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Autore: kiara_star    25/01/2015    7 recensioni
[Thorki] [Crossdressing] [Ambientazione pre-THOR]
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Esiste un fiore molto raro che si differenzia da ogni altro per una piccola, grande peculiarità: sboccia solo di notte. Ha petali gialli, simili a gocce d'oro, e foglie di un verde con sfumature così singolari che neanche un abile pittore potrebbe mai riprodurre. Nasce sul finire della primavera, così come molti altri fiori ma, nella sua unicità, esso sboccia soltanto sotto la luce della luna, e quando sorgono i primi raggi del mattino appassisce e muore. Per questo suo insolito comportamento si è guadagnato il nome di “Primula della sera.”
[…]
“«Ma come ti viene in mente un'idea simile?!» urlò Thor e si accorse di avere le guance accaldate.
Per la rabbia, per l'offesa, mica per l'imbarazzo!
Loki lo guardava con espressione impassibile, quasi la sua fosse la più normale delle proposte.
Vestirsi da donna? Ma era ridicolo!
Thor non avrebbe mai accettato una simile soluzione."
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Loki, Thor
Note: Movieverse | Avvertimenti: Incest
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cap3
“Primula della sera”

[ Atto III ]







Loki gli legò il foulard attorno al collo, cosicché nascondesse la sua prominenza laringea. Mentre suo fratello lo sistemava con attenzione, Thor cercava di non pensare a ciò che era accaduto qualche attimo prima. Era stato un momento, breve come un sospiro, in cui un insolito istinto lo aveva colto ed era riuscito a rientrare in sé solo quando Loki aveva terminato di toccare le sue labbra.
Era stato poi silenzio scomodo, in cui aveva temuto che suo fratello si fosse accorto di quello che aveva provato nel sentirsi sfiorare da lui. Ma Loki era riuscito a spezzare quell'imbarazzo spronandolo a sbrigarsi per non giungere in ritardo da Thrymr.
Era suo fratello, dannazione! Perché doveva sentire quei brividi?!
Tutta colpa di quel vestito, di quella situazione.
Il riflesso che aveva visto lo aveva sconvolto, e Thor sapeva che era quello che avrebbe dovuto aspettarsi, ma ciò che era stato totalmente imprevisto era che non si era sentito sconvolto per il ribrezzo, anzi. C'era qualcosa nel modo in cui i suoi occhi guardavano con quella linea nera nel contorno, c'era qualcosa nei suoi zigomi messi in risalto dalla polvere, e le sue labbra nude... aveva desiderato fossero rosse come una bacca.
Nella sua testa qualcosa non stava funzionando. Quei pensieri non dovevano esistere. E poi Loki lo aveva guardato in quella maniera e Thor si era sentito così dannatamente bene.
Si accarezzò la stoffa attorno al collo e osservò ancora lo specchio alla parete non riuscendo a distogliere lo sguardo.
«Possiamo andare?»
La domanda di Loki fu come una spinta: a Thor parve di perdere l'equilibrio.
Guardò il suo viso e annuì.
Pensò che quel giorno non aveva perduto solo il suo martello, ma anche parte della sua salute mentale.



