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Autore: kiko90    25/01/2015    3 recensioni
Lucciole, piccoli insetti magici che con la loro luce porteranno Law e Margaret ad affrontare i loro sentimenti e le loro paure.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Margaret, Trafalgar Law
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Per Piper ed Emy


Sotto un cielo di lucciole





“La lucciola, quando ci appare in sogno, indica che siamo ancora alla ricerca di un punto fermo, di un appoggio, o , meglio, di un compagno per la vita. Il suo volteggiare imprevedibile e senza sosta,è tuttavia testimonianza di fatica affannosa, a volte vana.”
Dizionario dei sogni





Lucciole.
Piccole lucciole sfarfallano sulla mia testa, le ammiro alzando il viso verso il cielo notturno sopra di me. Sono fuori dal palazzo, nella radura dove solitamente, o meglio dire abitualmente, mi incontro con Law; ma lui ora non è qui.
Mi guardo intorno e mi chiedo cosa ci faccio qui, ma non riesco a ricordarmelo.
Le lucciole continuano a volteggiarmi davanti racchiudendomi in un tenue cerchio di luce. Spalanco gli occhi meravigliata; non avevo mai ammirato questo insetto così da vicino e in un numero così elevato. Sono bellissime con quella loro piccola lucina, un scintilla che gli illumina il corpo come per magia.
Ho sempre trovato questo coleottero affascinante per questo non riesco a staccare gli occhi da loro, ma improvvisamente un freddo e gelido vento si alza, scompigliandomi i corti capelli e facendomi rabbrividire. I miei soliti e corti indumenti non sono adatti a questo tipo di temperatura, dovrei tornare a palazzo, ma qualcos’altro cattura la mia attenzione, un bagliore sulla riva.
Le lucciole si raggruppano, formando un cerchio di luce, quasi fosse una lanterna, e lentamente si spostano facendomi luce tra i rami della foresta.
Le seguo senza sapere il perché, so solo che devo farlo.
Arrivo sulla riva giusto in tempo per vedere il sottomarino giallo di Law immergersi nelle fredde e buie acque del mare ed una forte ed improvvisa morsa inizia a stringermi il cuore.
Non mi sono mai sentita così, non so neanche dare un nome a questa emozione a me sconosciuta. Sono sempre stata solare e dannatamente curiosa, ma questo, questa sensazione avrei voluto non conoscerla mai.
Quando anche l’ultimo anfratto del sottomarino scompare alla mia vista, sento le lacrime rigarmi il viso ed un solo nome fuoriesce dalle mie labbra: Law.
Improvvisamente la sua voce mi risuona nella testa –Partiamo domani- e la stretta al cuore si fa più forte.
Grido, urlo con tutta la voce che ho il suo nome, ma niente, lui ormai non può sentirmi, lui ormai se ne andato per sempre…


