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Autore: Kroombs    22/01/2015    2 recensioni
Tadashi vorrebbe morire, sprofondare, sotterrarsi. Sta sudando freddo. Non è mai stato così agitato, nemmeno durante la prima partita contro il Seijou.
[Yamaguchi Tadashi/Yachi Hitoka]
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tadashi Yamaguchi, Yachi Hitoka
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Shy touch.

 

Tadashi vorrebbe morire, sprofondare, sotterrarsi. Sta sudando freddo. Non è mai stato così agitato, nemmeno durante la prima partita contro il Seijou.

Cammina in tondo, agitato: abbassa e alza la zip della felpa, si passa una mano tra i capelli, si gratta la nuca distrattamente, inizia a cantare una canzoncina stupida di una pubblicità altrettanto stupida, tutto questo alternato allo sguardo che butta sull’orologio ogni sette secondi.

Sono ancora le quattro meno due minuti. Ci sono ancora due minuti di tempo. Non deve perdere la calma. Verrà. E’ lui a essere stupidamente in anticipo poiché dall’ansia è uscito da casa un’ora prima. Un’ora che cammina per il centro cittadino come un’anima in pena.

Quattro meno uno.

Sta per avere un infarto. Respira. Deve respirare. Deve ricordarsi di respirare. Deve pensare a qualcos’altro per distrarsi (ci ha già provato per un’ora intera e sicuramente non ci riuscirà a trenta secondi dall’ora X, ma ci prova). Inizia a pensare a Tsukki, il suo migliore amico. Chissà che starà facendo Tsukki. Magari sta studiando. O magari si sta allenando. Allenando. Pallavolo. Pallavolo. Squadra. Squadra. Yach-

“Yamaguchi-kun!”

Inciampa nei suoi stessi piedi, cade a terra. Iniziamo bene, pensa, nemmeno venti secondi e hai già fatto la figura del vero imbecille.

“Yamaguchi-kun, stai bene?!”

Un'affannata Yachi Hitoka lo guarda dall’alto mentre lui sta ancora abbracciando la strada.

Rosso. È l’unica parola che può usare per descrivere il suo viso; non lo vede, ma lo sente; sa’ di essere più rosso di un pomodoro maturo.

“S-sì..” si alza, sorridendo imbarazzato – voglio sprofondare voglio sprofondare voglio sprofondare voglio sprofondare – e tenendo lo sguardo basso, evitando quello di Yachi.

La sente ridere. Panico. Si sta prendendo gioco di lui? Vuole già andare via? Ha capito che ha fatto uno sbaglio ad accettare di uscire con lui? Panico. Respira Tadashi, respira!

“Ti ho fatto aspettare?” quella domanda distoglie Tadashi dai suoi pensieri e gli fa alzare lo sguardo, per la prima volta, su Yachi.

Arrossisce ancora di più. Yachi è carinissima, più carina del solito. Non sa se sono le guance innaturalmente rosse oppure il modo in cui gli sorride imbarazzata o, ancora, il modo in cui si tocca i capelli biondissimi.

A Tadashi sono sempre piaciute le persone con i capelli biondi.

“N-no..” Dio, ma perché riesce a parlare solo a monosillabi? Sembra che le sue funzioni celebrali si siano sciolte tutte in una volta, non riesce nemmeno ad articolare più di due lettere.

“Meno male! Allora, mh, dove andiamo Yamaguchi-kun?” all’inizio il tono di Yachi è sollevato, ma successivamente Tadashi riesce a cogliere una nota timida, quasi insicura. Forse non è l’unico nervoso, forse anche lei..

“D-dove vuoi tu, ecco.. se hai qualche preferenza.. puoi dirmelo!” cerca di rispondere il più velocemente possibile, forse un po’ troppo e questo causa un’altra risatina in Yachi, però, questa volta, Tadashi non si fa prendere dal panico, anzi, le sorride grattandosi imbarazzato la nuca.

“Beh.. visto che hai proposto tu quest’uscita, Yamaguchi-kun, credo che la scelta tocca a te!” risponde Hitoka (quando ha iniziato a chiamarla per nome nella sua mente?) e il fatto che abbia accennato al suo imbarazzante invito ad uscire lo fa arrossire ancora di più.

A pensarci, sarebbe voluto ritornare in quel momento: nessun pensiero, nessun problema, solo una gran voglia di festeggiare, di ridere, di piangere di gioia. Quel giorno è stato il giorno in cui hanno battuto il Seijou. Il giorno in cui ha giocato veramente, il giorno in cui è  – per lui – stato riconosciuto come effettivo membro della squadra di pallavolo del liceo Karasuno. Il giorno in cui è finalmente diventato un corvo.
Lo stesso giorno in cui Yachi, correndogli incontro, lo ha guardato con uno sguardo brillante e pieno di orgoglio. Lo stesso sguardo che gli ha dato la forza di prenderla in disparte e chiederle di uscire. E lei, con un sorriso enorme stampato sulle labbra, gli ha detto un imbarazzato “Y-yamaguchi-kun io.. i-io ne sarei felice!”.

Due giorni dopo, eccoli lì, alla ricerca di un locale carino dove mangiare, parlare e fare tutte quelle cose che si fanno a un appuntamento.

Tadashi va un attimo in panico pensando a quella parola. Lui non ha mai avuto un appuntamento. Non ha mai invitato una ragazza a uscire. Non sa veramente cosa fare in una situazione come quella. Si è tormentato giorno e notte, non riuscendo a dormire e a seguire le lezioni, quindi, ha cercato aiuto.

