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Autore: alisonmalison    22/01/2015    1 recensioni
Adesso che lui e John hanno definito la loro relazione, Sherlock si accorge che suo fratello Mycroft ha un disperato bisogno di un compagno per combattere la propria solitudine. Elabora quindi un piano, coinvolgendo il Detective Ispettore Gregory Lestrade e incaricandolo di trovare il tipo perfetto per suo fratello maggiore.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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•Nota della traduttrice~
Come ho già spiegato nell'account personale, ho avuto problemi col pc e numerosi impegni, che mi hanno portato ad un incommensurabile ritardo nel postare e aggiornare fanfiction. Vi informo con gioia che, dopo il suo blocco, l'autrice originale ha pubblicato fino al capitolo sei, quindi per altre due settimane potrò andare avanti a tradurre, sperando che il settimo capitolo venga pubblicato presto... Detto questo, vi auguro buona lettura!
Midori No Esupuri~
 
Capitolo 4: Accettazione

Lestrade aiutò il detective, mettendo a sobbolire un pentolino d'acqua e sbattendo le ante della credenza alla ricerca del posto in cui John avesse riposto il tea.
"Sherlock, dove diavolo è il tea?" abbaiò Lestrade.
Le spalle di Sherlock si incurvarono.
"John si occupa del tea. Lui lo saprebbe."
"Chiaramente." sbottò Lestrade, sbattendo le ante per richiuderle.
Sherlock congiunse le mani sotto il naso, prendendo un respiro profondo, le sue dita scivolarono lentamente verso il basso per permettere al mento di rilassarsi mentre esalava. L'orlo argenteo delle sue iridi, fisse su Lestrade dal momento in cui questo era entrato, scivolarono sulla poltrona di John. Sentì le proprie labbra tendersi in una sorta di amarezza, che rese fastidiosa l'aria della stanza. Odiava il modo in cui le parole che stava per pronunciare risultavano amare sulle labbra, disprezzava il modo in cui lo facevano sentire. Poteva già sentire la risata beffarda nella gola di Lestrade, mentre questi si sedeva, la gamba piegata casualmente sul grembo, le braccia appoggiate al tessuto morbido e invecchiato della poltrona di John.
"Allora, cos'è questo stato di emergenza? E' stato un inferno assicurarmi che Anderson non mi seguisse fin quassù, l'intera centrale è curiosa di sapere in cosa Sherlock Holmes possa avere bisogno di aiuto." Lestrade rise, un sorriso sfacciato, da un orecchio all'altro.
Il volto di Sherlock si inasprì, mentre gli occhi si socchiudevano verso Lestrade. Lui alzò gli occhi, continundo a ridere rumorosamente.
"Beh, per cosa diavolo hai bisogno del mio aiuto?"
Ormai anche Sherlock era arrivato a comprendere che le sensazioni di Mycroft non fossero così tanto imbarazzanti e tristi, ma per qualche ragione, non importava quanto duramente cercasse di abbandonare quel 'caso', perchè non poteva proprio. Non era nella sua natura scartare un caso e lasciarlo irrisolto. Strinse forte gli occhi, prendendo un respiro profondo prima di avvicinarsi alla sedia del'altro.
"Mycroft."
Il sorriso scomparve dal viso di Lestrade, uno sguardo di pura incertezza si era insinuato tra i suoi lineamenti squadrati. Si appoggiò allo schienale della poltrona, le dita che scorrevano agitate sulla fronte e attraverso i fili argentei dei capelli. Sherlock lo sguardò mentre si spostava sulla sedia, a disagio, era incuriosito dalla reazione. Bastava il suo nome per innescare una pressione all'interno della mente di Lestrade. Si sedette, picchiettando le dita sui braccioli della poltrona, gli occhi concentrati esclusivamente sulla tappezzeria stracciata mentre parlava.
"Come, prego?"
"Non farmi ripetere Lestrade, conosci il mio odio per le ripetizioni."
Lestrade deglutì a fatica, spingendo verso il basso il respiro bloccato in gola, scollando gli occhi dal bracciolo della poltrona di John, la mano che sfregava contro la barba appena tagliata.
