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Autore: Cara_Sconosciuta    26/11/2008    10 recensioni
Lilly è sconvolta: il suo ragazzo,l'amore della sua vita l'ha appena mollata e,per riprendersi, si è lasciata cogliere da un'insana passione per i Jonas Brothers.
Joe Jonas è in crisi mistica e niente sembra riuscire a farlotornare in sé...Iloro destini si incroceranno...con risultati inaspettati!
dedicata alle migliori amiche di sempre!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ebbene sì, ci siamo, è lui, non sembra vero nemmeno a me ma siamo davvero arrivati all’epilogo di questa storia, scritta in così poco tempo e che, eppure, ha fatto così tanto successo... insomma, duecento e passa recensioni non sono una cosa che capita tutti i giorni!!! Spero davvero che seguirete con questa costanza e passione anche tutte le altre storie che pubblicherò, a partire da “As if we were Brothers”, che inizierò a postare a breve, ma sono sicura che non mi abbandonerete!

Non avevo mai scritto su persone reali, prima, e questo racconto nato per caso mi ha portata ad apprezzare questi tre ragazzi così semplici, così disponibili che sono i Jonas Brothers, ma anche a conoscere voi, “fan” spettacolari e a dir poco uniche!

Tre sono i ringraziamenti speciali che voglio fare: a Elisa, o Lilly, la migliore delle amiche che, seppure così diversa da me, sento sempre vicina. So che nel momento del bisogno ci sarai sempre per me e questo racconto, nato per te, è solo un microscopico regalo rispetto a quello che tu mi fai ogni giorno con la tua semplice presenza; a Jodi, altra amica speciale, parte integrante di quel gruppo che, oramai da quasi quattro anni, è il motivo principale per cui io amo così tanto frequentare la mia scuola, per quanto dura e difficile possa essere. Siete speciali, ragazze (e Ale XD), tutte, nessuna esclusa. E poi Marta . Non te l’aspettavi, eh, socia? Sì, ringrazio anche te perché, come tutte le altre, hai letto la mia storia, ma non ti sei fermata lì. Tu hai accettato di scrivere con me, dando inizio ad una sms-Jonas-amicizia che spero non finirà tanto presto!

E ora, i soliti ringraziamenti per le recensioni:

 

Socia: beh, sì, devo riconoscerlo, in questo capitolo la parte di Tempe e Joe è stata la meno coinvolgente...anche perché loro sono i fortunelli di turno, no? Quelli con meno problemi. Non te li rimetto insieme, stai tranquilla...e ora fila a leggere e a lasciare un commento più lungo di tutti quelli precedenti messi insieme!!!

 

Pretty_Odd: grazie, grazie e ancora grazie per i tuoi complimenti che sono e saranno sempre i benvenuti. Ora fammi sapere che ne pensi di questo tanto decantato epilogo, che ci ho messo tre giorni a scriverlo, perché la parte dei tuoi cari Kev e Jodi proprio non mi veniva!!!

 

Jollina la verde: Eh beh, a chi poteva venire un’idea del genere se non al caro Nick???

 

Razu_91: guarda, mi scuso per aver parlato male di Miley... ma è più forte di me, non la sopporto!!! Per il resto, ti ringrazio e spero che seguirai anche la mia nuova long

 

Sbrodolina: eccola, la fan di Nick!!! Ti avverto che la mia nuova long potrebbe non piacerti molto, per lo meno finché non ti sarai abituata ad una cosuccia non proprio insignificante...ma è in arrivo una shot bella lunga sul tuo beniamino!

 

Agatha: allora... intanto ti dico che se non vai avanti a lasciarmi bellissime recensioni come queste vengo ovunque tu abiti e ti picchio con il dizionario di tedesco. Poi.... Kevin e Jodi... beh, spero in qualche modo di aver accontentato un po’tutti, ma più che altro Jodi, che sennò mi prende a sprangate. Nick e Lilly in effetti sono quelli che mi hanno dato maggiore soddisfazione e io e Joe... beh, sì, sdrammatizzare è la nostra missione!!! Alla prossima ficcy, un bacione!!!

