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Autore: Kaimy_11    23/01/2015    1 recensioni
Si può scoprire come una guerra possa unire, invece che dividere.
In un mondo tanto attento alle regole, alle leggi, una trasgressione può diventare bella e importante quanto un fiore nel deserto.
Forse amare significa trasgredire, forse per un capofazione degli Intrepidi proteggere qualcuno per lui importante potrebbe essere un rischio troppo grande.
Ma come rinunciare ad una persona capace di essere forte e testarda quanto lui, ma che al tempo stesso sa come dare pace al suo cuore tormentato?
Sarà davvero il fuoco che scioglie il ghiaccio, o il ghiaccio a spegnere il fuoco?
In guerra e in amore tutto è permesso...
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The reason '
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25. Importanza

 

 

 

 

Non riusciva a credere di aver pianto davanti ad Eric, di essersi dimostrata tanto debole mentre lui continuava per la sua strada con la sua determinazione. Ma non era riuscita a non crollare, non con il siero delle allucinazioni ancora nel sangue e il ricordo troppo vivido delle sue paure.

Era troppo sconvolta e, con quel turbamento emotivo, aveva capito ogni cosa.

Si era ricordata degli Eruditi e dei loro piani per togliere il potere governativo agli Abneganti, di Jeanine che riteneva che gli Eruditi avrebbero presto governato e che gli Intrepidi sarebbero stati usati come mezzo per raggiungere il loro scopo.

Ed era crollata.

E, quando tutti gli iniziati erano stati sottoposti al test finale, Eric era sbucato fuori dal nulla e l’aveva trascinata in un corridoio appartato, impedendole di seguire i suoi compagni per i festeggiamenti.

Le aveva ordinato di andare nella sua stanza e di rimanerci, rammentandole la sua promessa senza lasciarle alcuna scelta. Aria avrebbe voluto convincerlo a dirle la verità, ma aveva capito ugualmente la gravità di ciò che stava per accadere, e così aveva accettato.

Era riuscita ad ottenere la promessa di avere delle risposte, quando sarebbe arrivato il momento opportuno, e poi aveva tentato di raggiungere la camera del capofazione.

Ma aveva fallito.

Finn, che si era trasformato nel loro nemico principale, aveva intercettato la sua fuga. L’aveva derisa, aveva fatto allusioni sul suo rapporto con Eric e poi, insieme al suo fedele braccio destro, l’aveva presa e trascinata indietro.

L’avrebbe riportata da Eric e messa insieme agli altri iniziati, vanificando tutti i loro sforzi per evitarlo.

Ripensò a quanto debole si era sentita contro Eric, e contro la sua richiesta incontrastabile, e si chiese cosa avrebbe fatto e come si sarebbe sentita quando sarebbe arrivata da lui.

Forse il senso di sconfitta sarebbe stato troppo insopportabile e si sarebbe nuovamente ritrovata a piangere.

Ma no, non poteva, doveva essere forte e trovare una soluzione.

La mano di Finn si serrò attorno al suo braccio rubandole un lamento, quando la trascinò a forza lungo l’ultimo corridoio e, in fine, nella sala di passaggio in cui sembrava essersi radunata tutta la fazione.

Residui di quattro file erano ancora davanti a loro e quattro uomini, uno ad ogni capo fila, iniettavano qualcosa agli altri che gli scorrevano davanti uno per volta.

Erano rimasti in pochi, e tutti in fondo alla sala, Aria era impegnata a guardare gli Intrepidi a cui veniva fatta l’iniezione andare via senza scomporsi.

Ma rabbrividiva al pensiero di cosa potesse esserci all’interno di quelle siringhe.

Quando incrociò due occhi chiari e sconvolti fissarla, il suo cuore le andò in pezzi e sentì la terra cederle sotto i piedi.

Il viso di Eric era avvolto dalla paura e dalla delusione.

Si scambiarono uno sguardo intenso, per interminabili secondi. La ragazza gli concesse un’ espressione desolata e scosse piano la testa, come a volergli dire che avevano fallito.

A quel segnale, gli occhi di Eric si serrarono per un istante e, quando si riaprivano, mostravano la sua sofferenza.

Ma lo sconforto si trasformò in rabbia.

