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Autore: Geliader    25/11/2008    13 recensioni
In buona sostanza è la ripresa, comica -o almeno si spera- di Breaking Dawn. ATTENZIONE: Questa storia contiene vampiri impotenti, serpenti intellettuali che parlano romanesco, banane, Voci Fuori Campo, licantropi burini, protagoniste folli, Zarri, scrittori suicidi e autrici con crisi ossessivo-depressive. Io vi ho avvisati XD
Genere: Commedia, Parodia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn
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Breaking me Down

Breaking me Down

 

…A volte mi chiedo perché passo la giornata a scrivere cazzate…

 

-Secondo Capitolo e iniezioni di insulina varie ed eventuali-

 

Buonasera a voi tutti. Vi pongo un indovinello interessante: quante parole servono per far apparire una tragica storia d’amore come un’accozzaglia diabetica di immense cazzate?

No, cinque sono troppe. No, chi è l’idiota che ha detto una? Come fai a rovinare un intero libro con una sola parola? No, ragazzi, non ci siete proprio. Il tre non smentisce nemmeno in questo caso la sua fama di numero magico. Infatti, signore e signori, vi informo che per abbattere il senso del romanticismo di ogni singolo essere umano sulla terra (Moccia escluso, chiaramente) bastano solo tre parole.

“Già mi manchi.”

Orrido.

Che infame e vile colpo basso da parte della scrittrice! Sicuramente, non voleva davvero far dire “mi manchi già” alla sua adorata protagonista; stava semplicemente scontando una sorta di castigo, una pena imposta dal parroco per poter essere assunta in paradiso, senza troppe formalità con San Pietro.

Fatto sta che Bella Swan, nonché donna più fortunata dell’universo, aveva appena pronunciato queste parole davanti al suo fidanzato.

“Se vuoi resto.”

Urgh. Altro colpo basso. Ma più in basso. Un vampiro che dice “se vuoi resto”. Bram Stoker si starà rivoltando nella tomba.

“No, dai, piangerò tutta la notte, mi dispererò e il letto sembrerà incredibilmente caldo senza di te, ma…”

“No, Bella, resto. Posso non andare. In fondo, agli addii al celibato ci si annoia sempre.

Le sorrise sghembo. O lui o il sorriso. Fate voi.

Bella si sentì sopraffare da una vampata di calore e, come ogni ragazza che si vede rivolgere un sorriso sghembo (?) dal legittimo fidanzato, smise di respirare.

Andò in tilt. K.O. Fine della storia arrivederci e grazie.

Ci avete sperato, eh?

No, purtroppo, come ogni bravo ragazzo iperprotettivo Edward prese Bella tra le braccia e le tirò una serie di ceffoni per farla ripartire.

“Amore?”

“Sì, Edward?”

“Ti amo.”

“Anch’io ti amo.”

“Io di più. Te lo dimostro: attacca prima tu.”

“No, attacca prima tu.”

“No, dai tu, per favore.”

“Bella?”

“Sì?”

“Non siamo al telefono…”

“Ah. Beh, ti amo tantissimo, pasticcino mio.”

“Anch’io, puzzina cara.”

“Sei la cosa più importante che ho, topolino adorato…”

“…”

“Cosa c’è? Non mi ami più?”

“Mio fratello ci sta ascoltando.”

“Ah. Ciao, Jasper.”

Jasper guardò Bella con la benevolenza di un adolescente dopo una delusione d’amore guarda un double cheeseburger. Cetriolini compresi. Poi, alzò un sopracciglio e la fissò con l’aspettativa di un sordo che si fa dare indicazioni da un cieco. Passanti presi per sbaglio a bastonate compresi.

“Jasper, devo proprio venire all’addio al celibato? Sono già stato a tutti gli addii del mondo…”

“Edward, beato imbecille, questo è il tuo addio al celibato.

“Lo so, ma…”

“Emmett dice di dirti che se non vieni subito ti trascina lui…”

“Sai che paura…”

“...e che ti violenta.”

“Sono pronto, Jasper. Andiamo?”