 

Beautiful_disaster: e allora l’aspetto e ci conto su questa recensione corposa!!!!

 

Grazie, infine, a chi mi tiene tra i preferiti:

ada12

agatha

Akasuna no Chocolat

aya chan

beautiful_disaster

blinkina

BlueHinata

evol

fefy88

ilenia91dorough

Ithil_Elendil

jollina la verde

juju210

Lolly94

Minako_86

MissElyMalfoy

Okimar

Potterina_Weasley

Pretty_Odd

Princess jiu 327

Razu_91

sbrodolina

sole a mezzanotte

_Eclipse_

 

La canzone è “Destini”. Serve davvero dire che gli autori sono i Pooh? No, eh, ormai mi conoscete!

Temperance

 

Epilogo - Tanti destini

 

Quale fortuna mi ti ha fatta incontrare

Su quel treno di tanti anni fa

Tra valigie e giornali seduti vicini

Ritornando alle nostre città

Se non sono lontano magari ti chiamo

È una vita che vivo con te

...sono destini...

 

Passando alla moda, anche la nuova collezione dell’ex cantante Joseph Jonas è un successo a dir poco strabiliante. I capi di Jonas, sempre sorprendentemente giovani e al passo con i tempi, fanno quasi pensare che l’età non avanzi per l’ormai trentacinquenne stilista che, ancora una volta...

 

“È incredibile come si possa rimanere ingabbiati in un ruolo per tutta la vita, eh?”

Joe distolse lo sguardo dalla rivista che stava sfogliando, rivolgendo la propria attenzione alla donna dai lunghi capelli castani che lo fissava da dietro le lenti di un paio di coloratissimi occhiali da vista.

“Come?”

“Oh, pensavo che stessi ascoltando la radio... ti chiamando ancora ex cantante... dopo tutto questo tempo... Voglio dire, sedici anni non sono proprio noccioline.”

Joe scosse la testa, ravviandosi i ricci scuri che da tempo non vedevano la ceramica calda di una piastra.

“Dovresti saperlo che sono segnato a vita... A proposito...sai a che pensavo?”

“Ah, ora ti sei pure messo a pensare?”

“Ma che moglie simpatica che ho!” Esclamò Joe, mentre Temperance sedeva di fronte a lui, piluccando distrattamente  una brioche salata.

“Scusa, amore... avanti, a che pensavi.”

“A quando ci siamo conosciuti.”

La donna alzò gli occhi al cielo, non senza un certo moto di soddisfazione interiore: non le importava che glielo avesse già raccontato milioni di volte, lei era sempre intimamente felice di sentirlo parlare della loro spericolata fuga dal palazzetto di Los Angeles.

Solo che non glielo avrebbe mai dato a vedere.

“Joe, tutte le volte la stessa storia! Non è possibile che ogni sacrosanto Natale tu tiri fuori i bei tempi andati come fossi un vecchietto di cent’anni.”

“La mamma ha ragione, sai?”

“Già! Ne abbiamo fin sopra i capelli di quelle melenserie!”

Eccole lì, le sue piccole pesti, Denise e Cinthya Jonas, due dodicenni perfettamente identiche dai lunghi e mossi capelli scuri e dagli occhi vivaci che riempivano, anzi, sovraffollavano ogni sua giornata da quel marzo dei suoi ventitré anni.

E che, ovviamente, non gli davano mai ragione.

“Se per voi eludere la sorveglianza di un grande concerto, far passare vostra madre sopra ad una recinzione e fuggire in treno vestito come un mix tra Jessica Rabbit e Sherlock Holmes sono melenserie...”

“Tu hai fatto passare la mamma sopra ad una recinzione?” Domandò Cinthya, strabuzzando gli occhi, mentre anche sua sorella fissava il padre piuttosto colpita.

“È stata dura, ma alla fine ce l’ho fatta.” Rispose Joe in tono drammatico.

