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Autore: Sarabi_ingonyama    25/01/2015    2 recensioni
Sarabi è una leonessa coraggiosa e tenace, piena di orgoglio e forza di volontà. La Regina delle Terre del Branco, però, com'è arrivata fin qui? Forse il suo passato può darci delle risposte...
(primissima fanfiction, abbiate pietà di me e soprattutto...recensite!^^)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mufasa, Nuovo personaggio, Sarabi, Scar
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 15 FALSE SPERANZE (parte 1)

Due mesi dopo.

-Abbassa la pancia. Di più!-
-Così?-
-No! Il tuo ventre deve quasi toccare terra!-
Sarafina si abbassò ancora di più fino a toccare il terreno.
-Va meglio così?-
Sarabi storse il naso vagamente infastidita da quella totale mancanza di abilità.
-Accettabile.-
La leonessa chiara sospirò esausta. Erano più di due ore che la compagna le faceva fare appostamenti per la caccia e nulla pareva darle soddisfazione. A parte umiliarla, certo.
Cominciava a domandarsi se averle chiesto di insegnarle a cacciare decentemente fosse stata effettivamente una buona idea.
-Forza, riprova.- il tono della sua mentore non ammetteva repliche.
A Sarafina scappò un gemito di esasperazione, ma si mise subito nuovamente in posizione appostandosi fra l'erba alta.
-Abbassa quei fianchi!-
Cercando di eseguire l'ordine, la leonessa color crema scivolò lievemente sulle zampe anteriori, muovendo qualche sassolino, che fece rumore.
Sentì il sospiro rassegnato di Sarabi e capì di non essere ancora sistemata correttamente.
-Il tuo peso deve essere bilanciato sulle anche, per darti più stabilità. Possibile che ti debba dire tutto io? Sei una leonessa o un micetto?-
Sarafina distolse lo sguardo dagli occhi infuocati della compagna prima che lei potesse umiliarla in qualche altro modo.
[Grandi Re del Passato, guardate in basso per una volta!]
Quasi fosse un messaggio dal cielo, le due leonesse udirono in lontananza il rauco ruggito del Re Ahadi che chiamava a raccolta il branco.
Gli occhi di Sarabi furono attraversati da un guizzo di felicità e adrenalina, mentre Sarafina mandava un tacito ringraziamento ai suoi antenati.
-È ora!- Gridò la leonessa più scura emozionata, cominciando a correre e rotta di collo per la radura erbosa.

-È ora!- Mufasa uscì dalla grotta reale con le zampe che tremavano dall'eccitazione. Davanti a lui, suo padre e sua madre guardavano, con aria critica ma dolce, la giovane cacciatrice seduta ai loro piedi, su cui erano puntati tutti gli sguardi dei presenti. Tranne quelli di Taka, certo, che aveva occhi solo per Sarafina, ma lei ricambiava con occhiate storte e fredde.
-Popolo delle Terre del Branco, è finalmente giunta l'ora di testare la lealtà e la forza di questa giovane leonessa.-
[Non sarà la mia lealtà a cacciare la preda.]
Sarabi lo guardò bieco, ma nessuno parve accorgersene.
-Sono ormai quattro mesi che Sarabi è stata accolta nel branco ed è ormai matura abbastanza da affrontare la sua prima caccia.-
[Io ero matura anche due mesi fa, se quei maledetti vagabondi non avessero minacciato i nostri confini per settimane! Il mio rito di iniziazione avrebbe dovuto svolgersi molto tempo fa.]
-Hai tempo fino al tramonto per dimostrare le tue capacità. Al tuo ritorno, Rafiki parlerà con gli spiriti dei Grandi Re del Passato e loro ti assegneranno i tuoi colori-guida.-
Un mormorio di approvazione si levò dai presenti.
-Ora, vai!- esclamò Ahadi.
Sarabi annuì e si lanciò fra gli arbusti e l'erba secca, scomparendo nella fitta sterpaglia.
Sarafina tenne lo sguardo puntato sulla leonessa finchè non fu sicura che tutti i presenti se ne fossero andati, anche Taka.
Soprattutto Taka.
Solo un leone era rimasto oltre e lei, alla base della Rupe.
La leonessa si chiese cosa avesse di tanto urgente da dirle Mufasa: appena lei e Sarabi erano arrivate alla cerimonia, il principe l'aveva subito presa in disparte, sussurrandole di venire subito da lui non appena la caccia fosse iniziata. Aveva detto di avere un importante compito da affidarle.
Sarafina raggiunse il grosso maschio, prostrandosi a lui in segno di sottomissione.
-Dai, Sarafina! Ci conosciamo da quando eravamo poco più che palle di pelo, sai che odio tutta questa formalità...- Mufasa ridacchiò e spinse a terra l'amica con una zampa.
-Senti, ho un favore da chiederti...-

