Anime & Manga > Bleach
Segui la storia  |       
Autore: Xephil    26/01/2015    5 recensioni
Tre Shinigami. Tre personalità. Tre anime legate dall'amicizia e da un destino in comune.
Keishin Akutabi è uno Shinigami impulsivo e a volte immaturo, ma anche coraggioso e altruista. Maestro del Zanjutsu.
Meryu Kitayama è l'opposto: Shinigami calmo e riflessivo, che di rado mostra le sue emozioni. Maestro dell'Hakuda.
Kaisui Kitayama è il ponte che collega due personalità così diverse: Shinigami gentile e generosa ma al contempo severa e ostinata. Maestra del Kido.
Anche se sembrano tre comuni Shinigami, forse, in realtà, in loro c'è più di quel che vedi... E mentre l'oscurità si addensa e la loro realtà viene sconvolta dal tradimento, i tre dovranno raccogliere tutto il loro coraggio e la loro forza per proteggere due mondi e impedirne la distruzione.
Ciao a tutti! è la mia prima fanfic, ma vi chiedo di essere quanto più sinceri possibile con le vostre recensioni. Mi serviranno per migliorarla! La mia storia segue la trama della prima serie di Bleach fino alla sconfitta di Aizen, ma con protagonisti i miei personaggi e, quindi, diverse parti della storia reale saranno modificate. Spero vi piaccia e buona lettura!
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hitsugaya Toushirou, Kurosaki Ichigo, Soi Fong, Sosuke Aizen
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The Chronicles of Three Shinigami - Shinigami Gaiden'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve a tutti! Mi scuso per non aver pubblicato la settimana scorsa, ma il periodo esami non perdona... Questo capitolo vede l'entrata in scena finalmente degli Espada e la prima battaglia di due dei tre protagonisti contro di lui. Inoltre, si scoprono le capacità di un altro nuovo personaggio e ci si prepara per un futuro sviluppo tragico degli eventi... Ma bando alle ciance: buona lettura!


 
Capitolo 9: Vecchi alleati e nuovi nemici
 
“Grazie infinite per la tua disponibilità, Urahara-san” disse Meryu con un inchino. Al suo fianco Kaisui lo imitò.
“Oh, non c’è di che!” rispose allegramente Urahara. “Dopotutto è il minimo che posso fare per voi in un momento difficile come questo. Allenatevi qui quanto volete.”
Poco tempo dopo l’attacco degli Arrancar, Meryu e Kaisui, avendo provato sulla loro pelle la forza del nemico, avevano deciso di usare tutto il tempo a loro disposizione per allenarsi e potenziarsi e, su consiglio di Renji, si erano recati da Kisuke Urahara, l’ex-Capitano della Dodicesima Brigata che era stato costretto all’esilio nel mondo reale dalla Soul Society dopo essere stato accusato di tradimento per colpa degli intrighi di Aizen, per chiedergli aiuto. Così Urahara gli aveva messo a disposizione l’immenso sotterraneo, simile ad un’area desertica, che era posto sotto al suo negozio di dolci e vari articoli umani, stesso luogo dove aveva allenato Ichigo Kurosaki prima del suo raid nel Seireitei.
Non erano soli: lo stesso Renji si stava allenando lì insieme a un ragazzo di grande corporatura e dalla pelle scura che si era presentato a loro come Yasutora Sado, un amico di Kurosaki. Questi, pur essendo un umano, aveva dimostrato di possedere un notevole ed insolito potere che si manifestava nel suo braccio destro come una spessa corazza nera e rossa, che gli permetteva non solo un pugno estremamente potente ma anche di scagliare forti ondate di reiatsu. Tuttavia avevano sentito che, nel suo primo incontro con gli Arrancar, era stato facilmente sconfitto da essi e allora aveva chiesto a Renji di allenarsi con lui per poter diventare più forte ed essere così in grado di aiutare Ichigo.
