Anime & Manga > BeyBlade
Segui la storia  |       
Autore: AlyeskaGnac    23/01/2015    6 recensioni
[Tratto dalla storia] - La gente li chiamava vandali, drogati, ladri,alcolizzati, gente da evitare ad ogni costo, ma nessuno aveva mai provato realmente a conoscerli; nessuno che non venisse considerato malato di mente si era mai avvicinato a loro, al loro modo di ragionare e di agire ed evidentemente i motivi non erano pochi.-
- E nonostante le diversità tra i caratteri, le storie, i pensieri, siamo tutti accomunati da un unico e voluto desiderio: Noi esistiamo. E’ il grido della nostra esistenza, forse sbagliato, forse stonato e rumoroso, ma lascia il segno nelle nostre vite e in quelle altrui; il desiderio di un età che tendiamo a bruciare perché attratti dal fuoco dell’illegalità e del pericolo.
Forse ne usciremo.
Ma per adesso lasciateci nella nostra irrazionale convinzione di cavarcela, è la nostra battaglia, la più dura.
La guerra contro noi stessi.-
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kyoya Tategami, Nuovo personaggio, Ryuga, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
- So cold


Ryuga aprì la porta con un movimento netto rivelando alcuni studenti già presenti intenti a fare quel genere di cose che normalmente si fa poco prima che il professore entri in classe, ma qui l’adulto era seduto proprio dietro ad una cattedra malandata e a fare l’appello, senza curarsi troppo delle loro azioni. Appena entrammo però tutti sembrarono fermare la loro attività per rivolgerci un lungo ed insistente sguardo di gruppo a cui l’albino parve non fare minimamente caso; in realtà era piuttosto chiaro che stessero guardando me e chi potessi essere.
Il professore sembrò finalmente ridestarsi grazie alla nostra comparsa e mentre Ryuga si diresse al suo posto io restai in attesa vicino alla porta come ad attendere che mi chiedesse qualcosa.
- Bene tu devi essere Miuro Naoko, benvenuta nella nostra classe.
Disse cercando di assumere il miglior sorriso possibile ed invitandomi ad entrare.
- Ehm no…Io sono Miyu Tanaka.
Risposi dando una rapida occhiata ai miei futuri compagni che si erano sistemati ai loro posti e poi riosservai l’uomo sulla quarantina leggermente calvo alla mia destra.
- Ah dunque le studentesse erano due…Beh dovrò sistemare un attimo la questione, tu intanto scegli pure un posto in cui sederti.
E così lasciò la classe ed io rimasi sempre in piedi guardandomi intorno spaesata. Deglutii appena per non farmi sentire temendo che si sarebbero potuti accorgere dell’ansia che provavo in quel momento.
Erano tutti così silenziosi ed impegnati a squadrarmi che restare calmi era pressoché impossibile, così rivolsi la mia attenzione ai suoi impassibili occhi ambrati nella speranza di un suo intervento.
Lo vidi sospirare seccato, come solito e poi dirigere le sue iridi verso una figura piuttosto insolita.
Sulla prima mi parve un ragazzo dai corti capelli neri a caschetto con numerose meches di colore rosso e viola, poi mi soffermai sugli occhi dal taglio netto, quasi affilato e pungente, di un colore così insolito e magnifico, un intenso rosa scuro che risaltava col colore diafano e omogeneo della sua pelle. Lo esaminai con attenzione finché non sentii Ryuga prendere parola.
- Aiko, occupati di lei.
Fu repentino e deciso, il suo tono non ammetteva alcuna replica ma lo vidi sussultare quasi in contraddizione e ribatté senza pensarci troppo.
- Non darmi ordini Kishatu.
Poi si rivolse a me sorridendo, come se avesse cambiato completamente approccio e mi invitò a prendere posto accanto a lui.
- Piacere di conoscerti, io sono Aiko Darksoul.
Aveva un sorriso così raggiante e luminoso che avrebbe potuto far innamorare chiunque e mi costrinse ad arrossire. Quel sorriso pareva stonare con il significato del suo cognome.
- Non c’è bisogno che tu mi dica il tuo nome, ci ha già pensato prima il professore…Ad ogni modo, vorresti chiedermi qualcosa?
Stavo per domandarle se anche lei facesse parte dei Night Creepers quando finalmente ragionai su una cosa.
- Aiko…Aspetta un momento ma non è un nome da ragazza?
Aiko divenne momentaneamente serio e imperturbabile e rispose.
- Si infatti…Io sono una ragazza.
Strabuzzai gli occhi sorpresa e impicciata per la situazione che avevo involontariamente creato.
- E-ecco…S-scusami…
Poi lei scoppiò in una fragorosa risata che invase l’intera stanza e fece sorridere persino l’albino che intervenne con un breve commento.
- Come se fosse la prima volta.
Subito Aiko gli lanciò una minacciosa occhiata a cui Ryuga non fece minimamente caso e tornò a concentrarsi su di me.
- Sta tranquilla, non mi da minimamente fastidio,  che differenza fa, maschio o femmina? Un’anima oscura è sempre un’anima oscura.
Rimasi allibita dalla sua affermazione ma stranamente sorrisi, forse a causa dal suo modo di fare così gentile nei miei confronti che per un placò la mia sensazione di trovarmi fuori posto tra tutte quelle persone nonostante avessi appena scelto di far parte dei Night Creepers.
