Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: _lukeysmjle_    24/01/2015    1 recensioni
Lei era quel tipo di persona da evitare,ma eppure Michael e Ashton avevano deciso di sprofondare nel suo paradiso oscuro.
Luke forse era l'unico che avrebbe potuto controllarla
«Non provocarla mai»
«perchè?»
«perchè lei si vendica,ti estirpa il cuore,e ti fa sprofondare nel suo oscuro»
Lei non era altro che il demonio con due occhi color del ghiaccio.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton, Irwin, Calum, Hood, Luke, Hemmings, Michael, Cliffors, Nuovo, personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mi svegliai molto prima del dovuto e mi ritrovai a fissare il soffitto,bianco e monotono,girai la testa verso il letto di Ashton,che dormiva,non era sorridente come tutte le notti in cui nel silenzio lo guardavo dormire,era serio,sembrava quasi turbato,e non penso che mi avrebbe mai detto il perchè,era fatto così,era pronto a ascoltare per ore i tuoi sfoghi,ma quando lui aveva bisogno di sfogo non ne parlava a nessuno,e congedava tutti con un «voglio restare solo» e non potevi opporti al suo restare solo,potevi anche provarci,ma ogni cosa sarebbe stata vana,era fatto così,e a me sinceramente quel così piaceva, perchè anchio ero un così. Ashton quando dormiva era proprio bello,giaceva sul letto,con la faccia seria,ogni tanto semiapriva gli occhi ma li richiudeva il secondo dopo,era adorabile,si nascondeva tra le coperte,come per avere uno scudo,e quando dormiva sembrava così sereno,cosa che non era ultimamente,e io non potevo aiutarlo perchè ero la ragione della sua non serenità,ero il suo turbamento,e non sapevo il perchè. Smisi di ammirare ogni particolare di Ashton,mi alzai e mi infilai una felpa che probabilmente a me non apparteneva,essendo troppo larga,mi misi dei pantaloncini per coprire le mutande che indossavo,incalzai le mie solite vans e molto spontaneamente uscii dalla 230,cercando di non far rumore,mi diressi verso il muretto su cui il giorno prima quattro ragazzi avevano fumato una sigaretta aspettando la campanella di scuola,verso il muretto in cui avevo rivelato al moro con la pelle ambrata un piccolo pezzo di Alaska,una parte non accessibile a tutti,verso il muretto in cui il moro mi aveva schernito e verso il muretto in cui mandai a fanculo il moro,per tutti sembrava un muretto qualunque e invece celava piccoli ricordi,in due giorni aveva raccolto tutti questi ricordi. Poggiato al muro intravidi una sagoma,che non riconobbi dato la lontananza,mi avvicinai ma la lontananza era ancora troppa per focalizzare la sagoma,mi avvicinai ancora un po' fino a quando non fui davanti alla sagoma,il ragazzo biondo dagli occhi color oceano che tanto mi intrigavano,Luke. Mi sedetti sul muretto su cui lui era appoggiato,nessuna parola,nessuno sguardo,nessun cenno con la testa,niente,il silenzio regnava,il biondo teneva la testa bassa e ogni tanto si passava una mano tra i capelli,decisi di fare la prima mossa,lanciandogli un'occhiatina,non ricambiò, ma non importava,mi piaceva guardarlo,guardare ogni sua mossa ed esaminarne una ad una,si mise a torturarsi il piercing,e lo trovavo dannatamente bello. «Vuoi una sigaretta?»chiese,come aveva fatto il giorno prima,lo guardai e sorrisi facendo sì con la testa,me ne allungò una,la accendemmo subito,tirammo su dal filtro, «hai mai provato la droga,quella sì che ti fa sballare» dissi entusiasta tenendo la sigaretta fra le dita,«no» affermò non mostrando emozioni,mutai il mio sorriso in un'espressione sconsolata,«magari te la faccio provare prima o poi» dissi con un sorriso malizioso stampato in faccia,mi guardò inarcando un sopracciglio e io risi,«non sto scherzando,ti faccio provare un po' di eroina» risi amaramente e lui mi guardò