Avanzò a grandi passi, spinse via un suo collaboratore e raggiunse lei e Finn in un attimo, impedendogli di avanzare. Si piazzò proprio davanti al capofazione con i capelli bianchi e lo fermò con il suo corpo.

Sentendolo trattenere un ringhio cupo nel petto,  Aria ebbe quasi paura.

Più di quanta ne aveva già.

-Toglile le mani di dosso!- sbraitò Eric contro Finn, pur cercando di mantenere un tono di voce basso per non farsi sentire dagli uomini radunati poco dietro di lui.

Finn rise. –Assolutamente no, le regole stabilivano che anche a questa ragazzina sarebbe stato iniettato il localizzatore. Come mai l’ho trovata diretta verso gli alloggi preferenziali? Non sarà mica stata opera tua, Eric?...-

Eric impallidì, ma serrò la mascella tanto forte che Aria temette che se la rompesse.

–Ti ho detto di lasciarla!- scandì il ragazzo.

-Se no?- A quella domanda, con il suo tono più arrogante, Finn serrò la presa attorno al braccio della sua vittima.

Aria gemette.

Gli occhi di Eric scattarono su di lei, inferociti.

E fu allora che la ragazza capì, quando le parole di Finn le risuonarono alla mente come un campanello d’allarme.

Il pericolo a cui Eric voleva sottrarla era proprio quell’iniezione misteriosa a cui venivano sottoposti tutti gli altri. Finn lo aveva definito un localizzatore, ma quelle parole per lei non avevano alcun significato, la portavano invece a pensare ad un altro tipo di localizzatori, quelli usati per i trasmettitori.

E lei conosceva i trasmettitori di comando a distanza, inseriti nel siero di simulazione a lunga azione che gli Eruditi cercavano di mettere a punto.

Lo stesso siero a cui lei e sua sorella avevano lavorato, prima che cambiasse fazione.

Eric era in contatto con gli Eruditi, con Jeanine in particolare, e quella donna aveva portato con sé  al quartier generale degli Intrepidi sua sorella Amber.

Amber, che risultava essere colei che aveva messo a punto il siero.

Un siero. Come quello che iniettavano a tutti gli Intrepidi.

C’era una sola cosa che poteva accomunare gli Eruditi agli Intrepidi, e quel qualcosa poteva essere il potere governativo in mano alla fazione degli Abneganti.

Le parole di Jeanine, udite in passato, sembravano un sussurro nella sua memoria.

Presto gli Eruditi prenderanno il governo, e gli Intrepidi saranno solo il mezzo che ci permetterà di raggiungere il nostro scopo.

Gli Intrepidi avevano armi e forza, ma non sarebbero scesi in campo consapevolmente, poiché avrebbero agito contro la loro volontà.

Sarebbe stato un computer a decidere le loro azioni.

Ogni segreto era stato scoperto, ogni pezzo del puzzle messo al suo posto.

L’unico dubbio che aveva era il quando, poiché sapere il momento esatto in cui tutto sarebbe avvenuto sembrava impossibile.

Ma ormai aveva chiara la situazione, e il sangue le ribolliva nelle vene in un misto di terrore e rabbia. Era tanto sconvolta da non essere più in grado di provare nulla.

-Perché mai a questa ragazza non dovrebbe essere iniettato il localizzatore, Eric?- Chiese Finn, maligno. –Perché lo hai deciso tu?-

-Perché Jeanine non ne sarebbe contenta!-

Quando quelle parole uscirono dalla bocca di Aria, fu lei per prima a stupirsi del coraggio con cui aveva parlato e di ciò che aveva detto.

Gli occhi di Finn scesero su di lei carici d’ira, per poi spostarsi su Eric e incenerirlo.

Eric, invece, la guardò allibito.

-Come fa a sapere di Jeanine? Hai disobbedito ancora alle regole, rivelando il nostro piano a questa ragazzina?- sbraitò Finn contro Eric, senza preoccuparsi di essere sentito, e continuando a strattonare Aria dal braccio per cui la teneva.

-Non aveva bisogno di dirmi niente, sapevo già tutto prima di voi!- precisò Aria, guadagnandosi gli sguardi dei due capifazione. –È stata proprio Jeanine, insieme a mio padre e a mia sorella, a dirmi del piano contro gli Abneganti!-

Sentendo quella frase, Finn spalancò gli occhi e la strattonò più forte per avvicinarla a sé. –Di che cosa stai parlando?- la sua voce non era più minacciosa, stava diventando spaventata.

