Controllai la lista delle cose da prendere più e più volte, avevo paura che l'emozione del momento mi avrebbe fatto scordare qualcosa di importante. La chitarra c'era, il quintale di vestiti anche, i libri pure ... e il resto delle cose erano talmente tante che mi passò la voglia di controllare tutto per l'ennesima volta.
Diedi un'occhiata allo specchio, non avevo un aspetto molto fresco e riposato, l'ansia non mi aveva fatto chiudere occhio. I miei lunghi capelli biondi quella mattina erano, se possibile, più ribelli del solito, e la cosa mi innervosiva, tanto che decisi di acconciarli in una treccia laterale, e in effetti assunsi un aspetto leggermente più ordinato. Un filo di trucco mi aiutò nel nascondere la stanchezza, e il mio immancabile rossetto rosso mi fece sentire di nuovo me stessa. Dopo aver controllato l'orologio, che segnava le nove e dieci, mi accorsi che era quasi ora di andare, e non potevo tardare, non quel giorno.
Chiusi la terza valigia con un tonfo, dopo aver controllato di aver preso tutto. Non avevo lasciato praticamente nulla a casa, quindi sì, dopo una rapida occhiata alla stanza, constatai che dovevo aver preso tutto ciò che mi sarebbe servito nei mesi seguenti. Chiusi la porta a chiave, salutai la mia casa e salii sull’auto che era venuta a prendermi. Dovevo andare al deposito degli bus, per salire sul mio e sistemare tutto, siccome a breve sarei partita; ero in agitazione e il tragitto sembrava molto più lungo del solito, nonostante, una volta a destinazione, avrei desiderato qualche minuto in più. L’ansia era davvero tanta, e l’esperienza che mi si presentava era davvero magnifica, mai e poi mai mi sarebbe capitata una tale opportunità. L’autista mi aiutò a scendere le valigie dalla macchina, e mentre, dopo avermi salutato, si allontanava, presi il mio cellulare che vibrava nella tasca della giacca. Lessi il messaggio non appena vidi il nome della persona che l’aveva inviato sullo schermo.
“Mi manchi, vorrei vederti al più presto ma sai perchè non posso. Ci sentiamo, buona giornata. Cassey”
Mi intristii e mi vennero le lacrime agli occhi, mentre un secondo prima ero la persona più felice del mondo. A volte basta qualche parola per riportarti ad una scomoda realtà che non vuoi rivivere.Spazio autrice
Buon giorno! Anzi, buon pomeriggio! Facciamo anche buona sera se state leggendo di sera. Okay.
Bene, questa è la mia prima storia e sinceramente non so se qualcuno la leggerà, ma mi fa piacere scriverla, allora la pubblico comunque. spero che almeno una persona la legga!
Questo capitolo era proprio corto, ma solo perchè era il prologo, gli altri capitoli saranno decisamente più lunghi!
Non voglio anticiparvi niente, anche perchè sono solo all'inizio di questa storia che per ora è solo un'idea, però vi assicuro che farò del mio meglio per rendere i capitoli interessanti!
Se per caso passate, mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate di questa storia, non vedo l'ora di proseguirla! Mi farebbe piacere se continuaste a leggere i prossimi capitoli, in cui piano piano si capirà tutto, so che questo prologo era vago, ma vi pregherei di continuare, se vi va, per farvi almeno un'idea.
Inizio a scrivere il prossimo capitolo, che pubblicherò quando qualcuno (speriamo) inizierà a leggere il prologo.
Grazie a chi ha speso qualche minuto del suo tempo a leggere questa storia, mi fa davvero molto molto piacere!
A presto!! : )