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Autore: SSJD    23/01/2015    6 recensioni
Questo racconto è la continuazione di Come Fratelli, pubblicato qualche mese fa. La storia è ambientata nel periodo successivo alla scomparsa di Goku, a causa di Cell. Chichi è incinta di Goten e sta per partorire.
Dal testo:
Dopo che Mirai Trunks era tornato nel futuro, Vegeta aveva perso, oltre a Goku, anche la voglia di vivere e di combattere. Era riuscito con fatica a ritrovare la serenità perduta grazie a Bulma, il piccolo Trunks e, motivazione non trascurabile, la promessa che aveva fatto a Goku, prima dell’arrivo dei Cyborg, quella cioè di prendersi cura della sua famiglia nel malaugurato caso in cui gli fosse successo qualcosa.
Trascorso un mese, da quel terribile scontro, Vegeta sentì che era giunto il momento di mantenere la promessa fatta a colui che, ormai, considerava suo fratello e, in una fresca mattina di primavera, uscì di casa e prese il volo verso il monte Paoz, per andare a far visita a Gohan e Chichi.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Gohan, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Chichi/Vegeta
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il loro bacio fu piacevolmente interrotto da un sorrisetto e da una vocina squillante che proveniva da un angolo della cucina:
“Mamma papà ciaci”
Vegeta guardò suo figlio seduto nel seggiolone che aveva finito di mangiare e spargere ovunque la sua mousse di mela e li guardava con due allegri occhi azzurri.
“Ha detto papà?!” disse Vegeta alzando perplesso un sopracciglio.
“Ha detto mamma!!!” disse Bulma eccitata.
“E l’altra parola cosa diamine vorrà dire?” chiese Vegeta ancora più allibito.
Bulma gli pulì le manine e il faccino, lo prese in braccio e tornando di fronte a Vegeta, gli chiese:
“Cos’è Trunks? Cos’è ‘CIACI’? Eh, piccolino? Lo dici a mamma e papà?”
Il bambino, molto teneramente, chiuse la bocchina a cuore e fece schioccare le labbra mandando un bacino nell’aria. Bulma si commosse nel vedere con quanta tenerezza Vegeta agitò la mano nell’aria facendo finta di prendere il piccolo bacio in un pugno. Poi scoppiò quasi a piangere quando vide lo stesso pugno riaprirsi e, all’interno, scoprire una piccolissima sfera luminosa che Vegeta soffiò verso di lei. Il piccolo fascio di luce la invase come un soffio di vento caldo che le fece chiudere gli occhi per un istante per poi andare a farle dondolare la lunga coda.
“Vegeta…io, ti amo”
Lui le fece un sorriso che valeva di più di mille parole.
Quel momento di dolcezza infinita, fu poco dopo interrotto da un finto colpo di tosse seguito dalla voce inconfondibile di Gohan che era appena sceso a far colazione con Chichi e Goten:
“Sbaglio o ho sentito parlare Trunks?”
“Ciao Gohan! Hai dormito bene? Lo sai che Trunks ha appena detto mamma e papà? Hey, Chichi, stai benissimo, ti vedo in ottima forma!” disse Bulma rivolgendosi all’amica che quella mattina aveva deciso che era finalmente giunto per lei il momento di uscire da quel letto e far annegare i brutti pensieri sotto una doccia bollente.
“Hai visto che bella oggi la mia mamma? Io ho dormito benissimo, ora mangio veloce qualcosa che poi ho proprio voglia di sgranchirmi i muscoli con Vegeta…Spero tu abbia fatto una buona colazione, perché oggi sono in ottima forma” rispose Gohan che sembrava di ottimo umore.
“Ah sì? E cosa ti fa credere che non le prenderai anche oggi?” rispose Vegeta in tono scherzoso.
“Oggi sarà dura battermi…sono fortissimo!!!” rispose Gohan alzando il braccio sinistro e mostrando il bicipite pieno di forza, mentre col destro si portava un enorme panino alla marmellata alla bocca e lo ingurgitava per intero.
“Vedremo…” concluse Vegeta contento di potersi sfogare ad armi quasi pari con Gohan.
Quando Chichi e Gohan finirono di fare colazione, Bulma si alzò e disse:
“Io devo scappare al lavoro. Starò via un’oretta, non di più, ho una riunione veloce con dei fornitori. Posso lasciarti Trunks, Chichi?”
“No, Trunks viene con noi, oggi ci alleniamo senza gravità, potrà stare a giocare nella gravity room e magari gli insegniamo a camminare, visto che oggi è particolarmente propenso a imparare cose nuove” intervenne Vegeta prendendo in braccio suo figlio.
“Ok, come vuoi Vegeta, ma se poi lo devi cambiare, per favore, portalo a Chichi, non voglio che tu faccia un disastro come l’altro giorno” concluse Bulma.
“Sì, sì, va bene, ho capito…Andiamo Gohan?”
“Sì!” rispose allegro il bambino.
“Ciao Chichi, riposati! E ciao anche a voi tre, divertitevi e non fate giochi pericolosi” disse Bulma infilando la porta.
“Ciao mamma, a dopo! Ciao Goten, quando sei più grande puoi venire anche tu ad allenarti con noi” disse Gohan strappando un sorriso non troppo allegro alla madre.
“Ciao piccolino, divertiti e…Vegeta…non fargli troppo male, eh?” li salutò Chichi mentre uscivano dalla cucina.
“Oggi non ci sarà pericolo…a dopo, Gine(1)” finì Vegeta sparendo con Gohan e Trunks dietro la porta della GR.