Kaisui e Meryu si guardarono, poi, con un cenno d’intesa, si diressero in due luoghi diversi del sotterraneo in modo da poter attuare ognuno il proprio personale allenamento senza ostacolare quello degli altri. Meryu si posizionò dietro ad un gruppo di rocce, mentre Kaisui raggiunse uno spiazzo non molto lontano dal luogo in cui Renji e Sado si stavano scontrando.
Meryu si sedette per terra in seiza, con le mani congiunte davanti al petto nella stessa posizione che assumeva durante lo Shunko, chiuse gli occhi e s’immerse nel suo mondo interiore. Quest’ultimo si presentava come un paesaggio montuoso e collinare ricoperto da un enorme e folta foresta, attraversato da un piccolo fiume e caratterizzato da un grande bosco di bambù, il suo luogo preferito. Qui lo attendeva un uomo alto, avvolto in un lungo mantello da viaggio nero con tanto di cappuccio che copriva interamente il suo corpo; alcuni ciuffi di capelli castani gli cadevano da sotto il cappuccio sulla fronte e la sua bocca era coperta da una maschera molto simile a quella dello Shinigami, mentre gli occhi, unica parte visibile del suo volto, erano verdi e davano una misteriosa sensazione.
Meryu lo fissò e disse: “Hayabusa. Ricominciamo.”
L’uomo, o meglio la sua Zampakuto, annuì. Poi, dal suo corpo, iniziò ad uscire una potente reiatsu che si diresse verso lo Shinigami ed entrò nel suo corpo.     
Pochi istanti dopo Meryu sentì un dolore intenso pervadere il suo intero essere e le sue membra sembrarono diventare pesantissime, come se la gravità sopra di lui fosse stata improvvisamente aumentata. Iniziò allora a concentrarsi e a emettere reiatsu a sua volta, tentando sia di attutire l’impatto della reiatsu di Hayabusa che di stabilizzarla e fonderla con la sua. Il suo allenamento per ottenere il Bankai avveniva interamente all’interno della sua anima e consisteva in Hayabusa che gli trasferiva forzatamente tutta la sua reiatsu e, quindi, il suo massimo potere e lui doveva non solo sopportare quell’immensa potenza ma anche sincronizzarla con la propria reiatsu e renderle così una cosa sola. La prova era estremamente difficile poiché l’aura che gli veniva trasferita era tanto grande da causargli una tremenda sofferenza fisica e mentale, perciò dominarla richiedeva una grande resistenza, un controllo pressoché perfetto della reiatsu e, soprattutto, un’intensa concentrazione. All’esterno il suo allenamento non era visibile e lui sembrava rilassato e calmo, ma la sua anima era in realtà più attiva che mai.
Dall’altra parte del campo, Kaisui si stava invece concentrando per far Materializzare la sua Zampakuto. Dopo pochi secondi, davanti a lei apparve una giovane donna sui 25 anni con lunghi capelli biondo-dorati, occhi azzurri e un fisico snello ma prosperoso, che indossava degli abiti color sabbia costituiti da una maglia a maniche lunghe, dei pantaloni lunghi e un ampio mantello; tutti gli abiti erano caratterizzati dall'avere i bordi tremolanti, proprio come se fossero stati un miraggio, e così anche il suo corpo, a tempi irregolari, sembrava diventare più pallido come se stesse per svanire nell’aria. Il fisico e il viso emanavano delicatezza, ma i suoi occhi e la sua espressione lasciavano trasparire una notevole grinta e una grande forza d’animo.
“È bello rivederti, Kaisui” disse con voce gentile.
“Per me è lo stesso. Sei bella come sempre, Sabaku No Hana.”
La sua Zampakuto sorrise; poi, con un tono più deciso, fece: “Cominciamo?”
Kaisui annuì con forza e rilasciò lo Shikai.
Sabaku No Hana chiuse gli occhi e congiunse le mani davanti al petto, come se stesse pregando; nel giro di pochi secondi, un enorme e potente tornado di vento e sabbia le circondò rendendo i dintorni invisibili. Subito dopo la Zampakuto balzò all’indietro e scomparve nel turbine. Kaisui invece fece roteare la sua falce sopra la testa, assunse una posizione di guardia e iniziò a guardarsi intorno.
