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Autore: PrincesMonica    26/11/2008    2 recensioni
Come erano Jared e Shannon ai tempi della scuola? E se oltre alla musica si fossero interessati di ragazze?
Quando iniziai la FF non conoscevo ancora bene i due personaggi, quindi perdonatemi eventuali errori
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Scusate il ritardo con cui posto, ma sono rimasta quasi una settimana a lottare con la mia connessione -.- comunque eccomi qui con il penultimo capitolo. Sistemiamo ancora un paio di cosette e poi potremo scrivere la parola fine.

CAPITOLO QUINDICI

 
Le luci colorate viaggiavano felici su tutti i muri e sul pavimento, in attesa che le prime coppie decidessero di mettersi a ballare. Alcuni insegnanti erano posizionati dietro il bancone delle bevande a controllare che tutto si svolgesse nel migliore dei modi.
Monica e Jared entrarono mano nella mano, attirando parecchi sguardi, anche perché i due brillavano di luce propria.
Jared, per quella sera, era elegantissimo: come si conveniva ad un ballo, aveva indossato uno smoking che lo rendeva ancora più affascinante, soprattutto perché si era legato i capelli e aveva deciso, per una sera, di rinunciare al trucco pesante e allo smalto nero. Sembrava quasi una persona normale.

E poi c’era Monica: era raro vederla vestire una gonna, quindi si sentiva molto impacciata. Con sua madre, aveva optato per un vestitino che le arrivava al ginocchio, color bordeaux che le esaltava a meraviglia il seno, dato che era molto stretto sul petto. Si era messa una collanina al collo e dei pendenti sottili alle orecchie. Il trucco leggero la rendeva leggermente più adulta del solito e le scarpe con un piccolo tacco, l’aiutavano ad avvicinarsi all’altezza di Jared, anche se ancora mancava un bel pezzo. Al polso, come da tradizione, indossava un bracciale con un fiore, ovviamente una rosa rossa, che le aveva donato Jared.
“Sembriamo veramente fuori posto in questi vestiti.” Gli mormorò all’orecchio, mentre guardava la sala gremita di ragazzi scatenati. C’erano già le prime coppiette che si sbaciucchiavano sperando che nessuno li notasse, mentre in pista il DJ faceva ballare per lo più i single alla ricerca di qualcuno.
“Vuoi ballare?” le domandò Jared un po’ sperso anche lui in quelle situazioni mondane.
“No, tranquillo. Io…diciamo che non sono poi molto brava.” Andarono a prendersi da bere, mentre Snyder li guardava con aria truce. Diede loro le bevande analcoliche e li sfidò a riprenderlo per quella scelta.
“Grazie professore.” Si limitò a dire Monica. Quello era matto, altro che. “Secondo te si allena durate il giorno per avere quella faccia da culo di gallina?”
Lui rise stringendola un po’ a sé quando un gruppo di ragazzi enormi la stava per investire senza accorgersene.
“Quando andrà in pensione, ce lo vedremo che gira nei corridoi della scuola lo stesso ad urlare agli studenti di fare silenzio. Onestamente non credo che abbia una vita propria.”
Decisero di sedersi sulle gradinate della palestra: in realtà a nessuno dei due piaceva molto ballare e non sopportavano la maggior parte dei presenti di quella sera, ma non sapevano perché ci tenessero così tanto ad esserci. Per far parte della massa? A Monica poco importava, era abbracciata dal ragazzo che le piaceva, aveva una colorata bevanda con ombrellino in mano e la musica non era male, che poteva chiedere di più una ragazza quella sera?
In più erano felici perché sembrava che ormai avessero smesso di essere il pettegolezzo preferito dagli studenti: vederli insieme era talmente una cosa di routine che erano diventati quasi noiosi.
Si avvicinò loro Tomo, e sorrise.