- Aiko per caso sei un membro dei Night Creepers?
Chiesi schietta notando il suo attimo di insicurezza non appena gli porsi la domanda.
- Immagino che la richiesta di quel ragazzo centri con l’arrivo di un nuovo membro eh? Dunque sei tu la Miyu di cui Madoka e quell’irresponsabile di Ginka parlano tanto. Ho sentito che tempo fa gli hai tenuto testa.
Disse indicando l’albino intento a perdersi tra i riflessi lievi del sole, oscurato dalle nuvole, che oltrepassavano il sottile vetro della finestra.
- Beh ammetto di essere stata impulsiva quel giorno, ma probabilmente non mi sono sbagliata così tanto sul suo conto.
Ammisi sorridendo amaramente. Aiko portò le braccia dietro alla nuca facendosi pensierosa e mantenendo un tono impassibile e superficiale.
- E’ un ragazzo imprevedibile. Sono arrivata a pensare che ogni sua azione e decisione siano condizionate da qualche calcolo mentale futuristico da lui compiuto. Ho sempre la sensazione che controlli ogni filo della mia vita.
- Cosa vorresti dire?
Titubante mi voltai verso di lui incontrando i sui penetranti topazi che sembravano voler cercare di leggermi nella mente, come per captare di cosa, riguardo lui, stessimo parlando.
- Tutti noi siamo partiti dalle sue iridi impassive Miyu, ti catturano facilmente e difficilmente ti lasciano andare. Sei sicura della scelta che hai fatto?
Portai una mano socchiusa al petto ed abbassai lo sguardo come se fossi mortificata da qualcosa, come sentendomi colpevole di un reato.
- Non fraintendermi, non ce l’ho con te Miyu, sembri davvero una ragazza da scoprire e sei anche molto carina…
La vidi arrossire ed abbassò anche lei i suoi occhi variopinti.
- Ma quello che sto cercando di dirti è che molti di noi non hanno avuto scelta a compiere questa vita, tu vorresti davvero infilarti in questo grosso e magnifico casino?
Abbozzai un sorriso alzando quanto bastava l’angolo sinistro della bocca per farlo sembrare tale.
- Lo hai appena definito come magnifico.
Inspirai profondamente prima di continuare; per qualche strana ragione quella ragazza dai tratti decisi e mascolini sembrava invitarmi a raccontarle tutto ciò che potevo offrirle ed allo stesso tempo manteneva una distanza palpabile.
Nell’istante in cui aprii bocca il professore fece ritorno in classe, non era da solo ma accompagnato da una bellissima ragazza alta, fisico perfetto per una entrata da poco nei set dei servizi fotografici, capelli biondi e lisci, lunghi fino a metà schiena che ondeggiavano come raggi di luce di vita propria. Rimasi colpita quando la vidi, riconoscendola subito. Si trattava di una studentessa della Futenma proprio come me, tuttavia frequentava la seconda a causa della perdita di un anno o almeno così dicevano le voci che giravano a scuola sul suo conto essendo quel classico tipo di ragazza che richiamava gli occhi di chiunque si trovasse nel suo raggio d’azione. Diresse il suo sguardo verso un punto preciso dell’aula mostrandoci le sue iridi tendenti al grigio, interessata seguii il percorso da esse compiuto ed individuai che il suo obbiettivo non era altro che Ryuga. Assunse un espressione di sfida e portando le braccia dietro la schiena si presentò.
- Sono Naoko Miuro, una studentessa della Futenma, non sprecatevi a cercare di stringere qualunque tipo di rapporto con me perché non vi presterò la minima attenzione. E’ solo un trasferimento di breve durata, anche se…
L’albino rispose al suo sguardo in modo serio, come se non accennasse alcun tipo di emozione.
Il professore indicò a Naoko l’unico posto libero rimasto in aula, ovvero quello alla sinistra del giovane dagli occhi ambrati che sbuffò scontento alla decisione del  professore. Quest’ultimo come se si fosse spaventato per qualcosa tentò subito di scusarsi con lui. Non capii perché lo fece, era lui l’adulto in quell’ambiente.
Più avanti mi resi conto di quanto oscuro potesse essere  il suo passato.
- Aiko…Per caso quei due si conoscono già?
Domandai notando come la bionda stesse mantenendo una conversazione con lui senza alcun problema, suscitando anche un certo interesse da parte del giovane. Era normale che vi fosse interesse, una ragazza così non si trova facilmente in giro. La mora regalò loro qualche istante della sua attenzione prima di rispondermi.
- Si, sono stati insieme un paio d’anni e poi sembra che uno dei due abbia deciso di chiudere, Ryuga non ci ha mai detto di chi sia sta l’idea ma sinceramente non m’interessa. Comunque non sarebbe il tipo di ragazza a cui farei la corte.
Concluse rapidamente cercando di farmi intendere che non aveva intenzione di permettermi di conoscerla più a fondo e così tornai ad osservarli. Per la prima volta sentii una strana e fastidiosa sensazione invadermi proprio alla bocca dello stomaco quando portò una mano fra i suoi capelli nivei sfiorandone il ciuffo rosso.
Sentii le mani serrarsi a pugno in modo involontario e le nocche si fecero rosse, quando me ne accorsi cominciai a considerare l’idea che quella che stessi provando potesse essere una lieve punta di gelosia nei suoi confronti.
 