“Sembri la pubblicità dell’Amaro Montenegro...” Lo rimbeccò Temperance, roteando gli occhi. “E comunque non ero così imbranata.”

Le rispose soltanto una risata generale.

“Una famiglia di ingrati, ecco cosa siete, tutti e tre!”

Marito e figlie sbuffarono simultaneamente, mentre lei, fingendosi offesa, controllava l’orologio: mancava poco, oramai.

E infatti...

“Vedo che le buone abitudini faticano sempre a morire!”

 

Noi vere amiche

Dalla strada alla scuola

Di quel tempo che non tornerà

La chitarra scordata e qualche partita

E gli amori divisi a metà

 

“Zio Nick!” Esclamarono le due piccole Jonas in coro, correndo ad abbracciare calorosamente il fratello di loro padre, mentre Lilly si lasciava cadere sulla sedia accanto a quella di Temperance, soffiandosi via un ciuffo rossiccio da davanti agli occhi.

“È bello sentirsi prese in considerazione.”

Temperance ridacchiò di fronte a quel saluto tanto singolare: non c’erano mai state inutili sdolcinatezze tra loro, mai un ti voglio bene più del necessario o un abbraccio gettato al vento. Era stata quell’avventura dei loro diciannove anni ad insegnarglielo: se un’amicizia è davvero forte può affrontare qualsiasi problema senza bisogno di melense romanticherie.

“Come va la vita nel mondo della musica?” Domandò Tempe, dopo aver salutato Nick che era poi sparito, con Joe e le bambine, in direzione di un chiosco di gelati.

“Sempre uguale... La nuova tournée inizia la settimana prossima, Leonor è senza voce e ha ancora l’influenza e io e Nick siamo per aria da morire con la storia dell’adozione... tutto normale, insomma.”

“Hai uno strano concetto di normalità, sai?”

La rossa si strinse nelle spalle: non era certo colpa sua se la sua vita era più caotica di una sagra di paese.

“Quindi siete ancora in ballo per l’adozione?”

Lilly sospirò, appoggiando il capo sul palmo aperto della mano. Quell’assurda situazione sembrava non dover finire mai...

“Hanno paura che il nostro stile di vita ci renda, come dicono loro, non idonei a crescere un bambino.”

“Lo sai, vero, che questo è assurdo? Insomma, Joe ed io siamo sempre in giro a presentare le nuove collezioni, ma non mi sembra che le bambine abbiano subito traumi psicologici non dovuti al semplice fatto di essere figlie nostre. Scusami, eh, ma Angelina Jolie e Brad Pitt? Madonna? Loro non viaggiano?”

“Non so cosa dirti, Tempe... però forse...” Il viso latteo di Lilly si illuminò del più dolce dei sorrisi. “Forse abbiamo una possibilità.”

Sempre sorridendo, la donna estrasse dalla borsa il grosso portafogli Prima Classe nero e vi frugò alla ricerca di qualcosa che si rivelò ben presto essere un foglietto di carta dimensione fototessera.

“Lei è Dilhara, ha tre anni e vive nello Sri Lanka.” Spiegò, porgendolo all’amica, che analizzò la fotografia con occhio critico, per poi lasciarsi andare ad un sorriso intenerito. Dalla foto le sorrideva una bambina color cioccolata con due enormi occhi scuri, capelli corvini e un coloratissimo abito tipicamente indiano. “Non è il neonato che avremmo voluto, ma è malata e ha bisogno urgente di trovare una famiglia che possa permettersi di curarla...e noi siamo i primi in lista.”

“Una bambina malata, Lil? Sei sicura di volere una responsabilità del genere?”

“Beh, a casa mia le malattie non sono una novità, i soldi non ci mancano e, se ho potuto adattarmi a convivere con la dieta di un diabetico, di sicuro non mi farà male qualche dentro e fuori dall’ospedale.”

Temperance sorrise di nuovo di fronte alla sicurezza dell’amica... quella stessa sicurezza che, ai tempi del liceo, sembrava non fare nemmeno parte del suo vocabolario.

