Autore: My Pride
Fandom: FullMetal Alchemist
Tipologia: Flash fiction [ 502 parole ]
Personaggi: Roy Mustang, Edward Elric
Genere: Slice of life, Sentimentale, Commedia
Rating: Giallo
Avvertimenti: Shounen ai, What if?
FULLMETAL ALCHEMIST © 2002Hiromu Arakawa/SQUARE ENIX. All Rights Reserved.
EPISODIO 13: “PLAY... BOY?”
Sbadigliai sonoramente e sbattei le palpebre per abituarle alla fioca luce del sole che filtrava attraverso le persiane, dalla cui finestra aperta a metà entrava un lieve venticello gelido che, sebbene mi trovassi avvolto nel piumone, mi fece rabbrividire.
Avevo un certo fastidio verso i piani bassi ma, assonnato com'ero, non ci feci caso, provando a riaddormentarmi e affondando la testa nel cuscino; un altro alito di vento mi fece correre un brivido violento che mi fece tremare e sbattere i denti, e il piumone fu spostato di lato. Mi ritrovai a tremare ancor più forte e, riaprendo gli occhi, registrai la figura di Edward, già vestito con la sua divisa, che mi faceva cenno di alzarmi. Stranamente sembrava trattenersi dal ridere, data la sua espressione corrucciata e il modo in cui si mordeva il labbro inferiore.
«Forza», disse. «Ha chiamato Riza, siamo...» Non resistette oltre, scoppiando in una sonora risata che lo costrinse a piegarsi a mezzo busto e tenersi il braccio d'acciaio sullo stomaco e una mano sulla bocca per contenere almeno in parte l'ilarità. «Siamo in... ahah! Ritardo!» concluse con le lacrime che avevano cominciato a scorrergli copiosamente lungo le guance per il troppo ridere.
Ancora mezzo assonnato e, diciamolo, incapace di intendere e di volere date le mie condizioni comatose per il gran sonno, non gli badai molto, grattandomi una guancia mentre mi rimettevo quanto meno in piedi, poggiando i piedi oltre il bordo del materasso. Il fastidio fra le gambe c'era ancora, ma supposi che fosse per il fatto che la sera prima ci eravamo andati giù un po' troppo pesante, sia con il sesso che con il whisky - difatti ero letteralmente crollato, anche se la testa non mi doleva, adesso - quindi anche a quello non feci caso. Edward intanto continuava a ridere, per un motivo che sulle prime, non riuscii a capire. O, almeno, finché non mi ritrovai davanti allo specchio del bagno, e restai talmente sconvolto che non ebbi nemmeno la forza di urlare il mio disappunto. Ero... ero vestito...
Sentii un tic nervoso all'occhio e all'angolo della bocca mentre facevo scorrere lo sguardo sul mio abbigliamento ben poco ortodosso, soprattutto per un uomo. Avevo solo una vaga idea del perché fossi vestito così invece di indossare il mio pigiama. Forse per lo scherzetto del latte di pochi giorni prima. E poi stavo anche morendo di freddo, con le braccia scoperte in quel modo. Per non parlare del fastidio fra le gambe, che adesso capivo a cosa era dovuto. Calze a rete, una specie di costume nero fin troppo aderente, colletto della camicia con papillon... persino le maniche ai polsi. L'abbigliamento lasciava ben poco spazio all'immaginario collettivo.
Mi riscossi subito appena lo realizzai pienamente, strappandomi di testa quelle lunghe e ridicole orecchie bianche mentre mi fiondavo alla ricerca di Edward. «Maggiore Edward Elric!» tuonai, avanzando per casa a grandi falcate, almeno per quanto quel vestito me lo consentisse. «Che diavolo ci faccio vestito da coniglietta!?»
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