*



Attraversarono con passo silente i corridoi. Loki aveva informato i suoi genitori che quella sera si sarebbe recato a Thrymr, per celebrare il compleanno di suo figlio.
Odino non si era mostrato molto entusiasta ma non aveva obiettato nulla. Frigga gli aveva augurato una buona serata chiedendogli se avesse intenzione di portare qualche fanciulla con lui. Loki, sorridendo, le aveva risposto che lo avrebbe deciso all'ultimo.
Thor non aveva dovuto dare spiegazioni sul dove e con chi avrebbe trascorso la sera: per lui era quotidiano uscire e tornare poco prima dell'alba.
Con un piccolo incantesimo di occultamento, Loki aveva fatto in modo che a palazzo nessuno vedesse Thor uscire al suo fianco e lasciò mostrare la sua presenza solo quando giunsero dinnanzi a una carrozza, guidata da due cavalli neri e un cocchiere seduto in attesa.
«Perché una carrozza?» chiese Thor con un bisbiglio. Loki lo invitò a salire senza dire altro.
Una volta seduti sui sedili in velluto rosso, colpì la parete tre volte e il cocchiere prese la via per raggiungere i cancelli e poi la strada che li avrebbe condotti da Thrymr.
«Adesso posso parlare o devo stare zitto tutta la sera?» brontolò Thor e Loki continuò a guardare dalla piccola finestra sulla sinistra.
«Per la sopravvivenza della nostra copertura sarebbe bene che stessi muto ma so di chiederti l'impossibile» rispose sarcastico e lo udì borbottare. Non ebbe abbastanza risolutezza per non guardarlo.
I suoi occhi incontrarono di nuovo quell'immagine tanto sbagliata quanto perfetta e riprovò ancora quell'inspiegabile calore al petto.
Thor continuava a toccarsi l'addome, forse provando adesso ancora più fatica nel respirare in quel vestito. Una smorfia infastidita piegava il suo viso rendendolo ancora più affascinante.
«Prova a tenere un tono di voce alto e parla solo se necessario» gli suggerì, e anche Thor lo guardò con quelle insolite ciglia nere.
«Così?» gli chiese, facendo una prova decisamente pessima.
Loki sorrise divertito. «Più o meno...»
«Non puoi fare un incantesimo per cambiarmi il timbro? Non so, qualcosa del genere.» Thor sembrò imbarazzato nel porre una simile richiesta ma Loki non aveva intenzione di esaudirla.
«No, mi spiace» mentì.
Se avesse cambiato la sua voce avrebbe frantumato quella fantasia. Loki voleva riconoscere in Thor quella visione, voleva sentire ed essere consapevole che di fronte a lui, vestito con un lungo abito di seta, c'era suo fratello, con le sue labbra tinte di rosso e i capelli d'oro intrecciati con eleganza.
Voleva ancora sentire fra le dita quei capelli, sfiorare quelle labbra.
Prese un lungo respiro sistemandosi il colletto della giacca nera.
Chi avrebbe mai immaginato che qualcosa di così importante come il recupero di Mjolnir potesse portare con sé degli strascichi emozionali simili.
«Dovrei avere un nome. Non credi?» chiese Thor, guardando a sua volta verso il finestrino della carrozza alla sua sinistra. «Non voglio assolutamente che qualcuno possa riconoscermi. Se dovesse accadere arriverei a uccidere tutti i presenti senza pensarci due volte.»
«Mi sembra una soluzione un po' estrema» sostenne Loki sperando di incrociare ancora quegli occhi, ma Thor non si voltò né ribatté. Sembrava perso in pensieri che Loki avrebbe tanto voluto conoscere.
«Primrose» disse poi e recuperò la sua attenzione. Thor sbatté le palpebre scuotendo il capo.
«Scusa?» chiese.
«Sarà il tuo nome» rispose con un sorriso e pensò che sì, sarebbe stato perfetto.


 
*



«Primrose...?» Non è un granché.
Loki era sempre stato il più fantasioso fra i due, questo Thor lo aveva sempre saputo. Già da bambini era Loki quello che inventava i giochi più divertenti e i racconti più emozionanti, nonché le bugie più credibili quando venivano beccati a combinare marachelle.
Quando aveva proposto un nome così banale, Thor ne era semplicemente rimasto deluso.
Il motivo non sapeva spiegarlo, in fondo era solo un nome fittizio che avrebbero dovuto usare per qualche ora, eppure aveva quasi sperato che Loki instillasse un po' della sua sconfinata fantasia per scegliere un nome appropriato al viso che stava indossando.
Un altro pensiero assurdo che andava ad aggiungersi a tutti quelli che aveva fatto fino a quel momento.
Spostò ancora lo sguardo alla piccola finestra, guardando il buio che inghiottiva il sentiero e gli alberi. Lo sollevò poi al cielo: sembrava orfano di stelle, ma forse era solo colpa della troppa luce che le lumiere infondevano all'interno della carrozza. Thor non amava usarne, preferiva cavalcare con il vento fra i capelli e le cosce premute ai fianchi di un cavallo, ma forse Loki aveva prediletto quella scelta perché cavalcando avrebbero potuto sciupare il vestito che indossava.
Avrebbe sorriso se non avesse trovato quella riflessione quasi più imbarazzante di ogni altra.
«Esiste un fiore molto raro che si differenzia da ogni altro per una piccola, grande peculiarità: sboccia solo di notte.»
Le parole di Loki lo spinsero a guardare ancora verso il fratello. Un sorriso dolce piegava le sue labbra mentre teneva gli occhi a sua volta verso il buio della vegetazione. «Ha petali gialli, simili a gocce d'oro, e foglie di un verde con sfumature così singolari che neanche un abile pittore potrebbe mai riprodurre. Nasce sul finire della primavera, così come molti altri fiori ma, nella sua unicità, esso sboccia soltanto sotto la luce della luna, e quando sorgono i primi raggi del mattino appassisce e muore.» Loki abbassò lo sguardo e poi lo volse a lui. «Per questo suo insolito comportamento si è guadagnato il nome di “Primula della sera”... Primrose
Thor non seppe cosa dire, sentiva solo il cuore stretto in quel vestito, constatando quanto suo fratello potesse ogni volta sorprenderlo, confonderlo, affascinarlo.
«Primrose» ripeté, stavolta con una nota calda nella voce.
«Adesso ti piace?» gli chiese Loki con un nuovo sorriso che Thor ricambiò.
«Mh... può andare.»