*           *          *
 
Nel frattempo anche Flemminia aveva fatto il suo ingresso in quella che sarebbe stata la sua nuova classe per del tempo, ovviamente entrò in modo spettacolare, rotolando e rischiando di rompere la serratura quando la professoressa le chiese di chiudere la porta. Si era fatta riconoscere fin dal primo arrivo, ma era grazie al suo modo di fare spontaneo ed infantile che faceva amicizia con facilità.
- Sarei molto lieta se ora cercassi di sederti accanto a Tategami senza uccidere qualcuno.
Commentò sarcastica mentre la rossa si dirigeva al suo posto con un leggero rossore sul viso.
Salutò il verde nel modo più naturale possibile e poi si diede un’occhiata intorno come per fare un rapido esame degli alunni presenti; non erano in molti e quei pochi seduti ai loro posti in modo decente erano per lo più intenti ad ascoltare musica senza curarsi della professoressa.
Tra tutte le figure quella che la colpì di più fu di una ragazza dai lunghi capelli platinati; nonostante le stesse dando le spalle, Flemminia, notò subito la carnagione nivea del viso incorniciato da quel magnifico insolito colore di capelli e non mancò di chiedere al Night Creepers chi fosse.
- E’ Moe Tanaka. Sta alla larga da lei, ti conviene.
Tagliò netto lui tornando a seguire la lezione, uno dei pochi forse che sembrava davvero prestarci attenzione; Flemminia ne rimase quasi affascinata ed osservò la facilità con cui prendeva appunti in modo molto specifico ed ordinato. Chi avrebbe mai potuto pensare che quell’aria da attacca brighe nascondeva in realtà una personalità molto più complessa?
Kyoya si accorse di essere osservato e guardo a sua volta malamente la rossa.
- Pff…E’ di una compagnia rivale, se mai doveste unirvi a noi lei diventerà il tuo primo nemico, per questo ti conviene cominciare da ora. Ad ogni modo non penso che andreste d’accordo comunque.
Disse l’ultima frase sghignazzando sotto voce. La ragazza si rese conto che aveva interpretato il suo esame attento come una richiesta a continuare il discorso di poco prima e decise di non farsi scappare una simile occasione.
- Che compagnia rivale? Pensavo che la vostra fosse intoccabile.
- Ma non siamo gli unici della zona e comunque…Spesso ci tocca affrontarle per mantenere il titolo.
- E come si chiama?
Quando Flemmi porse quella domanda Kyoya non le rispose, si limitò a farle un cenno verso la lavagna indicandole di seguire la lezione e poco prima di chiudere il discorso le rispose con una che scoprimmo essere la più importante regole tra compagnie del quartiere.
- Mai dire il nome di un  qualunque avversario a chi non è immischiato nella faccenda; anche se tu dovessi aggiungerti certamente in futuro non mi è possibile rivelarti alcun genere di particolare su di loro in questo momento. E’ l’unica regola imposta a forza fra tutti noi.
Il giovane fece specchiare gli occhi mielati della rossa nelle sue pozze cristalline per poi distogliere subito lo sguardo e tornare a prestare attenzione alla lezione. Flemminia seguì il suo esempio tacendo per tutto il resto del tempo.

*         *        *
 
Sayori era piuttosto felice della sua classe e del suo compagno di banco, niente meno che Tsubasa, con il quale aveva parlato per tutta la durata della lezione venendo ripetutamente richiamata dal docente di italiano che cercava di controllare almeno i due studenti della Futenma che si aspettava fossero molto meno irrequieti. La bionda costrinse più volte l’intervento del professore poiché, compiendo un’incredibile quantità di domande in successione, aveva rischiato di portare l’argenteo all’esasperazione.
Poco più indietro Ginka e Madoka ridevano divertiti dal comportamento dei due che ricordava molto quello di una coppia, tanto che la domanda sorse spontanea.
- Ragazzi ma voi state insieme per caso?
Chiese Madoka sbattendo le ciglia un paio di volte ansiosa nel sapere la risposta. Di rimando gli interessati si guardarono qualche secondo in faccia per poi sbottare un “NO” secco che fece cadere all’indietro, dalla sedia su cui stava tranquillamente dondolando, il povero Ginka.
- Avete una favolosa empatia.
Continuò commentando e mostrando un enorme sorriso a trentadue denti.
- Pff, non starei mai con qualcuno che cela la propria identità!
Ribatté in tono acido socchiudendo i suoi lapislazzuli e guardando altrove. Tsubasa dal canto suo fece un profondo respiro ed assunse un aria stranamente arrabbiata; Sayori era l’unica che riusciva a portarlo in quello stato ma sapevo anche che tra di loro c’era quel particolare legame che la gente chiama “attrazione per l’opposto”.
- Vi ho già detto che avevo dei buoni motivi per farlo!
L’argenteo si alzò in piedi uscendo dall’aula facendo innervosire colei che era la causa del suo improvviso nervosismo.
- Razza di idiota.
Concluse lei tornando a considerare la presenza del rosso e della castana che la fissavano esterrefatti.
Anche Yori rimase piuttosto confusa dall’atteggiamento che aveva assunto nei suoi confronti, litigavano spesso ma era come se questa volta l’avessero davvero sentita , a differenza delle altre che erano semplici battibecchi continui tra amici. Era come se Tsubasa si fosse sentito davvero ferito, per la prima volta, dalle frecciatine della bionda.
 
