude, che sopporta, che non pensa mai a se stessa, che non si concede nemmeno un sorriso; ma quando sono con Lui, quei sorrisi, arrivano spontanei, e non solo me li concedo con piacere, ma li desidero. E quella delusione, quel vuoto che sento dentro di me, quella fioca luce che cerca di uscire, ma che io cerco sempre di spegnere, Lui l'accende, e non la rende una semplice luce, ma la trasforma in una luce brillante, smagliante, desiderosa di essere sia dentro e fuori il mio corpo. Lui è tutto questo. È il mio Ikigai, è la mia risposta alle molteplici domande che mi sono concessa di accumulare da quando tu non ci sei più;



“beh che dire, credo sia una sensazione magnifica, ora ti confesso le mie di sensazioni: tu invece hai presente la tempesta? Tutta quell'acqua, i fulmini, i tuoni? Beh tu sei l'arcobaleno, aspetta amore, ora sei l'arcobaleno, perchè prima eri la tempesta. Sei arrivata dentro di me come una bufera, ma di quelle che durano poco, quelle che si svolgono quando c'è il sole, e che non si capisce se vince il sole o la pioggia; però piccola, ha vinto il sole.”


....è diventanto il mio oggi, il mio domani, e spero il mio per sempre, anche se il per sempre non esiste, io spero che almeno il profumo o il ricordo del nostro amore, duri quel per sempre che Noi non potremmo mai durare. E mi sono accorta di una cosa, che vivendo costantemente con i miei pensieri, ho creato una 'me' sbagliata, ma Lui l'ha resa giusta, una di quelle anime così imperfette ma così integre da assaporare ogni piccolo difetto, e renderlo migliore, lasciandolo così come è, ma guardarlo da una prospettiva diversa, quella prospettiva con cui Lui mi guarda, mi osserva, mi ama. Ed io ho imparato a guardarmi come mi osserva Lui, perchè sono un essere speciale, e non per merito mio, ma perchè Lui, mi ha reso così, o almeno lo ha fatto uscire.

“Ho sempre amato le tue teorie del 'per sempre', perchè alla fine dici che non ci credi ma secondo me ci credi e tanto anche. Forse le tue esperienze vissute, le difficoltà che hai avuto, il fatto che speravi nel 'per sempre' da bambina, ma a nove anni è andato tutto distrutto, secondo me, tu credi nel per sempre di un amore, di una vita, di una storia, solo hai paura che poi quella vita, o quell'amore possa essere distrutto, come ti è già successo. Io invece, ti dico che credo nel per sempre, e non ho paura ad ammetterlo, ne sono così sicuro perchè ti amo, e non credo amerò mai nessun'altra come amo te. Io ti guardo come si osservano le belle cose, come quando un bambino goloso vede l'ultimo cioccolatino rimasto nella scatola, come quando un appassionato di libri entra in una libreria, o semplicemente quando un'uomo vede la donna della sua vita tutti i giorni appena sveglia, come se fosse sempre la prima volta.”


Quindi Fratellone, mi sono innamorata, mi pare impossibile esser felice senza di te, ma è come se vivessi in un mondo parallelo, dove qui la mia vita è così giusta. Ti porterò nel cuore fino al mio ultimo respiro, e credo che sarai in compagnia in quel piccolo organo che io chiamo Vita.


"... e ciao Ian, sai mi sono innamorato anche io, di una donna totalmente pazza, ma fottutamente fantastica. Reneè è una donna meravigliosa, è tutto quello che a primo impatto un semplice ragazzo può scartare, ma io l'ho osservata dentro, e sai una cosa? Io e te ne sappiamo qualcosa, che per non essere una donna soldato, è la donna più coraggiosa, grintosa, e forte che io abbia mai conosciuto."
 
