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Autore: Redapple_    24/01/2015    3 recensioni
Fanfiction sulla coppia OutlawQueen; e se Robin e Regina, essendosi conosciuti durante il sortilegio di Zelena, avessero oltrepassato il suo portale temporale?
Dal Testo:
"Se ti dicessi una cosa, capiresti?"
"Qui l'unico che non capisce sei tu"
"Io credo di amarti" dice guardandomi negli occhi e in quel momento era chiaro, era chiaro che anche lui provava quello che io sentivo già da tanto. Noi ci apparteniamo, tu lo sapevi Regina, ma non lo avevi mai capito, che stupida. E ora il passato ti tormenta più che mai
"Ti amo anche io" Se solo fosse così facile...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Lady Marian, Regina Mills, Robin Hood, Signor Gold/Tremotino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*Foresta Incantata*

Marian vedeva il portale richiudersi davanti a lei portando con sé suo marito e la regina cattiva e per un momento provò rimpianto per averli lasciati andare. Loro con suo figlio avrebbero vissuto una vita bella e felice insieme e lei sarebbe rimasta lì, smarrita nei boschi della Foresta Incantata senza poter tornare dalla famiglia per non compromettere il futuro. Ma non aveva senso seguirli, avrebbe vissuto una vita con suo figlio e con Robin, ma lui non sarebbe stato contento e lei avrebbe provato senso di colpa per il dolore del marito, che oramai non sarebbe più potuto essere suo. Quel gran vento si intensificò per un attimo e poi svanì lasciandola da sola nella foresta, con la vera Regina Cattiva che probabilmente le avrebbe dato la caccia. Vide la Sovrana allontanarsi dalla foresta in direzione del castello del signore Oscuro, così presa dalla curiosità spiò tutto quello che succedeva dalla finestra. La regina parlava animatamente con Tremotino: “Regina mi aveva promesso che avrei avuto il mio compenso da te”
“La tua ricompensa è questa” il Signore Oscuro le mostrò una fiala, con dentro un liquido scuro
“Che cos’è?” chiese lei affascinata
“Non vuoi scoprirlo? Bevila” lei lo guardò incuriosita, sapeva che non le avrebbe potuto fare del male così bevve tutto il liquido. Per un momento chiuse gli occhi e oscillò un po’ per poi ricomporsi.
“Cosa ci faccio qui? Cosa vuoi ancora da me?” chiese spaesata a Tremotino
“Chiederti come va la tua ricerca di Biancaneve, a che punto siete?” in quel momento Marian capì cosa era successo, capì cosa c’era nella fiala, una pozione della memoria! Quando vide che la conversazione finì e che Regina stava uscendo dal castello, corse lontano dal castello il più velocemente possibile. Purtroppo non fece in tempo e la Regina Cattiva la vide e catturò.
“Sapevo che ti avrei ritrovata, sai dove sono gli altri due?” le chiese anche se sapeva che non avrebbe avuto una risposta
“Non qui” disse lei e come fece la prima volta non oppose troppa resistenza e si lasciò catturare e condannare, ma questa volta nessuno l’avrebbe salvata e forse era meglio così.

Qualche giorno dopo Marian si svegliò in prigione, le guardie erano andate a chiamarla. Il giorno fatidico era arrivato, questa mattina ci sarebbe stata la sua esecuzione. Le guardie aprirono la porta arrugginita della cella e trascinarono la donna fuori, la portarono davanti alla ghigliottina. Davanti a loro la Regina guardava l’esecuzione attentamente con uno sguardo sadico. La donna fu messa in ginocchio e la testa infilata nell’incavo apposito. In quel momento vedeva solo la Regina Cattiva, quella che aveva distrutto così tante vite e famiglie e non si riusciva a convincere che una donna come quella potesse mai cambiare, l’ultimo pensiero rivolto alla sua famiglia che ora era felice lontana da lì e a un segno col capo della Sovrana la lama scese sul collo di Marian, la quale guardava con disprezzo quella donna così malvagia.

