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Autore: LauraPalmerBastille    23/01/2015    12 recensioni
Quando il panico sta per assalirlo, una voce calda e tranquilla lo riporta alla realtà.
“Va tutto bene?” chiede semplicemente. Nico apre gli occhi, ritrovandosene un altro paio verde acqua di fronte. Due occhi grandi, con un colore indefinibile.
Potrebbe dire che sono due bellissimi occhi verdi prato, ma non sarebbe la verità, visto che in quei occhi per qualche attimo ci vede anche una distesa d'acqua.
“Io sono Percy” dice il proprietario di quegli occhi, allungando la sua mano verso il più piccolo.
E l'unico pensiero di Nico è "questa volta o mi salva o mi ammazza".
*
[...]
Il ragazzo di prima che, con mutande decisamente molto succinte che non lasciano spazio all'immaginazione e una maglietta bagnata, balla (o forse il termine strusciarsi sarebbe più appropriato) su quell'asta metallica.
Il più piccolo non ne è sicuro, ma sicuramente il suo viso sta andando a fuoco. Di rabbia, di stupore, di imbarazzo, non si sa.. ma sta andando a fuoco.
“Ci hai portato in uno strip club!?” urla, senza però riuscire a sovrastare il rumore della musica.
Strippub, come ha fatto a non arrivarci prima!?
*
[Pernico]
[A tratti Jasico]
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Save me, Percy Jackson.



Per prima cosa: scusatemi per il ritardo, davvero. Scuuuuuuusatemi.
Come seconda cosa: questa canzone mi è stata ispirata da una melodia che, a parer mio, è qualcosa di stupendo. La melodia si chiama "Autumn- Giovanni Bomoll" e vi consiglio di ascoltarla durante la lettura!:)

Link---> https://www.youtube.com/watch?v=D3gzO85ytes
Terza cosa: capitolo decisamente Jasico. Preparatevi u.u
Quarta cosa: basta, mi sto dilungando troppo. Buona lettura!

Sei sicuro di farcela?” gli chiede il biondo, mordicchiandosi un labbro.
Nico gli scocca un'occhiata quasi preoccupata, per poi stringersi nel vecchio giubbotto scuro di suo padre. Socchiude gli occhi, e prende un grande respiro.

Lo spero” sussurra, prima di alzare lo sguardo.
La sua vecchia casa gli si staglia imponente di fronte, e per un secondo il respiro gli manca.
L'ultima volta in quella casa erano successe cose decisamente poco simpatiche. Aveva vissuto una delle crisi più violente, e Jason lo aveva salvato; come ogni volta.
Ma adesso sono passati dei mesi dall'accaduto. Ha ancora una radicata tristezza dentro di sé, ma sta imparando a gestirla.

Entriamo” dice quindi. Jason annuisce piano, per poi circondargli le spalle con un braccio. Il più piccolo si sente immediatamente più protetto sotto il contatto del biondo.
Come farebbe senza di lui? Non glielo ha mai detto, ma Nico è vivo solo grazie a Jason. Ed ha paura di stargli facendo del male. Perchè quel ragazzo sta impiegando tutto il suo tempo per stare dietro a lui.
Ed il senso di colpa lo pervade.

Apro la porta” dice piano il più grande, poggiando la mano sulla maniglia.
Nico annuisce, per dargli il via libera. E quando la porta si apre, il suo cuore per un secondo si blocca. Sente l'aria uscire velocemente fuori dai polmoni, e il terreno sotto i piedi mancare.
Ha paura di star ricadendo di nuovo nel nero, quando la presa di Jason sulla sua spalla lo stringe, e lui riesce ad uscire per un secondo da quello stato.
Incontra gli occhi di Jason di fronte a sé, che lo scrutano. “Sei sicuro di volerlo fare?” gli chiede, tenendolo stretto per le spalle.
Nico sposta il suo sguardo dai suoi occhi alle sue braccia forti che lo mantengono. Si, Jason lo mantiene in piedi. E non solo fisicamente.
Quindi annuisce, e la stessa determinazione con cui era arrivato fino a lì lo pervade di nuovo. “Entriamo.”
Jason abbozza un sorriso, per poi raddrizzarsi e portare di nuovo la mano intorno alle spalle del moro.
Quando Nico entra dentro la casa, uno strano odore lo avvolge. Non è l'odore che sentiva tutte le volte quando rientrava dopo scuola, né quello di quando sua madre metteva a preparare la merenda per lui e Bianca.  Adesso la casa ha un odore di chiuso, muffa... morte. E Nico questo odore lo odia. Si porta una mano al volto, coprendosi le labbra ed il naso.