In fondo anche tu lo sai,
noi siamo infinito
e non finiremo mai.
(Marco Mengoni)


Chiusi il libro, le strinsi la mano e la guardai, la luce spenta e solo la luna ad osservarci ed illuminarci; sembrava che stesse sorridendo, inizialmente non ci diedi tanto peso, poi scorsi una lacrima, accesi subito la luce e mi precipitai da lei. “Reneè, amore. Mi senti?” le sue palpebre si muovevano, ma non riusciva ancora ad aprire gli occhi, “se mi stai ascoltando, stringimi un po' la mano” e me la strinse, era una stretta dolce ma forte, come se lei volesse incoraggiarmi, o tranquillizzarmi, o semplicemente era felice che io fossi lì, accanto a lei. Le diedi un bacio, le asciugai la lacrima dolceche le rigava la guancia magra, ed ero felice. Chiamai il dottore e gli spiegai tutto, e mi disse di continuare a parlarle, o di metterle le cuffie con la sua canzone preferita, ma di non lasciarla mai da sola. “penso che tu stia decidendo ora; la medicina ha fatto effetto, la febbre non c'è più, ma ancora non ti risvegli. Credo che stai decidendo se tornare da me o seguire tuo fratello, sei nella fase della decisione, la confusione tra il cuore e la mente” mentre le dicevo questo, mi stringeva la mano, come per affermare la mia teoria, come se avessi appreso benissimo il perchè lei ancora non riusciva a svegliarsi. “ora provo a darti alcuni motivi per cui dovresti tornare da me e lasciare il passato alle spalle: posso sembrare un egoista o un modesto, ma dovresti tornare per me perchè ti amo più
della mia stessa vita, perchè un giorno ci sposeremo ed avremo dei bambini, perchè dobbiamo ancora mangiare tanti di quei muffin che ingrasseremo e non potremo più camminare, lo hai detto tu, la nostra scatola ha bisogno di essere riempita. Per la tua famiglia, tua madre è distrutta; per Louis, sai è tornato dalla sua famiglia, dovresti conoscerla, tutte le sue sorelle, per Grace, è ancora piccola, ha bisogno di te. Io ho bisogno di te, e se deciderai di tornare da Ian, beh sappi che io ti seguirò ovunque piccola, io non ti lascerò mai, e ci credo in quel fottuto per sempre, io non ti lascerò.”

 
A volte tutta la vita, si riduce
ad un unico, folle gesto.
(Avatar)



Erano passate altre ore e nessun miglioramento oltre qualche piccola stretta di mano, presi il telefono di Reneè sul comodino, misi le cuffie, una nel mio orecchio e una nel suo, misi play su Look after you dei The Fray, da quello che so di lei questa è una delle sue canzoni preferite. L'ascoltammo insieme due volte, poi scorsi sulla playlist che lei aveva rinominato con un cuore e delle note musicali e vidi My immortal di Evanescence, questa piaceva tanto anche a me, ma ancora nessun miglioramento. Ascoltammo Mad di Ne-yo, e quando erano le sei e quarantatrè del martedì mattina, cliccai play su Love don't die dei The Fray, la batteria al 3%, e sperai con tutto me stesso che quella fosse la canzone giusta.
La batteria era all'1% e mancavano pochi secondi alla fine della canzone, strinsi la sua mano, sperando di vederla sveglia, l'ultima piccola frase, 'They'll never take my body from your side. Love don't die.' la mela morsa di un lato comparse sul display, il telefono era morto, alzai gli occhi su di lei per togliere la cuffia dal suo orecchio e delle iridi color caramello mi scrutavano piene di lacrime.
 