Alcuni secondi dopo Kaisui vide Sabaku No Hana emergere dalla parete roteante del tornado e la attaccò all’istante; tuttavia la lama della falce attraversò la Zampakuto come se fosse stata trasparente e colpì il vortice, che sprigionò una forte esplosione scaraventandola a terra. La Shinigami si rialzò e vide diverse Sabaku No Hana uscire dal vento impetuoso del tornado, ma stavolta non cercò di attaccare e si preparò invece a ricevere un attacco. Ogni Sabaku No Hana fece comparire nelle sue mani una falce identica alla sua forma Shikai e si scagliarono poi tutte contro di lei.
Kaisui menò un fendente urlando: “Eaburedo!” La lama della falce s’ingrandì ricoprendosi di un’aura incolore e tagliò in due metà delle avversarie, ma nessuna si rivelò essere quella reale. Le rimanenti si lanciarono all’attacco, tuttavia la castana, invece di cercare di colpirle, ruotò la falce portandola sopra la testa, giusto in tempo per bloccare il fendente discendente della vera Sabaku No Hana, la quale era apparsa all’improvviso dietro di lei.
“Vedo che il tuo senso del pericolo si è acuito dall’ultima volta” disse la Zampakuto sorridendo. “Stai migliorando.”
“Ti ringrazio del complimento” replicò Kaisui respingendo la lama nemica e rimettendosi in posizione.
Sabaku No Hana saltò nel tornado. “Però dovrai fare di meglio per riuscire ad ottenere il Bankai!” esclamò mentre scompariva di nuovo nel turbine.
Kaisui riprese a guardarsi intorno con circospezione. L’allenamento che doveva superare per poter ricevere e controllare il massimo potere della sua Zampakuto non era una vera e propria battaglia, ma più una specie di prova di ricerca nella quale lei doveva trovare e fermare Sabaku No Hana tra le sue illusioni, difendendosi nel contempo dai suoi attacchi. L’enorme tornado di sabbia e vento che la avvolgeva non solo le impediva di muoversi al meglio, ma rafforzava anche la forza dei suoi miraggi.
Purtroppo, a differenza dello Shikai che poteva usare solo una parte limitata dei poteri della sua Zampakuto, Sabaku No Hana, da Materializzata, poteva usare i suoi pieni poteri e, di conseguenza, le illusioni erano più vere che mai; persino la percezione della reiatsu di Kaisui era alterata e ogni copia sembrava reale quanto l’originale che, però, lei non riusciva mai a localizzare chiaramente. Il massimo che finora era riuscita ad ottenere era la prevenzione di parte degli attacchi della Zampakuto e questo più perché la conosceva e sapeva dunque intuire buona parte delle sue mosse piuttosto che per l’acuità dei suoi sensi. Tuttavia non era sufficiente.
Molte volte, infatti, gli attacchi di Sabaku No Hana erano assolutamente imprevedibili e più veniva colpita più s’indeboliva e diventava così più difficile riuscire ad anticiparla.
Per parecchio tempo tutti rimasero immersi nel proprio allenamento personale, fino a che, ad un certo punto, Urahara entrò nel campo d’addestramento gridando vivacemente: “Kaisui-san! Meryu-san! Devo parlarvi!”
Interrompendo il loro allenamento Meryu e Kaisui si avvicinarono e il primo chiese: “Che succede, Urahara-san?”
“Scusate se vi disturbo, ma c’è qualcuno qui fuori che chiede di vedervi.”
“E chi?” domandò Kaisui perplessa.
Urahara sorrise. “Un vostro compagno dalla Soul Society. Dice di venire dalla Quinta Brigata.”
Kaisui e Meryu si guardarono e ammiccarono quando pensarono entrambi a chi poteva essere che li cercava e che veniva dalla Quinta Brigata. Seguirono poi Urahara fuori dal sotterraneo e dal negozio soprastante…
 
“Hiraku! Sei tu allora!” esclamò Kaisui quando scoprì l’identità di chi li cercava.
Lo Shinigami in questione sorrise. “Vi aspettavate Keishin, vero?”