Qualcosa non va?” gli chiede Jason, voltandosi a fissarlo.
Questo odore mi fa schifo” ammette, aggrottando le sopracciglia.
Jason alza il viso in aria, per poi prendere un grande respiro. “E' odore di chiuso. È più di qualche mese che nessuno entra dentro questa casa.”
Il moro annuisce, per poi storcere le labbra. “Apriamo tutte le finestra, o finirò per vomitare sul pavimento.”

-

Jason ritrova Nico in cucina, seduto su uno sgabello a fissare il frigo che ha di fronte. Si ferma per un secondo sulla porta, e lo osserva. Sta migliorando molto. Non è più magro come qualche mese prima, ma ha ripreso chili e colore. Nel suo sguardo non c'è più tutta la tristezza che c'era tempo prima, e più volte lo ha visto sorridere veramente.
Anche se, Jason lo sa, la tristezza non lo ha del tutto abbandonato. Negli ultimi mesi Nico ha fatto ricerche su ricerche, e questo ha fatto in modo che il suo cervello potesse concentrarsi su qualcosa e non pensare al dolore.
Anche quando la sua famiglia era tornata, Nico non era stranamente ricrollato.
Jason si era aspettato una vertiginosa ricaduta da parte del più piccolo alla vista delle lacrime di sua madre, o la faccia disperata e triste di Talia.
Invece no. Nico si era lasciato abbracciare da tutti, persino da suo padre. Poi aveva abbozzato un sorriso finto, aveva detto di star 'così e così' e si era richiuso di nuovo nella stanza, alla ricerca di quell'uomo.
Jason lo aveva naturalmente seguito, e quello che aveva ritrovato lo aveva quasi sconvolto.
Nico era chino sul computer, i capelli folti a coprirgli il volto e le dita che si muovevano veloci sui tasti.

Nico...” aveva sussurrato il biondo, quando aveva visto che la sua mano si muoveva sui tasti senza una logica.
Sto bene, Jason” aveva risposto, senza muoversi. “Ma non ho fame. Per stasera passo per la cena, per favore. Non insistere.”
Il biondo si era fermato a fissarlo, per poi socchiudere le labbra. “Nico” aveva ripetuto, avvicinandosi. E non appena la sua mano gli aveva toccato la spalla, il corpo del più piccolo era come scattato. Aveva allontanato quel tocco alzandosi in piedi all'improvviso. “Non toccarmi!” aveva quasi urlato, per poi ammutolirsi.
E Jason li aveva visti. Aveva visto i suoi occhi pieni di lacrime, dopo settimane in cui non ne aveva versata nemmeno una.

Scusami, puoi... tu puoi toccarmi” si era affrettato a dire il moro, senza alzare lo sguardo. “Non sono riuscito a controllarle... tua madre, ecco lei...”
Si” gli aveva risposto il biondo, avvicinandosi. “Mia madre ti è praticamente scoppiata a piangere addosso, ci credo che stai così.”
E poi Nico si era ritrovato tra le braccia del più grande, e aveva poggiato la sua testa sul suo petto.

Sfogati...” gli aveva sussurrato Jason, poggiando la guancia sui suoi capelli morbidi. “Piangere fa bene.”
E Nico aveva pianto, di nuovo. “Ti giuro che mi passa” aveva detto, strofinando il viso sulla maglia del più grande. “Ti giuro che domani sto meglio.”
E Jason lo aveva fissato quasi sbalordito. Era come se Nico stesse cercando di superare la sua tristezza per lui, per renderlo felice. Era come se Nico
stesse cercando di superare il trauma non solo per sé stesso, ma anche per Jason.
E il più grande lo aveva stretto più forte. Lo aveva sollevato da terra, ridacchiando. “Jason, dai! Lo sai che lo odio quando mi prendi così!” si era lamentato il più piccolo, con voce quasi divertita.