Tu sei l'unica che vedo.
Non è un'illusione per me.
(Illusion-One Direction)



La prima cosa che pensai era che quella era la nostra canzone, la guardai, avendo paura che tutto quello era frutto di un'illusione, invece era lì, davanti a me, ed era sveglia. “Reneè.” riusci a dire con la voce un po' rotta dall'emozione, annuì poco con la testa e mi sorrise dolcemente. Ancora non riusciva a muoversi normalmente, ci voleva tempo, aveva passato settimane paralizzata, ma a me bastava quel semplice sorriso. “amore mio, finalmente. Grazie, grazie, grazie, ti amo così tanto.” le dissi accarezzandole il viso sciupato, piansi anche io, ero troppo felice. “Niall...” sussurrò con voce strozzata, non parlava da giorni interi, aveva la gola asciutta; chiamai immediatamente il dottore di turno e appena
arrivò in stanza mi accorsi che era sempre il dottor Steven, un'infermiera poco dopo mi spiegò che il dottore non tornava a casa da giorni, aveva preso a cuore il caso di Reneè, anche perchè conosceva benissimo mio padre e gli aveva assicurato di tenerla sottocontrollo. Quella notte non era tornato a casa, e gliene fui grato. Dopo aver visitato la donna che amo, mi strinse la mano, “le hai salvato la vita” e se ne andò lasciandomi con Reneè. Con l'aiuto di un'infermiera, la facemmo alzare lentamente, poi le diedi una piccola rinfrescata con delle salviettine umidificate, e la cambiai, per poi farla stendere di nuovo e tenerle la mano ringraziandola di essere tornata da me. In tarda mattinata, arrivarono i suoi genitori, e furono più che felici di trovarla sveglia, era tutto passato ormai, doveva solo cominciare a camminare di nuovo e tutto sarebbe tornato come prima.
Dopo sei giorni di visite, minestre calde e brevi camminate, annunciarono l'uscita di Reneè al giorno successivo. Aveva cominciato a parlare di nuovo, le occhiaie che le circondavano gli occhi erano quasi sparite del tutto, le sue guance avevano di nuovo quel colore roseo che tanto amo, e la sua risata è tornata nelle mie orecchie. Non potevo realmente credere di aver salvato la sua vita, dopo che si era stabilita, insieme al dottor Steven chiamammo il dottor Wilson e lo ringraziammo infinitamente per la sua disponibilità che ci aveva concesso, e con l'aiuto del Signor Chandler facemmo fare un grande articolo su di lui dove spiegammo tutta la storia e i nostri più sinceri ringraziamenti. Più la osservavo, più mi innamoravo di lei, era una cosa inspiegabile, una di quelle emozioni che hai dentro che non riesci a descrivere, si, ero felice, ma non bastava, ero entusiasto come un calciatore che ha appena fatto goal, o un pianista che ha appena finito di suonare ed osserva il pubblico che applaude. Mi sento come se fossi io il protagonista di questa storia, ma è lei, e mi sento la felicità e l'euforia sia del protagonista che del pubblico, è una cosa troppo strana da spiegare, è come se non mi mancasse nulla, come se tutto quello di cui ho bisogno è lì, davanti a me, che sorride a mia sorella, con un grande pigiama con gattini e i capelli arruffati; ma è il bisogno più bello abbia mai desiderato.

 
Quando guardi nei suoi occhi,
la sola cosa che puoi riuscire a vedere,
è lo specchio delle tue emozioni.
(Vita di Pì)