con un sorriso sbilenco in faccia,la mia risata aumentò nel vedere la sua espressione e alla fine si trasformò in una gara a chi rideva più forte. «Alaska.»sentir scandire il mio nome da Luke era come ascoltare la tua canzone preferita,scandiva così bene ogni lettera,assaporandola,mi guardò negli occhi e «perchè?» annunciò,«perchè cosa» dissi sbigottita,«perchè lo fai,perchè innietti quella roba nel tuo corpo» la sua faccia mutò dal sorriso sbilenco a una faccia seria,«nessuno ha detto che io ancora lo faccia»affermai iniziando a torturare la cioccia bionda che mi ricadeva sugli occhi,«scometto che lo fai ancora»affermò,«e hai ragione»annunciai «la prima volta che mi sono inniettata quella roba sono stata benissimo,avevo bisogno di un rifugio,e mi rifugiai in quello,forse ora lo faccio molto meno di prima,ma la situazione è la stessa.» avevo appena svelato una parte molto intima e nascosta di Alaska a Luke. Il sole iniziava a sorgere,ma io ero ancora lì,sul muretto,in pigiama con Luke,a parlare di me,tra nemmeno un'ora sarei dovuta andare a scuola,e anche Luke,ma non ci importava,stavamo lì noi,«senti Alaska» stavo adorando quel suo scandire bene il mio nome,con quell'accento australiano,non dissi niente,mi guardò negli occhi e pochi secondi dopo mi disse «ho capito che il dolore è personale ma tanto fa male uguale,quindi che male ti fa in fondo? »rimasi a bocca aperta,lui sorrise alla frase che aveva appena detto,compiaciuto,io taqui. «Forse ora dovremmo andare» mi fece notare Luke,sorridendomi per l'ennesima volta,ero riuscita ad avere una conversazione con Luke,mi piaceva questa cosa,ritornai alla 230,la aprii e Ashton ancora giaceva sotto le coperte,con la testa appoggiata sul cuscino,non provai a svegliarlo,non solo per la paura che fosse ancora turbato da qualcosa e anche perchè non mi piaceva svegliare la gente,mi sedetti sul mio letto presi il telefono,lo sbloccai,e vidi due messaggi: uno apparteneva a un numero sconosciuto,uno a Michael. Decisi di controllare prima il messaggio di Michael, "Oggi non veniamo a bussarvi per andare a scuola insieme,vi raggiungiamo direttamente al muretto.Buongiorno Alaska.x",non gli risposi,e andai subito a controllare il messaggio ricevuto da un numero non salvato sul telefono,"Alaska spero che Michael ti abbia detto di stamattina,il punto è che dobbiamo fare scorta,comunque ci vediamo al muretto :)",Calum,lo riconobbi dal modo di scrivere,gentile e premuroso,a lui risposi,"buongiorno.x" e misi giù il telefono,ignorando le milioni di chiamate dei miei genitori,che ogni giorno ricevevo,e che ogni giorno mi costrigevano a spegnere il telefono. Ashton si svegliò giusto nel momento in cui appoggiai il telefono sul letto,«ciao»dissi guardandolo alzarsi dal letto e dirigersi verso l'armadio,in cui aveva riposto alcuni vestiti,estrasse una felpa e degli skinny jeans neri,come sempre,non rispose al mio saluto,era scazzato,e lo capii quando lo guardai e lui mi disse «che cazzo vuoi?». «Si può sapere che ti prende,è da ieri che sei scazzato,c'hai il ciclo per caso?»gli urlai,e lui sbattè un pugno contro la porta del bagno,non gli aveva fatto male,era abituato a lanciare il suo sfogo contro oggetti con un pugno,«non rompermi i coglioni.»annunciò,congedandomi,ma non mi fermai lì solo perchè lui me lo aveva ordinato,«scherzi vero,si può sapere che ti prende,dio fa schifo vederti così.»dissi,i miei occhi diventarono leggermente lucidi a quelle parole,ma cercai di trattenermi dal piangere,mostrarmi debole non migliorava niente,non mi dette risposta,si vestì e uscì dalla 230,lasciandomi lì,come un cane abbandonato,lo odiavo ma allo stesso tempo gli volevo bene,mi vestii anchio,infilai una felpa che stranamente mi apparteneva e i soliti leggins neri,varcai la soglia