Oh, si che lo so!” aveva quindi riso il biondo, prima di buttarsi sul letto con il ragazzo tra le braccia.
E poi, sdraiati scompostamente sul letto, si erano fissati. E Nico aveva fatto una cosa che aveva sorpreso Jason.
Nico era scoppiato a ridere. Rideva forte, con la sua risata squillante e cristallina che Jason amava. E Il più grande gli era andato dietro.
Aveva ristretto il suo corpo tra le braccia, ed aveva riso. E, ne era sicuro, della risata di Nico ne era quasi dipendente.
Nico non aveva più riso da quel giorno. Aveva abbozzato un sorriso qua e la ogni tanto, ma non aveva mai davvero riso. E Jason aspettava quella risata ogni volta, ma non era più arrivata.
Ed adesso è fermo sulla porta della cucina, ad osservarlo. Osservo il suo fisico asciutto, il suo corpo gracilino chiuso dentro quel giubotto grande circa tre taglie più di lui, quei pantaloni scuri e rovinati, quei capelli tanto folti quanto morbidi.

Smettila di fissarmi” borbotta il moro, strofinandosi una mano sul volto. “Lo stai facendo troppo spesso in questo periodo.”
Jason aggrotta le labbra, per poi entrare nella stanza. “Cosa stai facendo?”
Il più piccolo sbuffa, ma non si volta verso l'altro. Alza il viso e posa il suo sguardo sul soffitto.

Ricordavo” ammette quindi, alzando le spalle. “Cerco di non dimenticare la figura di mia madre che cucina e aiuta me e Bianca a fare i compiti. E cerco di non dimenticare la figura di mio padre che mangia lì” dice, indicando il tavolo in fondo alla stanza. “Proprio a capotavola.”
Il biondo si siede vicino a lui, poggia il mento su una mano ed osserva la cucina. Non è la prima volta che la vede. È stato in casa Di Angelo per molto tempo, tanto quanto Nico è stato in casa Grace.
Eppure adesso questa casa ha tutta un'altra atmosfera. Non c'è più Maria ad invitarlo ad entrare con quel sorriso tenero, e non c'è l'odore dei suoi dolci nell'aria. Non ci sono più gli schiamazzi di Bianca per tutta casa, riguardanti cose decisamente inutili. Non c'è più il vecchio Ade, che pur sforzandosi gli rivolgeva un'espressione -quasi terrorizzante- di benvenuto.
E si chiede cosa può star passando Nico, se lui ne sente la mancanza, pur non essendo la sua famiglia.

Non penso lo dimenticherai mai” gli dice quindi, fissando il tavolo che il ragazzo ha indicato.
Nico fissa il tavolo. Chiude gli occhi e si prende la testa tra le mani. Jason lo sente respirare forte, ed aggrotta le labbra.
Sta per alzare una mano e poggiarla sui suoi capelli morbidi, quando Nico si tira su.
Guarda il frigo che ha di fronte, ed annuisce. “Sinceramente” dice, con tono quasi impassibile. “Non so se apprezzare o avere paura del fatto che non riuscirò mai a dimenticarli.”

-

Nico si allontana impercettibilmente da Jason, e lo fissa sorpreso. Il suo sguardo vaga dal biondo alla porta, e per un secondo vorrebbe scappare via da tutta questa situazione.
Sgrana gli occhi non appena assimila le parole dell'altro, e la sua bocca si schiude istintivamente.
“Cosa?” dice, e il suo tono è sorpreso, confuso, frustrato. “Tu...”
“Hai sentito bene” gli risponde il biondo, abbassando lo sguardo. “Sono stato uno stupido tutti questi anni. Non... non avevo mai preso coscienza dei miei sentimenti nei tuoi confronti.”
“Sentimenti?” sussurra Nico così piano da non farsi sentire dall'altro. Abbassa lo sguardo, e si prende la testa tra le mani.
Gli manca il terreno sotto i piedi, e vorrebbe solo urlare. Non è mai stato bravo a gestire queste situazioni perchè:
1) Non gliene sono mai presentate; insomma, chi si innamorerebbe di un ragazzo psicologicamente martoriato, scontroso ed introverso come lui?
2)Come già detto nel punto precedente, Nico è un ragazzo introverso. Non sa affrontare le situazioni. Lui scappa.

