Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: acqua00    25/01/2015    3 recensioni
Mi chiamo Nadia, ma tutti mi chiamano Nadd. Da quando mio padre mi ha lasciato io, mia mamma e Milkshake il mio gatto, viviamo da sole in casa. Harry è il mio migliore amico da quando siamo piccoli, lui conosce tutti i miei difetti. Luke è partito per un viaggio e chi sa quando tornerà; Ashton è il mio compagno di classe; Michael il mio vicino e Hood... lasciamo perdere.
DAL TESTO
Aspettai un paio di minuti dietro la porta prima di rientrare a casa di Nadia [...]-Hemmings, che cazzo ci fai nella mia stanza, soprattutto nel mio armadio?- Si è arrabbiata, proprio la reazione che volevo.
-Niente volevo solo ammirare cosa c’è nell’armadio delle donne.-
-Se se va bene, ora ti voglio fuori da questa casa. Ci vediamo oggi pomeriggio.- Ha la faccia più rossa di un peperone; si deve essere arrabbiata parecchio.
-Ciao.- La saluto e mi avvio verso la porta d’ingresso.Mentre vagavo tra i miei pensieri più oscuri sento qualcosa vibrare nella mia tasca; lo prendo e senza vedere il numero rispondo.
-Allora Hemmings, ce l’hai?-
-Si, non ti preoccupare. Te le porto oggi a scuola.
Spero di avervi incuriosito per continuare a leggere la fanfic.
By
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Scusate se vi rompo all'inizio del capitolo, vorrei che quando vedete i simboli ** mettiate (se siete fan di Ed Sheeran) Lego House o se siete fan degli 1D litttle things o story of my life per creare l'atmosfera adatta. Purtoppo non posso mettervi il link perchè il mio internet fai capricci. ci vidiamo allo spazio autrice.
 
POV MICHAEL
Chi minchia aveva messo quel bigliettino sulla scrivania? Mi alzai dal letto e andai a prendere quel pezzo di carta che giaceva la sopra, lo aprii e lessi ciò che c'era scritto.
Incontriamoci al solito posto
At
Chi cacchio era AT? E poi che solito posto e che ora? Buttai il biglietto nel cestino e mi andai a distendere di nuovo sul letto, presi il cellulare e controllai le notifiche. Un messaggio. Lo aprii e lo lessi.
Puoi venire a casa? Devo andare in un posto e non posso portare Denise con me.
Nadia... Scesi dal letto (di nuovo), aprii la porta, scesi dalle scale, dissi a mamma che sarei tornato la sera, aprii la porta e varcai la soglia della casa di Nadia.
-Io ti lascio la piccola, mi raccomando, portala a letto per le dieci altrimenti non si sveglia.- Dopo aver annotato tutto quello che aveva detto, lei uscì lasciandoci da soli così andai sulla poltrona e accesi la televisione.
-Ho fame... Mi prepari qualcosa?- Chiese Denise. E adesso che le preparo, non ero mica un cuoco! Andai in frigo e presi una mela e la sbucciati, gliela porsi e lei la rifiutò.
-Non mi pace la mela, Nadia mi preparava sempre un toast con il prosciutto e formaggio fuso.- Ok la cosa stava prendendo una brutta piega, io NON sapevo fare un toast. Presi del pane dalla dispensa e feci delle fettine da mettere nel tostapane. –Non con il pane, con il pancarré.- Questa ragazzina mi stava facendo salire il nazismo. Cercai in tutte le mensole e gli scaffali, ma non riuscii a trovare questo maledetto pancarré, la vidi che rideva di sottecchi  così mi avvicinai a lei e le presi quel dannato coso dalle sue mani che nascondeva dietro di se.
-Questa me la paghi piccolina.- La rincorsi per tutta la casa con il pacco del pancarré in mano agitandolo come se fosse una scopa, rischiavo di perdere tutti i pezzi  della confezione sul pavimento e inciamparci sopra.- Ferma qui che ora ti acchiappo!- Le urlai, ma lei non si fermava, e come correva...sembrava che doveva partecipare a una maratona. Finalmente si fermò vicino la poltrona per prendere fiato e io colsi l’occasione per prenderla e portarla in cucina. –Ora tu resti qui buona buona mentre io ti preparo il toast.- Si sedette sulla sedia e aspettava con calma questo dannato toast. Una volta pronto glielo misi davanti, lei lo prese e iniziò a morderlo con gusto. Potevo diventare tranquillamente un cuoco di prima qualità tipo Gordon Ramsay, il nome c’era già dovevo solo cambiare il cognome.
 