“Ciao ragazzi, come va?”
“Bene e tu?”
“Non male…forse ho trovato una ragazza con cui fare coppia durante i lenti.”
“Ottimo!” esclamò Monica
“Sì, finalmente la smetterò di sentirmi escluso.” E se ne andò tutto felice.
“Escluso da cosa?” Jared rise piano.
“Da noi. Lui e Matt sono stufi del gioco delle coppie tra noi e Shannon e Stefy. Sappiamo che non sono molto normali, no?”
In quel momento fecero il loro ingresso la coppia di cui Monica era più curiosa di vedere: suo fratello e la sua migliore amica avevano appena passato lo sbarramento di Snyder e bevevano tranquilli la loro bibita. William sembrava tranquillo nel suo smoking, nonostante non fosse il suo tipico modo di vestire. I capelli erano stati tirati tutti indietro con un sacco di gel, che però non impediva loro di formare una voluttuosa massa leggermente ondulata che sembrava un campo di grano maturo.
Accanto a lui, Stefy, elegante come non mai: aveva optato per un vestitino nero, stretto sul seno che si allargava subito sotto e che aiutava a valorizzare al meglio le sue forme procaci. La gonna arrivava fino al ginocchio e ai piedi calzava un paio di decoltè con il tacco e i lacci alla schiava. Il trucco leggero, ma perfetto, la faceva sembrare molto più donna, grazie anche a dei leggeri ciuffi lasciati liberi sul collo.
“Però, Stefania in gran spolvero.” Mormorò Jared.
“Non che la cosa mi stupisca.” Monica la salutò da lontano e lei le sorrise. In realtà Stefy non si sentiva molto a suo agio e non capiva bene il perché.
William l’osservò serio e si mise a far vagare lo sguardo per la sala: vide lontano Drusilla con un fiammante vestito rosso che rideva attorniata  da alcuni ragazzi che sembravano pendere dalle sue labbra. Fece una smorfia di stizza.

“Allora, Stefy, sei stranamente silenziosa.” Iniziò cercando di ignorare la sua ex ragazza.
“Cosa? Oh sì, scusami, ma mi sembra tutto così strano.”
“Cioè?” lei sembrò imbarazzata.
“Bhe, sai, venire con te è una cosa così…strana, appunto.” Will rise piano.
“Non sono mica un vampiro sai?”
“No? Peccato, potevi mordermi…” Fece maliziosa.
“A volte penso che potremmo stare bene assieme.” L’uscita spiazzò Stefy che lo fissò stupita, in attesa che lui continuasse il suo pensiero. “Sei una ragazza intelligente e piena di vita. Sei spiritosa…una tosta. Peccato che io sia completamente perso per Dru… sono proprio la puttana dell’amore, vero?” Lei non sapeva che rispondergli e si limitò a bere un po’ della sua bevanda. Non riusciva a capire se Will le stava facendo una specie di dichiarazione d’intenti o se le sue erano solo constatazioni.
Guardò in pista, ma non c’era nessuno che le interessasse veramente: notò Tomo che ballava con una bella ragazza dai capelli Rossi, Debby se non ricordava male, poi vide Monica sugli spalti che rideva felice a Jared. Stavano discutendo animatamente di qualcosa, perché il ragazzo, parlando, gesticolava con molta enfasi. Si rese conto di invidiare un po’ la sua amica: voleva anche lei trovare il ragazzo giusto, quella che la faceva vibrare e sembrava che William non volesse esserlo. Si girò verso la band e notò, nell’angolo, una figura ben nota. In realtà si stava nascondendo dietro una specie di paravento, come se il ballo non lo interessasse molto.
Stefy si sentì male: da giorni lei e Shannon quasi non si rivolgevano la parola e non le andava questa situazione, ma lui se l’era presa così tanto che lei andava al ballo con Will. Perché poi, era un mistero, o forse neppure tanto: Monica e Jared le avevano detto, a turno, che forse lei era stata un po’ cieca riguardo a Shan e sapeva che la sua amica da molto le diceva che doveva svegliarsi e capire chi era l’uomo per lei.