Ha provato con Tsukki, ma l’unica risposta che ha ricevuto è stata un “Mh” disinteressato. O almeno è sembrato disinteressato, però, Tadashi lo sa, il suo migliore amico, in quel modo gli ha detto, tra le righe, di fare quello che si sente.
Però, essendo insicuro, ha voluto chiedere anche ai senpai: Asahi è andato in panico totale, Suga-san lo ha guardato con uno sguardo che valeva più di mille parole mentre Daichi gli ha dato un pacca sulla spalla dicendo “Sii te stesso, funziona sempre!”.

Tanaka-san e Noya-san, invece, appena hanno saputo del suo misterioso appuntamento con questa misteriosa ragazza, lo hanno seguito per tutta la scuola urlando frasi come “Yamaguchi, spacca tutto!”, “Yamaguchi è innamoratoooooo!” “Yamaguchi, stai crescendo! Non sei più il bimbo delle medie che eri all’inizio!”

Hinata e Kageyama… beh, loro erano fuori discussione, anche perché ne sapevano di ragazze e appuntamenti quanto lui e l’unica cosa di cui parlavano era pallavolo. E alzate.

Probabilmente sarebbe dovuto andare da Kiyoko-senpai… ma la ragazza più grande lo metteva in soggezione e non aveva trovato il coraggio. Sicuramente lei avrebbe saputo consigliarlo circa su come trattare una ragazza al vero e primo appuntamento della propria vita.

Quindi, è arrivato ad una sola soluzione: deve improvvisare, prendere spunto da shoujo manga e magari da film romantici americani di serie B.

Spera con tutto il cuore che Hitoka non si annoi. Spera con tutto il cuore di riuscire a farla divertire, di renderla contenta perché, quella, è l’unica cosa che vuole: vederla felice.

Durante tutto il pomeriggio Tadashi inizia a scoprire cose di Hitoka che lo sorprendono, gli fanno capire che sì, è una ragazza semplice, ma non è per niente scontata.

Adora il modo in cui entra nel panico per qualsiasi piccola cosa – un po’ come lui -; adora il fatto che le piaccia mischiare il salato con il dolce, anche se non capisce per quale motivo; gli piace come racconta fatti e accadimenti del periodo della scuola media e di quello delle elementari, di come loda Kiyoko-san e di come sia felice di essere la manager del club di pallavolo. Potrebbe ascoltarla per ore e non annoiarsi mai.

Il tempo passa tra una risata e l’altra, una cioccolata calda e un pacchetto di patatine, un giro per il centro, una caduta in perfetto stile Yamaguchi, una chiamata a Tsukki fuori dal negozio di caramelle in cui è appena entrata Hitoka, un saluto veloce a ex-compagni di classe delle medie che non perdono l’occasione di metterlo in imbarazzo di fronte alla ragazza che però, continua a sorridergli come se fosse Natale e lui le avesse dato il regalo più bello della sua intera esistenza.

Ormai è sera quando entrambi decidono che, purtroppo, è arrivato il momento di separarsi.

Forse questo è il momento che Tadashi ha temuto di più. Non sa veramente cosa fare. Deve salutarla semplicemente e correre via o spingersi un po’ più oltre il confine e darle un bacio?

“Yamaguchi-kun, grazie.” Lei lo sorprende, interrompendo il silenzio che si era creato tra di loro. Sono alla fermata del bus e quello che dovrà prendere lei sta arrivando. Ha poco tempo per decidere cosa fare.

“D-di niente, Yacchan.” Le sorride, lei arrossisce, lui anche sente le guance andare a fuoco. Dio, vorrebbe davvero baciarla.

“Ti dispiace se.. se faccio una cosa, Yamaguchi-kun?” domanda, allora, Hitoka mentre guarda il bus avvicinarsi.

“Uh, cosa?” è curioso. Hitoka ha lo sguardo perso, non riesce a capire a cosa stia pensando. Il tempo stringe.. due minuti, due minuti e novantanove secondi, novantotto…

La sensazione della mano calda di Hitoka nella sua arresta il conto alla rovescia  nella sua mente.

All’improvviso, Tadashi non sente più l’urgenza di baciarla. Gli basta quel tocco gentile e timido, così intimo che riesce a rilassarlo, capace di fargli dimenticare la maggior parte delle preoccupazioni che gli affollano la mente.

Rimangono lì, fermi, per due minuti e trentotto secondi, mano nella mano, rossi in viso e con il cuore che martella nel petto, minacciando di schizzare fuori al minimo passo falso. 










Note: oh, non lo faccio da tanto tempo. Diciamo.. un anno e mezzo? Comunque, come si dice: anno nuovo, vita nuova, account nuovo e fandom nuovo! Questa è la mia prima fanfiction in questa sezione e... ho giusto un po' d'ansia, ma sono soddisfatta (dopo tanto tempo) di quello che è uscito. E sono anche contenta di essere riuscita a rendere Yamaguchi... Yamaguchi. Sento che è così. In verità non è che mi preoccupi della trama (scontata) o di come è scritta (anche se un po' d'ansia c'è sempre - l'avrò letta dieci volte, ma sono sicura che ci sia qualcosa che mi è sfuggito.. magari fatemelo notare se decidete di lasciare una recensione!), ma della caratterizzazione dei personaggi, beh, quella SI'. Non scrivevo da un anno e mezzo appunto per questa cosa qui, quindi, mi rende parecchio felice essere convinta di aver fatto un lavoro decente. 
Ritornando alla storia: sigh, adoro questa coppia. Sono così carini e gli accenni nel manga mi fanno piangere; non è una delle mie OTP però mi piacciono un sacco e credo che meritino attenzione. 
Essendo stra-ossessionata da Haikyuu penso che ritornerò a postare in questa sezione (la verità è che non mi vuole nessuno, MA, devo dirlo perché Haikyuu è la mia nuova crush). Suona un po' come una minaccia. 
Spero che vi sia piaciuta, 
Kroombs~
   
 
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