“Amore, volevo ringraziarti per tutto. Ti amo.” mi disse Reneè mentre eravamo appena rientrati a casa. Posai il mio borsone ed il suo e l'abbracciai, ormai stava benissimo, mangiava, parlava e camminava benissimo; aveva ricominciato a fare tutto quello che fa una persona normale, ma era ancora debole. “non devi ringraziarmi, lo farei altre mille volte, anzi lo farei per tutta la vita, basta che ho la certezza di averti sempre con me.” e ci baciammo, di quei baci che non puoi dare davanti ai tuoi genitori, quei baci un po' volgari ma con passione di un amore, quei baci che dai quando non vedi la donna che ami dopo troppo tempo, quei baci che vanno dati solo prima di fare l'amore. Ci facemmo una doccia per ripulirci dalla puzza di medicinali e disinfettante, e cenammo insieme a Louis e alla sua famiglia che avevamo invitato il giorno in ospedale. Louis era felice, davvero, non lo vedevo così da tempo, non aveva quegli occhi lucenti da anni ed io ero fiero di lui per aver preso la giusta decisione. Dopo cena vennero i genitori di Reneè per salutarci, sarebbero partiti la notte stessa, avevano lasciato il lavoro per venire qui, e dovevano subito tornare; avevano visto che la loro figlia era in buone mani e stava bene. Prima di andare a dormire, finalmente dopo tempo nel nostro letto insieme, controllai la posta che avevo visto esser piena, quando stavamo entrando in casa poche ore prima. C'erano le bollette, e c'era una lettera dalla Marina, pensai fossero i documenti per il licenziamento, invece era una lettera dal Signor Chendler.


Salve Sign.r Horan, le comunichiamo che la sua domanda di congedo è stata respinta. Visto la sua situazione, il suo coraggio e la sua maestria per aver salvato la vita alla sua compagna, le comunichiamo che la Marina Militare Britannica ha il diritto di assegnarle un premio di coraggio, ed invitandola a parteciapare alla cerimonia il 20 Novembre, presso il Central Parck di Dublino, dove si terrà la sua premiazione ed il suo rientro in squadra come Ammiraglio della Royal Navy. Naturalmente è invitata a partecipare anche la Signorina Printer Reneè. Grazie per il suo tempo.

Mike Chandler – Ammiraglio della flotta della Royal Navy – Marina Militare Britannica


“che cosa è?” lo feci leggere a Reneè e mi guardò entusiasta. “non ci posso credere, ma è fantastico amore, non sei felice?” mi abbracciò “si, si che lo sono. È che non ci posso credere.” – “devi amore, è tutto per te, è il tuo giorno.” – “ti amo piccola.” – “ti amo tanto anche io.”

Il giorno dopo, andammo al cimitero a trovare Sam, non avevo mai fatto vedere la tomba di Sam a Reneè. Era uno di quei giorni che ti andava solo di passeggiare mano nella mano con la persona che amavi, guardando la gente parlare o litigare o guardare i bambini giocare al parco. Era una giornata abbastanza fredda ma non importava, gli abbracci ci avrebbero scaldato. Dopo aver portato una rosa bianca sulla tomba di Sam e aver girato quasi tutto il cimitero per osservare tombe di altre persone troppo giovani per aver lasciato la vita troppo presto, mi ricordai del libro e dei fogli. “come facevi ad avere quei fogli nel libro?” mi guardò perplessa per un po', poi continuò a camminare affianco a me.
“una sera, stavo rientrando dal lavoro e una macchina li ha buttati sulla strada, io per curiosità li ho presi e li ho portati a casa, li ho letti; ho visto che parlavano di Cime Tempestose, e quelle frasi mi rispecchiavano, li ho tenuti e li ho messi nel libro. Quando te l'ho dato mi ero dimenticata che erano li dentro, me ne sono ricordata che ero in ospedale e non potevo parlare; erano di Sam vero?” – “erano a casa di Sam.” – “li ha scritti lei?” – “no amore, li ho scritti io.” mi guardava stupita, decisi di spiegarle. “quando Grace mi prestò per la prima volta quel libro, mi venì voglia di appuntare quelle cose, quelle sensazioni che provavo da qualche parte. Perchè mai nessuno commentò realmente quel romanzo, ed io avevo voglia di dire la mia opinione, può sembrare strano lo so, ma li ho scritti il giorno in cui chiesi a Sam di sposarmi, poi lei li trovò e mi chiese se poteva tenerli e glieli diedi, poi trovarli nel libro che ti aveva regalato tuo fratello, è stato un colpo davvero. Ma sono felice che li abbia tu.” – “non posso crederci. Che assurda coincidenza eh..?” – “già.”


