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Autore: Octoberlalal    23/01/2015    1 recensioni
"Non c'era molto da dire, io ero io, e lui era lui.
Lui era l'opposto di me, distrutto dentro, con un orribile passato alle spalle.
E io, beh, io ero semplicemente io. Io volevo essere Lei.
Volevo essere la persona che l'avrebbe salvato.
Non avevo intenzione di lasciarlo sprofondare nell'oscurità.
Semplicemente lo amavo."
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Una mano.
Due mani.
Ero circondata.
Gridavo, ma ogni mio gesto era vano.
Ero sola.
Completamente sola.
Poi una luce.
Non riuscivo a raggiungerla. Perchè?
Mille domande si affollavano nella mia testa.
Poi il nulla.


«Grace?» 
Mugugnai qualcosa.
«Grace, sei sveglia o no?» Questa volta un tono più sarcastico.
«No.» Bofonchiai con la faccia sul cuscino.
Sbarrai gli occhi quando due mani si fecero avanti sui miei fianchi, tentando di farmi il solletico. Una risatina riempì la stanza, distruggendo la pace che regnava fino a qualche secondo fa.
«Okay, accidenti, basta, Nick!» Riuscii a gridare fra le risate.
Quando smise, mi misi a sedere, fulminandolo con lo sguardo.
«Sai vero che così non puoi uccidermi?»
«Ahimè, sì, lo so.» Sussurrai, alzandomi subito dopo, lanciando il lenzuolo caduto a terra sul letto.
«Ti ho preparato qualcosa da mangiare.»
Mi bloccai. «Tu cucini?» Chiesi, facendo scattare in alto un sopracciglio.
Rise.
«Strano, vero? Beh, è il minimo, a casa sto sempre solo, e non posso sempre mangiare pizza.» «Altrimenti diventeresti un obeso. Mmh.. Ti conviene far attenzione.» Tirai fuori la lingua.
«Parla per te.»

Uscii dalla camera, e a passo spedito mi avviai verso il bagno, facendo sempre attenzione al piede. Dopo nove ore avevo bisogno di liberarmi, accidenti.
Scaricai, e posizionandomi davanti al lavabo mi buttai acqua gelida in faccia: l'unico modo per svegliarmi era questo.
Mi asciugai e andai in cucina. La fame cominciava a farsi sentire.

La stanza era vuota, così dopo una buona scrutazione trovai la mia colazione, che senza ripensamenti addentai. 
«Come siamo violenti oggi, Ellis.»
E ora ero tornata Ellis? Nah, lo diceva per scherzare.
«Sto facendo finta che tu sia la mia colazione.»
«Okay, basta che non mi mordi in quel modo nei paesi bassi, se ci capiamo.» Ammiccò.
Aprii la bocca, in modo molto buffo, facendo quasi cadere il mio adorato cibo.
«Guarda, te lo strappo.» 
Si portò automaticamente una mano lì, come per proteggerlo, e io scoppiai a ridere.
«Non lo farei mai, tranquillo.» Lo tranquillizzai, finendo di mangiare.
Pulii il tavolo dalle briciole, e mi spostai in soggiorno, stranamente seguita da Nick. Lì trovai Evan e Thea, completamente concentrati sul loro discorso, tanto che neanche si accorsero della mia presenza.
«Hey.» Salutai, con tanto di mano.
In contemporanea si girarono verso di me.
«Hey, hai dormito molto, sai?» Disse Thea, con il tono di chi la sa lunga.
Sgranai gli occhi quando mi resi conto che molto probabilmente entrambi avevano visto me e Nick dormire insieme. Sensi di colpa si rifecero avanti, sembrava quasi che avessi tradito la mia amica, e in effetti era così.. più o meno.
Sperai vivamente che non ci avessero notato, anche se per non averlo fatto dovrebbero essere proprio dei cretini, quindi anche la speranza fece le valigie e mi abbandonò.
Arrossii ricordando meglio quello che era successo ieri, e un sorriso si aprì sulla faccia di Evan.
«Beh, io tolgo il disturbo, vi lascio parlare.» Alzò le mani, e uscì dalla stanza, seguito silenziosamente da Nick. Anche lui era turbato, si vedeva.
Sbuffai, e mi sedetti di fronte alla mia amica.
«Ti anticipo. Non abbiamo fatto nulla, mi sono svegliata e lui era lì.» Non era proprio andata così, ma volevo evitare a tutti i costi il terzo grado di Thea.
Fece scattare verso l'alto le sopracciglia.
«Davvero?»
«Davvero.»
«Bene.» Sospirò. «Noi abbiamo finito.» Gridò.
Corrugai la fronte, storgendo di poco la testa. Ero confusa, e molto.
Finito? Finito cosa?
La capoccia di Evan fece capolinea dalla cucina.
«Di già?» Rise, poi continuò. «Bene.»
Si buttò sul divano, e accese la tv.
Dopo di lui, apparve anche Nick.
«Beh, io tolgo il disturbo.»
«Di già?» Chiese per la seconda volta Evan, sorpreso e dispiaciuto.
In effetti lo ero anch'io, ma non ci feci molto peso.
«Accidenti, non dovevo neanche essere qua, io.» Sospirò, avviandosi a prendere il cappotto. Poi continuò a parlare.
«Beh, allora io vado.» Posò lo sguardo su di me. «E tu fai più attenzione.» 
Annuii vigorosamente, non riuscivo a spiccicare una parola.
Se avessi provato a formulare una frase, forse sarebbe uscito: 'Tu okay grazie prego biscotto', quindi evitai.
Lo salutai con la mano.
Sorrise. Sì, sembravo ridicola, è vero.
«Ciao.» Salutò Thea, con indifferenza.
Evan andò ad abbracciarlo, ma prima gli disse qualcosa all'orecchio.
Storsi il naso: volevo ASSOLUTAMENTE sapere cosa si erano detti.

