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Autore: crisalide    25/11/2008    1 recensioni
Libertà! Cosa è la libertà se dopo il tramonto ci sarà una nuova alba?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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quotidianità

quotidianità

Il ballo irrispettoso delle puttane che si mostrano davanti agli occhi, pelle nuda e sudata.

Una danza oscena da cui non ci si può estraniare, non totalmente.

I nastri colorati del gioco in realtà sono catene.La maschera cade e mostra il volto di cui si era perso il ricordo.

Burattino in ginocchio sull’orlo delle fiamme.

Danza, danza burattino, perché domani è un altro giorno.

Un altro giorno? Nausea, vomito e nausea salgono in gola.

Perché questo tanto ripetuto giorno ha perso significato e la sua storia è stata buttata tra le fiamme.

Ci sarà sempre un giorno, dopo una notte di sogni.

Follia! Cosa diavolo vuole rappresentare il domani, se dopo questo giorno ne seguirà un altro.

Il sole! La luna!

Pupazzi logori come noi, le toppe si stanno sgualcendo e ne esce fuori il nulla.

Il nulla! Cos’altro sono i nostri giorni continui, continui, continui?

La marionetta impazzita fugge lungo la strada e corre, corre libera urlando la sua dolce follia:

“Oh, vi racconto un così spaventoso orrore…. “ e ride e piange, perché non sa se tutto questo è gioco o cruda realtà fatta di ossa e carni.

L’amore! L’odio! La disperazione, la felicità!

Creazioni perfette per farci dimenticare la quotidianità, punk fatto che dopo queste illuminate parole collassa incurante della sporcizia.

Non ha retto, poverino. Le urla della marionetta pazza gli hanno mostrato che non c’è libertà.

Libertà! Cosa è la libertà se dopo il tramonto ci sarà una nuova alba?

“ Tu vedi la libertà in tutto questo? A te interessa la libertà? Di che libertà stai parlando?” La marionetta continua a correre e disperarsi, urla e ferma passanti, si strappa i capelli disperato e singhiozza ridendo istericamente.

Nelle mani di un medico con licenza di uccidere!

La marionetta viene fermata e legata ad un letto con urgenza.

Un altro uomo scappato! Un altro uomo caduto! Un altro uomo impazzito!

“Uomo? Ma di che stai parlando…” I sussurri di un pupazzo con un camice da malato e cinghie alle mani e ai piedi.

Malato! Malato e assuefatto dalla quotidianità, nausea, vomito.

Dipendente dalla quotidianità, dall’aria che respiri dal primo attimo in cui hai visto la luce. Non puoi fermarla.

La marionetta ride e si contorce, fa sobbalzare il letto e gemere gli altri pazzi CURATI con lui.

La testa le ricade sulla spalla e con sguardo vuoto fissa il soffitto scrostato, mentre scandite gocce le entrano nelle vene e si mischiano col sangue aprendosi una strada fino al cervello.

Il calendario gira, gira, di giorno in giorno di ora in ora, di minuto in minuto di secondo in secondo.

La marionetta si dondola e si spezza i polsi nel tentativo di fuggire dalle cinghie.

Non ti lasceranno.

Tira fino a che il cuoio non ti entrerà nelle carni gonfie di pus e il sangue non imbratti il cuoio, grida fino a romperti le corde vocali e piangi fino a consumarti gli occhi, respira a scatti tentando di smettere.

Da quanti giorni sei dentro marionetta?

Da quanti minuti?

Da quanti secondi?

Urli ma non ti ascolti, spirali di follia e lucidità illuminata che hanno un costo in TEMPO.

Corri, corri e non fermarti, il tempo passa e tu ne hai già consumato troppo, corri che il tempo è denaro, corri perché è già tardi e sei in ritardo, sei in anticipo, sei in orario, CORRI perché il tempo è agli sgoccioli, corri perché i minuti che perdi non ritorneranno mai indietro, corri, corri, corri, CORRI.

Gocce di farmaci che cadono lungo la flebo.

Gocce di sangue che colano dai polsi recisi.

Crisalide di follia nel profondo del tuo cuore e delle tue carni putrefatte, marionetta.

“Un requiem per te, spero che ti raggiunga.”

Il testo in corsivo è tratto dalla canzone " Requiem", di Miyavi

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