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Autore: Eren    24/01/2015    0 recensioni
Prima la luce che abbaglia i miei occhi. Felicità nella vita che non svanisce. Poi la tragedia. Incontro del destino forse è stato. Non lo so. Ma mi ha portato amore e oscurità
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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" Devi essere mio, compagno del destino. Vieni...vieni...VIENI" 
<< AHAAAAAAAA>>
Mi sveglio urlando, tutto sudato, mia madre e mia sorella che spaventate guardavano verso di me come se avessero visto un pazzo. Dopo pochi secondi mi abbracciarono per tranquillizzarmi. Non mi era mai capitato di urlare dopo aver fatto un sogno... a proposito, cosa ho sognato? Non riesco a ricordare. Forse è normale che alcune volte ci si dimentica dei sogni. 
Mi alzai dal letto, andando verso la cucina per fare colazione sentii un leggero canticchiare; << Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri a Yuki, tanti auguri a te. >> Mezzo addormentato mi guardai intorno stupito, quando mia madre si avvicinò a me con un pacco dicendomi; << Figliolo, non ti sarai dimenticato del tuo compleanno spero.Oggi compi sedici anni >>. Aprendo gli occhi completamente, mi resi conto che fu il mio compleanno e
risposi; << Ahahahaha, me ne ero completamente dimenticato, grazie. Ma il regalo....?>> guardai incuriosito mente
mia sorella rispose; << lo abbiamo comprato io e mamma per te, quindi fanne buon uso e non romperlo>>. Aprii il
pacco e vidi il nuovo telefono che vidi qualche giorno fa alla televisione e, sorridendo con le lacrime agli occhi dissi;
<< Grazie mamma, grazie Mizuki, vi voglio bene>>. Ci abbracciammo per qualche minuto, mia madre si staccò da
me e disse <> stupito risposi << ma
siamo in piena estate, come può esserci della neve?>> 
Mamma; << Chi ha mai parlato di neve? Andiamo sotto i grandi alberi verdi a respirare aria pura della libertà dalla scuola e dal lavoro>>
Io; << Allora va bene>> non credevo alle mie orecchie, io e la mia famiglia che andavano a festeggiare tutti insieme. Mi bloccai per un attimo.
Mamma; << Vostro padre è impegnato al lavoro e non potrà venire, quindi andiamo senza di lui e subito>>.
Erano le 4 del pomeriggio quando arrivammo alla casetta. Tutto mi sembrava così nostalgico che non riuscivo a
guardare nient'altro che il cielo coperto dai grandi rami degli alberi. Feci un giro attorno a me, accompagnata da un
venticello caldo, senti una voce;" Eccoti finalmente. È da tanto che ti aspetto, compagno". Sentii un brivido
percorrermi la schiena, mi voltai ma non trovai nessuno.
Mamma; <>  Io; << Arrivo>>  La festa procedeva bene e in tranquillità, fino a quando non vidi avvicinarsi un uomo dall'aria minacciosa verso la nostra casetta. Io; << Mamma, per caso hai invitato qualcun'altro alla festa?>> Mamma; << No tesoro. Questa festa è solo tra la tua famiglia. Perché me lo chiedi?>>. Quando stavo per rispondere l'uomo era già vicino alla porta. Portando lo sguardo sempre
più in alto vidi degli occhi rosso sangue. Spaventato gridai. 
 Mamma; << Tesoro, cosa succede? >>, senza rispondere iniziai a correre a più non posso senza mai fermarmi. L'uomo mi insegui solo per due minuti quando scomparve all'improvviso. Non rallentai nemmeno un po', nel dubbio che quell'uomo potesse ritornare. La testa mi girava, non riuscivo più a capire dove stavo correndo. Non credevo che la montagna potesse essere così grande. Rallentai il passo, presi un profondo respiro e cominciai a correre di nuovo. D'un tratto vidi un'altro uomo, diverso da quello di prima. Aveva i capelli neri come il carbone, una postura elegante come se un conte stesse per accogliere un ospite alla sua festa, ma il suo abito, vecchio stile color ambra, non lo faceva sembrare tale. Continuai a correre.
Mi voltai una volta e vidi quell'uomo dall'aria nobile seguirmi. Senza accorgermene, inciampai e caddi per terra.
L'uomo chiamò, così mi sembrò, un suo sottoposto che mi prese dolcemente in braccio e mi portò via.
" Dove
sono? Cosa mi è successo? Mamma, Mizuki, come state? ".
 Mi svegliai. Vidi un soffitto colorato ma allo stesso
tempo malinconico. Feci uno sbalzo in avanti ricordando cosa mi era successo. Vidi la porta aprirsi lentamente.
L'uomo dall'aria nobile mi chiamò per nome
"Come fa a conoscere il mio nome? Non credo di essermi mai
presentato."
 L'uomo si avvicinò a me e mi accarezzò dolcemente la testa sorridendo. < a prenderti, compagno>>. Sembrava un tipo gentile. Mi calmai e gli chiesi; << Perché mi trovo qui? Cosa vuoi?Come stanno mia madre e mia sorella?>>.
Ade;<< Per prima cosa, tua sorella tua madre stanno bene. Seconda cosa,tu sei il mio compagno, una persona che
dovrà stare al mio fianco amandomi e odiandomi, incoraggiandomi e rimproverandomi. C'è qualcosa che non hai
capito?>>
Mi sentii strano. Come se il mio corpo non mi appartenesse. Senza volerlo, mi avvicinai a lui, che mi
chiamava suo compagno. Posando dolcemente le mie mani tremolanti sul suo visto e mi addormentai nel piacere.
Era buio. Il posto in cui mi trovavo era freddo e buio. Dopo non so quanto tempo aprii gli occhi. Non ci fu differenza.
Non vedevo niente. Sentivo solamente delle voci che si trovavano sopra di me. "Cosa sarà mai questo materiale
di legno?"
 , l'unica cosa che pensavo in quel momento. Le voci che sentivo si allontanarono molto lentamente.
Provai a rompere la scatola di legno dove mi sentivo strano. Feci un buco nel legname e continuando con lo stesso
ritmo, fui travolto da qualcosa di freddo e pesante. Cercai di risalire sempre più in alto. "Finalmente libero" pensai,
quando vidi un cimitero." Perché c'era un cimitero sopra di me?" pensai. " No" risposi tra me e me. " non è il
cimitero ad essere sopra di me, sono io che sto sotto di esso".
Senza pensare, uscì dalla fossa. Davanti alla
mia lapide trovai l'uomo dall'aria nobile che mi porgeva la mano. Afferrandola mi alzai e andai via insieme a quella
persona chiamata Ade.
   
 
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