Bella restò attonita per qualche secondo dopo l’ultimo scambio di battute. Pensava ad altro. Non al Deficit, ma al Prodotto Interno Lordo. Causa di tutti i suoi problemi. Sospirò.

“Bella! Cosa c’è? Stai bene?! Ti sei slogata un’unghia?!

Bella per tutta risposta sospirò di nuovo.

Jasper pensò che ci avrebbero fatto notte nel vero senso della parola e alzò gli occhi al cielo disgustato. Santa pazienza. Quanto si era rincoglionito suo fratello da uno a dieci? Quarantacinque?

“Bella, amore, cos’hai?”

“Nulla, non ti preoccupare…”

Jasper si sporse dalla finestra e afferrò un boa constrictor per la coda. Iniziò a tirarlo e ad annodarlo.

“Dai, dimmi cos’hai…”

Jasper fece un fiocco con il boa.

“Niente, tesoro. Va e torna col tuo scudo o su di esso.”

E lo appese alla finestra come acchiappasogni. Quel povero serpente aveva l’aria un tantino debilitata.

Edward sorrise. In modo sghembo, naturalmente, perché, dovete sapere, che a causa di un difetto genetico il nostro caro Ed era impossibilitato a sorridere in modo normale. Perché non ho accennato a questo difetto di Edward nel primo capitolo? Perché, me lo sono inventata adesso. E dalla regia mi dicono che è nel mio contratto sindacale, quindi…tié!

Dicevamo.

Edward sorrise. La sua Bella era così colta. Oltre che bellissima, fantastica, intelligente, con un buon odore, ironica, imprevedibile-ma-in-senso-buono e speciale-non-strana…

“È la frase con cui le mogli degli spartani salutavano i loro mariti. Anch’io adoro Sparta, sai?”

“Sparta? Cos’è Sparta? No, io dicevo il film…”

Edward scambiò una veloce occhiata con Jasper, che si limitò a fare spallucce e a indicare con una certa insistenza la finestra. Unica loro via d’uscita. Di scampo. Di fuga. Da Bella, la più insulsa creatura dell’universo, secondo Jasper. L’istinto di sopravvivenza non è da sottovalutarsi anche se si è morti da un pezzo.

Edward tornò a guardare Bella e si perse nei meandri labirintici dei suoi profondi ed espressivi occhi color cioccolato (poi, si lamenta perché tutti la scambiano per cibo). Bella ricambiò lo sguardo e lei invece si perse nella saggezza millenaria (2008-1901= ho tre e mezzo in matematica, chiedo venia) dei suoi occhi dorati, macchiati di nero e striati d’opale grigiastro con un lieve accenno del verde che fu.

Voleva sposarla, ne era certo. Gliel’avrebbe detto e le avrebbe chiesto lo scambio degli anelli in quel preciso istante se non ci fosse stato Jasper a tre metri da loro.

Voleva scoparlo, ne era certa. L’avrebbe sbattuto sul letto in quel preciso istante se solo Jasper non fosse stato lì a fare il guardone a due passi da loro.

(Come avrete notato i numeri in questa fan fic sono estratti a sorte.)

I due si avvicinarono lentamente come spinti da una forza superiore, bellissima e terribile insieme, ma parlare di fato era restrittivo davanti all’immortalità. Parlare di ananké era solo un viaggiane senza senso dell’autrice che ricorda i bei tempi del programma di prima. Parlare di Dio o Destino era troppo…qualcosa. Quindi, si stavano avvicinando, un secondo alla volta, come per aumentare l’attesa per l’incontro magico della loro labbra. Perché, dovete sapere che le loro labbra si incontravano solo sotto stretta sorveglianza dell’autocontrollo di Edward.

Poi, diciamo che sono i prof a essere frustrati sessualmente!

Jasper osservava la scena alla moviola con crescente irritazione e insofferenza. Si guardò intorno sconfortato e la sua attenzione venne nuovamente catturata dalla finestra aperta dietro di lui.

Si sporse e afferrò un pitone di due metri. Gli tirò il collo e iniziò a rigirarselo tra le mani, cercando il punto migliore da cui iniziare.