Nel cielo chiaro il sole continuava imperterrito a viaggiare senza mai fermarsi. Ormai era tardo pomeriggio e Sarabi seguiva da ore un branco di antilopi che continuava a spostarsi in luoghi sempre più lontani dalle Terre del Branco. Si muoveva con la furtività e il silenzio dell'ombra delle nuvole sul terreno.
Catturare un'antilope- la voce di Zingela le riecheggiava nelle orecchie -significa essere veloci, furtive e incredibilmente agili. È una delle bestie più difficili da catturare e sicuramente si piazza al primo posto nella mia classifica delle prede preferite!
Sarabi si immaginò sulla Rupe, trionfante sulla carcassa della più grossa antilope mai vista nelle terre di Ahadi, mentre quello strano babbuino preparava chissà quale strana pianta da spiaccicarle in faccia.
[Okay, quella parte preferirei saltarla...]
Finalmente, il branco si fermò a brucare. Camminando, avevano ormai raggiunto il confine ovest delle Terre del Branco. Distrattamente, Sarabi colse con la coda dell'occhio una fitta macchia di vegetazione poco distante da lei. Promise a sé stessa di non metterci piede per nessun motivo: i boschi ormai sgnificavano solo guai, per lei.
Acquattandosi fra l'erba, la leonessa si preparò ad attaccare, sguainando gli artigli e regolando il respiro.
Mirò ad un giovane maschio adulto, piuttosto muscoloso e robusto per uno della sua razza.
[Bersaglio perfetto.]
Flettendo i muscoli, si preparò allo scatto. Si avvicinò il più possibile all'antilope cercando di mantenersi mimetizzata fra l'erba il più possibile. Il maschio alzò il muso, annusò l'aria e comiciò a correre: l'odore del predatore era ovunque.
[ORA!]
Sarabi balzò fuori da suo nascondiglio e le sue zampe sembravano volare sopra il terreno. Affondando gli artigli nel cranio della povera bestia, la cacciatrice la sbattè a terra, rompendole l'osso del collo prima ancora che la preda si rendesse conto di essere stata attaccata.
Si pulì con la lingua ruvida gli artigli sporchi dei sangue, che si era appiccicato al suo pelo e le macchiava la pancia.
[Ecco, lo sapevo. Adesso ci vorranno ore per togliermi questa roba di dosso!]
Concentrata com'era sul bottino, si accorse a malapena del caldo profumo di latte e sabbia che le inondò le narici pian piano.
-Mamma!-
L'urlo mise in fuga la mandria, ma Sarabi non importava più nulla. All'improvviso, una moltitudine di immagini presero a girare vorticosamente nella sua testa. Ricordi persi nel tempo, momenti della sua vita passata, tornavano di nuovo a sanguinare come ferite riaperte.
Una voce lontana le sussurrava nell'orecchio parole confuse, trascinate via dall'uragano delle emozioni.
Seguimi.
Velocemente com'era venuta, la scia di profumo si affievolì fino a diventare poco più che una flebile traccia, lasciando Sarabi ansimante con gli artigli aggrappati al terreno, nella calma e nel silenzio della savana.
[No! Non andartene ora!]
Abbandonando lì la carcassa, la leonessa seguì la pista lasciandosi guidare dal suo naso felino, guardando a malapena dove metteva le zampe. Il sentiero che suo madre le stava indicando era tortuoso e passata attraverso zone irte di rovi e spine. Dopo pochi minuti di cammino, i suoi polpastrelli avevano già cominciato a sanguinare, insanguinando la polvere del sentiero. Sarabi alzò lo sguardo, guardando dove l'olfatto l'aveva portata: per un attimo credette che la madre stesse scherzando, ma forse gli spiriti non avevano poi tutto quel senso dell'umorismo.