“Diciamo che quando abbiamo sentito Quinta Brigata lo abbiamo dato per scontato” rispose Meryu.
“Bè, in altre circostanze sarebbe venuto di corsa, ma dato il suo attuale impegno di Sostituto Capitano non gli è stato possibile. Sapeste quando ha saputo che mi mandavano qui quanto si è arrabbiato! Ha cercato di convincermi a scambiarci i compiti, così sarebbe potuto lui venire qui! Ha perfino quasi litigato con il Capitano Komamura per questa storia!”
“Riesco quasi ad immaginare la scena” disse Meryu sarcastico.
“Ma alla fine non ce l’ha fatta, eh?” fece Kaisui, che sembrava sul punto di scoppiare a ridere.
“No, infatti. E io neanche ci tenevo a prendere il suo posto visto che ha più lavoro che mai. Mi ha detto comunque di portarvi i suoi saluti.”
“Gentile da parte sua. Come se la sta cavando a tuo parere?” domandò Meryu.
“Nel complesso piuttosto bene. A parte quest’ultimo episodio, non si è mai sottratto al lavoro ed è molto zelante nei suoi compiti. Tenete conto che, anche a causa dei problemi provocati da Aizen, la sua quantità di lavoro è aumentata ed è molto probabile che, in questo momento, lui sia uno degli Shinigami più occupati di tutta la Soul Society. Tuttavia lui continua senza fermarsi e senza protestare. Nonostante la discussione, anche il Capitano Komamura ha lodato il suo impegno. Oltre a questo, esce ad allenarsi ogni volta che ha un po’ di tempo libero per aumentare la sua forza e raggiungere il Bankai. Perciò, sta andando bene per ora, ma ogni giorno lo vedo sempre più stanco sia dopo il lavoro che quando torna dal suo allenamento. Credo che abbia chiesto a Hikami d’intensificarlo per ridurre i tempi. Non gli ho detto di rallentare, dato che sicuramente non mi ascolterebbe, ma spero almeno che non finisca per autodistruggersi.”
“Tipico di lui” commentò Kaisui con un sospiro. Poi, però, aggiunse con un sorriso: “Comunque credo che su questo non ci sia da preoccuparsi: quella testa calda non morirà mai per così poco, soprattutto non prima di averla fatta pagare ad Aizen!”
“Ahah! Si, probabilmente hai ragione!” rise Hiraku.
Meryu assunse uno sguardo più serio. “A parte questo, ti hanno mandato solo a controllare la situazione o devi comunicarci anche qualcosa d’importante?”
Hiraku smise di ridere. “Mi hanno inviato a chiedere un rapporto al Capitano Hitsugaya e ad aumentare temporaneamente le vostre forze qui. Dopo le ultime informazioni che ci avete fornito, il Capitano-Comandante Yamamoto ha ritenuto opportuno mandarvi rinforzi in vista di un prossimo attacco. Purtroppo, per ora, non è stato possibile mandare altri Shinigami a parte me poiché la Soul Society è sul piede di guerra e non può permettersi di dividere troppo le sue forze. Comunque…”
Prima che potesse aggiungere altro, i cellulari di tutti e tre iniziarono a suonare e videro sui loro rilevatori che erano apparse quattro nuove reiatsu e, quando le percepirono, sentirono chiaramente che non erano alleati.
“Bè, com’è che dicono gli umani in questi casi? Parli del diavolo..?” commentò Hiraku sarcastico.
“C’è poco da scherzare. Sentite le loro reiatsu? Il loro livello è completamente differente da quello degli Arrancar di qualche giorno fa” osservò Meryu.
“Secondo te, potrebbero essere quelli che chiamano Espada?” chiese Kaisui preoccupata.
“È molto probabile.”
“Il Capitano Hitsugaya e il Luogotenente Matsumoto stanno già arrivando” disse Hiraku percependo altre due reiatsu in avvicinamento a quelle appena comparse. “Meglio se ci muoviamo anche noi.”
“Non dovremmo avvertire Urahara-san?” domandò Kaisui.
