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Autore: itsyouemma    22/01/2015    2 recensioni
CaptainSwan spelling:
Scrivere flashfic o oneshot partendo dai seguenti prompt, la pubblicazione può avvenire in qualsiasi momento, l’unica regola consiste nel rispettare la sequenza senza saltare lettere.
C Prompt Chocolate&Comfort
A Prompt Alcool&Angry
P Prompt Pants&Passion
T Prompt Trick&Trust
A Prompt Accord&Apologize
I Prompt Internet&Interest
N Prompt Night&Need
S Prompt Storm&Sadness
W Prompt Wood&Warmth
A Prompt Arms&Ache
N Prompt Neck&Neck
Iniziativa creata da: Alexies, CSLover, Alexandra_Potter, Lely_1324, Clohy e Pandina.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Buongiorno, stelline..." posò un bacio sulla fronte della donna e la strinse a sè, facendo attenzione al pancione, che lo fece sorridere e che accarezzò dolcemente. "Come stai, amore?" in risposta ebbe un piccolo lamento, causato dal sonno. Sorrise, accarezzandole i capelli.
"Bene...sono solo stanchissima" nascose il viso nell'incavo del collo dell'uomo, accoccolandosi tra le sue braccia "In più..." sbuffò.
"Cosa, piccola?" portò un braccio dietro alla schiena della donna e la strinse a sè ancor di più, trasmettendole tutto il suo amore.
"In più sembro una balena! Tu ne avrai viste tante in mare aperto, quindi saprai che-"
"So che sei bellissima, amore mio..." la donna alzò lo sguardo per incrociare quelle bellissime pozze azzurre, sorridente. "Ti amo, Swan...davvero"
"Anche io ti amo"
Emma era al nono mese e mancava una settimana alla nascita della loro piccola creaturina. Prese la mano del pirata e sorrise.
"Che succede?"
"Senti" si poggiò la sua mano sul ventre e lui sorrise. La sentì muoversi dentro la donna e gli brillarono gli occhi.
"Non vede l'ora di uscire...combattiva, come la sua mamma" lei sorrise e gli accarezzò la mano. "Manca una settimana e ancora non abbiamo scelto il nome..." lei si avvicinò alle sue labbra, per poi appropriarsene. "Che ne dici di Jolly o...Roger?" la donna scoppiò in una risata.
"E' una femminuccia, Jones..." lui accennò ad un sorriso. Ancora faticava a crederci: avrebbero avuto una figlia, insieme...
"Jasmine" Emma sorrise.
"Jasmine è bello"
"Jasmine Jones...lo ammetto, il mio cognome è perfetto!"
"No! Jasmine Swan..."
"Il nome si prende dal papà, Swan..." ad Emma brillarono gli occhi. Papà...non aveva mai visto Killian accudire un bambino, ma si fidava di lui e anche del giudizio di Henry per cui, oramai, era come un babysitter. "Mi si addice questo appellativo, Swan? Papà..." lei sorrise.
"Papà mi piace...pensa, avrai un'altra persona a cui raccontare ogni tua singola avventura..."
"E anche ogni singola volta che la sua mamma mi ha ammanettato...ormai ne ho perso il conto" Emma rise.
"Tre volte" lui alzò gli occhi al cielo, sorridente.
"Dettagli, amore mio...dettagli" lei sorrise e gli accarezzò il viso.
"Non ti sentirai solo?" Killian alzò un sopracciglio, stranito. "Nel senso che nella nostra famiglia, saremo due donne ed un solo uomo" lui sorrise.
"La nostra famiglia..." sorrise "No, non mi sentirò solo" lei annuì, sorridente.
"Io devo andare a lavoro" fece per alzarsi, ma lui la tirò giù nuovamente.
"No, Swan..."
"Ma sto bene" Killian la strinse a sè, permettendole di accoccolarsi tra le sue braccia.
"Perfavore, amore"
"I-io..." sorrise "okay!" lui le accarezzò i capelli dolcemente.
"Lo faccio per te" lei sorrise.