*



Giunsero presto dinnanzi alla dimora di Thrymr, illuminata da infinite luci.
Loki diede uno sguardo veloce alle altre carrozze fermate lungo lo spiazzale: dal numero, buona parte degli ospiti doveva già essere arrivata.
Era un bene, almeno avrebbero destato meno attenzioni.
Scese per primo e attese che Thor scendesse a sua volta. Diede poi ordine al cocchiere di attendere lì poiché non si sarebbero intrattenuti molto. L'uomo annuì e restò seduto a governare i cavalli che poterono riposare.
«Quanta gente ci sarà?» chiese Thor e dalla sua voce trapelò la sua agitazione.
«Molta, per nostra fortuna» rispose porgendogli il braccio che suo fratello strinse senza riluttanze.
Il passo era lento, perché Thor non aveva avuto modo di familiarizzare molto con l'abito, ma Loki non poté lamentarsi.
Gli piaceva quella presenza calda contro il fianco, il profumo che emanavano la pelle e i suoi capelli, le luci che si riflettevano sulle gemme del vestito e sulla tinta lucida delle sue labbra.
Gli piaceva percepire la sua incertezza, il suo bisogno di averlo lì.
Loki sentiva le dita di Thor stringere con forza il suo braccio e avrebbe solo voluto che non lo lasciasse andare più.
Si avvicinarono sempre più all'entrata quando il passo si arrestò su volere di suo fratello.
«Loki» sospirò. «Se venissimo scoperti...»
«Non accadrà.» Provò a tranquillizzarlo ma quando Thor lo guardò capì che non erano parole di incertezza ma altro.
«Se verremo scoperti, ucciderò ogni uomo e donna presente in quella sala e tu non dovrai fermarmi. Chiaro?»
Era un monito, una minaccia, un gelido giuramento.
Loki conosceva l'indole e la foga di suo fratello e altresì conosceva la sua caparbietà nel mantenere la parola data.
Se Thor avesse mai deciso di fare una carneficina, sapeva che non avrebbe potuto fermarlo.
Vedere gli occhi decisi e irremovibili brillare su quel viso portò Loki a tacere ogni parola.
Annuì soltanto in un muto accordo e sperò che davvero nessuno scoprisse nulla.