Mi sveglio di soprassalto con la fronte imperlata di sudore.
Law è il mio primo pensiero.
Mi guardo intorno, non ci sono più lucciole e non sono più nella radura, ma nel mio letto, al buio.
La luce chiara ed argentea della luna entra tenue dalla finestra illuminando la testiera del mio letto.
Respiro velocemente mentre il cuore galoppa dentro in mio petto, come mai prima d’ora.
Mi guardo la mano destra, stretta sopra il cuore, come una morsa. Era solo un sogno, mi ripeto, un orribile sogno che però so tra poche ora diverrà realtà.
-Partiamo domani- quelle parole continuano a rimbombarmi nella testa, parole reali ascoltate solo qualche ora prima.
Scendo dal letto e mi avvicino alla finestra, guardando oltre la foresta, lì sulla spiaggia dove è ormeggiato il sottomarino.
Non so perché continuo a sentirmi così, sapevo che questo giorno prima o poi sarebbe arrivato. Lui e la sua ciurma sono rimasti qui solo per curare Rufy, violando le leggi dell’isola; eppure vorrei che domani non arrivasse mai, che lui non se ne andasse mai.
Ritorno mentalmente alla conversazione avuta con lui poche ore fa e sento la rabbia crescermi dentro, altra emozione che non ho mai provato così intensamente.
-Non ho niente che mi trattenga qui. È ora di ritornare per mare- quella frase mi ha ferito peggio di una freccia dritta al cuore. Sono stata una stupida a pensare, anche solo per un attimo, che lui si trovasse bene su Amazon Lily, che si trovasse bene con me. Ha ragione, la sua vita è per mare, deve seguire il suo sogno, qualunque esso sia, ma nel mio cuore ho sempre pensato che lui, anche se in minima parte, tenesse un po’ a me invece lui non ha niente che lo trattenga qui, io non conto niente per Law.
L’ho salutato con un sorriso tirato augurandogli buon viaggio e sono corsa al palazzo e da qui non sono più uscita.
Mi sono addormentata e l’ho sognato, come sempre da quando è qui.
Quando sono accanto a lui mi sento diversa, non lo so spiegare, e come se un vortice di farfalle mi solleticasse lo stomaco, una sensazione strana, ma piacevole. Il suo ghigno e la sua voce profonda quando risponde alle mie domande, fa accelerare il mio battito cardiaco come se il cuore volesse fuggire dal mio petto e donarsi completamente a lui; del resto da quel che ho capito, lui è un esperto di cuori, anche se non so cosa significhi con esattezza.
Sento un ticchettio al vetro della finestra che mi sveglia dai miei pensieri, ed è lì che le rivedo, questa volta reali e non più frutto della mia fantasia, le lucciole.
Le osservo ammirata come nel sogno e poi apro la finestra per farle entrare.
Sorrido notando che si comportano proprio come nel mio sogno, volteggiandomi intorno e racchiudendomi nel loro cerchio di luce e per un attimo dimentico la mia tristezza, il mio cuore spezzato.
Poi, come per magia l’incantesimo si spezza e le lucciole tornano a raggrupparsi davanti la finestra.
Le guardo, confusa, e poi le vedo scendere, una dietro l’altra giù verso la foresta.
Sento un improvviso brivido a quella scena, ma non di freddo, piuttosto di determinazione, e due occhi grigi mi compaiono, come in sogno, davanti.
Ora lo so, so cosa fare; devo andare da lui, un’ultima volta almeno.
Corro veloce per le scale ed esco dal palazzo e lì loro mi stanno aspettando, le lucciole.
Mi inoltro nel bosco mentre loro mi mostrano la via, mentre mi guidano da lui.