3)Non pensava nemmeno avrebbe mai vissuto questa situazione.
E così rimane lì, fermo. Jason è sempre stato per lui un punto di riferimento, il suo pilastro. Jason è sempre stato lì per lui, ma non ha mai provato quel sentimento passionale che ha vissuto con Percy.
Jason è sempre stato essenziale nella sua vita, si. Sarebbe perso senza di lui. Anche adesso che Nico è parzialmente guarito, non immagina una vita senza il biondo.
Ma perchè? Perchè lui non riesce a vederlo in quel modo?
“Sono un idiota, scusami” dice Jason, scoccando un'occhiata irata alla porta quando sente di nuovo bussare.
Nico si copre gli occhi con una mano, per poi scuotere la testa. “Non sei un idiota, Jason...” sussurra, senza alzare lo sguardo.
Il biondo sospira, per poi avvicinarsi al più piccolo. Stringe forte i pugni sui fianchi, per non sollevare le mani e toccare il corpo del più piccolo.
Perchè il loro rapporto era fatto di piccoli tocchi, abbracci, sfioramento. E Jason lo amava. Lo amava, e non se ne era mai accorto.
“No, Nico, sono un idiota. Sin da quando tu hai avuto quell'incidente, io ti sono stato vicino. Ma non vicino come ti starebbe un amico, no. Io ho rinunciato alla mia vita per te.”
Nico alza gli occhi a quell'affermazione, ed il suo cuore inizia ad accelerare.
“E, diamine, l'ho fatto con piacere. So che sembrerà stupido, ma questi sono stati gli anni più belli della mia vita. E sono stato uno sciocco, perchè non mi ero reso conto che eri semplicemente tu a rendermi felice.”
Nico spalanca gli occhi, e quasi smette di respirare.
“Jason ti prego, io...”
“No” lo interrompe l'altro, abbozzando quasi un sorriso. “Questa situazione non è colpa tua. Non puoi far nulla per i miei sentimenti, Nico” dice, e la voglia di toccarlo è troppa.
Allunga una mano fino al mento del più piccolo, per poi afferrarlo. Nico sussulta a quel tocco, ma non si tira indietro.
Quando Jason gli alza il viso si accorge che gli occhi del moro sono liquidi, ed il suo respiro è accelerato.
“Non sei stato tu a decidere i miei sentimenti e, a dir la verità, nemmeno io” sospira, fissando quegli occhi scuri. “E sarei un bugiardo a dirti che le cose rimarranno uguali.”
A quelle parole un piccolo singhiozzo esce dalle labbra del più piccolo, che scuote con forza la testa. “Jason, no ti prego. Non voglio che tra noi cambi niente” dice, e una piccola lacrima scivola giù sulla sua guancia. Se la asciuga immediatamente, maledicendosi mentalmente.
Non deve essere debole, deve mostrarsi forte.
“Tra di noi non cambia nulla” gli risponde il biondo, abbozzando quasi un sorriso. “Sono sempre stato innamorato di te, e non sono mai stato ricambiato. Non cambierà nulla. Ma ho deciso di proteggermi.”
Nico lo fissa perplesso, confuso, e la paura gli scorre dentro le vene. “Jason...” sussurra, senza staccare gli occhi da quelli glaciali e tristi dell'altro.
“Ho bisogno di allontanarmi un po', Nico.”
E a quelle parole il battito cardiaco del più piccolo cessa. Non reagisce. Continua a fissare il biondo con quello sguardo apatico e confuso, mentre tutto dentro di lui si sgretola.
“Non so per quanto, ma ho bisogno di allontanarmi un po' da questa situazione” dice, e rivolge un'occhiata a dei borsoni pieni e chiusi vicino all'armadio.
Nico quasi si sorprende di non averli notati prima. Eppure ora il mondo intorno a lui è così ovattato, come se stesse per perdere i sensi.
Jason sospira, e poggia entrambe le mani sulle guance di Nico. Le sente gelate, ed il senso di colpa gli pervade il corpo.
Per un secondo è tentato di disfare quei bagagli, e rimanere vicino a quel ragazzo. Ma poi le parole di Piper gli rimbombano in testa. Jason c'è sempre stato per Nico, lo ha aiutato a rimettersi. Lo ha protetto per tutto il tempo che gli serviva per guarire.
Ed ora è il suo turno. Adesso che Nico sta bene, è il momento di Jason di rimettersi. Disinfettare le proprie ferite, e guarire.
Eppure il senso di colpa lo pervade. Quella lacrima che il più piccolo ha versato lo ha ucciso. Questa sua espressione torta dal dolore lo tortura.