*



La sala era affollata, i musici intonavano melodie che molti ballavano. I banchetti erano colmi di ogni cibaria e vino. C'erano ancelle vestite in modo elegante e giovini di bell'aspetto, altrettanto abbigliati, che si aggiravano fra gli ospiti con vassoi e brocche.
Thor si guardò intorno, riconoscendo molti di loro, e sentendo dentro sé la vergogna per come si mostrava adesso il suo aspetto che pareva per qualche attimo aver dimenticato.
Cercò subito Thrymr ma non riusciva a scorgerlo. Serrò i pugni con rabbia, dimentico che il destro teneva l'avambraccio di Loki.
«Vuoi forse stritolarmi?» Si sentì ammonire da quest'ultimo e allentò la presa con un sospiro.
«Come facciamo a trovarlo?» chiese continuando a cercare.
«Lascia fare a me, tu fa' silenzio e sorridi.»
Thor però non aveva molti motivi per farlo e quindi preferì limitarsi a tacere.
«Loki!» urlò qualcuno, e Thor vide una figura svincolarsi fra la folla e raggiungerli: era Bergfinnr, figlio di Thrymr nonché festeggiato.
In mano teneva una coppa d'oro, e il viso arrossato dimostrava che non era la prima che beveva. Portava come sempre i capelli castani appena sulle spalle e gli occhi bruni erano lucidi.
«Amico mio! Ho atteso tanto di vederti arrivare.»
Bergfinnr letteralmente si gettò addosso a Loki, e Thor riuscì a spostarsi giusto prima che rovesciasse il vino sul suo vestito che andò invece a fluire sul pavimento.
Era il solito imbranato!
Bergfinnr era un ragazzone alto e robusto, molto più di Thor, che all'apparenza poteva incutere timore ma con cui bastava scambiare una sola parola per accorgersi di quanto diverso fosse in realtà. Era un ingenuo; Thor non sapeva dire se fosse anche un codardo.
Lui e Bergfinnr non si erano mai frequentati molto, un po' per via del suo retaggio, un po' per semplice incompatibilità di caratteri, e Thor era abbastanza sicuro che non avrebbe mai potuto riconoscerlo con quell'aspetto.
«Auguri di un buon compleanno, Berg» lo salutò Loki, mostrando un sorriso che Thor si chiese quanto fosse sincero. Gli mise poi una mano sulla spalla con fare gentile e Bergfinnr lo ringraziò. «Volevo presentarti Lady Primrose, che mi ha gentilmente accompagnato.»
Non comprese il perché di quella decisione e si ritrovò a indispettirsi nei confronti del fratello. Nel frattempo Bergfinnr aveva spostato l'attenzione su di lui e sembrava essersi accorto della sua presenza solo in quel momento. Da come lo stava guardando non era un bene.
«L-lady Primrose, è un onore conoscervi.»
Thor si limitò a un cenno del capo e guardò malamente Loki che continuava a sorridere come nulla fosse.
«Lady Prim è molto timida, Berg» giustificò Loki il suo mutismo e Thor cercò di non guardarlo troppo sgarbatamente.
«Oh, lo comprendo. Anche io sono timido.» Sorrise ancora Berg con un rossore sulle guance che a Thor non piacque per nulla. Poi si udì qualcuno chiamare il nome dell'erede d Thrymr e il ragazzo si scusò per poi allontanarsi. Thor non poté esserne più grato.
«Mi spieghi a cosa serviva tutta quella pantomima?» borbottò contro l'orecchio di Loki.
«Era per dare solidità alla nostra recita» gli rispose. «Stai tranquillo, tutto sta andando bene.»
Ma Thor non riuscì a farsi contagiare dalla sua sicurezza. Scorse un banchetto poco affollato e vi si diresse, bisognoso di qualcosa da bere. Si fece colmare un calice di birra e lo buttò giù tutto d'un fiato per poi chiederne un altro.
«Datti un contegno. Non vorrai mangiarti anche un bue intero?!» Suo fratello subito lo raggiunse per riprenderlo.
«Se avrò fame, lo farò!» ribatté lui, cercando di tenere la voce bassa. Per sua fortuna la musica risuonava alta nella sala, il che rendeva difficile udire perfino le parole del vicino. Infatti Loki poggiò quasi le labbra contro il suo orecchio per dirgli di non esagerare troppo con birra e vino. Le fanciulle non bevono così tanto.
Thor sbuffò e lasciò il calice sul bancone.
«Non credi sia tempo di cercarlo?» chiese poi al fratello, ma Loki sorrise porgendogli il palmo.
«Prima balliamo.»
Si sentì arrossire; quella proposta e il vino non erano stati una buona combinazione.
«Ma cosa ti salta in testa?!» chiese con voce forse troppo acuta sebbene nessuno parve farvi caso, tanto intenti erano ad ascoltare i liuti e le arpe.
«Dobbiamo dimostrarci degli ospiti allegri che non hanno secondi fini» spiegò Loki afferrandogli la mano e trascinandolo letteralmente verso la pista da ballo in cui danzavano elegantemente altre coppie. «Più si ostenta, più si cela» disse ancora, avvolgendogli l'altro braccio attorno alla vita.
Thor rimase indeciso sul da farsi perché proprio non gli andava di mettersi sotto gli occhi di tutti, soprattutto non gli andava di essere così vicino a suo fratello, non dopo ciò che stava per accadere nella sua camera.
Loki gli diede allora uno strattone facendo aderire i loro ventri e Thor si ritrovò a deglutire e poggiare la mano sulla sua spalla.
«Ti guido io» sussurrò Loki contro il suo orecchio facendolo quasi rabbrividire.
«Ti odio» brontolò Thor e chiuse gli occhi qualche attimo, per controllare cuore e respiro. Quel vestito stretto e tutti quegli sguardi erano come un cappio.
Per sua fortuna era una melodia molto soave che non obbligava un grande sforzo nel danzarla.
L’ascoltò intensamente, lasciandosi tranquillizzare dalle leggiadre note e dal calore di Loki. Riaprì le palpebre guardando il viso di suo fratello a un palmo dal proprio: Loki lo stava guardando ancora con quella luce.



