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Autore: Thingsthinker    24/01/2015    3 recensioni
Era come se questi pezzetti di sogni, queste paure, frammenti di segreti svelati, si avvinghiassero al suo cervello e piano piano gli aderissero, fino ad essere assorbiti. Ognuno di essi andava a far parte della sua incredibile memoria sensibile, ed eravamo sicuri che prima o poi l'avrebbe tirato fuori.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lena
e morirono frammenti di sogni.




E balliamo sui crateri dei vulcani
a braccia aperte viviamo per sempre
lanciami giù da una nuvola nera
voglio arrivare prima della pioggia.


Lena era tempesta, di quelle che non scordi.
Le sue parole, i suoi gesti, il suo carisma ci sfioravano e non potevamo far altro che aggrapparci, con il desiderio ossessivo di esserne trascinati, di essere con lei, come lei, di essere lei.
Ma nessuno era Lena. E Lena era tutti.
Ci capiva. Ma non era comprensione, la sua. Era semplicemente fatta così, come se non potesse fare a meno di scavarci dentro in un modo metodico e logico. Dopo una conversazione del tutto superficiale conosceva le nostre paure e i nostri sogni. Ce li lasciava, ma ne portava con se un pezzettino. 
E qualcosa, in lei, in quel suo sguardo di un'ironia pungente, nel sorriso furbo - così conscio di essere accattivante da risultare sincero -, e nel fatto che non si riteneva superiore - anche se lo era, oh, se lo era, era superiore a tutti noi -, ci spingeva ad aprirci a lei. Sapeva cose di ognuno di noi, e non le diceva a nessuno.
Ed era come se questi pezzetti di sogni, queste paure, frammenti di segreti svelati, si avvinghiassero al suo cervello e piano piano gli aderissero, fino ad essere assorbiti. Ognuno di essi andava a far parte della sua incredibile memoria sensibile, ed eravamo sicuri che prima o poi l'avrebbe tirato fuori. 


 
E su una corda nel vuoto lasciami correre
voglio sentire il vento sul cuore
torneremo giù insieme,
ci sarà ancora un mondo a cui tornare?



Così Lena era Lena. La vedevamo correre per i corridoi, infervorata da qualche ingiustizia o eccitata per qualcosa; trovavamo i libri che lasciava sempre in giro, frammenti di mondo sul quale il suo cervello si riposava di tanto in tanto.
Di tutte le persone che l'avevano odiata, non aveva mai parlato con nessuna. Si limitava ad ignorarli, non facevano parte del mondo per cui combatteva a spada tratta.
Invece poi cambiò. Lena non era più così. Ora non'appena sentiva un cattivo commento sul suo conto andava a cercare il colpevole, lo affrontava faccia a faccia, con una calma disarmante, il fuoco negli occhi, la lingua gelida. Gli faceva esporre le sue ragioni con domande mirate e geniali, finchè il colpevole non balbettava qualche scusa e allora, solo allora, quando un'ammissione di colpa indiretta era stata compiuta, quando l'individuo era rimasto folgorato dal suo modo di fare, Lena tendeva la mano.
"Di nuovo amici?"


 
E ci arrampicheremo su sogni intrecciati
lasceremo cadere le paure
staremo insieme in quel posto segreto,
ma i segreti non ti sono mai piaciuti.



E quella mattina fummo i primi a saperlo.
Entrò un professore e diede la notizia. 
Quella mattina.
E ci immaginammo tutti il corpo di Lena sull'asfalto bagnato vicino a due macchine devastate fra loro, ennesima causa di un cataclisma. La pioggia che spegneva gli occhi profondi in cui il fuoco della vendetta non avrebbe più bruciato. 
E morirono con lei frammenti di sogni altrui, di paure sconosciute.
Morirono con lei segreti rubati.
E morì un frammento del ragazzo che l'aveva amata, l'aveva amata sempre.
Morì un frammento della sua amica d'infanzia che non si sentiva mai abbastanza accanto a lei.
Morì un frammento di tutti quelli che la odiavano.
Morì un frammento dei suoi genitori e dei suoi amici.

Ma non morì il suono dei suoi passi veloci, il fruscio dei lunghi capelli spettinati, sempre.
Ci sembrò ancora di udire le sue risposte brillanti, il suono della sua voce passionale che rimbombava nell'aula di musica.
Non morì il senso di giustizia che aveva instaurato in noi.
E non morì, non morìmai, la speranza che aveva dilagato tanto con la sua vita quanto con la sua morte. Non morì l'idea che un mondo migliore potesse esserci.
Un mondo un po' meno migliore del previsto, ma pur sempre migliore.

 
E sceglieremo i peccati da compiere
come noi non sarà nessuno
anche se vai non ci lasciamo,
hai preso quel che non ti apparteneva
ma solo tu potevi prenderlo.



 
NIENTE DA DIRE. MI E' VENUTA E L'HO SCRITTA. UN BACIO, LEE.


 
  
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