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Autore: sbriashi    23/01/2015    4 recensioni
«Paul, ho solo una domanda: hai detto di vivere con tre ragazzi, dov'è il terzo?»
Come se qualcuno lassù avesse ascoltato la mia domanda, alla mia destra apparve un altro ragazzo. Quando mi resi conto che indossava solo delle mutande sobbalzai ma cercai di nascondere il mio imbarazzo dato che lui sembrava non averne.
«Oh, John! Abbi la decenza di coprirti almeno davanti a mia sorella!»
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Lennon , Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mi alzai svogliatamente dal letto e cercai le pantofole. Una volta in piedi mi diressi in cucina, pronta per fare colazione. Aprii il frigo e la mia mascella cadde praticamente a terra: era completamente vuoto. Non mi misi ad urlare soltanto perché avevamo dei vicini ed era ancora presto. Il giorno prima i ragazzi erano stati per tutto il tempo in casa e non se n’erano accorti? Forse semplicemente non avevano avuto voglia di fare la spesa così sarebbe toccato farla a me. Perché diamine ero capitata in una casa dove vivevano tre uomini uno più pigro dell’altro? Sbuffai ed ovviamente uscii per comprare rifornimenti. 

 

Nonostante fosse primavera inoltrata faceva un bel po’ di freddo la mattina a Liverpool, cosa che stava contribuendo a peggiorare il mio umore. 

Arrivai ad un incrocio e poi svoltai a sinistra ma dovetti fermarmi subito perché davanti a me si presentò la figura di un ragazzo abbastanza alto, moro e con il tipico giacchetto di pelle: Pete Best. Ripresi fiato e continuai a camminare, tanto ormai mi aveva vista e non potevo fingere. Appena fui abbastanza vicina mi chiamò ed io sorrisi timidamente. 

«Mary! Che sorpresa, come mai già fuori a quest’ora?» 

Diede un tiro alla sua sigaretta e poi si appoggiò al muro con un gomito. 

«Uhm, stavo andando a fare la spesa. Tu invece che fai da queste parti?» 

Era strano trovare Pete nel mio quartiere infatti, visto che lui abitava quasi dall’altra parte della città.

«In effetti stavo proprio venendo a casa tua, cioè da Lennon, ma poi mi sono ricordato che adesso abita dal quel suo amico, come si chiama?»

Cosa diamine voleva da John?

«Si chiama Stuart Sutcliffe» 

Lui fece un cenno con il capo come per farmi capire che aveva capito di chi stavo parlando. 

«Perché cercavi John?» gli chiesi incuriosita. 

«Non te lo hanno detto? Ho un’audizione per entrare nella band» 

Sbarrai gli occhi e rimasi a fissarlo quasi scioccata per almeno dieci secondi. Pete si limitò a ridacchiare e capì che non ne sapevo assolutamente niente.

«Ti ho rovinato la sorpresa per caso?» mi domandò divertito.

«Wow, è fantastico» mentii, ovviamente. «Beh, spero che ti prenderanno»

«Lo faranno per forza, non possono rifiutarmi» 

Sorrisi un po’ disgustata dal suo atteggiamento, si sentiva superiore a qualsiasi altra persona sulla terra. Ma che cosa ci avevo mai trovato in lui? 

«Uhm, io adesso devo andare. Ciao! Mi ha fatto piacere incontrarti»

Non feci in tempo a fare quattro passi che mi sentii strattonare per un braccio.

«Se ti ha fatto piacere potremmo farlo più spesso, che ne dici?»

Ok. No. Stava decisamente superando il limite.

«Scusami ma devo scappare» gli dissi tutto d’un fiato.

Me ne andai quasi correndo cercando di sfuggire alle grinfie di Pete Best e non so come ma ci riuscii. 

 

Una volta comprate gli alimenti mancanti me ne tornai a casa pregando di non dover fare altri incontri imbarazzanti. 

Aprii la porta e mi trovai davanti l’unico ed il solo John Lennon. Deglutii ma cercai di rimanere calma appena notai che c’erano anche tutti gli altri ragazzi. 

«Bentornata!» esclamò Ringo venendomi incontro per abbracciarmi. Quel ragazzo era sempre così dolce ed affettuoso, avrei potuto strapazzarlo dalla mattina alla sera. Ovviamente però non mancò lo sguardo d’ira di John.

«Ti prego, dimmi che hai fatto la spesa!» 

Lanciai a George un’occhiataccia e, senza rispondergli, andai in cucina a mettere apposto gli alimenti che avevo comprato. 

«Che ti ho fatto?!» mi domandò irritato il chitarrista.

«Harrison, ti rendi conto che avresti potuto farla te ieri?»