*



Loki osservò la sala, ogni singolo ospite, e finalmente scorse Thrymr, intento a parlare con un uomo panciuto.
Mostrava un'espressione calma ma al contempo estasiata, e lui sapeva bene che il motivo era ben diverso dal compleanno di suo figlio.
Thor gli pestò un piede ed era più che sicuro non lo avesse fatto per sbaglio.
Tornò a guardarlo e ancora una volta si chiese perché si sentisse così.
«Quando andremo a cercare Mjolnir?» brontolò suo fratello imbronciando le belle labbra.
«Tempo al tempo» gli rispose, inebriandosi della sua vicinanza.
Stava barando, stava volutamente rubando quel momento solo per suo personale godimento. Non vi erano motivi di altra natura, solo il desiderio di tenere quel corpo premuto contro il suo.
Come poteva la mente di un uomo scivolare in così oscuri meandri nel giro di pochi respiri?
Quel mattino Thor era il suo fratello amato, testardo e chiassoso che non ascoltava mai e che doveva tirare fuori dai guai ogni tre per due, e adesso era una creatura che portava il nome di un fiore raro, stretto in un abito da donna, pettinato come una donna, dipinto come una donna ma che conservava la tempra e l'ardore di quell'amato fratello.
Oh, Norne, nessun sortilegio avrebbe potuto fare di più.
Avvicinò il viso al suo e gli sfiorò la guancia con la propria, quella guancia calda e morbida.
«Thrymr è qui» gli sospirò contro i capelli.
«Dove?»
Sentì anche il fiato di Thor scaldargli la pelle.
«Alla tua sinistra ma non voltarti.»
«Cosa facciamo?» chiese Thor con tono basso e roco, e Loki per un frangente chiuse gli occhi, incapace di combattere quella sensazione.
Non ne aveva la forza, non ne aveva l'intento.
Fu così che gli accarezzò la schiena con la mano.
«Fratello» sospirò poi contro il suo orecchio, fra le dolci note. «Hai mai sentito il bisogno di perderti?» gli chiese, sfiorandogli una guancia con le labbra e sentendolo respirare con sempre più difficoltà fra le sue braccia. «Hai mai sentito il desiderio di cadere nel più nero degli abissi... e goderne?»
«Loki...» La voce di Thor tradì quella stessa emozione e fu allora che Loki gli poggiò un bacio all'angolo della bocca, proprio mentre la melodia giungeva al termine con un gran fragore di applausi.



