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Autore: VeroDowney    25/01/2015    3 recensioni
Hope fa un provino per un film, convinta dall'amica Daphne, non sa però che questo le cambierà davvero la vita, in meglio e in peggio, gioirà e soffrirà e alla fine di questo percorsa sarà una persona completamente nuova, una persona migliore. Un processo simile lo subirà anche Robert che si comporta come un playboy, nonostante abbia una famiglia, dovrà però tornare sui suoi passi quando dopo aver incontrato Hope e vittima di eventi inaspettati, sarà spinto a guardarsi dentro e a capire che tipo di persona l'hanno fatto diventare la fama e i soldi.
Nella storia è presente Vicky Ellis, protagonista della fanfiction “The lesson is: someone can hurt you, but it does not mean that everyone is like him”. Inoltre sono presenti Jennifer Lawrence, Zach Galifianakis, Brett Davern e Jon Favreau. Avranno un piccolo cameo anche Jude Law e Gwyneth Paltrow.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 12 - Why "Hope"?


Molti di voi penseranno che sono un pazzo, lo so.
Un uomo innamorato non fa pazzie?

Dopo quel messaggio lasciato in segreteria a Hope ho sperato che lei mi richiamasse ma nulla, nessuna notizia di lei, o meglio so dov’è ora, vorrei tanto ammettere che è grazie a Zach che so dove si trova ma no, non è così.

Quegli avvoltoio dei paparazzi non hanno saputo fermarsi, ancora una volta, hanno pubblicato in prima pagina una serie di foto che ritraevano me, Gwyneth, Zach e Hope davanti a casa mia quella maledetta sera, seguite ovviamente dalle foto di Hope che entrava a casa di Zach la sera stessa e ne usciva solo la mattina seguente.

Inutile dire che non si sono fatti problemi a scrivere che Hope trascurava suo padre perché ora aveva raggiunto la fama ed era diventata un’insensibile egoista come molti dei ricconi di LA.

Nulla di più sbagliato.

Non oso immaginare come si sia sentita Hope quando è venuta a sapere di suo padre. Quando sono venuta a conoscenza di questa notizia sono stato immediatamente catapultato al giorno in cui la chiamata della morte di Susan mi raggiunse sul set.

Vorrei davvero starle vicino, riempirla di chiamate mi farebbe sembrare uno troppo insicuro, uno che non sa quello che fa, uno disperato.
Al momento sono tutto il contrario di questo.
So chi voglio e cosa voglio e sto andando a prenderli.

Vi starete chiedendo allora dove sia al momento, ci credereste se vi dico che sto guidando nel mezzo del nulla, con una macchina a noleggio, su una lastra di neve che inizia a ghiacciare?
Nulla di più pericoloso per un losangelino che è abituato a vedere la neve solo su google.


Finalmente scorgo del fumo uscire da un camino in lontananza.
Mi sembra di essere un cowboy in cerca degli indiani.

Eccola la casa di Hope.

Mi avvicino alla porta titubante, prendo un bel respiro.
Pessima mossa.
L’aria gelida mi entra nei polmoni e il freddo pervade il mio corpo, come a ricordarmi che questa non sarà un’impresa facile.

Oddio, solo ora penso che sono dire solo una parola in italiano e per la cronaca è “Ciao” come farò a parlare con il padre di Hope se lei non è in casa?
E soprattutto mi permetterà Hope di parlare con lui?
Troppe domande.
Nessuna risposta.

Non mi resta che bussare e vedere come va.

La mia mano trema e indugia qualche secondo prima di venire a contatto con il legno della porta.
Busso una, due volte.
Sto perdendo le speranze.

-Un attimo-
Sento queste parole ma non ne comprendo il significato e soprattutto è la voce di un uomo.

D’un tratto si spalanca la porta e si staglia davanti a me un uomo della mia stessa statura, pallido in viso e con delle grosse occhiaie sotto gli occhi, non può essere che il padre di Hope.

-Robert?- Oddio come fa a sapere chi sono?.
Sveglia Rob sei una star mondiale ti conoscono tutti.
-Hi- dico sperando di far capire che non so una parola della sua lingua mentre gli tendo la mano.
-Hi! I am Giuseppe. Come on, it’s cold outside- mi risponde spiazzandomi mentre mi stringe la mano.
O my god! Sa l’inglese.
Tiro un sospiro di sollievo.
Almeno questo ostacolo è superato.
Ma come fa a sapere così bene l’inglese? Sembra leggermi nel pensiero quando esclama.
-Mia moglie aveva origini inglesi e sapeva parlare molto bene l’inglese, così in casa abbiamo sempre parlato entrambe le lingue, è per questo che Hope lo sa parlare così bene-
Rimango un attimo basito.
Era la prima volta che sentivo parlare della mamma di Hope, sapevo solo che purtroppo non c’era più da molti anni.