della porta e la 230 mi si chiuse alle spalle. Andai al solito muretto in cui stamattina io e Luke avevamo avuto una conversazione che non consistesse solo nel chiedere sigarette,Ashton,Michael e Calum già stavano lì a fumare,con lo zaino che gli penzolava da una sola spalla,io non avevo uno zaino perchè della scuola non me ne importava,non mi sedetti questa volta,rimasi in piedi a fissare quei tre ragazzi consumarsi nelle sigarette,andai vicino a Michael,mi misi in punta di piedi per arrivare all'altezza del suo orecchio,mi poggiai a lui e «di cosa avete fatto scorta»gli sussurai,sorrise e estrasse tre sacchetti colmi di polverina bianca,me ne allungò uno e io me lo misi in tasca,era da un po' che non assumevo quella roba,e poi Luke aveva detto di voler provare. «Dov'è Luke?»chiese Michael,mi guardai intorno e mi accorsi che mancava veramente Luke,Calum estrasse dalla tasca il suo cellulare,scrollò la rubrica fino alla "L" e chiamò Luke,rispose subito,«dove cazzo sei?»chiese scontroso Calum,«sto arrivando,stavo solamente facendo una doccia» e mise giù,Calum sbuffò riponendo il telefono in tasca e estraendo sempre da essa una sigaretta,l'ennesima,chiese a tutti se ne volessero una,io accettai,Ashton anche,Michael invece rifiutò. Lo sguardo di Ashton ancora era basso,nemmeno ci guardava in faccia,e averlo li davanti dopo avergli confessato che vederlo così mi fa stare male rende le cose terribilmente difficili,cercai di distogliere lo sguardo dal ragazzo castano con una bandana in testa,ma i tentativi furono vani,avevi gli occhi puntati su Ashton,ed era come se si fosse fermato il mondo,detestavo essere il disturbo di Ashton ma non ci potevo far niente,lui era precipitato con me,eravamo due diamanti nella merda. Spostai il mio sguardo su Michael che era sereno,si guardava intorno,e ogni tanto accennava qualcosa a Calum,che non compresi dato il suo tono basso,tra pochi minuti sarebbe suonata la campanella,Luke non era ancora arrivato,tentai di guardarmi intorno cercando quei due occhi azzurri,ma non incontrai il suo sguardo,perchè non c'era,non era lì. «Perchè deve fare il coglione»commentò Calum che bloccò quel momento di silenzio che si era creato,«beh,vedo che si parla di me»annunciò una voce dietro di me,mi girai e incontrai quegli occhi profondi,sono sicura che se li avessi fissati ancora un po' mi sarei persa,«dove minchia stavi»chiese Calum irritato,«a farmi una doccia te l'ho detto,ora entriamo che sta per suonare la campanella»non fece in tempo a dirlo che la campanella suonò e ci dirigemmo tutti verso la porta d'entrata,sarei stata impregnata per troppe ore lì dentro,seduta su ua stupida sedia,a ascoltare stupidi professori che spiegano stupidi argomenti. Ashton camminò velocemente verso la porta d'entrata,senza aspettarci,a testa bassa,e nonostante Calum provò a chiamarlo ad alta voce,lui ignorò totalmente Calum come ignorò me per due giorni interi,penso che avessero un po' capito come mi sentivo,quanho Ashton fu lontano i tre spostarono lo sguardo su di me,con uno sguardo interrogativo,sorpreso,e preoccupato,io scrollai le spalle e continuai a camminare,fino a giungere alla porta,li ci salutammo e andammo nelle rispettive classi,mi sedetti all'ultimo posto,l'unico rimasto e uguale fece Luke,e come il primo giorno ci ritrovammo vicini. Appena iniziò la lezione io poggiai la testa sul banco e cercai di recuperare le ore in cui ero a parlare con Luke al posto di dormire,che poi ancora dovevo capire cosa ci facesse Luke al muretto così presto, ma non ci detti troppo peso,lui rimase attento per le varie lezioni al contrario di me,che solo al secondo giorni di scuola fui richiamata troppe volte dal professore di matematica,«Alaska,ne ho abbastanza,fuori»mi urlò dietro quel bastardo,e io