POV NADIA
 
Avevo deciso che dovevo parlare a tutti i costi con Hood e quello che faceva, non importava come l’avrebbe presa, non potevo continuare così, volevo uscire da questo guscio, non volevo essere quella persona che subiva tutto senza reagire, non volevo più essere quella persona che torna a casa piena di lividi e piangente perché qualcuno l’aveva fatta male, insomma non volevo essere più quella persona.
Iniziai a cercarlo per tutta la città, ma non lo vidi iniziai a perdere la speranza, ormai si era fatta sera e dovevo tornare a casa, non potevo lasciare Mike con la bambina tutto il giorno. Appena girai l’angolo della mia casa, vidi una figura che stava sdraiata per terra sul marciapiede, neanche sulla panchina a poca distanza da lui/lei; mi avvicinai per vedere chi fosse. Non l’avessi mai fatto. Ormai la ricerca di Hood era finita perché era la, inerme, immobile, come se fosse morto; mi avvicinai con cautela e lo scossi un pochino con il piede. Niente. Mi abbassai al suo livello e lo scossi con la mano cercando di essere più delicata possibile anche se non se lo meritava affatto. Non rispondeva. Così feci la scelta più sbagliata della mia vita, lo presi di peso e lo trascinai letteralmente fino casa. Era pesante per essere così magro. Suonai al campanello dato che avevo le mani impegnate quindi non potevo prendere le chiavi nella borsa, mi venne ad aprire Denise e, appena vide il fratello in quello stato, iniziò a piangere, feci segno a Mich che doveva portarla di la e poi doveva aiutarmi a portare il corpo in camera. Salimmo le scale con Hood sulla spalla, più che salimmo...Michael salì con Hood sulla spalla, lo lasciò sul letto e se ne andò giù a consolare Deny. Nel frattempo io presi la borsa dell’acqua calda (per fortuna l’avevo fatta riscaldare prima dato che avevo un mal di pancia tremendo) e gliela misi appiccicata al suo corpo. Iniziò ad avere un colorito migliore e io tirai un sospiro di sollievo. Un attimo PERCHE’ STAVO TRATTENENDO IL RESPIRO!?. Hood si girava nel letto da un quarto d’ora e non sapevo il perché continuava a chiamare il nome di una certa Evangeline, quando si sarebbe svegliato gli avrei chiesto chi era sta tizia.
 
Dato che Hood non si era ancora svegliato e non sapevo dove far dormire Denise, chiesi alla persona colorata che era con me se potesse farla dormire da lui e disse che non c’era nessun problema. Intanto mia mamma era ritornata dal lavoro e avevamo cenato insieme, presi una piccola porzione di pollo dal mio piatto e la nascosi così che anche quella persona in camera mia potesse mangiare dato che, dall’ultima volta che l’avevo visto era dimagrito un po’, i suoi muscoli non erano come quello di una volta.
-Mà, io vado a letto, oggi è stata una giornata pesante.-
-Ok, sogni d’oro amore.-
-Grazie, anche a te.- MI alzai dalla sedia e andai direttamente in camera senza passare per il bagno, avevo voglia di vedere come stava quell’essere. Si era tutto scoperto, la maggior parte delle coperte erano finite epr terra così gliele rimboccai, misi la cena in un piccolo piattino di plastica che avevo preso senza che mia mamma se ne accorgesse e mi distesi affianco a lui, per fortuna il mio letto era a una piazza e mezza e Calum aveva occupato poco spazio. Cercai di addormentarmi, ma con questa pioggia non ci riuscivo proprio, uscii dal letto e misi pigiama grigio con dei baci stampati sopra, andai di novo a letto e stavolta una forza superiore al mio cervello, maledetto cuore, mi fece abbracciare quella persona distesa nel mio stesso letto, accanto a me che mi teneva compagnia.
 