"Lo so, capitano, è solo che...mi sento inutile"
"Vedila così: sei utile alla mia vita, che senza di te finirebbe...e sei utile al cuscino ed al letto, per fare in modo che si riscaldino con il tuo calore; alla nostra bimba per tenerla protetta fino alla nascita...mi chiedo come tu faccia a far tutto" alzò un sopracciglio, sarcatico, facendola scoppiare in una risata.
"Mi hai convinta...ma domani mattina-"
"No! A proposito, mi appunto la frase di oggi così domani la ripeto uguale e identica, convincendoti ancora" lei si finse offesa, sorridendo.
"Ti odio, davve-" strinse la mano del pirata, con una piccola smorfia di dolore ed un gemito. "Testarda, come suo padre..." sussurrò, tra un gemito ed una risata. Una fitta maggiore la fece raggomitolare su sè stessa. Lui la strinse a sè, dolcemente.
"Va tutto bene?" lei gemette.
"No!" lui le accarezzò i capelli, facendola lentamente calmare.
"La mia principessa..." sussurrò, per poi posarle un bacio sul capo. Lei chiuse gli occhi, cullandosi nelle sue carezze, sorridente. "Va meglio?"
"Sì, benissimo" la donna sorrise e intrappolò, con foga, le labbra del pirata nelle sue. "Grazie..." sussurrò su di esse.
"Tranquilla..." le accarezzò il viso dolcemente.

**

1 SETTIMANA DOPO:
"Hei, amore..." Killian teneva stretta la mano della donna, stesa sul lettino d'ospedale. Emma aprì gli occhi e gli sorrise.
"La bambina, Killian! Dov'è?!" si guardò intorno, terrorizzata e disorientata.
"Non preoccuparti, sta bene...l'hanno portata in quella stanza piena di altri bambini..." lei rise. Il suo pirata alle prese con il ventunesimo secolo, era così tenero... "Tu, come stai?" lei chiuse gli occhi, sorridente.
"Un po' sfinita..." sbuffò "Ma cosa mi è successo? Perchè dormivo?"
"Deve aver fatto effetto l'anestesia, tesoro" lei sorrise e strinse la mano dell'uomo, come per ri-acquistare le forze perse.
Killian si avvicinò alla donna e la avvolse con le braccia.
"La mia principessa..." Emma vide l'infermiera arrivare con in braccio quel bellissimo scricciolo e sorrise.
"E' lì la tua principessa, capitano" Killian sorrise e si alzò in piedi.
"P-posso?" chiese titubante all'infermiera, che fece per porgergli il fagottino, ma subito lo strinse al petto.
"N-on vorrei che lei, sa..." guardò l'uncino dell'uomo, titubante.
"Mi scusi..." intervenne Emma "Non è lei, la madre, ok?" lei si fidava di Killian e sapeva che non avrebbe mai fatto del male nè a lei, nè alla loro piccolina... L'infermiera annuì e porse il fagottino all'uomo, che lo prese tra le braccia con tale delicatezza da stupire persino Emma.
"Mi scusi per il pregiudizio, è che..." Killian sorrise all'infermiera, che ricambiò il sorrise ed uscì dalla stanza, per poi chiudere la porta.
"Hei, amore mio..." Killian sorrise, accarezzandole il nasino con l'indice. Andò a sedersi affianco ad Emma, sorridendole. "Sai, Jasmine, sei bellissima...come il papà" continuò, sfoggiando il suo sorriso.
"Ecco, Jasmine, ora conosci papà..." Emma scoppiò in una risata, contagiando anche la piccolina che emise dei piccolini ed ingenui versetti gioiosi.
"Vuoi andare dalla mamma?" Killian posò un bacio sulla fronte della piccolina, per poi farla scivolare con delicatezza dalle sue braccia a quelle della donna, che nel frattempo s'era messa a sedere sul letto, con la schiena appoggiata al muro.
"Ciao, principessa..." strinse al petto la piccolina, scambiandosi uno sguardo con le bellissime iridi azzurre del suo amore: brillavano come mai prima d'ora...ed erano di un azzurro intenso, che si mischiò al verde intenso della donna. "Guarda..." prese la mano del pirata, voltandosi verso Jasmine.
