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Autore: parabatiolo    21/01/2015    3 recensioni
Peter/Harry
Gli aveva detto quelle parole con la stessa irruenza con cui era irrotto nel suo ufficio, ancora nei panni di Spiderman nonostante fosse ormai notte inoltrata.
Gliele aveva dette con lo stesso tono in cui gli aveva detto di non potergli dare il suo sangue quel giorno: carico di rammarico, esitazione, e paura.

Gwen è viva, Harry è ferito e Peter… Peter è sempre il fantastico Spiderman.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Osborn, Peter Parker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A Suzuya,
a L,
ai miei Parksborn.






The Coward Spider-man







"Io non posso lasciare Gwen."





Gli aveva detto quelle parole con la stessa irruenza con cui era irrotto nel suo ufficio, ancora nei panni di Spiderman nonostante fosse ormai notte inoltrata.

I supereroi non vanno a dormire. Il rampollo degli Osborn non poté fare a meno di ricordare quella frase e non se ne stupì, infondo glielo ripeteva ogni volta, i supereroi non vanno a dormire fin quando non sono certi di sapere che tutti i civili stanno bene.

Per un attimo si abbandonò in quel pensiero così futile, al che la sua mente registrò le parole di Peter Parker, conosciuto da New York City come Spiderman, con qualche secondo di ritardo.



Gliele aveva dette con lo stesso tono in cui gli aveva detto di non potergli dare il suo sangue quel giorno: carico di rammarico, esitazione, e paura.

Oh, la paura. Harry poteva sentirla sibilare nell'aria di quell'ufficio, mentre 
 si alzava per raggiungere l'altro capo della stanza; gli strisciava intorno come un serpente a sonagli, pronto ad attaccare al momento opportuno.





"Non posso lasciare Gwen, Harry" ripeté, e il suo nome detto da quella voce gli sembrò il più incrinato dei suoni, avrebbe voluto strappargli le corde vocali solo per non doverlo sentire mai più. "Mi hai sentito?"

Se lo avesse sentito?

Non posso lasciare Gwen.

Non posso lasciare Gwen Stacy per te.


Quante volte aveva immaginato quella frase detta dalle sue labbra, quante volte aveva pregato che quel giorno non arrivasse mai. Quante volte si era fatto cullare dalla falsa speranza che la data di scadenza di ciò che c'era fra loro non arrivasse. Ne aveva perso il conto.



Harry gli diede le spalle, Spiderman era ancora davanti all'enorme finestra da cui era entrato quando "Forte e chiaro" gli rispose. E non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire un suono terribilmente simile ad un singhiozzo, Harry Osborn, colui che avrebbe dovuto mandare avanti la più grande delle aziende. Cosa avrebbe detto suo padre vedendolo?

Ridicolo, moccioso, davvero ridicolo…

Peter mosse dei passi verso di lui, togliendosi la maschera. "Sai che se avessi avuto scelta io…"

"Tu," lo interruppe Harry "tu cosa, Pete? Avresti continuato a scopare col sottoscritto? Vantaggioso, molto più della Stacy, te lo concedo."

"Lo sai! Lo sai che se avessi avuto scelta…" riprese stringendo spasmodicamente la maschera di Spiderman fra le dita "Non posso lasciarla, Harry, non dopo aver visto il Capitano Stacy morire davanti ai miei occhi."

Quell'uomo… ci arrivò, Harry. In ritardo, ma afferrò il concetto.

Non c'era posto per loro. Peter e Harry erano di troppo. La realizzazione lo ferì più di quanto fosse lecito.

Strinse le labbra. "È questa la scelta che rimpiangerai meno?" Domandò Harry fermamente. Nessuno dei due riuscì a comprendere se fosse più crudele quella domanda, o la risposta che ne seguì.

Il castano esitò, rivolgendogli ancora una volta uno sguardo carico di dolore "Sì," gli rispose infine "quella che rimpiangerò meno."



Harry sbiancò. Varie emozioni gli attraversarono il viso: rabbia, frustrazione, e quella che spaventò più Peter, tristezza.

"Il fantastico Spiderman… è un codardo!" Rise, improvvisamente, talmente forte che  anche in quelle circostanze Peter temette che qualcuno lo avesse sentito. Che qualcuno potesse scoprirli.

"Esci fuori dal mio ufficio" proferì con voce incrinata, pressando le labbra per trattenere parole che pregavano disperatamente di essere pronunciate. 
Peter si avvicinò a lui con urgenza, al che Harry indietreggio reggendosi il petto con una mano, gli doleva così tanto in quel momento. Mai prima d'ora aveva provato un dolore così acuto in quel punto. "Non–non avvicinarti!" Singhiozzò ancora, toccando il muro con la schiena. 
La scelta che rimpiangerai meno…
"Esci fuori di qui, ho detto!" Gli urlò quando sentì un paio di mani stringersi sulle sue spalle possessivamente "Mi stai lasciando morire! Non mi interessano le tue scelte. Quanto ancora vuoi farmi del male, Parker, quanto?"

Improvvisamente, lo baciò.

Ma non lo colse alla sprovvista.

Peter non rispose alla sua domanda, esattamente come Harry non rispose al suo bacio, non ne era capace: sapeva che le sue azioni erano dettate unicamente dal lato egoista che emergeva quando Harry Osborn era al suo fianco. Il desiderio incessante di poter baciare quelle labbra fino a consumarle, di spogliare e accarezzare quel corpo che tanto bramava.



Harry lo allontanò e scoppiò finalmente a piangere, aggrappato alla petto del protettore di New York pianse tutte le lacrime che aveva trattenuto. 
"U-un codardo… un codardo." 







Note Dell'Autrice: Salve fandom di The Amazing Spiderman, vi manca così tanto Parksborn che dovevo scriverci qualcosa sopra, seppur insensata, per alimentare questa piccola Dark Side priva di slash fra "Please Peter, I need it" e "You were my friend and you betrayed me!"
Lo sappiamo noi di cosa hai bisogno Harry.
Comunque, questo piccolo parto è solo un sfogo cutaneo del mio blocco dello scrittore. Spero vi piaccia, spero lo leggiate e spero ignorerete i probabili errori. Alla prossima luna piena,
Federica.
  
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