*A Storybrooke*

Nei giorni seguenti nonostante tutto quello che è successo tra noi, io e Robin non ci vediamo molto, se ci incrociamo per strada ci salutiamo normalmente, altrimenti non ci parleremo affatto. Non è colpa mia, è lui che mi evita, i primi giorni mi sembrava quasi normale e non ci facevo molto caso perché capivo cosa stava provando, ma ora non lo capisco più. Sua moglie teoricamente è da tanto che è morta, l’ha rivista tornando nel passato ma sapeva che non sarebbe mai stato lo stesso anche se fosse tornata con noi, in effetti anche io ho rivisto mio padre… Avrei tanto voluto portarlo con me, ma non potevo perché sapevo che il suo destino era di morire per farmi lanciare il sortilegio, e ora non posso più farci nulla, è andato ormai e mi ha distrutta averlo rivisto ma la mia vita va avanti, perché avevo già accettato il fatto che è morto.

Naturalmente ho raccontato tutte quello che è successo a Mary Margaret e lei, come sempre, è riuscita a trovare un modo per non farmi pensare a mio padre (o a Robin) mettendomi a fare la babysitter a Neal. Non credevo che potesse essere una buona idea, ma in realtà io ho un debole per i bambini e mi piace tanto badare a lui, anche se proverò sempre un pochino di invidia per quella famigliola felice. Quasi tutti i pomeriggi vado a casa loro e sto un po’ con Neal e la madre, e tra mille chiacchiere con la mia figliastra e dei pianti del neonato, per qualche oretta non penso a nulla e mi rilasso. Un giorno mentre andavo da Snow vedo Robin per strada, ha suo figlio per mano e all’inizio non mi vede ma poi si accorge di me, mi sorride leggermente e mi supera senza dire una parola… Non riesco a capire perché fa così, è passata quasi una settimana e mi ha rivolto la parola solo una o due volte la mattina al bar, con un piccolo sorriso mi dice “Buongiorno” e io gli rispondevo lo stesso e fine della conversazione. Mi fa stare male questo comportamento, dopo tutto quello che è successo tra noi eccoci qui, come se fossimo estranei senza scambiarci parola.
Ovviamente Mary Margaret vuole sapere tutto quello che succede tra noi perché sospetta che sia successo qualcosa durante il nostro ‘viaggio’ nel tempo e non ha torto: “Regina, non potete continuare così. Non so cosa non vuoi dirmi, ma so che sicuramente è successo qualcosa fra te e Robin, prima sembravate una coppietta di innamorati e ora quasi non vi parlate! Ti prego dimmelo, posso aiutarti” mi fa uno dei suoi sorrisi comprensivi e penso che magari a lei posso dirlo, dovrei sfogarmi con qualcuno…
“Hai ragione, è successo qualcosa. Non so se sia una buona idea dirtelo, ma mi devo sfogare quindi…” lei si mette a sedere e aspetta che continui “Io e Robin abbiamo avuto una specie di flirt (?) insomma fatto sta che sua moglie ha sospettato tutto e ora è morta probabilmente per colpa mia”
“No no no aspetta, voi due avete…?” io la guardo negli occhi e mi sento arrossire leggermente e lei capisce tutto e sgranando gli occhi esclama: “ma è fantastico!” non è proprio la risposta che mi aspettavo da lei.
“Come fantastico!? Hai sentito cosa ho detto? Marian lo ha scoperto, si è sacrificata per la sua felicità e ora è morta!” dico esasperata
“Regina, tu e Robin vi amate, non avrebbe avuto senso se Marian fosse tornata con lui. Lui ama te”
“Beh non sembra molto che mi ami, visto che non mi parla da oltre una settimana”
“Non hai mai pensato che forse lui sta aspettando che gli parli tu? Magari ha solo paura che tu non lo voglia più o chissà cosa” dice sempre sorridendo come una bambina “Tu devi parlargli e chiarire con lui, solo così potrai capire il perché del suo atteggiamento!” in effetti ha un suo senso e poi peggio di così…
“Okay, hai ragione. Proverò a parlargli” lui sembra più felice di me e quindi freno il suo entusiasmo “Ma tu non devi dire a nessuno tutto quello che ti ho raccontato” lei fa di sì con la testa sorridendo.
 