Non faccio in tempo a ribattere che mi spiazza chiedendomi
-Come mai sei venuto fin qui?-
-Io..- balbetto.
-Hope! Mi sembra chiaro che tu sia qui per lei-
-Esatto, sono qui per lei, ho attraversato mezzo mondo per.. -
-L’hai ferita?- mi interrompe.
Questa conversazione si sta facendo più difficile del previsto ma d’altronde me lo dovevo aspettare, la tempra, Hope, la doveva aver presa da uno dei suoi genitori e adesso sapevo anche da chi.
-Non era mia intenzione farlo, so che sembra una frase di circostanza ma c’è una spiegazione a tutto. Peccato che io non abbia avuto l’occasione di spiegare. Sono qui per questo. E..- prendo fiato -Per aiutare Hope e lei, so che sta male-
-E’ così- la sua espressione si è fatta dura e continua -Io non accetto sol..-
-Non le sto offrendo soldi, ma ho un assicurazione sanitaria che copre qualsiasi operazione di qualsiasi cifra. Le chiedo solamente di accettare e di farsi visitare dai miei dottori e..- Mi interrompo, guardo l’uomo che sta in piedi davanti a me.
Le sue mani tremano, abbassa lo sguardo e le lacrime iniziano a rigargli il volto.
Non so che fare.
-Grazie- mi dice sorridendomi e stringendo le mie mani.
Faccio un gran sorriso e lo stringo a me, come se lo conoscessi da tempo.
Lui ricambia e sento le sue braccia riempirsi di forza e devo ammettere che è davvero una bella sensazione.
-Oh scusa che maleducato che sono, accomodati pure, ti faccio del the?-
-Non si preoccupi, se non le dispiace rimango qui ad aspettare che Hope torni-
-Non so bene dove sia andata ma di sicuro non tornerà prima di un’ora-

Mi guardo intorno e non posso fare a meno di notare la foto che campeggia più grande di tutte su un mobile della sala.



-E’ la mamma di Hope?- dico senza quasi pensarci.
Ma che hai in testa Robert? E se non volesse parlare di sua moglie che non c’è più e se gli desse fastidio? Beh non lo biasimerei, anche io non avrei parlare di Susan ad un estraneo.
-Si è lei, si chiamava Angy, era una donna bellissima e forte. Hope la ricorda molto-
Sembra essere finita lì la frase ma ancora una volta mi sorprende dicendomi -Mi dispiace per tua moglie. Condoglianze-
Lo guardo e non riesco a rispondere ma i miei occhi parlano per me.
-Hope ti ha già detto il perché l’abbiamo chiamata così? La sai la storia di sua madre?-
-No, credo che non fosse pronta per raccontarmelo, ci frequentiamo solo da qualche mese e..-
-Mi ha detto che ti ha raccontato di Sam e che avrebbe voluto tanto raccontarti di sua madre ma ci sono stati degli imprevisti..-
Non pensavo che Hope avesse raccontato tutto a suo padre ma ne sono contento, vuol dire che a me ci tiene ancora, almeno un po’.
-Angy aveva solo 27 anni quando rimase incinta, noi eravamo felicissimi, dopo aver avuto Chris, i medici avevano detto che probabilmente non avrebbe più potuto avere figli e di questo Angy era molto dispiaciuta, aveva sempre desiderato avere una famiglia numerosa. Quando scoprimmo che era rimasta di nuovo incinta fu una gioia e festeggiammo come non avevamo mai fatto prima. I novi mesi volarono fino a quando un giorno Angy, che era prossima al parto, iniziò ad avere dei forti dolori, la portai di corsa all’ospedale e..e..- la voce iniziava a tremare ma dopo averla schiarita riprese puntando i suoi occhi nei miei -I medici ci dissero che c’erano state delle complicazioni, il cordone ombelicale si era attorcigliato al collo di Hope e il suo battito era sempre più lento. Angy era troppo debole per subire un’operazione e così ci trovammo davanti ad un bivio: tentare l’operazione e rischiare che entrambe morissero oppure cercare di salvare Angy. Inutile dire che Angy non volle sentire ragioni voleva tentare l’operazione. Entrammo in sala parto e io non lascia per un attimo la mano di moglie. Fortuna che l’anestesia era solo locale, riuscivo a parlare con lei, ma vedevo che lentamente stava perdendo le forze, le palpebre si stavano facendo sempre più pesanti e non reagiva come avrebbe dovuto fare. Stava perdendo sangue. Troppo sangue. I dottori si accorsero che l’operazione non stava andando per il verso giusto così presero l’unica decisione possibile, dovevano salvare almeno la bambina. Quando intuii quello che stava succedendo sentii il mondo cadermi addosso. E gli sussurrai “Non posso vivere senza di te, amore mio”-