*        *       *
 
Finalmente la campanella segnò la fine della seconda ora e l’inizio del nostro primo intervallo in quell’istituto. Mi alzai dalla sedia fissando il banco con fare pensieroso finché uno spintone ricevuto sulla spalla destra mi costrinse a rivolgere l’attenzione a due ragazze che mi si erano appena affiancate; avevano uno sguardo annoiato, come di chi stesse facendo un favore controvoglia, mi indicarono qualcosa con la mano.
- Ha detto che se non ti muovi ti lascia qui.
Fu l’unica risposta che diedero prima di allontanarsi sbuffando. A quel punto, notando Ryuga sulla soglia della porta con le braccia incrociate ad attendermi, mi sbrigai a raggiungerlo e sentii tutte le occhiate femminili oltrepassarmi il centro della schiena come frecce infuocate. Tentai ancora una volta di ignorare
quel fastidioso senso di inferiorità e mi affiancai all’albino che, in modo del tutto indifferente, aveva preso ad allontanarsi dalla classe.
- S-senti Ryuga! Dove stiamo andando?
Chiesi cercando di mantenere il passo con la sua solita andatura veloce. In risposta ricevetti un iniziale grugnito, poi quello che disse non rispecchiava di certo i miei ideali di “risposta soddisfacente”.
- Secondo alcuni l’importante non è dove si va, ma con chi si va.
Ribatté con una leggera nota di ironia, lo guardai accigliata e abbassai il capo rassegnata.
- E’ proprio per questo che te l’ho chiesto.
Dopo pochi minuti raggiungemmo l’uscita dell’edificio per arrivare in cortile dove si affrettò ad accendere un’altra sigaretta portandosela quasi con ferocia alla bocca.
- Dio, finalmente nicotina nei polmoni.
Rimasi piuttosto sconcertata dalla sua considerazione, davvero considerava quel piccolo oggetto cilindrico un qualcosa di essenziale per vivere? Evidentemente c’erano ancora troppe cose che non potevo capire essendo ancora abituata al mondo della razionalità, in cui tutto segue il normale corso degli eventi, dove persino la morte di un uomo non suscita alcun timore. Chissà come vedeva la morte Ryuga, pensai, forse pure nel suo ambiente, che speravo sarebbe presto diventato pure il mio, veniva affrontata con superficialità.
- La vuoi o no?
La sua voce, seccata come ogni volta che mi rivolgeva parola , richiamò la mia attenzione sulla Marlboro che teneva tra pollice ed indice. Avvicinai la mano per affrettarmi a prenderla quando venni spinta in avanti dal caloroso ed energico abbraccio di Madoka.
- Ei, ei Miyu! Da quando hai deciso di incatramarti i polmoni?
Ginka e Flemminia ci raggiunsero pochi secondi dopo osservando la scena che si presentava. Il rosso si finse offeso per aver declinato la sigaretta che mi aveva offerto tempo prima, mentre Flemminia restava in silenzio. Non sembrava arrabbiata, delusa o contraria ma aveva un atteggiamento simile al mio, quasi come se volesse sfidare anch’ella la sorte.
- Voglio fare un tiro pure io!
E con la sua improvvisa uscita pure gli altri le diedero l’attenzione che avevo cominciato a mostrarle io.
- Ne sei sicura Flemmi? Da quello che ho capito la bugiarda qui presente aveva già fumato altre volte quindi…
Iniziò Ginka venendo subito fermato da lei che rispose guardandomi.
- Lo so, io Miyu e Yori abbiamo provato insieme.
Per farla breve, era successo tutto un giorno in cui la bionda aveva casualmente trovato un pacchetto di Chesterfield blu sul banco di un suo compagno e incuriosita dalla voglia di provare, come tutti i novellini di strada, ne prese una per ciascuna di noi. Il pomeriggio ci trovammo nel parco vicino casa mia per sperimentare cosa potesse esserci di tanto speciale in un oggettino fatto di carta e tabacco.
 Negammo tutte che ci fosse piaciuto, ma negli occhi si leggeva chiaramente quanto invece il sapore rimasto sul palato e sulle labbra screpolate ci dava l’esatto opposto. Dicemmo che così ci eravamo finalmente tolte lo sfizio, tuttavia quando una cosa ti piace fin da subito difficilmente pensi che sarebbe meglio evitarla. Ripensandoci adesso, credo proprio che quest’ultimo paragone avrei potuto utilizzarlo per una persona in particolare.
Continuammo a fumare ogni tanto, di nascosto e mai insieme per paura della reazione che qualcuna di noi avrebbe potuto avere. Non mi stupii molto quando Flemminia fece il suo passo avanti proprio davanti a me.
Così ci ritrovammo nel cortile dell’Okinawa, ciascuno con una sizza in mano a parlare del più e del meno.
- Kyoya è andato a prendere Nile e Masamune in palestra, dovrebbero raggiungerci pure loro.