Passo correndo per casa, cercando dei vestiti da mettermi. Ho deciso, oggi andrò da Robin e gli parlerò, non posso più aspettare che lui mi dica qualcosa, così prendo in mano la situazione come ho sempre fatto. Non importa dire che sono nervosissima, ho paura di cosa potrebbe dire e penso sempre al peggio. Ho una paura enorme che mi dica di non volermi più, di essere arrabbiato con me per aver ucciso Marian, ma in me ancora una piccola assassina speranza c’è sempre per complicarmi e distruggermi quando tutto finirà.
Finalmente trovo il vestito giusto, è blu, abbastanza attillato e arriva fino al ginocchio, niente di speciale ma adatto diciamo. Verso sera mi decido a uscire di casa, prendo coraggio e mi avvio verso la mia macchina per raggiungere l’accampamento dei ladri. Prima di entrare in macchina però, vedo Robin nella stradina che porta a casa mia, è da solo senza Roland e così facendo un gran respiro gli vado incontro, lui appena mi vede si immobilizza
“Buonasera” dico sorridendo
“Buonasera” mi risponde lui un po’ incerto
“Io… stavo venendo da te, dovevo parlarti” cerco di sembrare meno nervosa possibile
“Ehm anche io in realtà ero venuto qui per parlarti” dice sorridendo così indicando la porta di casa gli chiedo se vuole entrare e lui accetta.
Mi segue dentro e ci sediamo sul divano poi gli chiedo se vuole qualcosa da bere, ma è solo una scusa perché in realtà ho bisogno io di qualcosa per incoraggiarmi, così porto due bicchieri con del Whisky porgendogliene uno.

Stiamo a fissare il vuoto per qualche minuto non sapendo cosa dire, poi prendo un sorso dal mio bicchiere e cerco di rompere il ghiaccio “Senti Robin, ho capito quello che ti succede. Probabilmente non vuoi più avere niente a che fare con me dopo quello che è successo a tua moglie, ma ci tenevo a chiarire questa situazione una volta per tutte perché io provo sempre qualcosa per te ma anche tu hai ragione ad evitarmi” dico tutto d’un fiato, come se mi fossi imparata a memoria il discorso e lui rimane sorpreso per un attimo ma poi mi sorride divertito “Cosa c’è di divertente? Se sei venuto qui per ridere di me...” lui mi interrompe prima che finisca la frase prendendomi la mano.
“Regina, io sono venuto qui per dirti esattamente la stessa cosa. Io ti amo e continuerò ad amarti per sempre. All’inizio ero solo scosso per quello che era successo con Marian, ma poi credevo che sarebbe stato meglio non sentirci per un po’ e cercare di capire quello che provo… Non ci parliamo da una settimana e so che è colpa mia, ma tutte le volta che ci incontravamo la mattina non riuscivo a non pensare a te. Ora ho capito che non posso andare avanti così, voglio sapere se tu mi vuoi ancora. Ti chiedo scusa per non averti parlato prima, avevo solo paura che non mi avresti perdonato perché non posso stare senza di te” Sento le lacrime salirmi agli occhi, e sorrido cercando di trattenerle “Puoi perdonare la mia stupidità?” in quel momento sento il mio cuore fermarsi, non sapevo più che fare. Io volevo parlargli e cercare delle risposte da lui per risolvere la questione, ma mi sarei aspettata una risposta molto diversa, in fondo lui mi ha evitata per una settimana e ora non ha nemmeno un spiegazione plausibile, ma come faccio a resistergli? L’unica cosa che so per certo è che non vorrei mai rinunciare al mio vero amore, e mi lascio andare con felicità
“Non sai quanto mi sei mancato” dico e una lacrima di gioia mi scende piano sul viso, e guardandolo negli occhi mi avvicino, lui mi carezza il viso asciugandomi leggermente la lacrima dal volto e molto lentamente si avvicina facendo unire le nostre labbra. Il bacio durato qualche secondo riesce a farmi venire i brividi come la prima volta e dopo mi sento molto più sicura, le mie ansie vengono spazzate via per lasciare il posto all’amore per quel ladro con il tatuaggio di un leone. Sembra che quando sono fra le sue braccia e le nostre labbra unite mi sento una persona diversa, anzi, mi sento la persona che ero prima di perdere l’amore. Ora che l’ho ritrovato non posso permettermi di lasciarlo andare “Ti amo” gli sussurro quando ci stacchiamo e lui mi abbraccia dolcemente rispondendomi “Anche io”. Restiamo abbracciati sul divano lui mi accarezza la testa con fare protettivo e sento che potrei restare lì con lui per sempre.
Stiamo così per un po’, la sua mano mi accarezza le braccia e il viso con dolcezza, poi mi lascia un leggero bacio sulla tempia e fa per tirarsi su, forse intenzionato ad andarsene, ma io lo fermo e mi giro, prendendo il suo viso tra le mani lo bacio, un bacio che diventa sempre più passionale e che sembra risvegliare tutti i nostri sensi. Lui mi tira a se avvicinando sempre di più i nostri corpi, mi accarezza la schiena e cerca di avvicinarmi ancora di più e piano piano si distende sul divanetto portandomi sopra di lui, le mie mani si precipitano meccanicamente sui bottoni della sua camicia e inizio a sganciarli lui poi si solleva per lasciarmela sfilare completamente. Qualche secondo dopo, mentre mi stava sganciando il vestito sentiamo un rumore provenire da fuori la porta, il cancellino davanti casa si apre e sentiamo dei passi avvicinarsi verso la porta.
Ci tiriamo su velocemente e vediamo la porta aprirsi e fare entrare un allegro Henry. Così mi ricordo che gli avevo chiesto se poteva dormire da me stanotte e quindi eccolo lì, con una borsa a tracolla con dentro le sue cose.
“Mamma? Ci sei?” sentiamo Henry urlare appena entrato e lo vediamo girarsi verso di noi. In quel breve lasso di tempo non abbiamo avuto modo di sistemarci, perciò lui è senza maglia e io sono a sedere su di lui con il vestito mezzo calato. Vedendo la faccia di Henry velocemente mi tiro su il vestito e alzo dal divano 
“Henry… sei qui! Credevo non venissi più” dico cercando di sembrare tranquilla e normale
“Beh ho cambiato idea, credevo ti facesse piacere… ma se hai altro da fare me ne vado…” risponde imbarazzato lui, guardando prima Robin e poi me con gli occhi ancora spalancati
“No no no, resta tesoro” dico velocemente e vengo interrotta da Robin, che intanto si era rivestito
“No, non c’è bisogno, Io me ne stavo andando comunque… Piacere di averti rivisto Henry” gli dice sorridendo e andando verso l’uscita, io lo seguo “Ci sentiamo domani” mi sussurra davanti alla porta e mi dà un veloce bacio sulla guancia.