Lui mi guardò un po’ sconsolato e mi chiese scusa. Invece io mi finsi ancora arrabbiata con lui e ignorandolo raggiunsi gli altri in sala da pranzo. 

John si era fermato soltanto per poco, giusto il tempo di decidere con gli altri se prendere o no Pete nella band. Con mia grande fortuna scelsero di scartarlo e tirai un sospiro di sollievo. Non desideravo avere altri problemi. 

 

Il giorno dopo verso le tre del pomeriggio mi diressi verso casa di Stu come facevo praticamente tutti i giorni, sempre nella speranza di non dover incontrare qualche viso a me conosciuto. 

Ad aprirmi la porta fu proprio il padrone di casa, Stuart.

«Oh, Mary! John non è in casa ma mi ha detto di lasciarti questo biglietto» mi disse il moro sulla soglia di casa. Dalla mia bocca uscì soltanto un “oh” di sorpresa e presi il piccolo foglio spiegazzato che mi porse Stu. 

Dopo averlo ringraziato e salutato aprii il foglietto e vi lessi un indirizzo. Che diamine aveva in mente Lennon? Se era uno scherzo dei suoi giuro che stavolta lo avrei preso a cazzotti. La via non mi era nuova e più o meno sapevo dove si trovasse, non era molto lontana dalla casa di Sutcliffe, così mi incamminai verso la mia nuova meta. 

 

Arrivai davanti ad una casa molto carina, con un bel giardinetto curato intorno circondato da un muretto. Che cosa dovevo fare? Dovevo forse entrare? Stavo quasi per tornarmene indietro ma all’improvviso notai qualcuno che mi salutava con una mano dalla finestra. Era John. 

Aprii delicatamente il cancello e mi diressi verso la porta, non dovetti aspettare molto prima che il mio ragazzo venne ad accogliermi. 

«Ehi, sei venuta allora» mi disse sorpreso mentre mi abbracciava. 

«Perché diavolo mi hai portata qui?» sbottai invece io un po’ alterata. 

Lennon non fece in tempo a rispondermi che una signora entrò nella stanza. Non l’avevo mai vista in vita mia. 

«Tu quindi devi essere la ragazza di cui mio nipote mi ha parlato tanto?» 

Suo nipote? Eh? Stavo iniziando a non capirci più niente.

«Mary, ti presento mia zia Mimi. Praticamente è lei che mi ha cresciuto e ci tenevo molto a fartela incontrare»

A quel punto mi commossi quasi perché non era proprio da John fare cose del genere. Stavo

iniziando a capire quanto lui tenesse a me e questo non faceva altro che rendermi felice. 

«Piacere di conoscerla, signora. Anche John mi ha parlato di lei» le dissi cercando di tirar fuori tutto il mio lato gentile. Lei mi strinse la mano ed iniziò a farmi tanti complimenti, sembrava davvero una persona per bene. Anche benestante avrei aggiunto, vista la casa in cui abitava. 

Dopo le presentazioni ci sedemmo in sala da pranzo per un bel tè caldo, Mimi aveva preso alcune foto di quando John era piccolo e mi raccontava tanti piccoli aneddoti sulla sua infanzia. Lennon sbuffava in continuazione per la vergogna e spesso punzecchiava sua zia che però non gli lasciava mai l’ultima parola. 

Pensai che tra loro ci fosse un rapporto di amore/odio, un po’ come il nostro forse. Uno di quei rapporti che in realtà l’odio non è odio, è amore nascosto. 

 

Tornai a casa più tardi quel pomeriggio ma gli altri tre coinquilini non sembrarono farci caso. 

Andai in bagno a farmi un bel bagno rilassante e poi preparai la cena, ero davvero di ottimo umore quel giorno. 

«Ehi, vuoi che ti aiuto?» mi domandò George mentre ero intenta a cuocere il pollo. 

«Magari se tu iniziassi a tagliare le carote mi faresti un favore» 

Lui tutto contento prese le verdure ed iniziò ad aiutarmi. 

«Sai, è da un bel po’ di tempo che non parliamo io e te» affermò il mio amico. 

«Ma che dici? Parliamo tutti i giorni» 

«Sì, la mattina ci diamo il buongiorno e la sera la buonanotte» 

Potevo notare dal tono della sua voce che era molto triste per via di questa situazione. 

«Scusami, ultimamente ho bisogno di distrarmi e non sono mai a casa» mentii per non fargli venire alcun sospetto. 

«Ho capito che la storia con John ti ha distrutta ma devi reagire, vorrei che tu mi permettessi di aiutarti» 

Era sincero e il suo sorriso mi metteva sempre tanta allegria. Infondo era il mio migliore amico, dovevo cercare di essere più presente nella sua vita o lo avrei perso. 