“Allora sembra che dal prossimo Natale avremo un nuovo cucciolo in famiglia.”

“Incrociamo le dita!”

In quel momento, Denise e Cinthya si avvicinarono, correndo, alla madre con in mano qualcosa di cui lei non riuscì ad afferrare immediatamente la natura.

“Mamma, guarda cosa ci ha comprato lo zio Nick!” esclamarono in coro, sventolando sotto al naso di Temperance due collanine dalle quali penzolava un ciondolo a forma di cuore con impresse una D e una C piene di svolazzi.

“Nick!” Lo richiamò la donna, mentre anche lui si appropinquava al tavolo con l’aria colpevole di chi è stato colto in flagrante. “Domani è Natale, ti avrò detto mille volte di non comprare loro regali prima del tempo.”

“Già” Acconsentì Joe. “Ascoltala, o tua figlia verrà su viziata come poche.”

“Fai poco il gradasso, mr padre severo, perché tu eri con lui, se non mi sbaglio.”

“Colpito e affondato, Jonas, colpito e affondato.” Sentenziò Nick, mentre Lilly e Temperance si scambiavano uno sguardo divertito, probabilmente domandandosi perché il mondo si ostinasse a vedere quei due come adulti a tutti gli effetti e non come due bambini troppo cresciuti che amavano giocare al cantante e allo stilista.

 

Ora lo voglio ma è successo per sbaglio

Quella notte di Santa Lucia

Una fretta d’amore senza pensare

Senza forse nemmeno poesia

Ma adesso cammino con un figlio per mano

E i suoi occhi somigliano ai tuoi

...sono destini...

 

“Ma cazzo!” Esclamò Jodi, incenerendo con lo sguardo la valigia rossa che passava per la terza volta davanti a lei. “Possibile che non passi un anno senza che io perda almeno un bagaglio?!”

“Mamma, non si dice cazzo.”

“Non dire parolacce, Mizuhi!” Ribattè, assestando uno scappellotto giocoso a metà sulla nuca del bambino che le stava accanto, concedendosi poi un secondo per osservarlo come faceva ogni notte prima che si addormentasse.

Capelli corti, ricci e scuri, viso dolce e furbo al tempo stesso, un paio di luminosi occhi verdi... non c’era un singolo dettaglio in lui che non le parlasse di suo padre.

E che non le ricordasse quella notte di sette inverni prima... quasi sicuramente il miglior errore della sua vita.

Ironico il fatto che la vita li avesse portati, anni dopo la fine della loro storia durata meno di un respiro, a fare, complici un rametto di vischio e l’atmosfera ebbra del Natale, ciò che Jodi tanto aveva agognato in quel breve periodo trascorso insieme a lui.

Strano il rapporto che ora condividevano: una famiglia separata da un oceano per la maggior parte dell’anno, eppure più unita di molte altre.

Inutile dire che il periodo natalizio era quello che Jodi e il piccolo Mizuhi aspettavano ansiosamente dalla fine dell’estate, quando era lui, insieme alla fidanzata di turno, a trascorrere un paio di settimane nel loro appartamento di Kyoto.

Erano una famiglia più unica che rara, assolutamente vero, ma Jodi non aveva mai, mai rimpianto quella notte d’amore frettoloso, quella notte che di romantico non aveva proprio niente, in cui aveva iniziato, inaspettatamente, a prendere forma la loro piccola nuova realtà.

“Giovanotto, veda un po’ se è questo che la sua mamma cerca.”

All’udire quella voce, Jodi e il piccolo Mizuhi si voltarono di scatto e il volto del bambino si illuminò nel trovarsi davanti un uomo alto dal fisico asciutto e corti ricci scuri che stringeva un grosso trolley nero.

“Papà!” Esclamò, saltandogli letteralmente al collo, mentre Jodi si lasciava andare ad un sorriso, ripensando alla prima volta che Kevin Jonas, sei anni prima, aveva visto suo figlio.