Pov's Reneè
 
L'arte di vivere bene, consiste nel saper
mescolare bene il dimenticare
e il ricordare.
(Henry Ellis)



Quindi quelle magnifiche frasi erano state scritte da Niall; quando andammo insieme a controllare nell'appartamento di Sam se ci fosse tutto, mi ricordai dell'auto ma non ci diedi tanto peso, non poteva essere la stessa sera della rapina acasa di Sam, invece era così. Ancora non riesco a credere che ha fatto tutto questo per me, ha lasciato tutto per me, per salvarmi, non credo riuscirò mai a ringraziarlo abbastanza. Quando ero in ospedale, il giorno che è arrivato con la cura, io l'ho sentito, ogni tanto ascoltavo quando mia madre parlava con Louis o Grace che mi diceva che si stava frequentando con Will, ma quando è arrivato Niall quel giorno, è come se avessi sentito un legame, come se la distanza fosse sparita; poi sentì la sua mano un po' ruvida, le sue labbra a baciarmi le nocche e capì senza nessun dubbio che era lui l'uomo al mio fianco in quel momento. Ho ascoltato tutto quello che mi ha detto, la sua risposta alla mia dedica, il fatto che lui ha “risposto” ad Ian, e quando mi confessò la sua teoria, che ero in confusione aveva terribilmente ragione, volevo andare da Ian, volevo stare con lui, abbracciarlo e riacquistare il tempo perduto, ma Niall mi ha fatto capire che Ian è il mio passato, ed il mio presente era con lui, con Niall, l'uomo che amo più di me stessa. L'idea di mettere le mie canzoni preferite è stato fantastico, e un giorno racconterò a Niall che nella mia confusione, nel tunnel tra Ian e Niall, tra passato e futuro, io sono stata felice prima di tornare, perchè la vita mi ha regalato un momento fantastico; mi ha
fatto vedere Ian. Era con la sua splendida divisa, i suoi capelli scuri e gli occhi come i miei, mi salutava, e mi ha detto di vivere, perchè lui mi osservava e mi avrebbe sempre amata. Ed io per una volta nella vita, l'ho ascoltato; ho accettato il fatto che lui è il mio passato, ma sempre mio fratello e Niall il mio presente ed il mio futuro. Mi sono svegliata e l'ho visto, bello come il sole, accanto a me, e non c'è stata nessun'altra cosa che avrei voluto in quel momento, ero completa di tutto.


20 Novembre
 
E appoggiati a me che se ci dovesse andar male,
cadremo insieme,
e insieme sapremo cadere.
(Ligabue)
“come sto?” – “sei bellissimo.” mi regalò uno di quei sorrisi divini, di quelli sinceri che amavo. Mi diede un bacio e si incamminò sul piccolo palco; tanti uomini vestiti di bianco, solo tre donne a differenziarli, tutti in fila, una visione unica. Il Signor Chandler al microfono faceva il suo discorso di premiazione per Niall, il mio marinaio; tutti i suoi superiori gli strinsero la mano, un grande applauso da parte dei presenti, un attestato, una medaglia consegnata, e poi si avvicinò al microfono. “Buon Pomeriggio a tutti i presenti, volevo ringraziare infinitamente i miei colleghi per la disponibilità di questo giorno, e per questo grande premio. Il mio gesto è stato un comportamento sleale da parte della
mia squadra essendo l'ammiraglio della Royal Navy, e un non rispetto verso la Marina Militare, ma sinceramente sono molto fiero di aver salvato la vita alla donna che amo, che ora è qui presente. Ringrazio lei per rendermi felice, ringrazio tutti voi per questa medaglia che mi farà sentire un'eroe per tutti i miei giorni sulla terra, ma per ora la mia decisione è di prendere questo attestato e vivere la mia vita insieme alla donna che voglio sia mia moglie un giorno e rendere fiera la Marina Militare con un altro grande ammiraglio che sappia comportarsi meglio di me sulla storica Royal Navy, che ha segnato la storia. Grazie per tutto.” un applauso, io e il Signor Chandler ci guardammo, osservai Niall, poi i suoi genitori e mi chiesi se era impazzito. Nessuno si aspettava un rifiuto al rientro nella Marina, era il suo sogno, cosa pensa di fare ora? Lo guadavo parlare con il Capitano e gli andai in contro, mi presentò a quasi tutta la squadra e alla fine lo presi da parte. “ma che ti prende? Perchè hai rifiutato?” – “ non voglio lasciarti mai più. Non voglio che tu viva con la paura di non rivedermi mai più un giorno. Voglio viverti per tutti i giorni che mi rimangono, per tutti quelli che vivremo insieme, non voglio perdermi nulla di te, voglio viverti al mio meglio, sempre.” mi buttai nelle sue braccia, lo strinsi forte, e sorrisi perchè ero felice, di quella felicità che ti riempe il cuore, quella che non dimentichi.