Riferì il rossino semi-esaltato. Solo allora mi accorsi della mancanza di due personaggi particolarmente importanti per me.
- Tsubasa e Yori?
Madoka parve rifletterci un po’ su prima di darmi una risposta.
- Ecco…Credo che Yori stia parlando con Tsubasa, prima in classe hanno avuto una piccola discussione e lui se n’è andato, appena la campanella è suonata anche lei si è precipitata fuori.
- Capisco…
Risposi sconcertata; non era di certo la prima volta, anzi, ero sicura che sarebbe successo, ma ero anche a conoscenza di una particolare intesa tra i due.
Flemminia, poi, chiese di Nile e Masamune incuriosita da chi potessero essere e da ciò che Ginka ci disse anche loro facevano parte dei Night Creepers. C’erano altri membri come Aiko ed una certa Layla nel gruppo ma non erano presenti in quel momento e nessuno se ne curò più di tanto, come se fossero a conoscenza di qualcosa oscurato a me e Flemmi.
Proprio quando stetti per riferire la decisione precedentemente comunicata all’albino, Flemminia, si sporse indietro finendo schiena contro spalla addosso ad una ragazza. Ebbi la stessa reazione che la rossa mi raccontò di avere la prima volta che aveva osservato la sua figura da dietro. Quei capelli così chiari e sottili come lamine, quegli occhi ipnotici così invidiabili e difficili da evitare, scrutavano l’interno del tuo essere fino a spogliarti di ogni certezza. La pelle lattea poi completava il tutto, sembrava essere stata partorita dall’inverno stesso.
Flemmi si scusò rapidamente abbassando il capo in segno di rispetto. Lei schioccò la lingua tenendo quei preziosi cobalti semi chiusi, fissandola in modo truce.
- Non mi servono gli elogi di un insetto.
Entrambe la guardammo con un lieve senso di stupore, di certo non ci aspettavamo una simile fredda e pungente risposta.
 Ondeggiò i suoi capelli mossi,  in quell’attimo ebbi l’impressione che potessero essere taglienti come piccoli rasoi, come la sua lingua.
- I-io non l’ho fatto apposta.
Rispose mortificata la rossa. Odiavo vederla in quello stato, era sempre stata fragile da quel punto di vista, non che io fossi messa meglio ma il sapere quando conveniva tirarsi indietro non era mai stata una delle mie qualità.
- Come ti permetti?! Ti ha chiesto scusa e c’è modo e modo di rispondere.
Mi rividi nel giorno in cui fronteggiai Ryuga di fronte a tutti gli studenti dell’Okinawa ed ora la stessa cosa si stava ripetendo.
Ghignò mantenendo un tono di voce relativamente basso e mi rivolse uno sguardo privo di qualunque tipo di emozione come se stesse fissando il vuoto. Per lei io ero il vuoto.
-I tuoi ideali sono forti per essere un semplice piccolo umano, non credi?
Strabuzzai gli occhi quando notai un particolare di lei che la mia compagna sembrava ignorare. Era come se fosse riuscita a leggerci la mente.
Se ne andò senza fare alcun rumore, sembrava una presenza a sé stante, avvolta in una fitta aura di mistero che pareva isolarla dal mondo.
Ginka mi poggiò una mano sulla spalla costringendomi a guardarlo.
- Miyu, in condizioni normali ti direi che sei stata davvero grande per aver provato a tenere testa ad una come Moe Tanaka, tuttavia sono costretto a darti della completa idiota!
- Certo sei stata brava a fronteggiare Ryuga, ma lei è tutt’altra cosa.
Aggiunse Madoka. A quel punto sentitosi chiamato in causa anche l’albino intervenne, ma ignorò stranamente il commento della ragazza.
- Io l’ho trovato divertente.
Ammise con una punta di sadismo provocando la disapprovazione della castana. La rossa invece era ancora scossa dall’accaduto; Miyu notò il suo cambiamento repentino, tremava come una foglia e gli occhi, prima fieri e dorati, avevano assunto un colorito vitreo ed inanimato.
- Flemmi! Cos’hai?!
Si strinse le braccia al petto nascondendo il viso tra di esse.
- M-Miyu…L’ho visto…Il ghiaccio.
Alcuni studenti osservarono Flemminia come straniti dal suo atteggiamento; Kyoya ci corse incontro con altri due mentre io e gli altri ragazzi cercavamo di calmarla.
- Che è successo? Ho sentito di Moe da alcuni studenti del terzo anno, credevo stesse per esserci una rissa.
Quando il verde notò le sue condizioni si spaventò.
- Che gli prende? Perché trema così?
- Dobbiamo portarla in infermeria, subito!
Dissi con fermezza. Il giovane dagli occhi celesti la prese tra le braccia cominciando a correre verso l’interno dell’edificio, io rassicurai gli altri dicendo che più tardi avrei cercato di dar loro spiegazioni poi seguii velocemente Kyoya.
 
