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Autore: kiara_star    26/11/2008    8 recensioni
I nostri eroi come ragazzi comuni in una realtà contemporanea. Fra cellulari, sbronze e tradimenti, affronteranno le piccole sfide di ogni giorno. (Pairing principale ZoroxSanji ma ci sono anche altri pairing) spero vi piaccia ^__^
Storia Incompleta
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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L’avevo capito subito che eri un idiota



- Andiamo Nami cerca di capire! - cercò di giustificarsi Rufy mentre schivava i cuscini del divano che la ragazza gli stava tirando addosso.

- Cosa devo capire? Che preferisci andare a zonzo con quell’idiota di Usopp invece di studiare?! – e via un altro cuscino. Rufy si abbassò dietro il divano aspettando che Nami finisse le “munizioni” a sua disposizione. Quando sentì la ragazza sospirare avvilita fece capolino dal divano.

- Ora possiamo parlare con calma? – neanche terminò la frase che un cuscino lo colpì in pieno viso.

- No! - esclamò lei. Poi andò a recuperare la borsa dal tavolo ed uscì di casa. Rufy si precipitò al suo inseguimento.

- Dai Nami non fare così, lo sai che ti amo! – le urlava. Ma niente. La ragazza continuava imperterrita a camminare.

- Senti stasera ti porto a una festa. Dai che ci divertiamo..– propose Rufy sapendo quanto la ragazza adorasse quegli eventi. Nami fermò i suoi passi voltandosi con un’espressione ambigua verso di lui.

- Una festa?... e dove? – chiese fulminandolo con il suo sguardo deciso. Rufy deglutì. Se ora le diceva che era a casa di amici di Usopp avrebbe solo peggiorato le cose.

Che fare... ma sì, le avrebbe detto che erano amici suoi, alla fine non era proprio una bugia, e poi quando “casualmente” avrebbero incontrato Usopp, poteva sempre dire che era stato, appunto, un caso!

- Sono dei miei amici. Dei bravi ragazzi credimi... dai Nami...ti prego... - mormorò dolce sorridendole. Nami sospirò. Come poteva farsi abbindolare sempre da quel suo modo di fare?

- Promettimi che non marinerai più la a scuola - ordinò.

- Ma Nami...- cercò di dire il ragazzo.

- Promettimelo Rufy – il suo tono era quasi come quello del nonno Garp... queste fece rabbrividire il povero ragazzo.

- Te lo prometto – disse con voce incerta. La ragazza sorrise furba e tornò a voltarsi di spalle.

- Se vuoi che venga alla festa però, devi comprarmi un vestito adatto – esclamò spostandosi i capelli dietro l’orecchio. Rufy pensò che era inutile obiettare. Si infilò una mano in tasca per controllare le finanze a sua disposizione. Potevano bastare.

- Certo Nami, tutto quello che vuoi – e l’abbracciò forte da dietro. Nami sorrise.

Alla fine gli perdonava sempre tutto, ma questa volta l’avrebbe fatto rigare dritto. Non voleva che il suo ragazzo fosse spedito in un’accademia militare lontano mille miglia da lei. Sì il fatto di metterlo a studiare era una ragione più che altro egoistica, ma diplomarsi faceva anche il bene di Rufy no?!

- Allora andiamo che fra un po’ chiudono i negozi – la ragazza strinse la mano del giovane e se lo trascinò dietro. Cercando di non inciampare Rufy tirò un sospiro di sollievo, poi avvolse un braccio attorno al collo della ragazza dai capelli rossi e le baciò una tempia.

- Lo sai che ti amo vero? – le bisbigliò all’orecchio. Nami sorrise.

- Le parole non servono. Devi dimostrarmelo – esclamò sicura. Anche se avevano fatto pace, Rufy sapeva che non era ancora tutto sistemato. Ma voleva pensare positivo, come era nella sua natura! Nami era la ragazza della sua vita, niente e nessuno avrebbe mai potuto separarli... almeno così credeva...