‘Gine? Questa poi, da dove salta fuori questo nome? Speriamo non sia un offesa…’ pensò fra sè Chichi esterrefatta, mettendosi a riassettare la cucina ridotta a un caos totale.
‘Eheh, Gine…questa sì che è bella, a pranzo mi dovrà una spiegazione quel sayan…’ continuò a pensare tra sé e sé la donna, fino al termine del suo lavoro.
Mentre Chichi aveva un solo nome in mente, Gine, cercando di ricordare se e dove lo avesse già sentito, nella testa di Bulma, durante la riunione, di nomi ne giravano quattro. Mentre i fornitori continuavano a far una gran pubblicità ai loro prodotti, lei prese carta e penna e, facendo finta di prendere appunti, si mise a scrivere i quattro nomi in sequenza diversa, con un unico scopo, trovare l’anello mancante:
‘Chichi-Goku-Bulma-Vegeta…no, così non va. Come li collego Vegeta e Chichi?’ pensò tra sé cancellando i nomi appena scritti tirando una riga marcata su di essi. Allo stesso modo cancellò anche altre due sequenze: Chichi-Goku-Vegeta-Bulma e Goku-Chichi-Bulma-Vegeta.
‘No…così non va nemmeno, c’è sempre qualcuno tra Chichi e Vegeta. Ci deve essere un modo…accidenti…quei due devono avere un interesse in comune da cui partire per farli diventare amici…’ continuò a riflettere Bulma senza staccare lo sguardo dal foglio su cui aveva cancellato tutte le sequenze scritte.
“...allora? Le interessa l’adattatore o no?” si sentì chiedere Bulma da un distinto signore che sedeva proprio a fianco a lei.
“Come prego?” domandò cordialmente lei che non aveva seguito nessuno dei loro discorsi.
“Chiedevo, se voleva le batterie grandi, ma cambiare l’alloggiamento oppure tiene l’alloggiamento così com’è e cerca un nuovo fornitore di batterie più piccole. Oppure ha intenzione di acquistare l’adattatore?” le riassunse lo stesso signore che l’aveva vista distratta.
A Bulma passò un flash nella testa e, alzandosi di scatto esclamò allegramente:
“Ma certo!!! L’adattatore, perché non ci ho pensato prima!!!”
“Prego? Desidera prendere l’adattatore?” richiese il signore con aria di chi non ci sta capendo più nulla.
Bulma si voltò verso di lui e, tornando un attimo alla realtà della sua riunione, gli rispose:
“Sì, prendo tutti gli adattatori che servono, è la scelta migliore…scusate, ora devo andare, buona giornata…a tutti”
Così dicendo uscì dalla sala riunioni, salì in macchina e imboccò velocemente la strada per tornare a casa. Ora c’era solo un nome che girava per la testa di Bulma. Era il suo adattatore ed era sicura che lui l’avrebbe inconsapevolmente aiutata a salvare Chichi e, cosa non meno importante, il suo matrimonio. Bulma imboccò il vialetto di casa e parcheggiò il suo veicolo. Quando mise un piede sul vialetto per scendere dall’auto, udì una voce provenire dalla GR, dove i sayan si stavano ancora allenando:
“Onda eeeeneeergeeeticaaaa!”
E mentre la luce che usciva dagli oblò andava via via affievolendosi, sul volto di Bulma apparve un sorriso soddisfatto, seguito da un nome sussurrato tra i denti: “Gohan”.


