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Autore: Tarisha    23/01/2015    1 recensioni
Serie: Cuore di Draco.
N° 7
inserita nello svolgersi della storia narrata nel libro "Harry Potter e il Principe Mezzosangue" e "Harry Potter e i doni della morte"
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'CUORE DI DRACO'
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L'OMBRA DELLA MORTE

 

 

I suoi passi nella stanza.

Continuavano a ripetersi, ossessivi.

Li contava.

Uno ad uno.

Perché così era certo di essere lucido, consapevole.

Uno ad uno li contava. E le sua labbra si riempivano di parole che non avrebbe mai pronunciato.

Se lo avesse fatto di Malfoy Manor non sarebbe più rimasta traccia.

 

Si era rinchiuso nella sua stanza.

Odiava stare dove stava Lui.

Odiava la sua voce, i suoi occhi, il modo di muoversi.

Odiava come lo faceva sentire.

 

Odiava.

Ed era stanco di odiare. Perché l'odio lo consumava. Succhiava la sua luce, era qualcosa di oscuro che divorava e divorava senza fine. Per lasciare cosa?

Un folle invaso dalla paura, affamato di dolore, manovrato da una mente terribile.

E lui non voleva diventare una simile creatura. Non voleva!

 

La missione era stata compiuta.

Silente era morto.

E lui aveva abbandonato per sempre Hogwarts.

 

Nascose il volto fra le mani.

I suoi occhi gentili.

Non li avrebbe mai più dimenticati.

Quando lo aveva visto cadere era precipitato con lui, distrutto dentro.

Mai avrebbe creduto di essergli così legato.

Come ad Hogwarts.

E ai suoi compagni. Alle risate, alle partite di Quidditch, alle lezioni impossibili di Hagrid, ai libri che tentavano di divorarlo, alle corse sui prati e nel cielo, alle armature canterine, al dormitorio dei Serpeverde sprofondato nelle viscere del castello, ai fantasmi dispettosi...

 

Le mani scivolarono fra i capelli. Sollevò lo sguardo e lo fermò su di una foto.

Lei lo salutava con un sorriso pieno di luce e di cose svanite.

 

L'aveva rubata.

Scivolata a terra da un libro di Pelo Rosso se ne era impossessato prima che lui avesse avuto la possibilità di accorgersene.

 

Vi passò le dita in una carezza piena di rimpianti e dolore.

Adesso lei aveva tutte le ragioni per odiarlo. Non poteva più fare nulla.

«Ho perduto tutto. Anche la mia vita.» mormorò alle ombre.

Ma non sei diventato un assassino, sussurrò la sua anima esausta.

 

Piton.

 

Lo aveva salvato.

Gli doveva la sua sanità mentale.

Anche della sua anima, forse?

 

Un urlo si elevò da qualche parte del maniero.

 

Non ce la faceva più.

Quando sarebbero cessate le torture?

Ah! Aveva un desiderio di infliggere morte che lo incendiava di furia. Avrebbe voluto spaccare il cuore di Voldemort, ma dubitava che ne possedesse uno.

Emise una risata che si spezzò in gola.

Chi prendeva in giro? Non sarebbe mai riuscito ad eliminarlo.

Questo compito spettava ad un altro.

 

Si avvicinò alla finestra. Il cielo era vuoto, silenzioso.

 

«Non fermarti! Maledizione! Non fermarti!» sibilò con il viso contratto.

Avrebbe salvato lei. Lei che doveva vivere.

Perché lui poteva vivere solo se lei era viva.

 

L'urlo si ripeté. E ancora. E ancora. E ancora.

Serrò i pugni e ricominciò a contare i passi. Uno ad uno. In un movimento folle, pronunciando i numeri ad alta voce per non sentire più l'orrore che si andava scatenando nella sua casa.

 

Contava. E vedeva il volto di lei. E il volto di Silente. E quello di suo padre, di sua madre... e quello di Voldemort.

 

I suoi passi. Li contava uno ad uno.

Fino a quando non si udirono più urla.

 

Si fermò.

Sentiva il richiamo della follia. Era poco lontano da lui. Suadente lo cercava.

 

I suoi occhi saettarono verso la foto e il volto di lei lo afferrò.

Lo chiamava. Luminosa.

 

Incatenato a lei. Per non impazzire.

 

Lei.

 

Solo lei.

 

Solo lei.

 

Le urla ripresero e lui cadde in ginocchio coprendosi le orecchie.

 

Cercò lei.

 

Lei.

 

Lei che lo stava salvando senza saperlo.

   
 
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