 

 

Franky e altri tre tizi stavano portando una cassa dopo l’altra mentre Zoro borbottava a mezza bocca. Usopp intanto dava direttive sul da farsi nonostante nessuno lo stesse a sentire.

- Andiamo dacci una mano – esclamò Franky sotto il peso di un enorme scatolone contenente di sicuro birra. Zoro alzò un sopracciglio prendendo le chiavi della macchina.

- Scordatelo – sospirò uscendo. Già l’idea di quella festa non lo esaltava, figuriamoci se gli andava di dargli pure una mano. Che se la cavassero da soli...

Mise in moto accendendo lo stereo dell’auto. Quel maledetto aggeggio riusciva a beccare solo le stazioni di musica religiosa. Ma che diavolo! Lo spense ricordandosi di chiedere a Franky di trovargliene uno meglio. Non era difficile per lui, che riusciva a reperire “legalmente” qualsiasi pezzo volesse.

Passò con la sua auto davanti ad un locale alquanto familiare. Ma lui non si ricordava mai nulla e quindi non si sforzò più di tanto di rammentare se e quando c’era stato. Quando vide una testa bionda che portava fuori un sacco dell’immondizia la memoria gli ritornò di colpo.

Eccolo lì! Ecco la causa di tutti i suoi problemi! Quell’antipatico snob che gli aveva servito delle bibite l’altro giorno, anzi no, ieri!  Se non ci fosse stato quello stupido ossigenato, a quest’ora Zoro avrebbe ascoltato il discorso di Franky, avrebbe prontamente rifiutato ogni proposta e della festa non se ne sarebbe parlato più.

La rabbia iniziò a pervaderlo. Voleva almeno avere la soddisfazione di fargliela pagare. Osservò il ragazzo biondo rientrare dentro, mentre i clacson delle auto gli suonavano alle spalle. Senza rendersene conto si era fermato nel bel mezzo della strada.

Ma possibile che quello lì gli facesse sempre perdere la cognizione di quello che faceva?! Maledetto...

Parcheggiò poco distante e scese dall’auto. Prima di avviarsi si diete un’occhiata addosso per vedere se questa volta aveva qualcosa di “strano” . No, una canotta blu e dei semplici jeans non poteva certo essere considerati “strani”...  poi si chiese perché mai si stava facendo tutti quei problemi, se c’era qualcuno che doveva giustificarsi per come si vestiva non aveva certo il nome di Zoro!

Si diresse a passo spedito ed entrò nel locale. Non c’era molta gente e vide il biondino dietro al bancone mentre serviva degli hamburger. Si dipinse sul viso un ghigno soddisfatto e andò a sedersi ad uno degli sgabelli proprio al bancone. Controllò con la coda dell’occhio se quel tipo lo avesse notato e quando lo vide avvicinarsi spostò l’attenzione sul menù che aveva fra le mani.

- Cosa ti porto? – chiese il biondo. Zoro alzò lo sguardo e lesse nei suoi occhi che anche lui l’aveva riconosciuto.

- Oh, guarda chi c’è! Come mai oggi senza cappellino? – ridacchiò.

- Non ho bisogno di nessun cappellino, io, non devo certo nascondere degli orribili capelli verdi... – esclamò sospirando il ragazzo. Zoro corrucciò la fronte infastidito! Ora aveva avuto la conferma che quello lì era proprio un deficiente!

- Credi di essere simpatico? – ringhiò. Il ragazzo biondo sorrise.

- Ok amico. Lo sai cosa sarebbe simpatico? Se ti spaccassi la faccia davanti a tutti qui adesso! – esclamò Zoro. Il biondo trasformò il suo sorriso in una smorfia infastidita.

- Se cerchi rogna cambia locale. Io sto lavorando e se tu non vuoi né mangiare né bene, sei pregato di andartene –

Negli occhi di Zoro si accese una vena di rabbia furente. L’aveva capito subito che era un idiota!