Aria lo guardò negli occhi senza timore. –Sono la figlia di Richard Grey!-

Il fedele braccio destro di Finn, il ragazzino dalla testa rasata che si portava sempre dietro, riemerse dal buio e dal silenzio in cui si era nascosto, avvicinandosi all’orecchio del suo capo.

-Richard Grey è l’inventore di tutti i sieri della città, anche di quello che usiamo per l’addestramento degli iniziati…-

Ma Finn non si scompose per quelle parole, aveva gli occhi puntati su Aria e la fissava dall’ alto con sospetto. Sicuramente aveva capito subito chi era suo padre anche senza la precisazione del ragazzo, altrimenti non si sarebbe messo in allerta.

-Qual è il tuo nome completo?- Le chiese, con un tono di voce più composto e meno alterato.

Aria abbassò gli occhi sulla mano che ancora l’uomo teneva attorno al suo braccio.

–Ariana Grey.-

Passarono diversi secondi, Finn continuava a studiarla in silenzio e poi, senza preavviso, le liberò il braccio.

Indietreggiando, la ragazza si ritrovò con la schiena contro il petto di Eric. Non si mosse.

-Quindi abbiamo un’altra Erudita infiltrata fra gli Intrepidi per i progetti di Jeanine?- Chiese Finn tranquillamente, con il mento sollevato.

Eric non rispose, ma Aria lo sentì irrigidirsi.

-Potevi dircelo subito, Eric.- Continuò Finn, posando una mano sulla spalla del ragazzino che era sempre con lui. –Ci avresti evitato spiacevoli inconvenienti…-

Vedendo il sorrisino tirato con cui il capofazione anziano guardò Eric, ad Aria parve di capire che tirare fuori il nome di suo padre aveva scatenato in quell’uomo una certa ansia.

Forse lo aveva terrorizzato, oppure infastidito.

Era come se sapesse che mettersi contro Jeanine e suoi fedeli collaboratori fosse una mossa sbagliata e, forse, a lui la cosa non andava a genio.

Il giovane rasato guardò Aria in modo strano.

-Ora capisco perché eravate così amici…- sogghignò Finn, guardo prima lei e poi Eric.

Aria non gradì l’allusione e storse il naso, il loro legame non era certo nato grazie agli Eruditi, tanto meno grazie ai piani di Jeanine.

-Sappiamo tutti che compito aveva Eric, mi domando quale sia il tuo…- volle sapere l’uomo.

A causa della tensione, Aria sentì le proprie mani intorpidirsi.

Dalle parole di Finn, aveva capito che Eric agiva per Jeanine anche fra gli Intrepidi con un ruolo ben preciso. Ma quale poteva essere il suo?

-Mia sorella, Amber, si occupa del controllo dei trasmettitori…- Dal modo in cui disse l’ultima parola, face capire che sapeva benissimo che si trattava di altro, in realtà. –Il mio compito è quello di assicurarmi che non le accada nulla.-

Finn analizzò la sua risposta, e parve convincersi. –Ma certo, una guardia del corpo! Non potevano certo affidare la protezione di una persona così importate ad un idiota qualunque…-

Aria colse perfettamente il significato delle sue parole, ovvero che non gradiva che gli Eruditi inviassero scorte personali per i loro uomini, invece che fidarsi degli Intrepidi.

Ma lei era veramente un’ Intrepida, non aveva niente a che fare con Jeanine e i suoi interessi.

Ma doveva fingere.

-Bene allora, ci rivedremo quando sarà il momento!- E, con quelle parole, Finn si congedò.

Il ragazzino che era con lui lo seguì, dopo aver lanciato ancora una strana occhiata ad Aria.

Quando furono soli, la ragazza sentì la mano di Eric afferrarla da un polso e si lasciò trascinare via, mentre le emozioni e la paura che aveva cercato di nascondere fino a quel momento, esplodevano dentro di lei.

Non seppe come c’erano arrivati, dato che aveva smesso di ragionare, ma Aria si ritrovò nella camera di Eric mentre il ragazzo chiudeva a chiave la porta dietro di loro.

