Anime & Manga > Saint Seiya
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Autore: Fakir    26/01/2015    1 recensioni
Che ne è stato dei valorosi Gold Saints sigillati nella statua del Tempio di Artemide? Athena dopo essere tornata al Santuario, riuscirà, da sola, a proteggere l'umanità nonostante abbia nuovamente emesso un ordine di non intervento per i suoi cinque Bronze Saints? perchè le difese del Santuario sono allertate nonostante sia tornata la pace? e suprattutto gli uomini sono solo giocattoli... nelle mani degli Dei? Questa storia è collacata temporalmente un anno dopo del Tenkai-hen e tiene conto dell'intera vicenda di Saint Seiya, dalla GW alla corsa alle 12 case, la battaglia ad Asgard, la guerra Santa contro Poseidon e Hades, lo scontro nell'Elisio, i 4 OAV, il manga Saint Seiya G, Shou ad alcune informazione tratte da LC. Non considera la serie Omega, LOS, romanzi, Side Story e, per ora, ND enon ancora conclusosi.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Pegasus Seiya
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ero seduto a cavalcioni di una sedia della cucina e, con il capo posato sulle braccia appoggiate allo schienale osservavo perplesso il giovane che giaceva profondamente addormentato nel mio letto. Assomigliava al mio amato maestro in modo impressionante. Aveva gli stessi capelli lunghi e lisci come seta, gli stessi lineamenti delicati e sottili, gli stessi dolci occhi blu, eppure… non poteva essere lui. Anche se lo avrei voluto tanto, l'istinto mi spingeva a non fidarmi perchè non sarebbe stata la prima volta in cui ciò che sembrava evidente agli occhi avrebbe potuto rivelarsi un turpe inganno ben congegnato. Dovevo valutare bene la situazione. Per ora era comunque inoffensivo e in quelle condizioni non avrebbe potuto nuocere neanche volendo.

Sussultai quando sentii battere all'uscio, mi alzai ed andai ad aprire. Era il mio amico Jacob.

“Ciao!” mi disse, “ come sta lo sconosciuto che abbiamo trovato nella landa ghiacciata?”

“Sta dormendo”. Risposi.

“Ma tu sai chi è?” Chiese.

“No”. Risposi secco.

“Sicuramente non un nemico, ha uno sguardo così gentile!”

Aggiunse Jacob e le sue parole mi fecero rabbrividire.

“Hyoga...va tutto bene? Sembra tu abbia visto un fantasma!” mi disse preoccupato

“Si non preoccuparti” gli risposi, senza essere convinto di ciò che dicevo. “E' solo che assomiglia ad una persona alla quale sono stato… molto legato...”.

“Non ti impensierire per me Jacob” proseguii, “ va tutto bene. Piuttosto torna a casa o la tua mamma finirà col preoccuparsi inutilmente, non temere ti terrò informato”.

Conclusi accompagnandolo verso la porta e salutandolo con un cenno della mano mentre si allontanava nella neve, chiusi la porta e vi

rimasi immobile davanti qualche istante, poi lentamente mi avvicinai al letto dove giaceva lo sconosciuto... era così pallido e la sua pelle bruciava per la febbre.

Mi chiesi cosa potesse essergli mai successo, nulla che potevo far rientrare nel concetto di umano comunque. Avevo avvertito che intorno a quel giovane uomo agivano forze superiori all'umano potere, se poi queste forze appartenessero alla luce o all'oscurità, mi era inspiegabilmente celato. Gli scostai delicatamente i capelli che sudati gli si erano appiccicati alla fronte e non potei evitare di soffermarmi ad accarezzargli delicatamente la guancia sulla quale erano evidenti alcuni lividi e graffi. In quell'istante aprì gli occhi, e mi guardò con un'espressione indecifrabile...

“Chi sei?” mi chiese in un sussurro appena percettibile.

La tensione istintiva dei suoi muscoli mi fece comprendere che si sentiva minacciato.

“Non preoccuparti”. gli risposi accarezzandogli la fronte, “sono un amico”.

“Piuttosto tu, chi sei e cosa ti è successo ?” chiesi a mia volta.

“Mi dispiace ma non posso aiutarti”.

Rispose fissandomi intensamente

“Non ricordo nulla, nemmeno il mio nome se ne ho mai avuto uno, ricordo solo che …sto cercando qualcosa...”.

Aveva ragione il mio amico Jacob i suoi occhi erano così gentili, dolci e gentili come quelli di Camus, il mio maestro... ma non era possibile che fosse lui, lui era morto, dissolto in una nuvola di polvere di stelle tra le mie braccia non dovevo farmi ingannare, non un'altra volta.

“Hai paura di me?” mi chiese sommessamente lo sconosciuto.

Lo guardai perplesso.

“Hai ragione, non sai chi sono e quindi potrei costituire una minaccia per te e chi ti sta a cuore, mi hai salvato la vita... sei stato gentile ma ora ...”. Lasciò il discorso in sospeso distogliendo lo sguardo, poi si mise a sedere e fece per alzarsi in piedi ma le gambe gli cedettero, era evidente che non poteva muoversi.

“Aspetta!” Dissi sorreggendolo per le spalle.

“Dove vai? Non sei in condizione di muoverti. Rimani almeno fino a quando non ti sentirai meglio”.

Lui abbassò lo sguardo su di me rivolgendomi uno strano sorriso.

“Hai paura di me e insisti perché rimanga, perché lo fai ? Non ha senso”. Disse.

“Te l'ho appena spiegato. Non sei in condizioni di muoverti e poi... so badare a me stesso non preoccuparti”.

Il suo sorriso mutò e si velò di una nota di ironia, distolse lo sguardo e disse quasi tra se.

”Un cuore troppo gentile...”

Quella frase rimase per un istante sospesa nell'aria facendomi rabbrividire, possibile che fosse davvero lui?

   
 
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