-Buongiorno dormigliona.- Mi strinsi ancora di più nelle coperte, non volevo proprio uscire da quel caldo. Spalancai gli occhi quando una persona, e supposi Hood, mi prese in braccio portando una mano sotto le mie spalle e alla piegatura delle ginocchia, lanciai un urletto di sorpresa e allo stesso tempo di paura, terrore, perché Calum mi stava tenendo in braccio senza farmi niente, mi sentivo come...protetta fra le sue braccia, come se fossero quelle di Harry. Appena abbassai lo sguardo vidi che indossava solo i boxer, quindi lo alzai di scatto diventando paonazza. –Sono andato a farmi una doccia, spero che non ti dispiaccia.- E se mia mamma l’avesse visto?
-Ma, ma...- Cercai di dire qualcosa, ma l’unica cosa che uscì dalla mia bocca furono solo dei ma, insignificanti ma, inutili ma.
-Ma?-Disse Hood cercando di farmi continuare ciò che avevo iniziato.
-Ma, dov’è finita la carne che avevo messo nel piatto?- Domanda intelligente.
-Pensavo che fosse mia quindi l’ho mangiata, comunque era ottima.- Un complimento da parte di Hood anche se riferito alla carne e a chi l’aveva cucinata cioè mia mamma. Non mi resi conto di essere ancora in braccio a lui così tolsi una gamba dalla sua presa infernale, ma lui come risposta me la riprese. – Eh no, ora sei mia.- ORA SEI MIA. Tre semplici parole che mi frullavano nella testa. Tu ora sei mia. Tu ora sei mia. Si ripetevano in continuazione. –Hei, terra chiama Nadia, Nadia!- Girai di scatto la testa nella sua direzione, non mi resi conto di star guardando la parete piene di foto con i ragazzi e Harry ovviamente, le sue foto erano le più belle. Hood alzò gli occhi e vide dove stavo guardando io, abbassò lo sguardo e mi chiamò di nuovo, ma io ero troppo impegnata a guardare le foto...Naida, da quando mi chiamava per nome?
-Si scusami andiamo a fare colazione.- Da quando usavo la prima persona plurale di un verbo con un soggetto simile? Mi portò fino alla cucina tra le sue braccia forti, misi le mie braccia attorno al suo collo e poggiai la testa sul suo petto nudo. Era comodo. Era veramente comodo. Purtroppo il contatto finì quando mi mise a terra, inizialmente avevo un po’ di instabilità infatti Calum mi dovette afferrare altrimenti sarei caduta sicuramente. MAMMA. Non ci avevo pensato per niente. Cercai di spingere il ragazzo su per le scale prima che mamma lo vedesse, ma come al solito non riesco a spostare nessuno di un peso superiore al mio ovvero una quarantina di chili.
-Cosa fai? Io voleva andare a mangiare.- Disse con una faccia da cucciolo. Un secondo. Da quando la faccia la faccia di cucciolo stava così bene sul suo volto?
-Sai com’è anch’io ho una mamma e fra poco si sveglierà anche lei.-
-Non ti preoccupare, se ne andata già da un bel pezzo diceva che era stata chiamata a fare il turno di mattina oltre a quello del pomeriggio.- Ah, e com’era che non me l’aveva detto? Boh. Andammo in cucina per fare colazione, nessuno parlò, nessuno osò fiatare, tutti e due eravamo immersi nei nostri pensieri, appena saremmo andati un camera, gli avrei detto cosa dovevo dirgli ieri.
Finito. Ora dovevo affrontare la parte più difficile della giornata, la parlata con Hood. Gli feci cenno di seguirmi e, silenziosamente, andammo in camera, mi sedetti sul letto presi coraggio e iniziai a parlare. **
-Ascoltami, non voglio che continuiamo in questo modo, io non posso e soprattutto non voglio tornare a casa tutta dolorante, piena di lividi; non voglio vedere Ashton che mi cura dalle mie ferite, ormai in quelle quattro mura del bagno ci passo tantissimo tempo al giorno, e io non voglio continuare così, voglio che tu cambi, fallo per me...anzi no, per Denise. Lei mi chiede sempre dove tu sia e io le rispondo che stai arrivando a prenderla, ora però non ci crede più, sa che non ritornerai più come una volta, anche se lei non ricorda Josef, sa che prima eri più gentile con lei e con gli altri, quando quel giorno ti ha visto darmi uno schiaffo, non voleva più vederti per il resto della sua vita. Una bambina di undici anni non può dire questo, è ancora troppo piccola per queste cose e spero che non le dica mai, neanche quando sarà vecchia. Ecco. Ti volevo dire solo questo.- Alzai lo sguardo dato che guardavo a terra e vidi un Calum diverso dal solito, un Calum che piangeva, un Calum che era stato ferito, un Calum sconvolto, un Calum che non voleva più andare avanti, poi fece la cosa più inaspettata di tutte, si abbassò al mio livello e mi abbracciò; non un abbraccio “inutile”, un abbraccio che trasmetteva le emozioni che provava in quel momento, la tristezza, la solitudine di quella persona. Quando decise di sciogliere quell’abbraccio stupendo, vidi delle lacrime che scendevano dal suo volto. Non le avevo mai viste scorrere sul suo volto così, con il pollice, le asciugai. Mi fissava negli occhi, il suo marrone contro il mio verde, mi perdevo dentro quegli occhi che ti tiravano nel baratro più assoluto. Altro che Luke...Calum era una persona che può essere recuperata, Calum era una persona di cui tutti avevano paura, anch’io ne avevo, ma quando lo impari a conoscere sapevi che non era così, sapevi che dietro quella lastra di ghiaccio c’era un cuore che cercava di uscire, ma non ci riusciva perché il suo calore era insufficiente, aveva bisogno di qualcuno che con un phon lo aiutasse a sciogliere quella lastra del dolore e far rinascere l’amore.

SPAZIO AUTRICE
Come va la vita? Sono tornata a rompervi le ball con questo nuovo capitolo che ho iniziato a scrivere questa mattina e, dato che mi sentivo buona, l'ho fatto un pochino più lungo.
PASSANDO AL CAPITOLO
In teoria non succede nietne di che tranne dopo il POV NADIA. finalmetne gli dice ciò che gli doveva dire da tempo, lui piange perchè...ve lo dirò nel prossimo capitolo; nel frattempo dorme la notte in sieme a lui e non ha incubii. MISTERO. Inizia a chiamarlo Calum invece che Hood e... si abbracciano e non so neanche io come minchia ho fatto a scrivere l'ultima parte, il ghiaccio, il cuore...certo che le canzoni di sottofondo stimolano la scrittura!
Al prossimo capitolo
By

Ps. Vi consiglio di leggere la fa Two è davvero bellissima a me personpersonalmente mi ha fatto piangere. Non me lo ha chiesto l'autrice (dato che la storia l'ha finita all'inizio del 2014)
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: acqua00