"Cosa, amore mio?" lei sorrise.
"I suoi occhietti hanno il colore verde ed il colore azzurro mischiati insieme" si voltò verso l'uomo e gli sorrise dolcemente. Killian sorrise soddisfatto. "Cosa? Perchè sorridi così?"
"Guarda, Swan...riconoscerei quel sorrisetto vispo tra mille" Emma guardò il sorriso della bimba ed alzò gli occhi al cielo, sorridente.
"Anche lo sguardo non è da meno, pirata..." sorrise. "Hai il sorriso e lo sguardo del papà, sai?"
"Il papà è fiero di te!" intervenì Killian, sorridendo malizioso.
"Pure davanti a tua figlia devi sfoggiare quel sorriso malizioso, capitano?" lui annuì e la donna alzò le spalle "Rassegnati, piccola...non sono riuscita a cambiarlo io, non penso ce la farai tu...che dici, ce lo teniamo così?" dalla bocca della bimba, uscì un piccolo urletto gioioso.
"Se questi sono i suoi , spero dica di no più spesso...o il mio povero timpano mi abbandonerà, Swan" la donna sorrise.
L'infermiera entrò nuovamente nella stanza, sorridendo per quella bellissima scena creatosi.
"Scusate l'interruzione, ma dovrei riportare la bimba nella culla, dove sono gli altri bimbi..." Emma annuì e porse la bimba a Killian, che la prese in braccio e si avvicinò all'infermiera, a cui porse - a sua volta - la bimba.
"Ciao, tesoro...fatti intendere...e vedi di non stendere con un solo sguardo tutti i maschietti in quella stanza"
"Killian!!" Emma scoppiò in una risata. L'infermiera sorrise ed uscì dalla stanza.
Killian si riavvicinò al letto della donna, che gli fece spazio, così da farlo stendere accanto lei, per poi accoccolarsi al petto dell'uomo, che la strinse a sè.
"Non cambierai mai, vero?" sogghignò.
"Mi dispiace, Swan, sono fatto così..." sorrise dolcemente, accarezzandole il braccio.
"Ecco, ora che mi hanno portato via Jasmine, sono sola..."
"Ed io, Swan?"
"Appunto, sono sola" rise. Killian si avvicinò al viso della donna, sornione.
"A proposito di essere soli...è uno di quei piccoli momenti in cui siamo soli, Swan..." lei sorrise, avvicinandosi a sua volta al viso di lui.
Lui l'avvolse con le braccia e fece aderire i loro corpi. "Approfittiamone..." annullarono le distanze tra le loro labbra, unendondole in un dolce bacio, in cui si trasmisero tutto il loro amore: senza bisogno di frasi, senza bisogno di parole...
Si distanziarono appena per guardarsi negli occhi, sorridenti. Emma mise una mano sul viso dell'uomo, che intrecciò la mano in quella libera della donna. Quel bellissimo momento fu interrotto dall'arrivo dei genitori di lei, che irruppero nella stanza, sorridenti.
"Allora, dov'è la bambina?!" intervenì David, invadente. Killian sbuffò e si voltò verso il padre di lei, continuando a tenerle la mano.
"Lontano dalle tue mani, principino...sai, sapendo che è mio figlia potresti benissimo ucciderla, non si sa mai" una risata generale si sparse per la stanza. David alzò gli occhi al cielo, sorridente.
"Uncino, a me interessava sapere dov'è la bambina...non il bambino"
"Il bambino è qui, papà..." accarezzò il petto all'uomo, sorridente. "La piccola è ancora al nido"
"Quindi ancora non l'avete vista?" Emma annuì, sorridente.
"Certo che l'abbiamo vista...è solo che l'hanno portata là" Killian trattenne un sorriso malizioso "Ok, Killian...spara pure la battuta" alzò gli occhi al cielo, sorridente, ricambiata dal pirata.
"La portano un po' qua, un po' là...mia figlia sta diventando una sotto-specie di pacco" Emma sorrise.