[Mi state prendendo in giro? Sappiate che non è divertente...]
Fissò la foresta come se fosse un coccodrillo che le tendeva un agguato.
[Oh, ma dai! Proprio lì dovete mandarmi, vero? Perchè mostrarmi una bella roccia calda dove sdraiarsi quando c'è una foresta misteriosa e lugubre che aspetta solo me?!]
Forse si sbagliava. Forse i Re del Passato avevano davvero un gran bello humor. Pessimo, però.
La scia profumata si fece più intensa e Sarabi immaginò volesse essere un messaggio di incoraggiamento per proseguire il suo breve viaggio.
Sospirò sconfitta e si avviò a testa alta nella fitta boscaglia.
Ogni raggio di luce veniva filtrato e in qualche modo reso freddo dalle fronde scure degli alberi che la sovrastano, incutendole un certo timore. Dovette fare appello a tutto il suo coraggio per non voltarsi e fuggire via con la coda fra le zampe.
Quando sentì l'odore affievolirsi ulteriormente, si fermò. Si trovava in una piccola radura erbosa, ma il sole calante era comunque a mala pena visibile fra i rami: le ombre degli arbusti serpeggiavano sul terreno e e Sarabi si chiese cosa ci stesse facendo lì.
[Perchè mi avete portato qui? Cosa volete che faccia?]
Le foglie si mossero all'unisono scosse dalla brezza, dando vita a un rumoroso fruscio. La voce di suo padre sembrava sibilare fra i rami:
Aspetta.
-COME “ASPETTA”? Mi portate da sola in un posto che non conosco e tutto ciò mi sapete dire è “aspetta”?! Io avrei altro da fare che stare ferma qui a...-
Un rumore distolse la sua attenzione e la costrinse a mettersi in posizione di guardia.
La sagoma di una leonessa dal pelo chiaro emerse dai cespugli, facendo rilassare leggermente Sarabi.
-Sarafina. Cosa ci fai tu qui?-
[E soprattutto, perchè diamine deve balzare fuori proprio nel momento più inaspettato?]
Alla figlia di Erevu si drizzò il pelo lungo la schiena:- Mi stavi spiando, forse?-
Sarafina si sedette, ma nonostante cercasse di mantenere la calma, era visibilmente agitata.
-Mi ha mandata Mufasa, voleva assicurarsi che tu stessi bene. Dovevo tenerti d'occhio, ma ad un certo punto ti perso di vista e ti ho vista scomparire nella foresta mentre...-
-Stai calma, per favore! Ho mangiato cose che sia agitavano meno! Comunque, ora mi hai trovato, soddisfatta? Cosa c'è che non va?- ribattè acida Sarabi -Adesso torno a riprendere la mia preda e...-
-La tua preda non c'è più.-
-Cosa?!-
-Qualcuno deve averla divorata mentre tu vagabondavi nella foresta.-
Sarabi sentì la rabbia crescere e ribollire furiosa dentro di sé. Promise a se stessa che se mai avesse incontrato una di quelle bestie malfamate, la sventurata non sarebbe certo tornata a casa in tempo per la cena.
-Non importa.- cercava di sembrare convincente, ma i risultati erano scarsi.-Ne catturerò un'altra sulla via del ritorno.-
La leonessa color sabbia superò la compagna, cercando la via del ritorno verso casa.
Sarafina abbassò il muso, la tristezza colmava i suoi occhi.
-Sarabi...-
-Cosa c'è, adesso?-
-Il sole è tramontato.-
   
 
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