 
Rare sono le persone che usano la mente,
poche coloro che usano il cuore,
e uniche coloro che usano entrambi.
(Rita Levi Montalcini)



Il mio vestito blu lasciva le mie gambe scoperte e le calze non erano abbastanza per ripararle dal vento gelido di Novembre, la giacca di Niall mi scaldava le spalle e il suo profumo mi rilassava; le nostre mani intrecciate e camminavamo per il piccolo viale di Dublino, avevamo deciso di passeggiare un po' e di tornare a casa a piedi, i suoi genitori avevano insistito per accompagnarci di nuovo come avevano fatto poche ore prima per la cerimonia, ma non volevamo rintanarci a casa nostra a guardare la tv, dovevamo viverci tutto quello che avevamo perso. I tacchi a risuonare sul marciapiede ed il vento a scostarmi i capelli, piccole goccioline stavano iniziando a bagnare l'asfalto e noi naturalmente eravamo senza ombrello. “cosa intendi fare ora?” chiesi a Niall, “non lo so, ora non è importante. Domani ci penseremo, viviamoci giorno per giorno amore, non sappiamo quello che può succedere domani. Non programmiamo nulla.” mi fermò, mi baciò, i passanti di corsa con i loro ombrelli per via della pioggia, e noi fermi a bagnarci in mezzo al marciapiede a “consegnarci” amore. Continuammo a camminare sotto i portici di palazzine, in silenzio, stringendo le nostre mani. “Amore, perchè non torniamo dove tutto è cominciato?” mi domandò Niall, “vuoi tornare nel bar dove lavoravo e bere birra?” risi affermando ciò, “sai che non è cominciato tutto da lì.” non capivo. “che vuoi dire?” miguardò con un sorriso stampato sulla faccia, strinse di più la mia mano e attraversammo la strada sotto la pioggia, ci trovammo di fronte 'The Temple Bar'. Un bar dipinto di rosso al di fuori, una grande vetrata a mostrare il suo interno. “non ti ricorda nulla?” mi chiese, lo guardai meglio ed era il locale dove Niall si fermò la prima sera a comprare i quattro muffin. Sorrisi al ricordo e mi fece strada per entrare, l'aria calda, il suono della macchinetta del caffè e l'odore di dolci e cioccolato riempiva quello spazio. Ci sedemmo ad un tavolo, la vetrata dava sulla strada e piccoli fiocchi di neve cadevano sulle auto, guardai Niall e pensai che fosse la scelta più giusta che io abbia mai fatto. “cosa posso portarvi?” chiese un'anziana signora con una maglia rossa, un piccolo grembiule alla vita ed un libricino con una penna. Niall mi prese la mano dall'altra parte del tavolo, guardai i piccoli arti intrecciarsi tra di loro, pensai che il cuore ed il cervello avevano trovato un punto d'incontro; alzai il capo, i suoi occhi, il mare racchiuso in un piccolo spazio, lui scrutava me. “dei muffin, grazie.” dicemmo contemporaneamente, l'anziana signora ci guardò e sorrise appena, io strinsi di più la mano ed una piccola lacrima rigò la mia guacia. Era una lacrima di gioia, una lacrima di liberazione. Ed avevo torto a pensare che il per sempre non esisteva, aveva ragione Niall a dirmi che avevo solo paura, aveva ragione il dottore ad essere sicuro sulla cura, aveva ragione Ian a dirmi di tornare e vivere il mio futuro, ma aveva torto Niall a dirmi che il cuore ed il cervello discutono, perchè cavolo io ho saputo farli andare d'accordo, e questo sarà il nostro per sempre. La nostra scatola ha tanto da assorbire e tanti muffin ancora dovremmo mangiare.