-Che cosa ti è saltato in mente?-

La voce profonda di Eric la risvegliò, erano ancora in piedi, l’uno di fronte all’altra.

Alzò gli occhi e vide la sua l’espressione furiosa e le sue labbra serrate, sentendo così la lava incandescente che le bruciava le vene serrarle la gola.

E quindi dovette urlare.

-Cosa mi è salto in mente? Di salvarmi la testa, ecco cosa mi è saltato in mente!-

Eric storse il naso e la guardò con decisione, ancora arrabbiato. -E se non funzionava?-

-Se non funzionava mi iniettavano il siero di simulazione a distanza, ecco cosa succedeva!-

Lo aveva detto di getto ma, finito di parlare, sentì una fitta al petto.

La reazione di Eric si manifestò con una smorfia che lo costrinse a piegare malamente la bocca, come se avesse appena ingerito qualcosa di disgustoso.

Aria si mise le mani ai lati della fronte e scosse la testa. -È questo che stavi nascondendo? Manderai la tua fazione contro gli Abneganti, lasciando che siano gli Eruditi a guidarli? È per questo che sei diventato un capofazione?-

Con uno scatto, Eric la prese da una spalla. -E cosa avrei dovuto fare, allora? Rinunciare alla possibilità di diventare il capo e finire anch’io come una pedina?-

Cogliendo lo sguardo disperato di Aria, decise di lasciarla andare e di ricomporsi, cercando di riprendere la calma.

-Non so in quale mondo delle favole tu viva, ma nel mio avevo solo due scelte. O ero la vittima oppure il carnefice. Ho scelto la seconda e non me ne pento!-

-Sapevi tutto fin dall’inizio?- Chiese a voce alta.

-Sì, Jeanine mi ha trovato quando ero ancora fra gli Eruditi e mi ha affidato un compito. In cambio sarei diventato un capofazione e avrei preso parte a questa rivolta, da comandante e non da pedina!-

-Che compito?-

-Non ha importanza.- Sentenziò Eric, brusco.

-Si, invece!- Replicò, sconvolta ed arrabbiata. -Ho ascoltato di nascosto, quella volta allo strapiombo quanto hai incontrato Leah!-

Eric parve perde il controllo come se qualcuno lo avesse aggredito senza preavviso, trasformandosi in un animale minaccioso. - Come sai di Leah? E cosa hai sentito?-

La ragazza indietreggiò di un passo, deglutì ma non perse la determinazione del suo sguardo.

-Sapevo che stavi con lei già da prima, è una lunga storia. Ho sentito che ha detto che avete ucciso i Divergenti, è vero?-

La mascella del ragazzo scatto ferocemente, i suoi occhi scintillarono crudeli, ma poco dopo prese un profondo respiro e si passò una mano fra i capelli.

-Il mio compito era quello di scovarli, dovevo analizzare le simulazioni del secondo modulo d’addestramento, dove emergono solitamente le anomalie.- Decise di spiegarle con calma. - Una volta consegnati i nomi dei sospettati, Max e gli altri capi si occupavano di loro.-

Aria si morse il labbro e guardò da un’altra parte. -Quindi tu non hai mai spinto nessuno oltre la ringhiera?-

Le parole fin tropo allusive al discorso di Leah fecero sollevare pericolosamente le spalle di Eric, che le lanciò un’occhiataccia per poi guardare anche lui da un’altra parte.

Si spostò verso la finestra, rifiutandosi di incrociare lo sguardo con lei. –A volte ho assistito!-

Scuotendo con forza la testa, Aria gli urlò contro. - Ti ho fatto un’altra domanda!-

Sta volta gli occhi della ragazza erano ostinatamente puntati in quelli di Eric, e lui vi lesse il suo coraggio ma anche il suo dolore.

Decise di avvicinarla con passo sicuro, a testa alta, stanco di sentirsi vinto e messo all’angolo.

Avanzò in tutta la sua forza, i passi che si susseguivano l’uno dopo l’altro per assottigliare la distanza fra di loro.

Si fermò ad un soffio da lei e chinò gli occhi sul suo viso ancora arrabbiato.

-E dimmi,- Le disse con voce crudele. -Arrivati a questo punto, ha veramente tanta importanza?-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

 

 

   
 
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