*



L'arrivo di Bergfinnr sembrò quasi una manna.
Dopo ciò che Loki aveva detto, dopo ciò che aveva fatto, il modo con cui lo aveva stretto, Thor salutò l'intrusione del giovane come una benedizione. Riuscì così ad allontanarsi dal suo abbraccio ustionante ed evitò di guardarlo in viso.
«Berg!» Anche Loki sembrò paradossalmente riflettere quel sollievo.
«Loki, io... volevo fare un brindisi con te» disse Bergfinnr, e Thor notò solo allora le sue mani che stringevano due calici. «Ma forse sono stato scortese. Non volevo disturbare e – oh, buon cielo, non ho preso da bere per voi, Lady Primrose! Perdonatemi, ve ne prego.» Il ragazzo si chinò più volte, umilmente, come non fosse stato il figlio erede di una grande dinastia ma l'ultimo dei servi.
Se avesse avuto meno trambusto nel suo animo, Thor avrebbe trovato la cosa quasi tenera.
«Non crucciarti, Berg» lo tranquillizzò Loki. «Andrò io a prendere da bere. Tu tieni pure compagnia alla mia signora.»
Thor fu obbligato a guardare in viso suo fratello ma non vi trovò altro che un sorriso dei più studiati, una maschera di abile controllo che non avrebbe mai potuto eguagliare.
Poi Loki si allontanò, sparendo fra la folla, e Thor si sentì tutto d'un tratto in equilibrio.
Loki non avrebbe dovuto lasciarlo da solo! Non poteva lasciarlo solo!
Si sentiva monco senza di lui al suo fianco, si sentiva scoperto, nudo.
«Vi state divertendo, Lady Prim? Posso chiamarvi Lady Prim?» gli chiese poi Bergfinnr, volgendo però lo sguardo altrove, imbarazzato per la sua stessa domanda.
Thor non sapeva cosa rispondere, non sapeva neanche se poteva farlo. La sua voce lo avrebbe potuto tradire e, una volta saltata la copertura, ci sarebbe stata solo una cosa da fare.
Così annuì soltanto, rispondendo al sorriso del giovane con qualche incertezza. Non gli piaceva trovarsi in quella situazione, soprattutto non gli piaceva il modo in cui il figlio di Thrymr lo guardava. Era quasi lo stesso di Loki, solo più pudico, più timido.
Gli tornarono in mente le parole che suo fratello gli aveva sospirato all'orecchio, il calore delle sue labbra, il desiderio che aveva percepito nella sua voce.
Immediatamente si sentì accaldare il viso e si umettò le labbra sentendo sulla lingua il sapore dolce della tinta che le copriva.
«Lady Prim?» Si ricordò solo allora della presenza di Bergfinnr. «Volete concedermi un ballo?»
Se avesse avuto il suo martello gli avrebbe fracassato il cranio per quella richiesta! Ma Mjolnir non era nella sua mano, era altrove, in quella casa e...
Riuscì a capire solo allora il perché dell'allontanamento di Loki. Lo cercò nella folla senza scorgerlo. Era di certo sulle tracce dell'arma.
Con gli occhi vide Thrymr che beveva in compagnia di qualche donna. Se restava nella sala avrebbe avuto modo di tenerlo sotto controllo e Loki avrebbe potuto cercare indisturbato Mjolnir.
Non c'era altra alternativa; doveva usare anche lui un po' di ingegno.
Guardò Bergfinnr e, sebbene riluttante, annuì alla sua richiesta e gli porse la mano.
Il giovane poggiò i calici su un tavolo e la raccolse con un sorriso impacciato. Gli avvolse l'altra in vita e prese a muovere i primi passi seguendo la musica.
Era più alto di Thor e la cosa non gli piaceva, ma nonostante la sua imponenza fisica, lo teneva fra le braccia con un'insospettata delicatezza, lasciando una certa distanza fra i loro ventri. Non sapeva se fosse per via della sua timidezza o per rispetto verso Loki, credendolo di fatti la sua compagna.
Mentre danzavano in silenzio, Thor si guardava in giro per verificare che Thrymr fosse ancora nella sala. Per fortuna era ancora lì.
«Sapete, Lady Prim, non ho mai veduto una fanciulla come voi» disse poi Bergfinnr. «Siete forse una delle famose Valchirie del Re Odino?» Preso alla sprovvista da quella domanda, Thor annuì e il ragazzo sorrise soddisfatto. «Oh, lo sapevo! Un giovane come Loki non avrebbe potuto amare una fanciulla comune.»
Non comprese quella frase ma si sentì ugualmente in imbarazzo.
Scostò lo sguardo e tornò a concentrarsi su Thrymr, ancora occupato a far conversazione.
La musica sembrava non voler più cessare e lui non sopportava più di dover stare lì, a fare la bambola di pezza fra le braccia di quel colosso di Bergfinnr.
«Spero che Loki non si indispettisca per la mia sfacciataggine nell'avervi invitato a ballare» mormorò il giovane, seriamente impensierito.
Berg doveva considerare suo fratello davvero un amico, mentre era chiaro che per Loki quel ragazzo non aveva poi troppa importanza.
Thor si sentì triste. Loki sapeva essere crudele e gelido se voleva, sapeva ferire e far male.
Suo fratello aveva un'anima con mille facce, di alcune delle quali forse perfino lui ignorava l'esistenza, alcune che potevano far paura.
Risentì le sue mani, le sue labbra, il suo respiro.
Il desiderio di cadere nel più nero degli abissi... e goderne.
Dovette scostarsi bruscamente da Bergfinnr non riuscendo più a sopportare il suo abbraccio.
«Lady Prim, va tutto bene?» Thor non perse neanche tempo a rispondergli che si avventò prima su un calice di vino e poi sull'altro. «Oh... siete alquanto assetata, milady.»
«Un vizio che non sono riuscito a farle togliere.»
La voce di Loki saltò fuori dal nulla e Thor si sentì inghiottire dai suoi occhi.