“Non ti sto abbandonando Nico” precisa, stringendo il viso tra la sua presa. “Io devo... devo solo proteggermi.”
L'aria rientra per un secondo nei polmoni del più piccolo, che scuote la testa. Le lacrime premono impellenti sui suoi occhi, ma riesce ancora a trattenerle. “Jason” sussurra, boccheggiando. “Non fare l'idiota, ti prego.”
“Io sono un idiot--”
“Smettila di ripeterlo!” urla quindi, tirandosi di scatto indietro. Gli rivolge uno sguardo shockato, per poi prendersi la testa tra le mani. “Tu non capisci” inizia, affondando le mani tra i capelli. “Tu ci sei sempre stato per me, c'eri solo te quando nessun altro c'era, ed anche adesso ci sei solo te!” urla, indietreggiando. “Percy... Percy si, mi piace, ma... ma non è te!”
“Nico...” sussurra il più grande, mordendosi il labbro.
“Non capisci!” urla di nuovo, spostandosi verso la porta. “Tu sei sempre stato... l'unico. L'unica persona che mi è vicina. Non andartene, Jason!”
E le lacrime iniziano ad uscire dai suoi occhi, e fanno male. Fanno maledettamente male.
“Non andartene anche tu, Jason! Ti prego! Non lasciarmi solo! Non voglio rimanere solo di nuovo!” urla singhiozzando, scuotendo con forza la testa.
E a quella scena il cuore del biondo si stringe. Si avvicina a grandi falcate al più piccolo, e lo stringe con forza tra le sue braccia.
“Non sei solo” sussurra, mentre lo stringe con forza al petto. “Io non ti abbandono, Nico. Non lo farò mai.”
“Non andartene...” singhiozza il più piccolo sul suo petto. “Non farlo...”
“Nico” lo richiama, prendendogli il mento tra le mani. “Starò a casa dei miei per un po'. Sono lì. Non me ne vado. Se hai bisogno di qualcosa, qualunque cosa, vieni da me.”
“Non sarà la stessa cosa.”
“No” acconsente il biondo, affondando la mano tra i suoi capelli scuri. “Ma ne ho bisogno. Ho bisogno di allontanarmi. Ma non ti sto abbandonando. Non potrei mai farlo.”
E il più piccolo si ritrova ad annuire. Annuisce, e piange. Anche se si era ripromesso di non farlo. Anche se si era ripromesso di essere forte.
“Mi dispiace, Jason” singhiozza. “Mi dispiace così tanto...”
E prima che possa anche solo accorgersene, Jason è di nuovo di fronte a lui con la borsa in mano.
“Nico...” sussurra, passandosi una mano in mezzo ai capelli. “Ti prego, devo uscire.”
“Jason, non farlo” tenta per l'ultima volta il più piccolo, alzando lo sguardo verso quello del biondo.
E quello sguardo scuro e triste uccide completamente Jason. Abbassa lo sguardo, e stringe i pugni. Poi, inaspettatamente, si avvicina al più piccolo. Gli prende il mento tra le mani, e lo fissa negli occhi.
“Nico...” sussurra, accarezzandogli col l'indice una guancia. “Qualsiasi cosa accada, io sono sempre vicino a te.”
E poi poggia le sue labbra su quelle del più piccolo. È un contatto veloce. Nico non fa nemmeno in tempo a spostarsi, ma gli da prova concreta dei sentimenti del biondo.
E capisce quanto la sua situazione possa essere difficile da gestire e, quindi, anche la sua voglia di allontanarsi.
Nico non protesta per quel contatto. Non si lamenta. Semplicemente si sposta dalla porta, e abbraccia goffamente l'amico. Gli stringe le esili braccia intorno al corpo, e rimane così. “Preparati a vedermi ogni giorno a casa tua” dice, strofinando il viso sul suo petto.
Jason ridacchia, e gli scompiglia i capelli. “Sei il benvenuto, lo sai.”
E Nico sta per rispondere, quando bussano di nuovo alla porta. “Nico?” dice una voce familiare da fuori. “Va tutto bene lì dentro?”
E il viso del più piccolo impallidisce immediatamente. Sposta il suo sguardo verso Jason, che ha gli occhi chiusi e la mascella contratta.
Poi, senza avere il tempo di fermarlo, Jason apre la porta. I suoi occhi azzurri incontrano un paio verde mare, e Nico vorrebbe sprofondare.
“Tu sei Percy, vero?” dice il biondo, e nella sua voce c'è risentimento. Nico nota il suo sforzo di mantenere la calma, e vorrebbe solo che tutto questo non fosse mai accaduto.
“In persona. Tu sei Jason, vero? L'amico di Nico?” dice il moro. E a quella parola la mascella del biondo si irrigidisce ancora di più.