 
...e poi continuammo ad occuparci beati
di quella parte piccola,
ma perfetta,
della nostra eternità.
(Breaking Dawn)



Anche con tutte le cure del mondo, con tutti i soldi, la volontà, farmaci, o macchianari più potenti, niente e dico niente può sconfiggere un vero amore. Niente se non la mente (facendo eccezione), perchè se si lascia la propria vita in mano al cuore, le scelte saranno anche sbagliate, ci saranno delusioni, ma il cuore vince su tutto. Toglie l'orgoglio, l'odio, la timidezza, la freddezza, e l'amore stesso; è lui che comanda, con la mente si convive, ma con il cuore si vive.



Nota D'autore:
Salve, questa è la fine della mia storia. Sto piangendo. Per me è davvero tutto questa storia, è tutto quello che provo, anzi è una piccola parte, non riuscirei mai a spiegare tutte le mie emozioni. Dunque, abbiamo un pov Louis, si è stata una scelta difficile, l'ultimo capitolo aveva bisogno di un ritorno al passato e Louis ce l'ha dato. Il finale, io penso che sia un grande finale banale. Si, lo penso io, ma è il finale adatto a The Royal Navy; voglio dire, teorie, malattie immaginarie, missioni, tragedie, lavori sparsi per gli stati, cavolo un finale banale ci voleva. È la mia storia, ovvero la mia mente, quindi se la mente e il cuore mi hanno detto di scrivere così è perchè è quello giusto. Ho trovato sei finali diversi per questa storia, avevo il foglio davanti ai miei occhi mentre scrivevo ma poi è venuto fuori tutto mano a mano che scrivevo. Beh quei finali erano molto carini ma troppo complicati da scrivere ed io non ho tanto tempo. Visto che la mia mente continua a fantasticare, ho deciso di scrivere (non so quando), uno spin-off, dove non ci saranno pov, ma sarà scritto in terza persona, narrando il continuo della loro vita. Naturalmente spiegherò anche che fine ha fatto Louis, Grace e Will,il vecchio Jack perchè essendo personaggi secondari, li ho lasciati abbastanza in secondo piano per concentrarmi su Niall e Reneè; se solo avessi avuto più tempo a disposizione per scrivere avrei dedicato più descrizioni a loro, continuando a mostrare sempre Niall e Reneè i protagonisti. Anyway, sono molto felice di aver terminato questa
storia, spero di avervi trasmesso qualcosa, e grazie di tutto. Lasciatemi qualche recensione, magari.... lol

ah mi scuso per aventuali errori, l'ho letta due volte (di fretta) ma è possibile mi sia sfuggito qualcosa. Lol
Non so perchè ma come nel capitolo precedente non mi fa inserire il banner. era molto carino, comuqnue lo trovate su wattpad, da mrs_paggy.

Questo è il mio Facebook >>> https://www.facebook.com/teresa.depetris
Twitter: @niall_isapotato
ask.fm: @NiallHoranletmekissyou
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Tessalmighty