Era forse Shannon?
Fissò il ragazzo che sembrava piuttosto impacciato nello smoking indossato per la serata, mentre cercava di eclissarsi il più possibile, riuscendoci, dato che alla fine Stefy non riuscì più vederlo. Senza accorgersi di nulla, mise il broncio.
William aveva seguito tutta la scena e prese una decisione.
“Senti, Ste, posso parlarti seriamente?” la ragazza si riscosse dai suoi pensieri ed annuì.
“Certo, non sembra, ma sono capace di discussioni anche importanti.”
“Perché sei venuta al ballo con me?” Ste sembrava spiazzata.
“Come, perché? Me lo hai chiesto.”
“Sì, è vero, ma se volevi andarci con un altro, potevi rifiutare ed andarci con chi volevi veramente.”
“Ma io volevo venirci con te!” Protestò lei.
“Ah sì? Non sembrerebbe.” L’insinuazione di William fece centro. Stefy capì che non era lui quello con cui voleva essere adesso. Inconsciamente si voltò verso dove aveva visto Shannon.
“Io…non lo so…” William rise dolcemente.
“Allora, facciamo così, topolona… siamo venuti qui insieme perché siamo amici…ottimo, nulla cambierà questo fatto. Ma che ne dici se adesso prendi e vai da chi veramente ti interessa? Quel povero ragazzo tra un po’ morirà di dispiacere se continui a stare qui.”
“Tu sai?”
“Solo un cieco non si accorgerebbe dell’affetto che vi lega. Non buttare via tutto per nulla.” Lei, presa da un’incredibile gioia, lo abbracciò e senza dirgli nulla se ne andò lasciandolo solo. “Ecco, bravo Spike, alla fine sei tu quello che resta solo come un idiota.” Improvvisa, arrivò la voglia di fumare. Andò verso sua sorella.
“Bhe, dove hai lasciato la tua compagna di serata?” domandò lei non vedendo Stefy.
“L’ho lasciata andare. Era così palese che non voleva stare con me.” Monica sorrise al fratello e si sentì, finalmente, felice totalmente.
Nel frattempo Stefy era riuscita a trovare Shannon: si era seduto sulle gradinate dietro la band che suonava, dato che avevano messo delle protezioni perché non si vedesse quello che c’era dietro di loro. La musica era assordante, ma lui non sembrava farci caso. Si stava annoiando a morte: si maledì per aver ascoltato Jared e il suo monologo sul fatto che il ballo fosse un avvenimento di aggregazione e che gli avrebbe fatto bene provare a divertirsi di tanto in tanto. Ma come poteva farlo se chi voleva lui stava flirtando con un altro? Non era giusto… prima Monica che sceglie Jar e poi Stefy che gli sfugge via per un ossigenato pazzo. Sospirò.
“Ehy, perché ti sei rintanato qui?” urlò Stefy per farsi sentire.
Shannon la fissò stupito.
“Tu piuttosto, che sei venuta a fare? Non eri con Cross di là?” cercò di fare l’indifferente, ma con scarsi risultati.
“Ho cambiato idea.” Ste gli si sedette vicino e gli porse un bicchiere di succo. “So che preferiresti una birra, ma siamo ancora minorenni, quindi accontentati di questo.”
“Grazie.”
“Prego. Allora, vieni a ballare?” Dritta al sodo, le piaceva questa tattica.
“Dici a me?”
“C’è qualcun altro qui dietro e non me ne sono accorta? Dai, muovi il culo e vieni, animale.” Lui rise.
“Non è il caso, poi il tuo ragazzo sarebbe geloso.”
“Will non è il mio ragazzo e non lo sarà mai.” Iniziò decisa lei. Sapeva che gli doveva dire ed era meglio se lo faceva in fretta, altrimenti non avrebbe finito il discorso. “Ci ho messo una vita a capirlo. Ero sicura che se lui e Drusilla si fossero lasciati, nulla avrebbe compromesso la mia ascesa, tranne il fatto che, nel frattempo, io ho cambiato i miei sentimenti verso di lui. L’ho sempre visto così perfetto ed irraggiungibile, che quando è diventato più…bhe, raggiungibile, mi sono fatta avanti, senza capire che lo facevo più che altro per una fissazione mia, non solo perché mi poteva piacere.”
“Però…interessante.” Fece Shannon con il morale alto.
“In definitiva…mi piaci Shan.”
Si guardarono intensamente, con le luci che variavano colore passando dal viola al verde. Lui era rimasto così piacevolmente spiazzato da quella strana dichiarazione che si sentiva un bambino alla vigilia di Natale: felice e confuso perché non sapeva da che parte iniziare per scartare i regali.
“Sarebbe il caso di dirmi se io piaccio a te, altrimenti qui finisce tutto… “mormorò Stefy nervosa.
“Se mi piaci? Oh sì!!! Diavolo, tu sei la mia ragazza preferita in assoluto. Adoro bacchettarti e solo Dio sa che ti farei ancora.”  Stefy sorrise e prese ad avvicinarsi lentamente a lui. La luce gialla della pista rifletteva sul muro le loro ombre: pian piano lo spazio tra loro diminuì, fino a quando l’ombra divenne unica. Le labbra si incontrarono dolcemente, facendo sentire l’uno il sapore dell’altra. Entrambi avevano il cuore che martellava come la batteria della band. Shannon le prese il volto fra le mani ed approfondì il bacio, insinuandoci la lingua. Cominciò una battaglia, come se entrambi cercassero il predominio di quella sezione di baci e carezze. Le mani di Stefy vagarono per le braccia muscolose di lui, attirandolo sempre più vicino, mentre lui non perse l’occasione di accarezzarle audacemente le gambe lasciate esposte.
“Sei unica, lo sai?”
“Sì, lo so!” Shan rise.
“E modesta come il solito.”
   
 
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