Breaking me Down
…A volte mi
chiedo perché passo la giornata a scrivere cazzate…
-Secondo Capitolo e
iniezioni di insulina varie ed eventuali-
Buonasera a voi tutti. Vi pongo un indovinello
interessante: quante parole servono per far apparire una tragica storia d’amore
come un’accozzaglia diabetica di immense cazzate?
No, cinque sono troppe. No, chi è l’idiota che ha
detto una? Come fai a rovinare un intero libro con una sola parola? No,
ragazzi, non ci siete proprio. Il tre non smentisce nemmeno in questo caso la
sua fama di numero magico. Infatti, signore e signori, vi informo che per
abbattere il senso del romanticismo di ogni singolo essere umano sulla terra
(Moccia escluso, chiaramente) bastano solo tre parole.
“Già mi manchi.”
Orrido.
Che infame e vile colpo basso da parte della
scrittrice! Sicuramente, non voleva davvero far dire “mi manchi già” alla sua
adorata protagonista; stava semplicemente scontando una sorta di castigo, una
pena imposta dal parroco per poter essere assunta in paradiso, senza troppe
formalità con San Pietro.
Fatto sta che Bella Swan, nonché donna più
fortunata dell’universo, aveva appena pronunciato
queste parole davanti al suo fidanzato.
“Se vuoi resto.”
Urgh. Altro colpo basso. Ma più in basso. Un
vampiro che dice “se vuoi resto”. Bram Stoker si starà rivoltando nella tomba.
“No, dai, piangerò tutta la notte, mi dispererò e
il letto sembrerà incredibilmente caldo senza di te, ma…”
“No, Bella, resto. Posso non andare. In fondo,
agli addii al celibato ci si annoia sempre.”
Le sorrise sghembo. O lui o il sorriso. Fate
voi.
Bella si sentì sopraffare da una vampata di calore
e, come ogni ragazza che si vede rivolgere un sorriso sghembo (?) dal legittimo
fidanzato, smise di respirare.
Andò in tilt. K.O. Fine della storia arrivederci e
grazie.
Ci avete sperato, eh?
No, purtroppo, come ogni bravo ragazzo
iperprotettivo Edward prese Bella tra le braccia e le tirò una serie di ceffoni
per farla ripartire.
“Amore?”
“Sì, Edward?”
“Ti amo.”
“Anch’io ti amo.”
“Io di più. Te lo dimostro: attacca prima tu.”
“No, attacca prima tu.”
“No, dai tu, per favore.”
“Bella?”
“Sì?”
“Non siamo al telefono…”
“Ah. Beh, ti amo tantissimo, pasticcino mio.”
“Anch’io, puzzina cara.”
“Sei la cosa più importante che ho, topolino
adorato…”
“…”
“Cosa c’è? Non mi ami più?”
“Mio fratello ci sta ascoltando.”
“Ah. Ciao, Jasper.”
Jasper guardò Bella con la benevolenza di un
adolescente dopo una delusione d’amore guarda un double cheeseburger.
Cetriolini compresi. Poi, alzò un sopracciglio e la fissò con l’aspettativa di
un sordo che si fa dare indicazioni da un cieco.
Passanti presi per sbaglio a bastonate compresi.
“Jasper, devo proprio venire all’addio al
celibato? Sono già stato a tutti gli addii del mondo…”
“Edward, beato imbecille, questo è il tuo addio al celibato.”
“Lo so, ma…”
“Emmett dice di dirti che se non vieni subito ti
trascina lui…”
“Sai che paura…”
“...e che ti violenta.”
“Sono pronto, Jasper. Andiamo?”
Bella restò attonita per qualche secondo dopo
l’ultimo scambio di battute. Pensava ad altro. Non al Deficit, ma al Prodotto
Interno Lordo. Causa di tutti i suoi problemi. Sospirò.
“Bella! Cosa c’è? Stai bene?!
Ti sei slogata un’unghia?!”
Bella per tutta risposta sospirò di nuovo.