“Sicuramente se ne sarà già accorto e starà informando Renji. Vista la situazione e considerati gli avversari, è meglio se andiamo subito a dare man forte al Capitano e a Matsumoto-san. Gli altri ci raggiungeranno appena possibile” replicò Meryu.
“Allora è meglio sbrigarci. Tranquilli, vi aiuterò anch’io!” esclamò Hiraku con forza.
Con uno Shumpo, i tre Shinigami si diressero verso il luogo dov’erano i nemici.
 
Mentre si avvicinavano, i tre percepirono che una delle reiatsu nemiche si era separata dalle altre e si stava allontanando a grande velocità; delle rimanenti due si stavano scontrando con Hitsugaya e Matsumoto, mentre la terza era inattiva. Decidendo di ignorare la reiatsu isolata, puntarono sugli altri nemici.
Dopo pochi minuti Meryu, Kaisui e Hiraku raggiunsero il luogo dello scontro e videro che Hitsugaya si stava battendo contro un Arrancar con le sembianze di un uomo estremamente alto e grosso, vestito con una giacca bianca a maniche lunghe aperta sul davanti e dei pantaloni dello stesso colore. La sua testa era calva, ad eccezione di una coda di cavallo nera sulla nuca, e presentava quattro curiose protuberanze, sul mento aveva una corta barba e una sorta di mandibola d’osso provvista di denti aguzzi che copriva la mascella inferiore, le sopracciglia erano arancioni e sugli zigomi presentava dei curiosi segni rossi. Al fianco sinistro portava una Zampakuto.
L’avversario di Matsumoto invece aveva le sembianze di un ragazzo dai tratti effeminati con corti capelli neri e occhi viola chiaro; sopra l’occhio sinistro aveva uno strano tatuaggio formato da tre rombi color fucsia e sullo stesso lato della testa presentava un pezzo di quella che sembrava una maschera d’osso. Indossava abiti bianchi composti da un paio di pantaloni e da una curiosa giacca con maniche estremamente lunghe, tanto da coprire le mani, e portava anch’egli una Zampakuto al fianco sinistro.
Il terzo Arrancar aveva l’aspetto di un ragazzino dai corti capelli biondi e gli occhi lilla, che indossava dei semplici abiti lunghi bianchi, portava sulla schiena un grosso spadone in un fodero viola e sulla fronte presentava una sorta di diadema d’osso di forma irregolare. A differenza degli altri due, quest’ultimo non solo non combatteva ma sembrava anche del tutto indifferente a ciò che stava succedendo intorno a lui e fissava i dintorni con un’espressione vuota.
Apparentemente Hitsugaya stava tenendo testa senza troppe difficoltà al suo avversario, ma Matsumoto, al contrario, era ferita, seppur in modo non grave, e non sembrava essere in grado di contrastare l’Arrancar che stava affrontando, il quale invece sembrava alquanto annoiato.
L’Arrancar grosso, notandoli, esclamò con tono spaccone: “Ma guarda! Sono arrivati i rinforzi, eh? A guardarvi sembrate tutti Shinigami di livello piuttosto alto, ma non illudetevi: non riuscirete a sconfiggerci!”
“Ragazzi, fate attenzione!” gridò Matsumoto. “Questi tizi sono diversi da quelli dell’ultima volta. Sono tutti Espada!”
Kaisui fece una smorfia. “Proprio come temevamo.”
Meryu guardò i nemici per qualche secondo, poi si rivolse agli altri: “Il Capitano Hitsugaya potrebbe anche cavarsela da solo contro quel tipo, ma ritengo sia meglio non rischiare. Hiraku, tu supporta il Capitano. Io e te, Kaisui, daremo una mano a Matsumoto-san.”
“Va bene!” risposero all’unisono gli altri due.
Non appena Kaisui e Meryu si furono affiancati alla Luogotenente della Decima Brigata, quest’ultima disse loro: “Fate attenzione. Anche se non sembra, quel tipo è l’Espada 6. Non è solo molto forte fisicamente, ma ha anche uno Hierro estremamente duro. Non sono riuscita neanche a scalfirlo.”