E per poco non era svenuto a causa di quell’esserino poco più grande di una bambola di porcellana.

“Ciao, Kev.” Lo salutò, avvicinandosi, dopo che Mizuhi ebbe finito di accomodarsi sulle spalle del padre. “Niente donne, oggi?”

L’uomo scosse il capo, le mani ben strette intorno alle caviglie del figlio.

“Sarah è andata dai suoi per le feste...mi ha invitato, ma non sarei mai potuto mancare alla Riunione.”

Riunioni...così avevano soprannominato quei loro meeting annuali.

All’udire il nome Sarah, Jodi strabuzzò gli occhi.

“Sarah? La stessa Sarah di quest’estate?”

Kevin sorrise, fiero.

“Esattamente.”

“Stai ancora con lei? Accidenti, Kev, è un record! È una cosa seria, quindi?”

“Penso proprio di sì... l’ho capito quando ha visto Mizu e non è fuggita urlando.”

Jodi annuì, tristemente conscia dell’effetto che facesse agli eventuali ed ipotetici partner l’esistenza di un figlio non loro.

“Sarah mi sta simpatica.” Commentò Mizuhi, giocherellando con i ricci del padre. “Ma tu e la mamma quando vi sposate?”

Silenzio.

Il silenzio imbarazzante di chi non ha risposte da dare... non quelle giuste, per lo meno.

Jodi e Kevin si scambiarono uno sguardo che oramai era diventato per loro un’abitudine, uno sguardo che voleva dire che lui avrebbe capito, ma aveva bisogno di tempo.

Tempo per metabolizzare il fatto che la sua famiglia non sarebbe mai stata come le altre.

“Che dite, andiamo a cercare gli zii?” Propose la donna, ritrovato l’entusiasmo.

“A chi arriva prima!” Replicò Kevin e già era alla fine del corridoio, uno sghignazzante Mizuhi ben aggrappato al collo.

 

Noi lo sappiamo che vuol dire destino

Che è il destino che ha scelto per noi

Con la musica addosso e passo su passo

Tante storie e un’unica idea

Col cuore e coi denti

Mentre cambiano i tempi

E c’è ancora chi sogna con noi

 

“Grazie zio Kev!” Esclamarono in coro Cinthya e Denise, correndo ad abbracciare l’uomo, che le accolse con un bacio a testa.

“E di che!”

Temperance si strinse a Joe, che le circondò la vita con un braccio, posandole un bacio affettuoso sui capelli scuri.

“Dovevi proprio farlo, Kevin? Insomma, sono ancora piccole!”

“Mamma, abbiamo dodici anni!” Ribatté Denise, scuotendo i ricci scuri. “Eravamo le uniche a non avere ancora il cellulare nella nostra classe!”

“Dai, Tempy, non vorrai mica che le tue figlie si sentano delle emarginate!” Intervenne Nick, subito ripreso dalla moglie.

“No, vuole solo che non diventino già delle sms dipendenti come te.”

“Io non sono sms dipendente!”

“Non poco.”

Kevin scosse il capo, stringendo forte Mizuhi e il suo nuovo tirannosauro di gomma al cento per cento realistico, e sorrise a quel piccolo litigio.

Sarebbero stati dei genitori perfetti, Lilly e Nick, proprio come lo erano Tempe, Joe e Jodi...e anche lui, doveva ammetterlo, non se la cavava poi così male, soprattutto data la non proprio agevole condizione di padre a distanza.

Ne era passato di tempo da quando lui e i suoi fratelli erano stati “rapiti” da quelle tre strane e normalissime ragazze, da quando i capricci di Joe sembravano problemi insormontabili e la musica era tutto ciò di cui vivevano.

Eppure erano ancora lì, ancora amici, ancora innamorati delle loro donne, dei loro figli, della loro moda e della loro musica, insieme, esattamente come sedici anni prima, quando i JoBros erano stati rapiti.

 

...altri destini...

 

The end

 

 

 

 

   
 
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