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Autore: Raeiki    26/01/2015    1 recensioni
Esiste un mondo crudele, pieno di giudizio e codardia, pieno di gente malvagia e senza scrupoli, ma al contempo utile e attraente come una calamita: Internet. Negli angoli più bui di questo reame bello ma letale, è stato celato un sito rimasto crittato e bloccato per anni, finchè un giovane utente, Albert, non lo scopre e insieme a un gruppo di amici decide di craccarlo. Che sia stata la peggior scelta o la migliore della sua vita questo non lo sa ancora. Il sito, che porta il nome criptico di "Login 'n Kill", suscita subito una sensazione di curiosità nei ragazzi, e ciò alimenta la loro voglia di entrarvi.
Il sito nasconde qualcosa di oscuro, che consumerà le loro menti poco a poco... inesorabilmente.
Login 'n Kill, uccidi o vieni ucciso, questa frase titoleggia il programma.
Genere: Azione, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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I voti di Albert andavano abbassandosi, ma lui non sembrava curarsene molto. Aveva ben altro a cui pensare.

Erano passati tre giorni dall'ingresso ufficiale della squadra Selen nel gioco, e non aveva ancora fatto nessuna partita. Non si sentiva ancora pronto, anche se l'idea lo pressava così tanto da togliergli il sonno. Nella sua mente andava aggravandosi il pensiero delle sue possibili uccisioni, e non sapeva se esserne felice o meno. La notte non dormiva, a pranzo e a cena mangiava poco, quell'attesa lo stava davvero distruggendo; quasi due settimane dopo il loro primo accesso, decise di provare a fare una partita. Contattò il gruppo, e tutti sembravano daccordo, Mich compreso. Quest'ultimo aveva già raccomandato tutti dicendogli che sul loro telefono c'era una mappa della città, e si sarebbero potuti orientare. I ragazzi decisero di organizzarsi appena entrati in partita. 

Pochi minuti dopo, il tasto Play fu cliccato dalle cinque dita nello stesso istante, e tutti si ritrovarono nello stesso "spawn" dell'ultima volta. Stabilirono di rimanere tutti insieme per la prima partita; sarebbe stato pericoloso, ma poteva essere una tattica accettabile per il momento. Passarono circa dieci minuti a vagare per la città, cercando muoversi nelle zone meno popolate così da attirare l'attenzione il meno possibile, quando sentirono dei rumori e si fermarono. 
Si trovavano vicino a un parco pubblico poco lontano dalla periferia, non c'era mai nessuno lì. Quel giorno invece era popolato da degli individui armati: sicuramente un'altra squadra. Selen (in partita tutti venivano chiamati con nomi degli avatar) ordinò a tutti di nascondersi dove potevano: Dark capì subito che non aveva intenzione di attaccare, infatti appena un ragazzo che poteva essere un suo coetaneo passò nel suo raggio visivo, Dark corse fuori dal suo nascondiglio. Lo stesso fece il resto del team per non mandare un membro da solo, e iniziò il primo vero scontro tra due squadre. Il team avversario era formato da quattro membri, ma uno era fuggito subito lasciando gli altri tre da soli.
Dark colpiva uno dei tre insieme a Ocean, e anche se era scorretto in due contro uno, non avevano intenzione di fermarsi; dopo due minuti di lotta, Lè Death lanciò un urlo, e tutti si voltarono. La sua falce era trafitta nel torace di uno dei ragazzi, che crollò a terra sanguinante.
Death era pallido in volto, sembrava dovesse svenire da un momento all'altro. Il secondo avversario fu ucciso dalla stessa Selen, che gli staccò un braccio di netto con il machete, e l'ultimo dei tre morì per mano di Ocean che lo colpì in testa con la vanga, uccidendolo sul colpo. I ragazzi non sapevano che dire, ed erano tutti nello stesso stato di paura e adrenalina. Selen parlò per prima: "Io... io credo si possa finire qui la prima partita, non so se è meglio continuare ora.".
Gli altri concordarono, ma J chiese: "Quante squadre rimangono?". Nessuno lo sapeva, non era scritto da nessuna parte.

Stavano per chiamare Mich per dirgli che si sarebbero disconnessi, quando Dark sentì qualcosa. Corse verso un vicoletto pochi metri più avanti, dove era sicuro di aver sentito cadere un oggetto pesante: infatti trovò il quarto ragazzo della squadra di prima, tremante, dietro un bidone. Dark lo guardò per qualche secondo: non sapeva se ucciderlo o avere pietà, ma in quel gioco probabilmente nessuno avrebbe avuto pietà di lui. Quindi puntò il bracciale pistola verso di lui; gli tremava la mano, quindi impiegò un po' per prendere la mira. Il ragazzo continuava a tremare, quando all'improvviso scattò verso Dark per bloccargli il braccio. Tardi. Il grilletto era già stato premuto, e il cadavere del suo avversario cadde a terra, con un foro in corrispondenza della fronte. Dark non riusciva a staccare gli occhi da lui, nè tantomeno a muoversi. Stringeva il bastone talmente forte che iniziava a fargli male la mano, e tremava dalla testa ai piedi. Non poteva muoversi. Aveva appena ucciso un ragazzo con le sue stesse mani.
Venne risvegliato dal suo torpore da Selen, che gli intimò di disconnettersi subito.
Mezz'oretta dopo la disconnessione, i ragazzi si incontrarono per parlare dell'accaduto, e Crystal sgridò Albert per essere andato da solo come un incosciente: "Potevi farci ammazzare, idiota. Ringrazia solo che quelli erano tre, o ci avrebbero ammazzati tutti. " "Come noi abbiamo fatto con loro." sospirò Albert, e tutti abbassarono la testa, quasi come segno di lutto verso i ragazzi morti. "Non li abbiamo uccisi noi. Sono stati i nostri avatar. Non pensateci ora. Aspettiamo qualche giorno prima di riconnetterci, meglio prenderci un attimo." Albert non era felicissimo di questa decisione, ma non obbiettò; non aveva intenzione di far innervosire ulteriormente Crystal. 

Poi successe il disastro. Quella sera, a cena, la famiglia Drake stava guardando la TV, quando arrivarono le News. Albert guardava sempre un po' annoiato quella parte, aspettando i suoi programmi preferiti, ma una notizia non lo lasciò indifferente: "Quattro ragazzi sono stati trovati morti nelle loro case. Avevano delle cicatrici nel corpo, in corrispondenza della fronte, del petto e del capo. Uno di loro aveva il braccio privo di sangue." Albert sgranò gli occhi, e gli cadde il cucchiaio nel piatto. Non andava bene. Non andava bene per niente.
   
 
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