Amico.

Amico.

Amico.

“Si” dice, a denti stretti. “Sono io.”
Percy allunga una mano, col suo solito sguardo vivace. “Sono felice di conoscerti, Jason. Nico mi ha parlato molto di te.”
Il biondo abbozza un sorriso, per poi afferrare la mano dell'altro.
“Percy” dice, e il suo tono ora è duro. Nico può capire dall'espressione sorpresa del moro che Jason sta stringendo più del dovuto la sua mano.
“Prova a fargli del male, e te la vedrai con me” sibila minaccioso, aggrottando le labbra e rendendo ancora più inquietante la sua cicatrice.
“Cosa?” esclama sorpreso Percy, e Nico spalanca gli occhi.
“Hai sentito bene” risponde, sorpassandolo ed incamminandosi verso il corridoio.
“Percy” lo richiama poi, fermandosi in mezzo al corridoio. Il moro si volta a fissarlo, confuso da tutta la situazione.
“Si?”
E Jason sospira, per poi voltarsi. E quando lo fa, Nico quasi non perde tutto il respiro. Gli occhi di Jason sono pieni di lacrime.
Non aveva mai visto Jason piangere. Mai.
E, Dei, quanto fa male.
Jason fissa il ragazzo dagli occhi verdi, per poi mordersi un labbro. “Prenditi... Prenditi cura di lui” finisce quindi, prima di ricominciare a camminare.
E prima che il cuore di Nico ricominci a battere, Jason è già sparito.

*

Nico sale le scale lentamente. Jason è dietro di lui, ed il rumore del suo respiro cadenzato lo aiuta ad andare avanti.
Da queste scale qualche tempo prima aveva visto colare sangue. Ed ora, infatti, non ha il coraggio di guardare in basso.
Al piano di sopra è dove è stata sterminata la sua famiglia.
È davvero pronto a vederla? E se dovesse riavere un crollo? Jason lo salverebbe per l'ennesima volta. Lo sa.
E questo gli infonde coraggio. Sapere che Jason è con lui lo spinge ad andare avanti.
E quando arriva al piano di sopra il suo corpo si fa decisamente più pesante. Il suo sguardo si punta sul pavimento ed il respiro si mozza. La testa gli sta per ricadere di lato, e il corpo non ha più le forze di mantenerlo in piedi.
Sa di star perdendo i sensi mentre cade.
E, l'ultima cosa che vede, è una grande macchia rossa di sangue che ricopre la moquette del corridoio.

-
Quando Nico riprende i sensi sente freddo. La sua fronte è bagnata, e non può credere di aver sudato così tanto.
Quando la tocca, si ritrova qualcosa di ruvido sopra. E' uno strofinaccio bagnato.

