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Autore: Mikiri_Tohoshima    25/01/2015    1 recensioni
La Rivolta delle Formiche è una storia su Jak II, Renegade. La protagonista, Kayla, è una guardia krimzi che vivrà sulla sua pelle la guerra contro le teste di metallo e gli esperimenti all'Eco Oscuro ordinati dal Barone Praxis. Amica di Erol e di Torn, cercherà di combattere contro la politica corotta della sua città, anche se lei e tutti i suoi seguaci per ora non sono altro che formiche, rispetto alla grandezza del Barone.
Genere: Generale, Dark, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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capitolo 18

Capitolo 18

 

Diventare donna

Feerd era un bravo ragazzo, almeno, lo sembrava. Aveva i lunghi capelli biondi leggermente mossi, e dei profondi occhi neri. Era alquanto affascinante, e riservava sempre i suoi sorrisi migliori al suo capitano. Era molto alto rispetto alla media, terribilmente muscoloso. Era alquanto seguito dalle donne, ma a Kayla non interessava, a lei piaceva Erol, da sempre. Praticamente, non aveva mai guardato gli uomini come per interesse d’amicizia o di lavoro. ≪ Buon giorno, capitano!≫. Fu salutata sin dal primo giorno da Ghin con uno di quei sorrisi che praticamente facevano svenire almeno metà delle sue spasimanti. E Kayla sorrideva a sua volta. ≪Buon giorno, Feerd. Ti auguro una buona giornata.≫.

Kayla non sapeva di essere bella. Anzi, non le interessava neanche, ma i suoi occhi chiari avevano molte volte fatto breccia in vari cuori, anche se lei era troppo occupata a lavorare, o a studiare, o a lavorare ancora. Siccome era nata nel deserto, aveva i capelli di un colore sul ramato, e la pelle leggermente brunita, mentre i suoi lineamenti erano sempre pervasi di qualche ruga preoccupata o occupata, che se si fosse tipo, rilassata, avrebbero infiammato molti animi.

Infatti, a Ghin piaceva Kayla. Sin dalla prima volta che l’aveva vista, accanto ad Erol durante un discorso ufficiale. Già allora il suo cuore aveva fatto tre balzi in avanti e qualcosa si era gonfiato ai piani bassi. Una tipica bellezza da farti gonfiare. Aveva ricercato la sua particolare bellezza nelle altre donne di Haven, ma nessuna possedeva la “fierezza” senza voler accentuare la propria femminilità. Kayla era un maschiaccio, ma senza volerlo. Era abituata a sedare risse, comandare, mangiare in mensa e schivare le continue battaglie di cibo... Perfettamente come tutti gli uomini delle guardie. Solo che Kayla non era un uomo, era una donna. E Feerd sapeva che sarebbe stata sua.

Una cosa che Kayla amava erano le armi. Le piaceva sparare, lucidare l’arma, montarla e smontarla, vedere le elaborazioni, e sparare ancora. La faceva sentire viva, usare le armi da fuoco, per questo, da quando era diventata capitano, passava ogni momento libero ad allenarsi al poligono di tiro. Ghin la seguiva spesso, anche se quando lei non c’era avrebbe dovuto badare alla pattuglia, per imparare i suoi ordini, i suoi limiti, i suoi punti deboli... Di conoscerla.

Kayla non era mai stata una chiacchierona, ma dopo essere stata tediata di domande sulla sua vita privata, fu ben lieta di sfogare l’animo. Ghin era un ascoltatore deciso e simpatico, non commentava quasi mai. Avrebbe fatto di tutto, pur di riuscire nel suo intento, e Kayla gli piaceva davvero. Quindi, era anche una tortura piacevole, ascoltare le secche parole del capitano della pattuglia 27 e 27/bis.

Ma alla domanda: ≪...e riguardo la vita sentimentale, capitano? Ha un fidanzato?≫. Si ritrovò la canna del fucile a pochi centimetri dal naso. ≪Gli affari miei, sono miei e basta, 4205. Non voglio sentire altre domande riguardanti la mia vita... sentimentale...≫. Feerd sorrise tra sé. ≪Ha qualche problema, capitano? Se vuole parlarne...≫. ≪Ho detto... Niente Domande.≫. Esclamò Kayla, voltandosi per andare a rimettere a posto l’arma. Non avrebbe potuto trovarla più indifesa... pensò tra sé Ghin, mentre le andava dietro, per poi, bloccandole un braccio torcendoglielo dietro la schiena, la bloccò al muro. ≪Ghin! Che accidenti stai facendo?≫. ≪Mi perdoni... capitano... ma... sa... nella mia... diciamo... vita sentimentale, c’è soltanto lei.≫.

Kayla si rifiutò di gridare né di fare altro, anche se il divincolarsi avrebbe potuto darle una possibilità in più. Di farsi più male... Anche se non avrebbe più potuto mettere piede nel suo posto preferito. E capì, cosa voleva dire... “diventare donna”.

Non tornò a casa, quella sera. Neanche la sera dopo. Andava al lavoro, poi andava a nascondersi nel luogo più sicuro, dopo il poligono di tiro, per lei. Nei bassifondi. Li poteva restare tranquilla... lì... non c’era nessuno  che la potesse disturbare. Lì, si sentiva a casa. Torn non le chiese nulla. L’unica pecca era Jak, che andava avanti e indietro, ma che poteva farci? A parte i languidi tentativi di Daxter di sedurla, e gli insulti mormorati a bassa voce da parte del biondino, Kayla restava lì a revisionare documenti, redigere rapporti... e a dormire e a mangiare. Sapeva che Torn aveva provato a comunicare con Erol, ma era stato cacciato in malo modo, come un traditore.

E sarebbe stato il suo stesso destino, se non teneva la bocca chiusa. Qualche volta, si ritrovò a rimuginare su quello che le aveva fatto Feerd. Non era stato troppo doloroso.. ma... le aveva fatto davvero schifo. Dopo quella volta, Ghin non la cercò più, anzi, quasi la ignorava. Benissimo, non aveva bisogno di un qualcuno che la ossessionasse. Era stata la sua prima volta. E ringraziò i Precursor, che pochi giorni dopo... arrivò “la maledizione della luna”. Perché, rimanere incinta di uno stupro sarebbe stato sì fastidioso, ma anche le avrebbe tolto mesi importati per le guardie.

Sembrava che il mondo fosse in declino. Forse le continue vittorie di Erol sulla pista, i suoi malesseri passeggeri, il Barone che dava ordini di ogni genere (adesso era “trovare il bambino”, che bambino poi?), era come se il peso della bilancia del destino stesse facendo scivolare tutto verso il nulla. E il cuore le morì, quando l’ordine di Praxis fu “catturare tutti i bambini”. Le sue cuginette non le rivide più nessuno.

  
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