Il pomeriggio con Evan passò velocemente. Decidemmo di farci un giro per il centro, per poi andare a vedere il suo futuro appartamento.
Lì mi torno in mente quando parlandone sembrava triste e insicuro della sua scelta, così gli chiesi il motivo.
«E' una storia lunga.» Rispose soltando, facendo sparire il ragazzo giocoso di poco fa.
Mi segnai nella mente di chiederglielo più tardi: non avrei rinunciato, no.
Forse ora non era semplicemente il momento, già.
Quando ci salutammo mi scese qualche lacrima, come sempre.
Si ripeteva sempre la stessa scena, ma nè a me nè a lui dava fastidio.

Tornai a casa e mi rinchiusi in camera a parlare del più e del meno con Thea.
Era da tanto che non facevamo una semplice chiaccherata, mi mancava.
Di solito tornavamo a casa e lì finiva la storia, ognuno faceva quel che voleva.
Quando si sedette sul letto, liberò i suoi lunghi capelli castani, racchiusi in una comoda crocchia, e se li sistemò con le mani. Accidenti, era proprio bella, ma non voleva ammetterlo, e il motivo proprio non lo capivo.
Andò al bagno e si struccò, chiudendo i suoi graziosi occhi castani per togliere la linea leggera di eye-liner che si era passata prima di uscire. Io la osservavo inebetita, facendo la figura della stupida, ma ormai si era abituata - o almeno questo speravo.
Si mise a letto, e così anch'io, per poi girarmi e incastrare il mio sguardo nel suo.
Dai suoi occhi si leggeva tanto, tanto affetto.
Il modo in cui lei potesse comunicare solo con lo sguardo era incredibile.
Abbassò le palpebre lentamente e sussurrò un debole 'buonanotte', cosa che ripetei anch'io, prima di perdermi nel mondo dei sogni, dove il protagonista era solo uno: Nick Matthews.





Angolo autrice lalal:

Salve,
CAPITOLOCORTOMIDISPIACEOKAY METTETEVIALEMAZZE
è un capitolo di.. passaggio, diciamo, dove si parla del più e del meno.
eee niente lalal
ci si vede il prossimo venerdì,

scusate eventuali errori, ma non ho avuto modo di rileggere
ah, tenevo a dire che appena finita la storia parte il revisionamento, quindi boh (?)

ceu, ci si vede c:
  
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