Jasper pensò che ci avrebbero fatto notte nel vero
senso della parola e alzò gli occhi al cielo
disgustato. Santa pazienza. Quanto si era rincoglionito suo fratello da uno a
dieci? Quarantacinque?
“Bella, amore, cos’hai?”
“Nulla, non ti preoccupare…”
Jasper si sporse dalla finestra e afferrò un boa
constrictor per la coda. Iniziò a tirarlo e ad annodarlo.
“Dai, dimmi cos’hai…”
Jasper fece un fiocco con il boa.
“Niente, tesoro. Va e torna col tuo scudo o su di esso.”
E lo appese alla finestra come acchiappasogni.
Quel povero serpente aveva l’aria un tantino debilitata.
Edward sorrise. In modo sghembo, naturalmente,
perché, dovete sapere, che a causa di un difetto genetico il nostro caro Ed era
impossibilitato a sorridere in modo normale. Perché non ho accennato a questo
difetto di Edward nel primo capitolo? Perché, me lo sono inventata adesso. E
dalla regia mi dicono che è nel mio contratto sindacale, quindi…tié!
Dicevamo.
Edward sorrise. La sua Bella era così colta. Oltre
che bellissima, fantastica, intelligente, con un buon odore, ironica, imprevedibile-ma-in-senso-buono e speciale-non-strana…
“È la frase con cui le mogli degli spartani
salutavano i loro mariti. Anch’io adoro Sparta, sai?”
“Sparta? Cos’è Sparta? No, io dicevo il film…”
Edward scambiò una veloce occhiata con Jasper, che
si limitò a fare spallucce e a indicare con una certa insistenza la finestra.
Unica loro via d’uscita. Di scampo. Di fuga. Da Bella, la più insulsa creatura
dell’universo, secondo Jasper. L’istinto di sopravvivenza non è da sottovalutarsi anche se si è morti da un pezzo.
Edward tornò a guardare Bella e si perse nei
meandri labirintici dei suoi profondi ed espressivi occhi color cioccolato
(poi, si lamenta perché tutti la scambiano per cibo). Bella ricambiò lo sguardo
e lei invece si perse nella saggezza millenaria (2008-1901= ho tre e mezzo in
matematica, chiedo venia) dei suoi occhi dorati, macchiati di
nero e striati d’opale grigiastro con un lieve accenno del verde che fu.
Voleva sposarla, ne era certo. Gliel’avrebbe detto
e le avrebbe chiesto lo scambio degli anelli in quel preciso istante se non ci
fosse stato Jasper a tre metri da loro.
Voleva scoparlo, ne era certa. L’avrebbe sbattuto
sul letto in quel preciso istante se solo Jasper non fosse stato lì a fare il
guardone a due passi da loro.
(Come avrete notato i numeri in
questa fan fic sono estratti a sorte.)
I due si avvicinarono lentamente come spinti da
una forza superiore, bellissima e terribile insieme, ma parlare di fato era
restrittivo davanti all’immortalità. Parlare di ananké era solo un viaggiane senza senso
dell’autrice che ricorda i bei tempi del programma di prima. Parlare di Dio o
Destino era troppo…qualcosa. Quindi, si stavano avvicinando, un secondo alla
volta, come per aumentare l’attesa per l’incontro magico della
loro labbra. Perché, dovete sapere che le loro labbra si incontravano
solo sotto stretta sorveglianza dell’autocontrollo di Edward.
Poi, diciamo che sono i prof a essere frustrati
sessualmente!
Jasper osservava la scena alla moviola con
crescente irritazione e insofferenza. Si guardò intorno sconfortato e la sua
attenzione venne nuovamente catturata dalla finestra
aperta dietro di lui.
Si sporse e afferrò un pitone di due metri. Gli
tirò il collo e iniziò a rigirarselo tra le mani, cercando il punto migliore da
cui iniziare.
“Bella…” sospirava intanto Edward.
“Edward..” sospirava di
rimando Bella.
“Jasssper…” disse il pitone, nella speranza di
essere scritturato come comparsa in altre fanfiction.