Stava per afferrare quel suo bel collo e tirarglielo come si fa con quello di un tacchino, quando una voce roca si intromise.

- Sanji che succede? Servi i clienti senza dar loro problemi capito! – borbottò un vecchio con dei lunghi baffi.

- Tranquillo zio, il signore stava andando via – dichiarò tranquillamente il biondo guardando Zoro negli occhi. Quest’ultimo ingoiò la sua rabbia ed uscì di furia da quel locale.

Che faccia da stronzetto! Avrebbe dovuto spaccargliela davvero, ma chissà quale santo in cui neanche credeva, gli aveva ricordato che era meglio non beccarsi un’altra denuncia per aggressione. Vaffanculo a lui e a quel locale di merda!

Salì in macchina e corse via promettendosi di non mettere più piede in quel posto.

 

 

- Sempre a creare problemi tu – mormorò Zeff mentre Sanji osservava il ragazzo dai capelli verdi uscire.

Aveva capito all’istante che era un tipo da evitare. Chi diavolo lo aveva indirizzato per ben due volte nel suo locale?! Era gente come quella che gli faceva venire il prurito alle mani.

- Senti vecchio io stacco prima oggi –

- Che diavolo stai dicendo! Tu da qui te ne vai quando dico io – affermò Zeff sbattendo la mano sul bancone. I clienti si voltarono verso di loro. Sanji si guardò in giro infastidito.

- Non dare sempre spettacolo vecchio. Ho detto che me ne vado e così farò – se ne andò nel retro mentre Zeff lo seguiva sbraitando. Senza dar peso alle sue parole, Sanji si liberò del grembiule e uscì dall’uscita posteriore.

- Dannato ragazzino! Questa te la faccio pagare! Ti dimezzo lo stipendio! – minacciò Zeff quando Sanji salì in macchina dandogli “appuntamento” a lunedì.

 

Porca miseria! Quel testa verde l’aveva davvero fatto incazzare! Maledetto. L’aveva capito subito che era un idiota!

Spinse forte il pedale del gas.

Ma perché dovevano capitare tutte  a lui! Se fosse rimasto altri cinque minuti nel locale di sicuro avrebbe sfogato su suo zio tutta la sua incazzatura. Andarsene era l’unica soluzione. Meglio una dimezzata di stipendio, che essere licenziato perché lo aveva pestato di brutto.

Mentre correva con la sua auto vide Rufy sommerso da pacchi che usciva da un negozio. Dietro di lui Nami stava parlando animatamente. Se stavano insieme a fare compere, forse avevano fatto pace. Meglio così! Almeno non avrebbe dovuto accompagnarlo a quella festa. Non aveva una gran voglia di andarci, e dopo il bell’incontro con quel maledetto tipo, ne aveva ancora meno!

Suonò il clacson per salutare i due ragazzi. Nami gli sorrise facendogli cenno di fermarsi e Sanji accostò

- Ciao Nami! Wow, sei bellissima come sempre – esclamò poggiando un gomito fuori dal finestrino.

- E tu sei il solito adulatore – sospirò la ragazza. Rufy da dietro al gran numero di pacchi fece capolino illuminando il ragazzo con il suo sorriso migliore.

- Ohi Sanji, meno male! Ti prego dammi un passaggio che non ce la faccio più –

Sanji sorrise e gli fece segno di salire, mentre Nami richiamava Rufy per la sua poca voglia di lavorare.

- Allora stasera ti passiamo a prendere alle otto – esclamò Rufy. Sanji scosse la testa

- Non vengo Rufy. Tanto ora sei già in ottima compagnia –

Rufy brontolò poggiandosi contro lo schienale dell’auto.

- Ma perché? Dai vieni, lo sai che con Nami non mi diverto – sospirò. Nami gli tirò un cazzotto in testa.

- Ahià! Ma Nami volevo solo dire che con te non posso fare quello che faccio con i miei amici - Quella frase diete il via ad un’aspra discussione fra i due ragazzi. Sanji si maledì per averli fatti salire. Già aveva i suoi problemi e ora ci si mettevano pure quei due a finire di dargli noie.