Sei. In base alle loro conoscenze gli Espada erano una decina e andavano in ordine di forza dal 10 all’1, dunque quel tipo occupava una posizione intermedia. Non sarebbe stato facile affrontarlo.
“Proprio così!” disse l’Arrancar sorridendo. “Io sono l’Espada 6, Luppi. Chi di voi nuovi arrivati vuole farmi divertire per primo?”
“A tua completa disposizione!” gridò Kaisui lanciandosi contro di lui. Brandendo la sua Zampakuto urlò: “Scatena la tempesta, Sabaku No Hana!”
Mentre il suo Shikai veniva rilasciato, Kaisui vibrò un fendente alla testa di Luppi, il quale, tuttavia, bloccò il colpo col braccio nudo.
“Sei molto energica” commentò. “Ma è davvero tutto qui quello che sai fare?”
Kaisui sorrise per poi gridare: “Eaburedo!”
Nell’istante in cui la lama della sua falce si rivestì di un’aura incolore, la sua affilatezza aumentò abbastanza da tagliare lo Hierro dell’avversario. Sorpreso, Luppi balzò all’indietro liberando il braccio dalla lama, ma Kaisui gli apparve alle spalle con uno Shumpo e menò un altro fendente alla sua testa. Stavolta, però, il colpo non raggiunse il bersaglio: un istante prima di essere colpito, Luppi scomparve nell’aria per riapparire a diversi metri di distanza.
Osservando il sangue che colava dalla lieve ferita sul braccio l’Espada disse: “Bè, ammetto che non me l’aspettavo. Non sei così male.”
“Che siate Hollow, Arrancar o Espada, fate sempre lo stesso errore!” fece Kaisui beffarda. Tuttavia, dentro di sé, era lei quella più sorpresa: pur avendo già rilasciato come tutti il limitatore e usato una grande quantità di energia, il suo colpo aveva lasciato solo un taglio superficiale sul braccio dell’avversario. Era evidente la differenza di potere tra lui e Edorad Liones.
Un istante dopo vide Meryu comparire sopra Luppi e tuonare: “Punisci tutte le ingiustizie, Hayabusa!” Non appena la sua Zampakuto assunse la forma Shikai, lo Shinigami sferrò un pugno all’Espada, il quale lo bloccò senza battere ciglio. Senza fermarsi, Meryu lanciò una raffica di pugni contro l’avversario che riuscì comunque a schivarli o bloccarli tutti. Le punte di Hayabusa sviluppavano scintille ogni volta che si scontravano con lo Hierro del nemico. Dopo un breve ma intenso scambio di colpi, i due si separarono portandosi a distanza di sicurezza.
Mentre Meryu veniva affiancato da Kaisui e Matsumoto, Luppi fece un’espressione enigmatica e disse: “Se mi attaccaste tutti insieme, potreste anche riuscire a farmi divertire. Tuttavia mi sono stancato di giocare e noi non abbiamo tempo da perdere.” Poi si rivolse al suo compagno Arrancar che stava affrontando Hitsugaya e Hiraku. “Yammy! Lasciami anche quei due contro cui stai combattendo.”
“Cosa?” sbottò il grosso Espada con un’espressione seccata.
“Questa storia sta andando troppo per le lunghe. Preferirei combatterli cinque contro uno. Rilascerò il mio potere e li finirò tutti!” Pronunciando quell’ultima frase si portò una mano al fianco e iniziò ad estrarre la sua Zampakuto.
Senza pensarci due volte, Hitsugaya gli si scagliò contro gridando: “Non ne avrai la possibilità! Bankai! Daiguren Hyorinmaru!”
A quel comando il suo corpo venne avvolto da uno spesso strato di ghiaccio azzurro che formò sulla sua schiena due ali e una coda di drago, sulla mano sinistra e sui piedi degli artigli e sul braccio destro la testa della suddetta creatura; inoltre, sospesi in aria dietro di lui, si generarono tre insoliti fiori di ghiaccio blu formati da quattro petali ciascuno e la guardia della sua Zampakuto, caratterizzata da una forma a quattro punte, assunse una forma a otto punte.
