Prologo:
L’isola
Haworf
era un piccolo
villaggio sull’isola di Piuma,collocata
nell’Arcipelago. L’Arcipelago, contava undici
isole, un numero molto elevato considerando il mare su cui era situata.
Piuma era
una piccola isoletta, la più piccola, piuttosto lontana ed
esclusa rispetto
alle altre. Infatti Piuma, veniva spesso dimenticata e la maggior parte
degli
abitanti dell’arcipelago ignorava l’esistenza di
Haworf. Ma agli abitanti di
questo piccolo villaggio, questa reclusione non dispiaceva, erano in
maggior
numero persone bigotte e ottuse, che pensavano solo al loro orto e al
loro
gregge. Avvolte credevo di essere l’unica ad ammirare lo
splendido paesaggio su
cui vivevamo. Non ero una ragazza molto socievole, preferivo passare il
mio
tempo ad osservare le bellissime collinette verdi e marroni, stagliate
contro
il cielo grigio, che sfumavano in spiagge sabbiose e paradisiache.
Forse è per
questo che al villaggio mi credevano stupida. Ma poco importa.
Ad
Haworf, Abram Hunt, mio
nonno, gestiva una piccola biblioteca. Devo molto a mio nonno: oltre a
fatto
che mi ha accolta “amandomi dal primo istante in cui mi ha
vista” nella sua
casa dopo essere rimasta orfana quando avevo due anni, era grazie a lui
che
potevo considerarmi una delle poche ragazze veramente istruite di
Piuma. Tutto grazie
alle sue lezioni, didattiche e morali, e hai libri che mi consigliava.
Vivevo con
lui nell’appartamento sovrastante alla biblioteca, era un
piccolo locale,
appena una stanza da letto, un catino e una cucino con tavolo per i
pasti. Io dormivo
in un minuscolo soppalco sopra la camera di Abram. Era una stanzetta
microscopica, c’era spazio solo per il letto e un comodino.
Ma la adoravo lo
stesso. Purtroppo però, la nostra felicità era
compromessa da inutili e stupidi
motivi economici. La biblioteca e l’appartamento non erano
nostri, era stata
affittata a mio nonno per duecento rami d’oro
l’anno, che non era neanche la
metà delle nostre entrate. Ma cercavamo lo stesso di essere
felice, perché,
come ripeteva spesso mio nonno, “Non bisogna mai disperare
per ciò che non si ha,
ma ringraziare per ciò che già si
possiede.”.