Lo guardai e gli sorrisi, i suoi occhi scuri si persero nei miei verdi e per un attimo sembrò incantato. 

«George, sai che ti dico? Hai ragione. Domani ti va di uscire insieme? Come facevamo prima» 

Lo vidi finalmente contento ed ovviamente accettò la mia proposta.

 

Erano circa le undici di sera e tutti i ragazzi erano usciti, io ero l’unica che era rimasta a casa quella sera. Poco prima avevo provato a chiamare a casa di Stu ma non mi aveva risposto nessuno ed avevo iniziato a preoccuparmi. John era uscito e non mi aveva detto assolutamente nulla, bene. Mi sedetti sulla poltrona ed iniziai a leggere un vecchio libro che avevo trovato in uno dei miei cassetti. Cercavo inutilmente di calmarmi ma non ci riuscivo, la paura che John poteva tradirmi di nuovo era più forte di qualsiasi cosa. 

All’improvviso bussarono alla porta e mi affrettai ad aprire. Davanti a me si presentò un ragazzo con un sorriso a trentadue denti ed uno sguardo che poteva farmi sciogliere da un momento all’altro. Era niente meno che John Lennon. 

«John! Ma… che ci fai qui?» gli chiesi non riuscendo a levarmi dalla faccia quell’espressione sorpresa.

«Sono passato a trovarti» rispose semplicemente. 

«E come facevi a sapere che ero sola in casa?»

Lui rise e poi abbassò la testa.

«Non lo sapevo. Non m’importava se dovevo affrontare tuo fratello, avevo bisogno di vederti»

Non esitai un secondo a fondarmi sulle sue labbra e a baciarlo con tutto l’amore che avevo dentro di me. Lui mi prese per i fianchi e mi attrasse verso di lui, dopodiché iniziò ad accarezzarmi la schiena provocandomi dei brividi di piacere.

Ci allontanammo l’uno dall’altra appena finì il bacio e ci rendemmo conto di essere ancora fuori casa al freddo. 

«Vieni, entra. Ti preparo qualcosa se vuoi» 

«No, non scomodarti» 

Io andai comunque in cucina per farmi del latte caldo e John mi seguì.

«Sai che sei bellissima?» 

Mi voltai con un ghignò sulla faccia verso il mio ragazzo e feci un inchino, lasciandolo a bocca aperta. 

«Un grazie sarebbe stato più gradito» disse lui fingendosi offeso. 

Io ridacchiai e non appena mi portai la tazza di latte vicino alla bocca, John me la prese e la mise via. 

«Ma che fai?!» 

Lui mi fece segno di stare zitta e, prendendomi le mani, mi portò al centro della stanza e spense le luci. 

«John?!» 

Ad un certo punto iniziò a muoversi ed io capii soltanto dopo che aveva iniziato a ballare un lento. Aveva deciso di farmi morire quel giorno? 

 

Mentre ballavamo insieme senza che nessuna musica suonasse, ci scambiavamo qualche piccolo bacio e mille sguardi da innamorati. Sì, esatto: io ero innamorata di lui. Non c’era più via di scampo ormai. 

«Sai che eri molto carino da piccolo?» 

«Ti riferisci alle foto che ti ha fatto vedere mia zia?»

«Sì. Eri molto più dolce di adesso»

Ridacchiò, e la sua risata si sparse in tutta la stanza.

«Non tanto dolce come credi. Mi piaceva picchiare i bambini più piccoli»

Lo guardai sconcertata e con sguardo di rimprovero. 

«Sai, purtroppo non posso cambiare il mio passato. Ma sono ancora in tempo per decidere il mio futuro» fece una pausa sospirando e poi ricominciò a parlare. «il mio futuro sei tu, Mary»

Spalancai la bocca e deglutii a fatica. Ero rimasta senza parole. Da una parte avrei voluto dirgli quello che provavo ma avevo troppa paura di rovinare tutto quanto. Non volevo più fare la figura della stupida, non con lui. 

Ad un certo punto presi il coraggio a due mani e mi buttai senza pensare alle conseguenze.

«Ti amo» 

John, che prima teneva la testa bassa, la alzò e mi guardò dritta negli occhi. 

«Anche io ti amo, Anche io ti amo» mi ripeté commosso. 

Scoppiai a piangere come una bambina e lui mi abbracciò più forte che poteva. 

Io lo amavo, io amavo John Lennon
 



salve a tutti :D sono tornata! yeeee lol
finalmente si sono dichiarati :') era da tanto che desideravo scrivere questa scena
presto posterò il prossimo capitolo e vi avviso già da adesso che sarà abbastanza movimentato ahah
grazie a chi legge/segue e recensisce questa storia anche dopo due anni che ci lavoro. 
GRAZIE!
un abbraccio,
-M

 
   
 
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