Come sempre, Kaisui e gli altri rimasero stupiti davanti al rilascio del Bankai di un Capitano, la forma finale e più potente di una Zampakuto, e all’incredibile aumento della sua reiatsu. Tuttavia, Luppi si limitò a fare un sorriso beffardo e dire: “Strangola, Trepadora!”
Dal corpo dell’Espada proruppe una forte esplosione che avvolse il cielo con un’enorme nuvola di fumo, impedendo a Hitsugaya di vederlo e costringendolo ad arrestare il suo impeto. Poi, all’improvviso, quello che sembrava un grosso tentacolo bianco uscì con incredibile velocità dal fumo e si diresse verso il giovane Capitano, il quale usò una delle sue ali come scudo. L’impatto fu molto violento e lo spinse indietro di parecchi metri, ma Hitsugaya riuscì comunque a fermare il colpo.
“Cosa? Tutto qui quello che sai fare?” commentò con voce leggermente delusa. “Questo è il meglio che la tua forma rilasciata ha da offrire?”
Dal fumo che iniziava a diradarsi provenne una risatina divertita. Poi, si udì la voce di Luppi: “Bella difesa! Non pensavo che l’avresti bloccato completamente. In effetti sono un po’ sorpreso. Voi Shinigami di classe Capitano siete più forti di quel che pensavo.” Mentre la sua sagoma tornava visibile, la sua voce divenne beffarda. “Ma.. cosa faresti se io moltiplicassi quell’attacco per otto?”
A quel punto tutti videro la sua forma rilasciata e rimasero sconvolti. L’Espada ora possedeva una sorta di esoscheletro di osso che gli avvolgeva il torso come una corazza e la piccola maschera sul lato sinistro della testa era diventata una specie di elmetto, ma la caratteristica più preoccupante erano gli otto tentacoli bianchi che uscivano da una particolare struttura a ruota formatasi sulla sua schiena e si agitavano nell’aria.
“Co-cosa?” riuscì a dire Hitsugaya con voce incredula prima che gli altri sette tentacoli si abbattessero violentemente su di lui. Le ali di drago e buona parte del suo Bankai vennero distrutte dalla forza dei colpi e il Capitano precipitò al suolo mormorando furioso: “Dannato...”
“CAPITANOOO!” urlò Matsumoto sconvolta.
Luppi si voltò verso di lei e gli altri. “Ricordate? Avevo detto che avremmo dovuto combattere cinque contro uno. Scusatemi!” Si leccò le labbra con un ghigno. “Avrei dovuto dire cinque contro otto!”
Meryu e gli altri fecero per proteggersi dall’attacco imminente, quando una immensa reiatsu esplose in lontananza. Era la reiatsu di Ichigo Kurosaki. Sembrava che stesse duellando contro l’Espada che si era staccato dagli altri subito dopo il loro arrivo nel mondo reale. La cosa più spaventosa, però, era il cambiamento della reiatsu di Kurosaki: non solo era immensamente più potente, persino più di quella del suo avversario, ma anche estremamente più oscura di prima. Era quasi come quella degli Espada.
< Ma cosa ti sta succedendo, Kurosaki-san? > pensò Meryu preoccupato.
Tuttavia, dopo neanche quindici secondi, la reiatsu di Ichigo subì un calo drastico e allora fu il suo avversario ad iniziare a prevalere. Qualunque cosa fosse successa, ora il Sostituto Shinigami era in serio pericolo.
L’improvviso attacco dei tentacoli di Luppi riscosse gli Shinigami dai loro pensieri. I quattro cercarono  di resistere, ma l’Espada era diventato troppo forte per loro dopo il suo rilascio. La ruota sulla sua schiena roteò rapidamente generando un vortice coi tentacoli che sbattè via gli Shinigami con facilità.
“Lasciate perdere” disse Luppi sprezzante. “Cavoli, devo ricredermi: voi ragazzi non siete nulla di che. Siete davvero ufficiali d’alto grado delle 13 Brigate della Soul Society? Che noia!”