“Bella…” sospirava intanto Edward.

“Edward..” sospirava di rimando Bella.

“Jasssper…” disse il pitone, nella speranza di essere scritturato come comparsa in altre fanfiction.

“Pitone…” disse Jasper, giusto perché gli sembrava il caso.

Il boa-acchiappasogni alzò gli occhi al cielo e mormorò qualcosa che suonava molto come “ma in che cazzo di fanfic sono finito…”.

Passarono diversi secondi in cui non accadde assolutamente niente.

Passò un minuto in cui Jasper e il Pitone decisero di presentarsi ufficialmente.

Passò una mezz’oretta durante la quale Bella ed Edward erano finalmente arrivati al momento di baciarsi. Quando…

“Non amarme!” strillò Edward “Sono un attore di soap-opera argentino! Non puete amarme, Bella! non puete.”

Se i pitoni potessero parlare con la stessa scioltezza dei boa constrictor, il nostro eroe (il pitone) avrebbe certamente informato il gentile pubblico che il degenero di questa fanfiction ha raggiunto il confine con la dignità umana. Se i muri potessero rendersi conto dello scempio a cui assistono frequentemente in queste pagine, denuncerebbero l’autrice senza tanti complimenti al cuoco.

Se la Mayer sapesse parlare italiano e leggesse questa fanfiction, verrebbe a cercare la suddetta autrice con una mazza da baseball in mano.

Se ‘i mi nonno aveva le rote era un carretto…

“Cosa?” Chiese Edward all’improvviso. Gli era parso di sentire i pensieri di qualcuno di sua conoscenza…

“Cosa che?” Ribatté Bella.

“Cosa cosa che?” Fece eco Jasper.

“Ho mal di testa.” Mugolò il pitone.

“Devo fare la pipì.” Aggiunse il boa.

“I boa non fanno la pipì.” Sentenziò la Voce Fuori Campo.

“Edward! Jasper! Muovete le chiappe! Sto invecchiando qui sotto.” Ruggì Emmett da fuori.

“Tecnicamente,” Precisò la Voce Fuori Campo “ i vampiri non invecchiano.”

Cosa successe a quel punto alla Voce Fuori Campo non è notizia che sia pervenuta, lettori. Non che ce ne importi niente, ma le Voci Fuori Campo di questi tempi di magra, e inflazione, costano tanto.

A quel punto, tanto per farla breve, Jasper mandò Bella in coma vigile col suo potere tranquillizzante, e trascinò Edward fuori di casa. Il pitone se ne tornò a casa sua e scrisse un libro sulla diffusione della droga e dei superalcolici tra i giovani. Il boa rimase attaccato a far da acchiappasogni per ancora molte generazioni. E tutto è bene quel che finisce bene. Perché, a pensarci bene, il libro per come continua poteva anche finire qui e lasciare i lettori nella beata ignoranza.

Invece no, perché come lor signori sanno e non volevano sapere, tra qualche capitolo c’è la scena…

…no, non ve lo dico, anzi.

Niente è gratis, sapete. Nemmeno le cazzate. Quindi, io vi descrivo passo per passo quello (oh, sì, proprio quello) che la Mayer ci ha sfumato essendo un’integralista cristiana, se qualcuno di voi (lo zero è plurale, vero?) lettori mi spiega perché uno come Edward dovrebbe innamorarsi di una come Bella. scusate, ma la cosa mi uccide. Il figo sta con la bellona. Non di nome, di fatto.

Con questa battuta penosa, vi lascio alle vostre vite interessanti o noiose che siano.

 

Forse, dovrei mettere tra gli avvertimenti “sfogo personale” perché questa roba non fa ridere per niente. Vabbé, spero che almeno sia utile a qualcuno per sfogarsi un po’ (insultando la sottoscritta).

Amen.

Ne approfitto per ringraziare tutti quelli che hanno commentato e i 6 che hanno messo “Breaking me Down” tra i preferiti: vi stimo, ragazzi. Dovete essere molto pazzi, oppure io devo farvi molta pena. XD!

Chi mi ama mi segua!

  
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