"Henry?"
"E' da Regina" Emma annuì, malinconica. Capiva la frustazione di suo figlio...era la stessa frustazione che lei provava nel vedere i suoi genitori dare tutte quelle cure che lei non aveva mai avuto, al piccolo Neal. Killian le posò un bacio sulla guancia, accarezzandole la mano.
"Io voglio uscire di qui e tornare a casa..."
"No, Swan...devi prima rimetterti" lei sbuffò e mise il broncio, incrociando le braccia al petto. "Eddai, tesoro, non fare così..." le accarezzò le labbra con le sue e lei tornò a sorridere: gli occhi chiusi e le labbra appena socchiuse, incurvate in un sorriso.
"O-ok, ma sono sola...e odio essere sola!" guardò il pirata, facendogli capire cosa intendesse: fin da piccola era stata sola ed abbandonata...ora che aveva trovato la sua famiglia e l'amore della sua vita, con cui aveva avuto un bellissimo scricciolo, non voleva lasciarli andare...
"Non sei sola, dolcezza"
"Voi tornate tutti a casa, quindi...sì, sono sola" lui scosse la testa.
"Resterò io, qui con te" gli occhi della donna si illuminarono.
"Davvero?" lui le sorrise dolcemente.
"Certo, amore mio..." si guardarono negli occhi, sorridenti, dimenticandosi della presenza dei genitori di lei.
"Sono ormai le dieci, noi andiamo..." Emma sgranò gli occhi.
"L-le dieci?! Ma come...?"
"Sai, essendo il sindaco della città..." piegò di lato la testa, come per rendere ovvia la risposta. Emma sorrise. "Buonanotte"
"Buonanotte" rispose Emma. I due uscirono dalla stanza, lasciandoli soli.
"Buonanotte, Swan..." lei si accoccolò tra le braccia dell'uomo, chiuse gli occhi e si abbandonò alle coccole dell'uomo, che le posò un bacio sui capelli, per poi passare ad accarezzarglieli dolcemente, passandovi in mezzo le dita, delicatamente.
"Buonanotte, amore" si sporse appena e gli posò un dolce bacio sulle labbra, per poi tornare ad accoccolarsi tra le sue braccia. Si strinsero a vicenda, come a voler restare lì per il resto della loro vita, se ciò avesse significato stare insieme...
Lui era la sua forza, il suo sorriso, la sua risata, la sua arma al dolore: anche ore prima, mentre stava partorendo, lui le teneva la mano stringendogliela ad ogni suo sforzo, grande o piccolo che fosse, come a voler incanalare tutto il dolore dentro il suo corpo, per far smettere di soffrire la sua gemma... Per non farla soffrire, avrebbe fatto di tutto...sapeva che era normale che provasse quei dolori, durante il parto, ma non sopportava di vederla così debole, indifesa, piccola...perchè lei era la sua vita... Aveva paura di perderla e di rimanere solo...non ce l'avrebbe fatta a sopravvivere, accudendo quello scricciolo senza l'aiuto della sua Swan...
"Ti amo" sussurrò sui capelli donna, che intrecciò le loro mani e sorrise.
"Anch'io ti amo" sussurrò in risposta.
Non si sarebbero mai divisi...erano come due metà: l'uno completava l'altra. Era l'uno la forza dell'altra. Erano il Vero Amore e la piccolina, era il loro piccolo e dolce frutto: vispa come il papà, sorridente come la mamma e speciale come loro: che erano passati dall'odio, alla collaborazione, all'attrazione, all'amore...certo, era stata un'impresa difficile, per il pirata, conquistarla e fare in modo che ogni sorriso di quella bellissima donna fosse dedicato a lui, ma finalmente ce l'aveva fatta ed era l'uomo più felice al mondo. Lui amava le sfide e lei era la sua personale sfida...
Ora, però, avevano un'altra sfida da superare: fare i genitori. La sfida più difficile al mondo...ma loro ce l'avrebbero fatta, sempre e comunque. Insieme.
   
 
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