All’ora di pranzo, i tre sayan si presentarono puntali e tirati a lucido in cucina, reclamando cibo, parecchio cibo. Durante il pranzo, le due donne dovettero strabuzzare gli occhi molto più del solito vedendo che non solo Gohan e Vegeta mangiavano con la tipica sayanvelocità, ma anche Trunks si stava letteralmente ingurgitando l’impossibile. Per cercare di rallentare la loro ingordigia, ad un tratto Chichi chiese:
“Ehm…è andato bene l’allenamento?”
“Giàmgnamgnam…benissimo…gnam gnam…”
“GOHAN!!!” intervenne Vegeta con un tono di voce non troppo basso che fece sobbalzare il bambino sulla sedia.
“Ti ho detto mille volte di non parlare con la bocca piena. È una cosa che mi dà il voltastomaco. Hai preso tutti i cattivi vizi di tuo padre”
Gohan inghiottì il boccone e bevve un bicchiere di acqua per riuscire a farlo arrivare allo stomaco senza strozzarsi, poi disse:
“Scusa, Vegeta. Dicevo che è andato benone, sai che ho imparato a scrivere i nostri nomi in sayan e che Trunks ha imparato a camminare?”
“Davvero?” chiesero entrambe le donne allibite.
“Sì, sì!” disse allegro il bambino.
“Vegeta, spero bene che tu ti sia procurato carta e penna per insegnare a Gohan a scrivere in sayan…” disse Bulma facendo l’occhiolino a Chichi che fece un risolino.
“Tsk, tu cosa ne pensi? Dove altro avrei potuto scrivere il mio nome, il suo e tutti gli altri? Non sono mica così sadico come voi due…carine…” rispose il sayan facendo un mezzo sorriso a entrambe.
“A proposito di nomi, mi dici cosa significa quello che mi hai detto stamattina, Vegeta?” gli chiese Chichi incuriosita.
“Gine? È il nome della mia nonna!” rispose per lui Gohan che aveva già posto a Vegeta la stessa domanda.
“Nonna? Ma, Vegeta…io non sono una nonna, non mi sembra di essere così vecchia, considerando che Bulma è anche maggiore di me di età…” reclamò Chichi.
“È vero, come ti è saltato in mente questo nome, Vegeta?” gli chiese la moglie stupita della soluzione che il marito aveva trovato alla sua richiesta di poche ore prima.
“Semplice, tu sei la copia esatta della madre di Kaaroth. Era una sayan ergo, non invecchiava mai. Dopo aver partorito due figli sembrava ancora una ragazzina, proprio come te. In più, uno dei suoi due figli, Kaaroth, era la copia esatta di uno dei tuoi, Goten. Quindi da oggi, per me, sarai Gine…o ti dispiace?” spiegò il principe rivolgendosi a Chichi.
“Messa così non mi dispiace affatto, chissà se a Goku piacerebbe che tu abbia scelto di chiamarmi come sua madre…”
“Beh, non mi sembra di essere offensivo verso nessuno a chiamarti così…E comunque…” si interruppe Vegeta diventando leggermente rosso in viso.
“E comunque?” chiese Bulma incuriosita dall’imbarazzo di suo marito.
“Beh…io…non saprei comunque scriverlo il tuo vero nome in sayan…ecco” disse lui abbassando lo sguardo imbarazzato.
La cosa fece sorridere le due donne, ma soprattutto Chichi che in quel momento scoprì per la prima
volta il lato fanciullesco di Vegeta e, per toglierlo dall’imbarazzo, prese un tovagliolo di carta e la penna che era legata al muro vicino al telefono della cucina e, porgendoglieli, gli disse:
“Vegeta, a me piace Gine, mi faresti vedere come si scrive?”
“Oh, certo…anzi, ancora meglio, te lo fa vedere Gohan, così ripassa la lezione di stamattina, tieni” rispose Vegeta prendendo il tovagliolo e la penna e porgendoli al bambino che si mise subito a scrivere simboli indecifrabili. Bulma si mise a sbirciare ciò che Gohan stava meticolosamente scrivendo (o disegnando?) e, sfiorandosi distrattamente il basso ventre con le dita, gli disse:
“Gohan, credo che tu abbia fatto un po’ di confusione, quello è il nome di Vegeta”
“Oh, sì, che sbadato…questo è Gine” disse disegnando velocemente un altro simbolo a fianco al precedente.
‘Bravo bambino’ pensò Bulma ‘vedi che sei riuscito a mettere questi due assieme? Stamattina per me era stato impossibile!’
“Fa vedere” disse Vegeta prendendo il tovagliolo e scrutando attentamente la scrittura un po’ tremolante di Gohan. Dopo qualche secondo gli scompigliò i capelli e gli disse:
“Bravo, ora fallo vedere a tua madre”
Gohan prese il foglietto di carta e lo porse alla mamma che stava seduta di fronte a lui. Lei osservò attentamente quegli strani simboli e subito pensò a quello che aveva Goku sul petto e che lo stesso Vegeta gli aveva fatto, poco meno di un anno prima. Alzò un sopracciglio e con un sorriso disse:
“Gohan, hai ringraziato Vegeta per questo? Sai, credo che abbia avuto molta pazienza ad insegnarti tutte queste cose”
“Sì, mi ha ringraziato. È un bambino molto educato, si vede che ha preso più da te che da quello scimmione di Kaaroth. Per me è solo un onore insegnare a qualcuno tutto questo, di sayan non ne sono rimasti molti…purtroppo. Spero che un giorno anche Trunks avrà la stessa curiosità di Gohan nel sapere più cose possibili sul nostro popolo” spiegò Vegeta con non poca emozione.
“Vedrai che lo sarà anche di più, lui è il futuro principe dei sayan. È tuo figlio, chi più di lui potrà essere orgoglioso di ciò che è?” gli chiese Chichi facendogli un sorriso sincero.
“Già, lo spero. Finora pare abbia preso più da sua madre, escludendo la coda, ovviamente” sospirò Vegeta chiedendosi ancora una volta perché la genetica aveva deciso di punire lui avvantaggiando gli assurdi tratti di Bulma, per il colore degli occhi e dei capelli.
“Beh, io cosa dovrei dire? Due figli due code…Guarda quello, si è messo pure a ciucciarla, ma non potevo avere un bambino normale che si ciucciava gli alluci? Come fa a confondere la coda con le mie tette? Non sono mica pelosa, io” chiese Chichi indicando Goten.
Tutti si girarono per guardare il bambino e scoppiarono a ridere quando videro che, effettivamente, stava cercando di poppare latte dalla punta della sua appendice.
A Vegeta piacque tanto la battuta di Chichi, aveva detto la parola ‘tette’ con una naturalezza impressionante, nonostante la sua presenza. Si trovò a pensare che tutto il pranzo era stato particolarmente piacevole e si sentiva veramente molto bene. Era riuscito a comunicare con Chichi-Gine senza avvertire il benché minimo disagio da parte di entrambi, nemmeno quando Gohan aveva per sbaglio scritto i loro due nomi vicini, sul tovagliolo.
‘Ebbrava Bulma’ pensò il principe ad un tratto tra sé e sé ‘uno a zero per te, te lo concedo. Sono curioso di vedere cos’altro ti inventerai per soddisfare il mio desiderio di restare’.
Mentre Vegeta era assorto in questo piacevole pensiero, Chichi, guardando sconsolata il suo figlio minore, pensò di chiedere:
“Vegeta, non sarà il caso di togliergliela quella coda? Non lo sopporto quando fa così, guarda, fa anche la stessa faccia di Goku…sembra che lo faccia apposta per farmi arrabbiare”
“Ma no, lasciagliela, tanto questo inverno ce la scordiamo una sera serena di luna piena…e poi, per lui è una vera goduria ciucciarsi la coda, guarda che aria soddisfatta che ha! È come per me e Gohan aver mangiato questo pranzo così squisito!” rispose il sayan.
“Mhm…sarà, ma io non vedo cosa ci sia di così buono…” concluse Chichi rassegnata.
Ad un tratto furono tutti distratti da uno strano rumore seguito dalla vocina di Trunks che, guardando la mamma disse allegramente:
“Mamma…tciatcia”
“E questo cosa vorrà dire adesso?” chiese Bulma guardando il piccolino nel seggiolone che le sorrideva.
“Credo che abbia detto che ha fatto la cacca…” disse Gohan toppandosi il naso.
“Oh…piccolino! Vieni che ti cambia la zia Gine” disse Chichi prendendolo in braccio. Poi aggiunse: “Però dovrei cambiare anche Goten, per favore, Gohan, me lo porti di sopra?”
Gohan si alzò per raccogliere la piccola culla in cui c’era suo fratello, ma venne bloccato da Vegeta che gli disse:
“Lascia Gohan, vado io con tua madre, dovrò imparare prima o poi a cambiare quel dannato affare”





NOTA AUTORE: (1) Su alcuni siti internet, la madre di Goku è Seripa, su altri Gine. Ho scelto quello che mi piaceva di più senza indagare quale fosse quello realmente scelto dall'autore del manga originale.
PS per Aliak: era questo che pensavi?


 

 

   
 
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