Nico” sussurra qualcuno da vicino a lui, toccandogli delicatamente una guancia. Gli occhi caldi e azzurri di Jason entrano dentro la sua visuale. “Come stai?”
Il più piccolo storce le labbra, per poi stropicciarsi un occhio. “Sicuramente non al meglio. Non capisco, cosa è successo?”
Jason sospira, passandosi una mano in mezzo ai capelli biondi. “Diciamo semplicemente che forse era meglio aspettare un pochino prima di salire qui sopra. Non immaginavo avremmo potuto trovare … quello.”
Nico ricorda immediatamente, ed affonda la testa nel cuscino. Si guarda intorno, e capisce di stare dentro la sua stanza.
La sua vecchia e scura stanza.
Le sue pareti sono ancor dipinte di nero, la libreria piena di tutti i suoi libri, la console ha ancora tutte le scatole dei videogiochi intorno.
Abbozza un sorriso alla vista della sua camera, per poi massaggiarsi le tempie. “Spero per te che mi abbia preso in tempo, e non non mi abbia fatto sbattere la testa” dice, voltandosi a fissarlo.
Jason abbozza un sorriso, per poi stendersi vicino al moro.

La tua bella testa non ha toccato il pavimento, ti ho preso prima.”
Bravo, Grace” lo prende in giro, socchiudendo gli occhi.
Anche se penso che la tua massa di capelli ti avrebbe protetto lo stesso.”
Nico alza gli occhi al cielo, per poi portarsi una mano tra i capelli. “Taci e pensa ai tuoi ridicoli capelli a spazzola.”
Jason ridacchia, per poi circondare la vita dell'altro con un braccio.

Ti senti meglio?” gli chiede, alzandosi su un gomito. Punta i suoi occhi azzurri in quelli spenti e scuri dell'altro.
Nico si limita ad alzare le spalle. “Penso di si. Ero svenuto, non so come stavo prima.”
Jason scuote la testa, abbozzando un sorriso. Gli piace riavere questo Nico.
Pur avendo visto quella macchia lì fuori, non ha avuto una ricaduta. Nico sta guarendo, Jason ne è sicuro.

Andiamo?” chiede quindi il più piccolo, facendo per alzarsi.
Jason alza un sopracciglio, per poi aggrottare le labbra. “Andare dove?”

Non lo so, torniamo a casa? Devo continuare le mie ricerche.”
Jason riappoggia la testa sul cuscino, e sospira. Afferra la spalla di Nico e lo fa rimettere sdraiato, riportando il suo braccio sulla sua vita.

Perchè questa fretta? Abbiamo tanto tempo.”
Tanto tempo?” chiede il più piccolo, quasi sorpreso.
Ovvio” gli risponde il biondo, abbozzando un sorriso. Si volta a fissarlo, e sorride. Nico lo rilassa, lo fa sentire bene. E il pensiero di avere ancora del tempo davanti lo rende felice, senza un motivo concreto.

Io e te abbiamo una vita da passare insieme. Ne abbiamo di tempo davanti.”


*
Angolo autricee!:D
Hola chikos (?) (non so parlare spagnolo lol.)
SON TORNATA COL CAPITOLO!:D
Già, putroppo l'ultima volta non sono riuscita a caricarlo, e vi chiedo ancora perdono per questa cosa!
Spero di riuscire ad essere sempre puntuale d'ora in poi..
Ma nel caso non dovessi riuscirci.. bhè, vi avverto come ho fatto l'ultima volta u.u
EEEE NADAH. COME AL SOLITO VI RINGRAZIO TAAAAANTO *W*
So già che mi state odiando per questo capitolo. Io lo so.
Ma voi dovete sapere che io in realtà vi amo, e non lo faccio apposta ad uccidere i vostri feels:')
LOL.
E grazie per le recensioni, davvero! Continuo a ripeterlo, voi siete dei geni. Mi fate morire dal ridere. Sul serio, ogni volta rotolo sul letto per le risate, e mi fate anche emozionare con tutti quei complimenti **
V.V.B. (Vi vendo bisteccheh.)
Vabbè dai basta:')
Un bacione, LauraPalmerBastille.

  
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