*        *        *
 
Dopo la crisi di panico, Flemminia, si era finalmente addormentata su un comodo letto dell’infermeria dell’istituto, un infermeria di tutto rispetto al contrario delle mie previsioni. Kyoya era rimasto con me a vigilare qualche minuto sulla sua situazione senza fare domande, almeno fino a quel momento.
- E’ normale che abbia queste crisi?
- Non sono periodiche, le vengono solo quando qualcosa di particolarmente incisivo le riaffiora i ricordi dell’infanzia.
Il verde mi rivolse un’occhiata titubante come per farmi intendere che sapere quello non gli bastava.
- Sono cose sue Kyoya…Non dovrei essere io a parlartene non sarebbe giusto, ma so per certo che è stata Moe la causa di questo.
- Le ha fatto qualcosa?!
Si alzò improvvisamente dalla sedia su cui era seduto secondi prima con un forte segno di preoccupazione.
- Di un po’, non è che ti stai prendendo una bottarella per Flemmi?
Chiesi a bruciapelo facendolo arrossire di colpo.
- M-ma che dici! Non sono quel tipo di persona…E ad ogni modo non credo nell’amore.
L’espressione che mostrai alla sua dichiarazione dovette essere davvero pietosa se bastò per farlo innervosire ulteriormente.
- Tu! Tu sei strana!
- Strana? Io?
- Esattamente! Hai…spingi gli altri a dire troppo.
Capii immediatamente a cosa si riferiva e abbozzai un sorriso.
- Aaah si, effettivamente non sei il primo a dirmelo, anche Yori, Flemmi e Tsubi me lo fecero notare un po’ di tempo fa!
- T-Tsubi?
- Oh si! Da piccola ero solita chiamarlo così, il suo nome era troppo lungo e tendevo a dimenticarlo ahahahah.
- E’ davvero orribile. Ad ogni modo, non è nulla di grave giusto?
Sorrisi, felice che si stesse interessando così tanto alla sua salute,mi intrigava l’idea che tra quei due potesse nascere qualcosa di tenero.
- Non è grave a livello fisico se è questo che vuoi sapere, ma un giorno dovrà affrontare la sua paura.
Poco dopo decisi di tornare in classe e lasciarlo da solo con lei nella speranza che le cose si evolvessero.
Avevo appena raggiunto il corridoio verso cui avrei trovato l’aula quando udii degli strani suoni provenire dal bagno maschile. Vittima della mia curiosità decisi di sbirciare nonostante il buon senso mi consigliasse tutt’altro. Avrei proprio voluto dar retta al secondo almeno quella volta, perché la scena che mi trovai davanti mi lasciò letteralmente senza fiato.
La porta del bagno, semichiusa, rivelava una massa bianca e rossa di capelli contornati da una corona dorata ed una carnagione olivastra, le braccia possenti erano stratte attorno ai fianchi nudi di una ragazza con lunghi capelli ramati fino alla metà, per poi proseguire su un giallo slavato; i movimenti compiuti da entrambi rendeva chiara la situazione. Scappai di li il più in fretta possibile rifugiandomi subito in classe dove non diedi retta nemmeno al professore, interessatosi alle condizioni della mia amica.
Decise di fare finta di niente e proseguire, ma la cosa non sfuggì alla mora accanto a me che cercando di mantenere un tono ed un approccio distacca mi chiese cosa fosse accaduto.
- N-nulla…
Risposi rivolgendo lo sguardo al banco vuoto vicino quello della bionda, accennando un sorriso amaro.
Avrei dovuto aspettarmelo, per lui la vita andava presa alla leggera, come potei pensare anche solo per un secondo di riuscire davvero a realizzare qualcosa?
Mi accorsi finalmente di ciò a cui avevo appena pensato, rendendomi conto di una verità che avrei tanto voluto evitare. Portai la mano al petto e in quell’attimo Aiko mi prese dolcemente il polso stringendolo appena tra i palmi delle dita.
- Sembra che il tuo battito sia accelerato principessa, perché non mi dici cosa ti affligge?
Le sue parole mi fece arrossire; ero conscia del fatto che fosse una ragazza, ma con quell’aspetto così raffinatamente maschile era davvero impossibile non considerarla come tale.
- Ecco…Credo di essermi presa una bella fregatura da sola.
Ammisi più a me stessa che a lei. Sembrò capire subito a cosa mi riferissi e mi guardò seria prima di aprire bocca.
- Miyu, non dovresti fidarti troppo dei ragazzi, specialmente di quelli come lui.
- C-credevo foste compagni…
-  Questo è poco ma sicuro, tuttavia non sono obbligata a farmelo andare a genio, non nego che ci tenga a lui , è un amico molto importante ma odio il modo in cui tratta le ragazze.
Anche le parole della morta mi fecero capire che era una battaglia persa un partenza, eppure qualcosa mi spingeva a sperare che forse in qualche modo sarei riuscita a farmi vedere in tutt’altro modo da lui.
- E’ per lui che vuoi unirti ai Night Creepers? Tu e le tue amiche sembrate fin troppo normali.
Abbassando il capo verso il banco riflettei sull’ultima frase.
- Effettivamente è così, la normalità stanca tutti prima o poi, occorre un po’ di pazzia se si vuole restare sani.
Aiko mi fissò perplessa e confusa mentre io mantenni il mio solito sorriso ebete stampato in faccia, persino quando l’albino e la ramata tornarono in classe, non mi curai minimamente di lui e continuai a fantasticare sul mio futuro.
 