- Fammi scendere subito – ordinò Nami. Sanji accostò e mentre Rufy la tirava per un braccio, la ragazza gli molò un bel ceffone sulla faccia informandolo che questa volta era davvero finita. Poi scese dall’auto incurante delle grida che il moro le stava lanciando alle spalle.

- Uff... E ora che faccio? – sospirò Rufy scivolando nel sedile.

- Te la sei cercata – fu la rapita risposta di Sanji mentre rimetteva in moto l’auto.

Per tutto il viaggio, Rufy si dovette subire tutte le critiche che l’amico gli stava facendo e non poteva neanche obiettare. Sapeva che la colpa alla fine era sempre la sua.

- Allora ci vieni alla festa? – chiese. Sanji lo guardò avvilito.

- Hai almeno sentito quello che ti ho detto? – sospirò

- Certo. Ma ora andiamocene alla festa. Ho voglia di divertirmi e non pensare-

‘Non pensare’ era quello che a Rufy riusciva meglio. Sanji sospirò ancora non potendo più tirarsi indietro.

I due tornarono a casa di Rufy dove il ragazzo si cambiò d’abito dopo aver sistemato tutti i pacchi che aveva acquistato con Nami, nel soggiorno.

- Allora come sto? – chiese sorridente. Sanji lo guardò ancora incredulo.

Ma quello era o no uno che era appena stato mollato da quella che considerava la donna della sua vita?!

- Stai bene – rispose sincero. Rufy ridacchiò mentre si sistemava i capelli.

- Dobbiamo passare da te ora – esclamò il moro.

- No non preoccuparti, vengo così – sospirò Sanji stendendosi sul letto. Rufy pensò che forse Sanji non aveva davvero nessuna voglia di andare con lui, e se lo stava facendo, era proprio perché gli era davvero amico.

Prese dall’armadio una camicia arancione ed un gilet nero. Sapeva che Sanji adorava quel tipo di vestiti.

- Tieni – gli sorrise lanciandoli sul letto. Il biondo sentì i vestiti rendergli sul viso e si alzò prendendoli fra le mani.

- Però, non sapevo avessi certi gusti – ridacchiò guardando gli indumenti

- Infatti, non li ho mai messi. Te li regalo – 

Sanji  accettò felice e dopo essersi fatto regalare anche una bella cravattina, si cambiò e poco più tardi uscirono di casa.

 

 

Dalla casa di Franky proveniva il rumore della musica ad alto volume e del baccano che stavano facendo i ragazzi. Rufy scese dall’auto mentre Sanji si chiedeva in che cavolo di posto l’avesse portato. I due si avviarono verso la porta e Rufy bussò. Il chiasso era così tanto che dovette bussare più volte perché nessuno veniva ad aprirgli. Sanji sospirò e si girò di spalle per vedere se la macchina era al “sicuro”. Visto l’ambiente poco rassicurante, non era insensato preoccuparsi.. Dietro di lui la porta si aprì e una voce li raggiunse.

- Ehi sei arrivato finalmente –

- Ne dubitavi?! Ohi Zoro lui è il mio amico Sanji – esclamò Rufy

Il biondo si voltò pronto a far conoscenza con chiunque fosse alla porta, ma quando incontrò gli occhi neri di quel giovane, ma soprattutto i suoi capelli, non poté che rimanere senza parole.

 

 

 

 

TO BE CONTINUED...

 

 

 

Forse avrei dovuto dirvi che la festa era stata posticipata di un capitolo... ops...  Allora sorry! ^__^

Scuse a parte, volevo ringraziare tutti per aver apprezzato l’idea di questa fic. Mi ha fatto davvero molto piacere e vi giuro che non me lo sarei mai aspettato *-*  ancora grazie!

 

Al prossimo capitolo e questa volta festa assicurata! Parola di boyscout  ^__~

Kiss kiss    Chiara

 

  
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