"E' tuo fratello, se si tratta della sua richiesta di tenerti d'occhio, mi spiace Sherlock ma mi ha dato precise istruzioni per non discutere trop-"
"Voglio che tu lo controlli per me."
Lestrade era stato sopravvalutato, forse non era l'uomo più adatto per quel lavoro, dopotutto. Sherlock sospirò, sollevando il corpo per infilarvi sotto le proprie gambe e tendersi in avanti.
"Voglio che tu scopra il tipo ideale di Mycroft."
"Il suo... Tipo...?" ripetè Lestrade, ribadendo le parole di Sherlock in una domanda, sgranò gli occhi mentre si strofinava una mano sul viso.
"Cristo Sherlock, come diavolo ti aspetti che io lo scopra?"
Sherlock guardò Lestrade, inclinando la testa di lato.
"Certo, puoi capirlo benissimo da solo. Sei un Ispettore. In pratica, devi solo scavare un po' e tornare da me con i risultati. E' semplice."
Emise un gemito, le dita che si separavano mentre guardava davanti a sè.
"Sherlock, io... Non posso, credo. Io non conosco nemmeno tuo fratello, a volte cerco di invitarlo ma quel dannato bastardo non accetta mai."
Le sopracciglia di Sherlock si sollevarono, sospettose.
"Tu hai chiesto a mio fratello di vedervi per un appuntamento?"
Sulle guance di Greg nacque un pallido color salmone, mentre si schiariva la gola.
"No di certo. Non in quel modo, almeno. Basta, non lo so. Ho pensato che, dato che saremmo stati d'accordo su di te, sarebbe stato buono conoscerci, no?"
Il DI si sedette, le mani sempre più umide e le dita sudate nei pugni stretti. Emise un rapido sospiro, perchè diavolo si stava innervosendo tanto? Si trattava solo di quel maledetto Mycroft! L'uomo poteva anche essere stato intimidatorio, ma entrambi sapevano da tempo dell'esistenza dell'altro, e in tutto questo il pover'uomo non riusciva a capire come mai divenisse così nervoso anche nel sentir nominare Holmes senior. Non era minimamente terrorizzato da quell'uomo elegante, ma c'era qualcosa in lui. Sherlock si schiarì la gola, Lestrade si permise di incrociare il suo sguardo.
"Mi dispiace Sherlock, non posso."
Sherlock emise un sospiro, non pensava che avrebbe dovuto abbassarsi così tanto.
"Sono preoccupato. Ti prego, Gavin."
"GREG!" lo corresse frustrato Lestrade, a denti stretti.
"Giusto."
Lestrade sospirò strofinandosi la mano sulla fronte, le dita che graffiavano nervose il cuoio capelluto. "Dici che lo scoprirò? Cosa diavolo hai intenzione di fare con queste informazioni?"
"Trovargli un appuntamento, ovviamente."
Una risata sfuggì dalle labbra di Lestrade, un piccolo sorriso sul viso incredulo.
"Mycroft Holmes? Un appuntamento? Beh, buona fortuna con questo."
Le labbra di Sherlock si serrarono l'una contro l'altra, puntò il dito contro la porta.
"Vattene, ora."
Evidentemente non sarebbe arrivato da nessuna parte in quel modo. Era stato solo uno spreco di tempo, il tempo che avrebbe potuto usare per capire Mycroft completamente da solo. Sentiva chiaramente che Lestrade non era disposto ad aiutarlo, era frustrato e purtroppo era nuovamente al punto di partenza.
"Che cosa? Aspetta, pazzo bastardo!" lo interruppe Lestrade, il volto indurito. Fece scivolare il telefono dalla tasca.
"Devo incontrare tuo fratello verso mezzogiorno, sono le undici ora. Prima che mi metta in imbarazzo, sei proprio sicuro che debba farlo io?"
La soddisfazione si impadronì del viso di Sherlock.
"Sapevo che avresti visto le cose a modo mio, Lestrade. Ora vattene. John sarà qui da un momento all'altro."
Imprecando sottovoce, Greg si alzò dalla poltrona. Si ficcò le mani in tasca, un groppo inquietante in gola. Era pazzo, ad accettare quel caso da Sherlock. 
Sherlock mise una mano sula parte inferiore della schiena dell'ispettore dandogli una spinta poco educata, spingendolo fuori dalla porta. Quest'ultima scricchiolò appena, chiudendosi dietro di lui. Guardò il cielo.
"Per l'amor di Dio, in cosa mi sono cacciato." grugnì, mentre si rialzava dalla caduta sul pavimento, per poi uscire da Baker Street.
   
 
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