*        *        *
 
- Sono corsa qui appena mi hanno detto cosa ti era successo Flemmi, come ti senti?
Yori e Tsubasa si erano recati in infermeria per accertarsi delle condizioni dell’amica; purtroppo non erano a conoscenza dell’accaduto e non avrebbero potuto chiederle il motivo del suo attacco di panico rischiando di riprovocarlo.
- Si, piuttosto vuoi due avete risolto?
I diretti interessati arrossirono guardando altrove e facendo intendere che la tensione tra i due era ancora palpabile.
- Su ragazzi, ci conosciamo da tutta la vita non potete comportarvi in questo modo.
Sbottò arrabbiata ed incrociando le braccia.
- Chiarite subito! Altrimenti mi metterò a piangere come una poppante.
Fingendo controvoglia, entrambi, accennarono uno scusa appena udibile dalla rossa che sorrise soddisfatta applaudendo un paio di volte.
- Così vi voglio ahah del resto siamo come una famiglia, no?
La bionda e l’albino sobbalzarono prima di scambiarsi uno sguardo d’intesa; con il commento della rossa fu chiaro che la crisi era inerente al suo passato.
Prima che potessero aggiungere altro entrò l’infermiera dicendo che era tempo di rimettersi in piedi trovandosi in ottima forma senza alcun tipo di dolore fisico.
- Tra dieci minuti termineranno le lezioni, fareste meglio a tornare in classe per preparare le vostre cose.
- Si andiamo subito.
Rivolsero un ultimo saluto all’amica ed uscirono dalla stanza.
- Senti Tsubasa…Ti chiedo scusa per oggi, ero un po’ frustrata.
Ammise dispiaciuta la bionda chinando il capo amareggiata.
- Non preoccuparti, anche io me la sono presa per niente…
L’espressione dell’argenteo fu la stessa della giovane a lui di fianco, poi portandosi la mano dietro la nuca le porse una domanda e Yori non si aspettava.
- Quindi che avete deciso? Vi unirete ai Night Creepers?
- Ne parli che se non ne facessi parte.
Constatò con un mezzo sorriso prima di continuare.
- Per Miyu la risposa era chiara fin dall’inizio ed anche noi siamo con lei, penso proprio che chiederemo di unirci.
Tsubasa non era mai stato d’accordo sulla nostra decisione, ma presto o tardi avrebbe dovuto accettarlo, non eravamo ragazzine inconsapevoli amanti del pericolo…Beh, forse del pericolo un po’, ma sapevamo a cosa saremmo andate incontro, o almeno era quello che credevamo.
 