Cerco di calmarmi e mandare via il rossore di imbarazzo che l’entrata a sorpresa di Henry ha provocato, mi passo le mani fra i capelli per sistemarmi e mi giro verso mio figlio. Lui sembra un po’ perplesso, ha ancora gli occhi spalancati, poi si ricompone e mi guarda alzando un sopracciglio
“Allora… tu e Robin Hood eh”
“Henry… Non c’è nessun me e Robin Hood!” dico cercando di sembrare seria
“Si, ed è per questo che eravate distesi sul divano a sbaciucchiarvi” dice con un ghigno malefico
“Ok, devi scordarti quello che hai appena visto, va bene?”
“Sì, a patto che tu mi racconti di Robin!” dice sempre con quel ghignetto e vedendo che non gli rispondo continua tutto eccitato “Dai mamma! Voglio sapere tutto!! E’ successo quando siete tornati nel passato vero?” inizia a farmi mille domande alle quali non ho proprio voglia di rispondere, ma insiste e così mi tocca raccontargli qualcosa. Ci sediamo sul divano e gli racconto di come ci siamo conosciuti, di cosa è successo con sua moglie e tutto fino a ora; ovviamente tralasciando dettagli che non è opportuno raccontare a un ragazzino.

Alla fine del mio racconto ci rendiamo conto che siamo stati un’ora a parlare, lui mi interrompeva per farsi spiegare sempre di più per questo ci ho messo tantissimo a finire di raccontare. “Ora basta, ti ho raccontato anche troppo”
“Okay okay, ma che ore sono?” dice guardando l’orologio, per poi spalancare gli occhi “Credo di avere fame” dice e mi ricordo che ancora non abbiamo cenato
“Cosa vuoi da mangiare?” chiedo alzandomi da divano e vedendo lui che mi segue in cucina.

Dopo aver cenato velocemente, verso le 23 ci mettiamo a letto, ma io non ho sonno, resterei tutta la notte a pensare a tutto quello che è successo oggi. Piano piano il sonno prende il sopravvento e i miei occhi si chiudono ma la mia mente continua a vedere il volto di Robin, la mia pelle continua a sentire il calore delle sue braccia attorno a me, tutti i miei sensi si ricordano di lui e ne hanno ancora bisogno. 



__Spazio Autore: Ciao a tutti! Innanzi tutto mi scuso per il ritardo della pubblicazione. Vorrei ringraziare tutti i miei lettori e recensori :) Spero che il capitolo vi sia piaciuto, alla prossima! <3___
   
 
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