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Autore: Bad Bionda Bana    23/01/2015    1 recensioni
Io e la mia migliore amica abbiamo intrapreso un percorso che molti non avrebbero mai pensato di scegliere. Ci siamo iscritte insieme all'università di lingue per studiare il coreano. Già essere li insieme per noi era un sogno, ma la nostra mente volava sempre a quel momento che sembrava così lontano, al nostro stage del terzo anno in Corea del Sud, a Seoul. Avremmo potuto sognare qualsiasi cosa, ma di certo non ciò che ci accadde.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cheondung, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sentii qualcosa che mi stava disturbando, presi le coperte portandole fin sopra al viso, stavo rischiando di soffocare, ma avevo troppo bisogno di dormire ancora un po', la sera prima eravamo rimaste sveglie fino a tardi per festeggiare, e poi avevamo ancora un po' di jetlag. Stavo per riaddormentarmi quando sentii la sveglia del mio telefono suonare.
-Alice, fai tacere i B1A4.- disse Jessica girandosi dall'altra parte, la mia sveglia era “Solo Day” dei miei amatissimi B1A4, il mio gruppo preferito.
-Probabilmente ci sarà impostata ancora l'ora italiana.- dissi allungando un braccio oltre le coperte cercando di afferrare lo strumento infernale che ci separava dai nostri dolci sogni.
-Penso che si sia regolato da solo il telefono, insomma, è pur sempre un Samsung, e ora siamo nella terra madre dei Samsung.- alzai le coperte per poterla guardare confusa -Sentimi, ho sonno.- e tornò sotto le coperte.
-In questo caso allora dobbiamo alzarci, visto che tra meno di un'ora dobbiamo essere allo stage e non sappiamo nemmeno dove sia.- il mio tono di voce si alzava man mano che pronunciavo quelle parole, saltai giù dal letto e buttai giù dal suo Jessica. In fretta e furia facemmo colazione e ci vestimmo per poi scendere e correre fino all'edificio principale dell'università, per fortuna non era molto distante. Eravamo in ritardo solo di un paio di minuti per l'incontro con la responsabile. Come di dovere ci presentammo e con attenzione ascoltammo tutta le varie spiegazioni che ci doveva sui nostri stage. Purtroppo avremmo fatto stage diversi, ma i momenti insieme non sarebbero venuti a mancare. Per quel giorno lo stage sarebbe iniziato nel pomeriggio, dopo pranzo.
-E io che pensavo saremmo andate a lavorare in qualche ristorante o in qualche hotel.- dissi sorpresa.
-E invece andremo a lavorare per Arirang.- disse Jessica tutta sorridente -Anche se sarebbe piaciuto anche a me fare lo stage a Simply Kpop.- continuò con una punta di amarezza.
-Cosa credi, che conoscerò gli idol?- iniziai a ridere -Si e no li vedrò da lontano.-
-Già meglio che per Pops in Seoul, li proprio non ce ne sono.- sbuffò calciando un sassolino.
-Facciamo così, se dovessi incrociare la strada di qualcuno che conosciamo mi faccio fare l'autografo per te.- sorriso poggiandole una mano sulla spalla -Umma- era da quando eravamo diventate migliori amiche se non da prima che la chiamavo in quel modo così affettuoso e unico -siamo a Seoul.- conclusi strappandole un piccolo sorriso e mi abbracciò forte.
L'ora di pranzo si stava avvicinando, così prendemmo un taxi e chiedemmo di farci portare in un ristorante che fosse vicino agli studi di Arirang, il tassista gentilmente ci portò in uno che non sembrava essere particolarmente costoso, magari avremmo potuto fermarci li ogni pomeriggio a mangiare insieme. Entrammo e subito un cameriere, notandoci e sgranando gli occhi probabilmente per il fatto che eravamo straniere, ci accompagnò al tavolo con un sorriso enorme, ci sedemmo e iniziammo subito a scrutare il menu. Io ero sempre stata una ragazza con gusti difficili nel cibo, riuscivo a mangiare poche cose, soprattutto quando mi trovavo in vacanza all'estero, in più non riuscivo a mangiare le portate piccanti e da quanto ne sapevo io molti piatti coreani erano piccanti, sentivo la gola bruciare solo a leggere gli ingredienti di certi piatti. Jessica lo sapeva bene e spesso si divertiva a prendermi un po' in giro, a lei piaceva moltissimo il piccante, era una delle poche cose dove eravamo all'opposto. Alla fine optai per della semplice carne pregando che non fosse troppo piccante, non volevo passare quel mese di stage a mangiare insalata o schifezze da fast food. I nostri ordini arrivarono in fretta e potemmo così gustarceli meglio, ogni tanto buttavo l'occhio verso il cameriere notando come ci fissava e ridacchiando per ogni volta che lo beccavo e lui arrossiva. Vista la mia immensa curiosità, presi una foglia di lattuga e un pezzetto di carne e feci quello che vedevo sempre fare nei drama, misi la carne nella foglia di lattuga come un pacchettino e lo mangiai, come mi aspettavo era veramente buona. Finito di mangiare guardai l'ora, dovevamo andare, così pagammo il conto e uscimmo per dirigerci agli studi. Camminando per strada notammo un ristorante proprio a fianco allo stabile di Arirang, con occhi luminosi ci guardammo.
-Domani Sushi!- dicemmo contemporaneamente per poi scoppiare a ridere, spesso ci capitava di dire o anche pensare le stesse cose nello stesso momento, all'inizio sembrava una cosa alquanto inquietante, ma poi lo prendemmo come un segno della nostra grande amicizia.
Arrivate al palazzo ci salutammo e andammo ognuna in cerca del proprio studio, ero da sola ed iniziai ad agitarmi, non ero male a parlare coreano, ma sapere che con me non c'era nessuno a poter capire l'italiano mi innervosiva, ma in fondo eravamo in una stazione televisiva internazionale, di sicuro avrei potuto fare affidamento anche sull'inglese. Mi avvicinai al banco informazioni e chiesi gentilmente dove si trovavano gli studi di Simply Kpop, la segretaria con un sorriso disponibile mi spiegò lentamente indicandomi la strada, la ringraziai con un piccolo inchino e così arrivai sul posto. Quando ero a casa in Italia spesso mi capitava di guardare Simply Kpop alla televisione, ma vedere il tutto dal vivo mi diede una scossa di eccitazione, lo stage dove si esibivano era enorme, i posti per il pubblico, tutte le telecamere, mi sembrava di essere in un altro mondo.
-Alice?- sentii una voce dietro alle mie spalle e sussultai, mi ero persa nella contemplazione di tutto ciò che mi circondava. Mi girai e vidi un ragazzo adulto ma con i lineamenti di un giovane, ero sempre stata un disastro a capire l'età dei coreani, sembravano tutti così giovani.
-Si, sono io.- risposi con un inchino -Lei è il mio capo?- chiesi in tono formale sfoggiando la mia pronuncia mezza italiana, lui sorrise.
-Si, chiamami Kim.- mi porse la mano e gliela strinsi -Immagino ti abbiano già detto come dovrai muoverti per questo stage.- io annuii un po' impacciata -Bene, ti mostro dove lavorerai.- e gentilmente mi portò in una sala computer, il mio compito era quello di tradurre le parole degli idol o degli spettatori nel caso non sapessero l'inglese. Non era un lavoro poi così complicato, speravo solo di non sbagliare a tradurre -Per qualsiasi cosa, vieni pure a chiedere a me.- concluse lui.
-Grazie signor Kim.- dissi facendo un inchino profondo.

  
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