Noto che il suo sguardo è perso nel vuoto mentre pronuncia questa ultima frase, come se improvvisamente fosse stato catapultato di nuovo in quella sala operatorio.

-Giuseppe se non te la senti, non continuare ti prego-
Mi guarda dritto negli occhi. Mi sento quasi in difetto quando capisco che con la mia frase lo aveva riportato bruscamente alla realtà.
-Non ti preoccupare- risponde con sguardo perso nel vuoto.
Forse sarebbe stato meglio che me lo avesse raccontato Hope. Lei non c’era e non aveva vissuto in prima persona quel tragico momento.

I miei pensieri si interrompo all'improvviso quando Giuseppe ricominacia da dove si era interrotto.
-Poco meno di due ore dopo..poco meno di due ore..- esita un attimo -Mi ritrovavo in un lungo corridoio dalle pareti fredde e scolorite, guardai in basso verso quel fagottino che stringevo tra le mie mani. Mi ricordo la sua mano stringere la mia-


-Hope- sospiro sovrappensiero.
-Hope- ripete -Stava bene, era una bella bambina con tanti capelli, neri come la notte, neri come quella notte in cui venne alla luce, neri come quella notte che si era portata via la sua mamma..mia moglie..la donna che non ho mai smesso di amare. Ricordo le sue ultime parole dopo aver preso in braccio per qualche secondo la piccola Hope, le sue parole furono sibilline, ma me ne accorgo solo adesso. “Amore lei è Hope, sarà la tua speranza di una vita migliore, quando penserai di non farcela, quando io non ci sarò a sostenerti nelle scelte giuste o sbagliate che ti troverai a fare per il suo bene”. Sospirai il suo nome ancora una volta mentre vedevo la vita uscire dalle sue vene e lasciare il suo corpo. Solo in quel momento capii l’importanza del nome di mia figlia, Hope D’angelo, quell’angelo è mia moglie-

Sono esterrefatto. Mi rendo conto in quel momento quanto le parole della madre di Hope fossero simili alle parole di Susan nella lettera che mi aveva lasciato “Ti lascio la mia parte migliore..Exton”.

Guardo la foto vicino a quella di Angy, è lei il mio amore, bella allora come è adesso.




Sento gli occhi riempiersi di lacrime, so che Hope non se la sentiva di raccontarmi questa storia, ed ora capisco il perché.
Forse era giunto il momento di andare e tornare dopo qualche ora, la mia presenza qui era ormai di troppo.
Il padre di Hope aveva accettato la mia proposta e io sarei uscito da quella casa, più felice, ma anche più consapevole che la donna che amavo aveva, come me, tante ombre che popolano il suo passato.

Lotteremo insieme contro queste ombre amore mio.


Note dell’autrice:
Sembra incredibile anche a me ma rieccomi! Mi scuso con tutti quelli che mi hanno seguito in questi mesi, nonostante non abbia avuto, purtroppo, il tempo di pubblicare.
Questo capitolo è abbastanza breve rispetto a quello a cui vi ho abituati, ma un capito dedicato al padre e alla madre di Hope e alla storia del nome di loro figlia, mi sembrava doveroso.
Inoltre grazie alle vostre recensioni, sono riuscita a “tirarmi fuori” da questo periodo in cui avevo perso un po’ di inventiva. Quindi che dire grazie grazie grazie! In particolare a Gencs_997, AliRetro, Annabethanna e Allyson_ a cui dedico questo capitolo! Grazie mille ragazze :)
Ricomincerò a pubblicare ogni settimana come ho sempre fatto e dal prossimo capitolo ci sarà già un colpo di scena bello grosso! Inoltre ho già in mente un’altra storia che inizierò a pubblicare subito dopo la fine di questa!
Vi aspetto come sempre nelle recensioni!
Grazie ancora a tutti per il sostegno!
A presto:)
   
 
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