tranquillamente uscii,e me ne andai a fare un giro per i corridoi,ogni tanto mi fermai per parlare con qualche bidella che puliva per terra,poi trovai delle scale,che non mi sembravano solo delle scale,incuriosivano,e fu così che decisi di salirle e arrivai a una porta,che giustamente aprii,era una stanza abbandonata,buia,piena di ragnatele,addobbata da un piccolo tavolo polveroso al centro,una finestra era posta di fronte esso,spalancata,entrava un'aria leggera,solo dopo aver esaminato la stanza notai che una sagoma giaceva per terra vicino alla finestra,mi avvicinai a essa e fui sorpresa che quella sagoma fosse proprio Ashton. «Che ci fai qui»chiesi prima io,non mi diede riposta,e i suoi occhi non incontrarono i miei,forse mai si sarebbero rincontrati,«tu che ci fai qui»disse con voce bassa,tanto bassa che poteva essere scambiato per un sussurro,non dissi niente,ma presi il suo viso fra le mie mani,mi scappò una lacrima e «Ashton dimmi solo cosa ti prende»,le mie mani fredde a contatto col suo viso caldo gli dava un lieve fastidio,gli diedi un bacio leggero sulle labbra,lui mi fece fare,dopo avergli rubato un bacio mi misi accanto a lui. «Ashton,basta ignorarmi»mi guardò,il mio sguardo incontrò il suo,era spento,cupo,triste,e urlava cose rimaste segrete per troppo tempo,sono marcite e ora vogliono uscire allo scoperto,prostrarsi davanti a tutti,«non so»rispose,era strana la sua risposta,e per una volta non ero riuscita a decifrare Ashton Irwin,il mio migliore amico,«come non sai?» chiesi. «E' strano vederti andare via lentamente,sì sono passati due giorni ma io sento già che ti sto perdendo,già da quando Michael è diventato come noi,non ci bastevamo noi due?»disse sorridendo aspramente,ricordando tutta quella merda,ne avevamo passate tante insieme,e i ricordi giacevano sul fondo del nostro cuore e ce li portavamo dietro come macigni posti sulla nostra schiena. «Ashton»scandii ogni lettera,lui mi guardò,e gli scappò una lacrima anche a lui,sorridemmo insieme,ci alzammo,e la conversazione finì lì,lui tornò in classe e io pure,rientrai nonostante non avessi chiesto al professore. La lezione passò in fretta,fortunatamente e andai alla mensa con Luke,ci sedemmo al solito tavolo,mangiammo la solita roba e andammo fuori da scuola come sempre,solo che mancava Ashton che si stava distaccando dal gruppo per colpa mia,per paura di perdere me,cosa non vera, io volevo bene a quell'idiota ma non sembrava capirlo,e stava diventando quasi pazzo all'idea di perdermi,la cosa mi piaceva perchè voleva dire che non mi avrebbe mai lasciato ma allo stesso tempo mi scocciava,non l'avrei mai sostituito. Fumai velocemente una sigaretta e andai subito alla 230,in quel momento l'unica cosa era mettere le cose apposto con Ashton,entrai e notai che era sul balcone,lo raggiunsi,e solo «Alaska»pronunciò,io sospirai, «Ashton,fammi parlare,porca puttana»lo interruppì,raccolsi quanta più aria possibile e cominciai a parlare,«Smarrita ed insicura mi hai trovata,sdraiata sul pavimento,tutta sola, a fumare l’ultima sigaretta» sospirai ancora una volta «Mi hai trovata,giusto?» «Ti ho trovata»annunciò,mi guardò nelle iridi color ghiaccio e mi abbracciò. « ti perdo, in qualche modo ho trovato un modo per perdermi in te, hai sempre pensato che avrei lasciato me stesso aperto,ma non sapevi che ero già rotto,mi sono detto che non sarebbe stato così male ,andandotene prenderai tutto quello che ho» disse finchè stingeva di più la presa,io piansi all'idea di perdere Ashton,non dissi niente,lasciai che le lacrime bagnassero la spalla di Ashton,che sentendomi piangere cominciò a accerezzarmi la schiena per farmi calmare,e ci riuscì,a farmi calmare. Ti ho trovata,e ti perdo.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: _lukeysmjle_