*         *         *
 
- Ancora non riesco a capire come sia finita in una simile situazione…
Sconcertata fissai il cemento della strada per tutta la durata del tragitto, in compagnia di Ryuga.
- Vedi di non lamentarti, questa situazione non piace nemmeno a me.
Il professore aveva avuto l’indecenza di affidarci una relazione sulla società moderna, si era auto-convinto che fossimo in buoni rapporti vedendoci uscire dall’aula insieme e oltretutto venendo dalla Futenma sembrava avermi etichettata come “studentessa modello”.
- Senti, mia madre torna per le otto di solito, per quell’ora tu devi essere già ad un chilometro di distanza da casa mia.
Ordinai convinta che mi stesse ascoltando, la sua attenzione però era diretta verso qualcun altro, o meglio altra trattandosi di una presenza femminile escludendo me.
- Ei Ryuga, ti va se torniamo a casa insieme?
Quei capelli così lunghi e visti poche ore prima mi fecero subito intendere di chi si trattasse; non era altri che la ragazza che l’albino si stava bellamente scopando nel bagno della scuola.
Appena mi vide i suoi occhi iniziarono ad infiammarsi ma mantenne un mezzo ghigno soddisfatto sul volto, come per sottolineare l’accaduto.
Ryuga non si degno neanche di guardarla in faccia, riprese a camminare per poi tagliarla con una semplice e durissima frase.
- Vattene e non annoiarmi, non ho alcun altro tipo di interesse per te.
La ramata cambiò improvvisamente espressione e le sue iridi verde muschio si fecero bagnate. Mi lanciò un ulteriore occhiata colma di ira, così avvertibile che pensai mi avrebbe uccisa all’istante; le avrei volentieri ceduto il mio posto.
Aumentai il passo per stare più vicina all’albino, spaventata da una sua possibile azione omicida.
Quando fummo piuttosto lontani mi decisi a parlare; per tutto il tragitto non avevo fatto altro che riflettere sulle sue parole.
- Dopo esserci stato non penso che avresti dovuto trattarla in quel modo.
Commentai atona stringendo con forza la borsa di scuola.
- Tsk! Mi sembrava di aver sentito qualcosa.
Il  mio silenzio gli fece capire che effettivamente li avevo colti in flagrante.
- Quello che decido di fare o non fare non ti riguarda.
Si fermò voltando la testa a tre quarti e incatenandomi con quel suo sguardo  che non ammetteva alcun tipo di movimento escluso il battito del cuore. Se avesse potuto sono sicura che avrebbe impedito pure ad esso di battere.
- A meno che tu non mi dia una buona ragione per ascoltarti.
Concluse canzonatorio. Arrossii ed appena me ne resi conto ripresi a camminare più veloce di prima per evitare che riuscisse a vedermi. Lo faceva apposta, ne ero sicura, sapeva che qualcosa in lui mi attraeva e non perdeva occasione per ricordarmi il divario che ci separava. Perche? Mi chiesi. Perché tra tutti i ragazzi presenti all’Okinawa, o tra i Night Creepers, proprio di un simile elemento dovevo essermi infatuata?
Mi sentii afferrare il braccio da dietro, senza riflettere mi girai di scatto lasciando che la mano libera seguisse la sua traiettoria fino a raggiungere la guancia. Il rumore del colpo che diedi “inconsapevolmente” all’albino non giunse mai alle mie orecchie, coperto dal forte suono del clacson di un furgoncino.
Avevo il braccio ancora stretto con forza nella sua presa, mi ci volle un po’ per mettere a fuoco la situazione ma quando lo feci mi stupii del gesto da lui compiuto.
- Razza di idiota! Non sai nemmeno attraversare una strada! La prossima volta non contare sul mio aiuto!
Era visibilmente irritato per la sberla ricevuta ed io mi sentii, per la prima volta, in colpa verso di lui.
Presa com’ero da tutti i miei pensieri negativi non avevo badato a dove stessi camminando.
Ryuga aveva impedito che la mia vita finisse a sedici anni.
- S-scusami io…Ho agito di istinto.
Lo raggiunsi mortificata afferrandogli la camicia bianca appoggiata sulla schiena.
- Ryuga!
Si decise a fermarsi voltandosi appena, i muscoli in tensione, il respiro silenzioso tanto da sembrare inesistente.
Dovetti sembrare davvero ridicola e senza speranza in quel momento perché si mise a ridere.
- Non accetterò delle semplici scuse, ed oltretutto ora la tua vita appartiene a me.
Lo guardai confusa e preoccupata senza seguire il suo discorso.
- Da oggi farai tutto ciò che ti dirò, come un cane.
Sorrise meschino poggiando una mano sui miei capelli come se stesse accarezzando un cucciolo.
- E lo sarai fino a che non avrò deciso che potrà bastare.
Mi scostai veloce dalla sua mano e ancor più rossa in viso di prima tentennai sulla risposta. Aveva ragione da una parte, ma…comportarmi come un cane?
L’albino riprese a camminare mantenendo lo stesso sorriso soddisfatto e non potei fare altro che seguirlo.
Avrei dovuto davvero fare qualunque cosa mi avrebbe chiesto? E quali richieste sarebbero state le sue?
Immagini poco caste cominciarono a comparire nella mia, già piuttosto perversa, mente.
Sapevo che la situazione in cui mi ero cacciata era peggio della decisione di aggregarmi ai Night Creepers, anche se, almeno per ora, avrei dovuto concentrarmi sulla reazione che avrebbe avuto mia madre trovandosi un ragazzo in casa.
Incrociai le dita sperando che Ryuga non mi avrebbe messa nei guai dicendo cose da evitare assolutamente con una madre divorziata e impegnata a crescere due figlie da sola.
Eppure lo guardai, vidi la sua figura illuminarsi di rosso sotto i pochi raggi del tramonto e, come la prima volta che scontrai le sue iridi con le mie, lo trovai perfetto in ogni sua maledizione.
 
 
 
Note:
E dopo un altro lunghissimo mese sono riuscita ad aggiornare la FF ^^ allora, che dire…Beh ho inserito subito alcuni degli OC che mi sono stati inviati (come gli autori avranno potuto constatare) spero solo di averli…Ehm…Descritti decentemente e rispettato il loro carattere, vi prego fatemi sapere ogni tipo di errori su di essi, anche i più banali in modo che possa caratterizzarli alla perfezione! Per il resto del capitolo, si fa abbastanza schifo ahah non capisco da dove mi sia uscito un simile testo ma sinceramente preferirei restarne all’oscuro.
Ultima cosa forse…Ah si! Ci sono ancora due o tre posti disponibili per ulteriori OC, vanno bene anche di uno stesso autore, dopo di che (a meno che non cambi idea in futuro) chiuderò le “iscrizioni”.
Un enorme grazie a tutti coloro che seguono, leggono e recensiscono questa FF, sopratutto a chi ha richiesto di partecipare con un proprio personaggio, davvero, mi avete proprio resa felice!
Con questo vi auguro un buon weekend!
Sayonara ^3^
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > BeyBlade / Vai alla pagina dell'autore: AlyeskaGnac