Mi rigiro per la millesima volta nel mio letto. Non riesco a chiudere occhio e tra poche ore sorgerà il sole, ma non posso farci niente il suo viso mi impedisce di dormire, appena chiudo gli occhi vedo la sua espressione triste di questo pomeriggio quando le ho annunciato che domani sarei partito.
Stavamo parlando normalmente, o meglio lei stava parlando facendomi mille domande sul mare e sugli abitanti delle varie isole e io le rispondevo con qualche monosillabo. Ero distratto, da lei e da quello che dovevo dirle riguardo la partenza. Non trovavo le parole, per la prima volta in vita mia non riuscivo a trovare quella schiettezza che mi contraddistingue. A volte quando sono con lei proprio non mi riconosco. Lei mi fa sentire diverso e ho paura ad ammetterlo, ma anche felice.
So di essere stato brusco ed anche stronzo con lei quando finalmente ho trovato il coraggio di dirle che sarei partito. Non dovevo dirglielo così, eppure l’ho fatto. Mi sono comportato come se lei non mi sconvolgesse l’anima, come se lei non fosse la prima persona che voglio incontrare la mattina, come se il suo profumo di fiori e muschio non mi invadesse le narici stordendomi. Mi sono comportato come uno stronzo, dicendole che non c’era niente che mi trattenesse su quell’isola, quanto so con certezza che lei è l’unica ragione per cui io sono ancora qui.
Volevo essere sincero con lei, ma è da troppo tempo che indosso questa maschera di indifferenza e mi sono dimenticato cosa sia la vera onestà.
Volevo dirle ciò che provo per lei, ma quando ho aperto bocca le immagini violente del mio passato mi sono apparse davanti e la mia maschera ha parlato per me.
Una volta ero diverso, ero felice; ma ormai quel tempo è passato, è volato via insieme alla mia famiglia. Eppure Margaret con quel suo sorriso spensierato, con la sua ingenuità e le continue domande, mi fa dimenticare, finché sto accanto a lei, il dolore che mi porto dentro.
Ho bisogno di lei, ma ho paura di perderla.
Perdere anche lei mi distruggerebbe, per questo devo andarmene prima di distruggere quel poco che ho di noi. Mi resteranno i ricordi, come sempre, ma questa volta, a differenza del passato, saranno solo ricordi belli.
Mi alzo stufo di rigirarmi come un salmone e mi affaccio all’oblò ed è lì che vedo una strana luce provenire dalla foresta.
Mi vesto in fretta e corro sulla spiaggia con la mia fedele spada ancorata alla schiena.
Sono pronto ad affrontare ogni cosa, almeno smetterò di pensare a lei, di vedere il suo viso, i suoi occhi caramello e di sentirmi in colpa.
So che domani non verrà a salutarmi e la capisco, ma sapere che l’ultima volta che ci siamo visti abbiamo litigato, in un certo senso, mi fa male.
La luce si avvicina e con stupore noto che si tratta solo di un gruppo di lucciole.
Ghigno ridendo di me stesso, ma poi rimango senza fiato quando lei esce dalla foresta ed, illuminata dalle lucciole, è ancora più bella.
Sento il battito accelerare nel mio petto, mentre mi avvicino lentamente verso di lei, immobile ai confini del bosco.
-Margaret- la chiamo, il suo nome esce con un tono dolce dalla mia bocca che sorprende anche me. La vedo sospirare ed avvicinarsi ora più sicura. La guardo negli occhi e con mia sorpresa non li trovo più furiosi, ma felici. Le iridi nocciola brillano di una strana luce, luce di cui vorrei essere la causa.
-Ti va di guardare le lucciole con me?- mi chiede con la sua voce cristallina. Non posso far a meno di sorridere e mi sdraio accanto a lei sulla spiaggia.
Mi sento buffo, se solo i miei uomini mi vedessero, eppure adesso mi sento in pace, non più turbato è tutto grazie a lei, grazie a Margaret.
-Non voglio che vai via- mi confessa in un sussurro, mentre vengo stordito dal suo profumo.
Vorrei prendere il suo volto tra le mani e baciarla, e forse lo farò, perché ora non ho paura di essere felice, ora so, grazie a questa sua piccola confessione, che lei tiene a me, quanto io tengo a lei.
-Vorrei che tu venissi con me- confesso sfiorandole una mano con la mia. La sento trattenere il respiro per poi afferrarmi la mano ed intrecciare le sue fini dita alle mie.
-Non posso, ma presto dovrò partire. Dovrò cercare qualcuno con cui creare una vita…- lascia la frase in sospeso e mi sento mancare il respiro. Mi ha raccontato di quella strana tradizione delle Kuja di partire per trovare un uomo e procreare per mantenere la razza, e saperla tra le braccia di qualcun altro, immaginare un altro uomo toccare il suo corpo perfetto e farla sua, mi fa ribollire il sangue.
Stringo le sue dita cercando di calmarmi, ma non ci riesco sono geloso marcio, non voglio che nessuno oltre me la tocchi.
-ti cercherò Law, se tu lo vorrai- le sue parole mi lasciano nuovamente senza fiato e il cuore ricomincia a battere sempre più forte. Vuole ciò che voglio io, anche se forse ancora non lo sa, ma c’è tempo, ed io l’aspetterò, ma deve saperlo; deve sapere che sotto questo cielo di lucciole io le prometto che attenderò il suo arrivo, ovunque io sia.
Mi giro su un fianco voltandomi verso di lei. È ferma, immobile e giurerei di riuscire a sentire il battito accelerato del suo cuore, mentre il suo petto si alza ed abbassa velocemente.
Afferro il suo viso, come sogno ormai da tempo, e la bacio, lentamente, assaporando ogni secondo, sentendo che lei mi vuole esattamente come io voglio lei e, mentre mi cinge il collo avvicinandomi a lei, le lucciole se ne vanno, lasciandoci soli in quella notte che nessuno di noi mai dimenticherà.
In quella notte dove sotto un cielo di lucciole, abbiamo sancito la promessa più grande della nostra vita. Ci ritroveremo e staremo per sempre insieme, perché ora sappiamo entrambi che siamo due pezzi dello stesso puzzle. Due lucciole che volano insieme in un cielo senza stelle.
   
 
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