*



Aveva approfittato dell'intervento di Bergfinnr per poter indagare in pace, ma anche per allontanarsi da Thor, la cui vicinanza stava mettendo a dura prova ogni sua razionalità.
Lontano dalla sala era riuscito a raccogliere una piccola quantità di seiðr così da poter rintracciare Mjolnir. Non era stato semplice perché aveva dovuto centellinare ogni goccia di energia per impedire che Thrymr lo avvertisse.
Era riuscito però a percepire l'essenza dell'arma in un luogo fuori dal palazzo e, seguendo la scia emanata dalla sua forza mistica, era giunto nei pressi delle stalle. Si era guardato intorno: la zona era priva di guardie, tutte impegnate a controllare ciò che accadeva al ballo.
Era quindi entrato nella stalla e Mjolnir era lì, coperto da un cumulo di paglia, fra il nitrire dei cavalli e l'olezzo del loro letame.
Aveva dovuto dare atto a Thrymr di aver scelto un luogo perfetto per celarlo, così in bella vista che nessuno avrebbe mai pensato di cercarvi.
Aveva anche allungato la mano e provato a sollevarlo ma niente, non si era mosso di un pollice.
Non che si fosse mai aspettato il contrario.
Coperta di nuovo l'arma, era quindi tornato al ballo dove aveva scorto da lontano Berg ballare con Thor. Se dapprima la cosa lo aveva divertito, successivamente aveva provato un senso di fastidio.
La mano di Berg sulla schiena di Thor, l'altra stretta attorno alle sue dita, la vicinanza, l'imbarazzo sul viso di suo fratello, le sue guance arrossate.
Aveva stretto forte i pugni ed era scivolato fra la folla come una serpe scivola fra l'erba. Era giunto quando Thor stava tracannando del vino senza troppa grazia.
«Loki!» Berg sembrò allarmato dal suo arrivo ma Loki dedicò tutta la sua attenzione a suo fratello. «Ho invitato Lady Primrose a un ballo, spero non ti dispiaccia.»
«Se non è spiaciuto a lei, non vedo come possa dispiacere me» rispose con un sorriso velenoso, a voler intendere bel oltre le parole. Berg ne approfittò per allontanarsi e lasciarli soli e Thor ne approfittò invece per bere ancora.
«Si può sapere dove ti eri cacciato?» lo interrogò con occhi di fiamme. «Mi sono dovuto subire il tuo “amico” e le sue lusinghe indigeste.»
«L'ho trovato» affermò sintetico, vedendo poi la sua gola sussultare.
«Dov'è?» gli domandò Thor, avvicinandosi al suo viso con ansia.
«Nelle stalle» rispose. «Adesso possiamo prenderlo e andarcene.»
Guardò il suo viso ancora una volta prima di voltarsi e prendere l'uscita, sapeva che Thor lo avrebbe seguito.
Sapeva anche che non avrebbe più potuto resistere.











***










NdA.
In primis, la spiegazione di Loki sul fiore che dà il titolo alla fic è più o meno veritiera, ho aggiunto solo qualche piccolo dettaglio romanzato.
Per Thor ho preferito scegliere il nome Primrose (dall'inglese “Evening Primrose”) invece di Primula perché in italiano mi faceva semplicemente defecare.
Btw la serata sta per finire, Mjolnir è stato ritrovato e intanto i nostri due fratellini sono sempre più confusi da ciò che sentono.
Cosa accadrà adesso?
Tutte le risposte nel prossimo audace capitolo con il quale si concluderà la nostra piccola avventura in cipria e rossetto.
Ringrazio ancora tutti coloro che la stanno seguendo. Sono conscia del suo essere una storia un pochino particolare, per questo vi ringrazio sinceramente di cuore per averle dato una chance 

P.S. Ho in programma un seguito, una semplice OS, che con ogni probabilità dovrò pubblicare altrove per ovvie questioni incestuose. Nel caso, vi terrò informati ^-*

P.P.S Durante tutta la sequenza della festa, c'è stata una canzone meravigliosa che mi ha accompagnato e che volevo ascoltaste anche voi. La trovate QUI.
Vi consiglio di ascoltare l'intero album in quanto è assolutamente incantevole.
Kiss kiss Chiara
  
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