“Pitone…” disse Jasper, giusto perché gli sembrava
il caso.
Il boa-acchiappasogni alzò gli occhi al cielo e
mormorò qualcosa che suonava molto come “ma in che cazzo di fanfic sono
finito…”.
Passarono diversi secondi in cui non accadde
assolutamente niente.
Passò un minuto in cui Jasper e il Pitone decisero
di presentarsi ufficialmente.
Passò una mezz’oretta durante la quale Bella ed Edward erano finalmente arrivati al momento di baciarsi.
Quando…
“Non amarme!” strillò Edward “Sono un attore di soap-opera argentino! Non puete amarme, Bella! non puete.”
Se i pitoni potessero
parlare con la stessa scioltezza dei boa constrictor, il nostro eroe (il
pitone) avrebbe certamente informato il gentile pubblico che il degenero di
questa fanfiction ha raggiunto il confine con la dignità umana. Se i muri
potessero rendersi conto dello scempio a cui assistono
frequentemente in queste pagine, denuncerebbero l’autrice senza tanti
complimenti al cuoco.
Se la Mayer sapesse parlare italiano e leggesse
questa fanfiction, verrebbe a cercare la suddetta autrice con una mazza da
baseball in mano.
Se ‘i mi nonno aveva le rote era un carretto…
“Cosa?” Chiese Edward all’improvviso. Gli era
parso di sentire i pensieri di qualcuno di sua conoscenza…
“Cosa che?” Ribatté Bella.
“Cosa cosa che?” Fece eco Jasper.
“Ho mal di testa.” Mugolò il pitone.
“Devo fare la pipì.” Aggiunse il boa.
“I boa non fanno la pipì.” Sentenziò la Voce Fuori
Campo.
“Edward! Jasper! Muovete le chiappe! Sto
invecchiando qui sotto.” Ruggì Emmett da fuori.
“Tecnicamente,” Precisò
la Voce Fuori Campo “ i vampiri non invecchiano.”
Cosa successe a quel punto alla Voce Fuori Campo
non è notizia che sia pervenuta, lettori. Non che ce
ne importi niente, ma le Voci Fuori Campo di questi tempi di magra, e
inflazione, costano tanto.
A quel punto, tanto per farla breve, Jasper mandò
Bella in coma vigile col suo potere tranquillizzante, e trascinò Edward fuori
di casa. Il pitone se ne tornò a casa sua e scrisse un libro sulla diffusione
della droga e dei superalcolici tra i giovani. Il boa rimase attaccato a far da
acchiappasogni per ancora molte generazioni. E tutto è bene quel che finisce
bene. Perché, a pensarci bene, il libro per come continua poteva anche finire
qui e lasciare i lettori nella beata ignoranza.
Invece no, perché come lor signori sanno e non
volevano sapere, tra qualche capitolo c’è la scena…
…no, non ve lo dico, anzi.
Niente è gratis, sapete. Nemmeno le cazzate.
Quindi, io vi descrivo passo per passo quello (oh, sì, proprio quello) che la
Mayer ci ha sfumato essendo un’integralista cristiana,
se qualcuno di voi (lo zero è plurale, vero?) lettori mi spiega perché uno come
Edward dovrebbe innamorarsi di una come Bella. scusate,
ma la cosa mi uccide. Il figo sta con la bellona. Non di nome, di fatto.
Con questa battuta penosa, vi lascio alle vostre
vite interessanti o noiose che siano.
Forse, dovrei mettere tra gli
avvertimenti “sfogo personale” perché questa roba non fa ridere per niente.
Vabbé, spero che almeno sia utile a qualcuno per sfogarsi un po’ (insultando la
sottoscritta).
Amen.
Ne approfitto per ringraziare tutti
quelli che hanno commentato e i 6 che hanno messo “Breaking me Down” tra i
preferiti: vi stimo, ragazzi. Dovete essere molto pazzi, oppure io devo farvi
molta pena. XD!
Chi mi ama mi segua!