I quattro attaccarono ancora, ma, anche se erano in superiorità numerica, non erano in grado di contrastare l’Espada che continuava a far vorticare i suoi tentacoli creando così una barriera difensiva e nel contempo offensiva. Oltre a essere stati feriti dai potenti colpi, gli Shinigami iniziarono ad accusare una certa stanchezza.
Ad un tratto, uno dei tentacoli avvolse Matsumoto immobilizzandola.
“Rangiku!” urlò Kaisui un istante prima di essere bloccata a sua volta da un altro tentacolo.
“Matsumoto-san! Kaisui!” gridò Meryu. Lui e Hiraku non riuscirono, però, a fare niente: altri due tentacoli li avvolsero istantaneamente.
Hiraku si dimenò tentando di liberarsi. “Maledizione! Non credevo che questo tizio fosse così forte!”
“Puoi fare qualcosa?” chiese Meryu guardando la Zampakuto ancora allo stato normale del compagno.
“Non in queste condizioni. In questo stato, il mio potere non può fare niente!”
Un gemito li fece voltare: Luppi aveva tirato a sé Kaisui e Matsumoto e le stava squadrando con occhi avidi. “Hai un corpo da sballo, bimba” disse rivolto a Matsumoto. “Veramente sexy.” Poi fissò Kaisui. “Però, devo ammettere che anche tu sei uno schianto.” Alzò altri due tentacoli e da essi fuoriuscirono numerosi aculei. “Due corpi così belli.. Forse dovrei riempirli di buchi?”
“Non ci provare!” gridò Meryu.
“Fermati!” urlò Hiraku dimenandosi ancora.
Ignorandoli Luppi scagliò i due tentacoli verso i volti di Kaisui e Matsumoto.
Ma, un istante prima che potessero colpirle, un’onda di energia rossa li tagliò via insieme ai tentacoli che le tenevano bloccate.
“Phew, sembra che io sia arrivato giusto in tempo! Ci siamo andati vicini” fece una voce allegra e familiare ai quattro Shinigami. Questi ultimi e lo sconvolto Luppi si voltarono verso la sua origine e videro un uomo dai capelli biondi vestito con un kimono, dei pantaloni verdi e una giacca scura aperta, che portava un curioso cappello in testa e teneva una spada nella mano destra.
Vedendolo Meryu fece un sospiro di sollievo. “Appena in tempo.”
“Tu chi sei?” chiese Luppi con tono stizzito.
“Oh, mi scuso” rispose l’uomo sempre allegramente. “Dove ho messo le mie buone maniere? Kisuke Urahara. L’umile proprietario di un piccolo negozietto di dolciumi nel vicinato. Piacere di fare la tua conoscenza.”
Nel momento in cui Urahara ebbe finito di presentarsi, il ragazzino Arrancar, che fino ad allora non aveva mai combattuto, si scagliò contro la sua schiena con sorprendente rapidità. Urahara reagì prontamente voltandosi e scagliando ancor più rapidamente un’altra onda di energia rossa. L’Arrancar venne respinto, ma non sembrava preoccupato, anzi fissava l’ex-Capitano con notevole interesse e ridacchiava al tempo stesso con un sorriso da ebete sul volto.
“Il tuo amico sembra essere un tipo strano” disse Urahara.
Emettendo dei versi infantili l’Arrancar alzò la mano sinistra e su di essa iniziò a concentrarsi un’intensa reiatsu rossa. Poi, un secondo dopo, tale reiatsu venne scagliata contro lo Shinigami sotto forma di una sfera incredibilmente veloce e potente, che causò una forte esplosione. Urahara emerse dal fumo illeso, solo il suo vestito era leggermente bruciato sulla spalla destra, e si fermò a mezz’aria a fissare il ragazzino Arrancar, il quale continuava a gemere e ridacchiare, proprio come un infante.
“Santo cielo, che sorpresa!” esclamò Urahara che non aveva perso la sua vivacità. “Cos’era quella tecnica di poco fa? Non l’ho mai vista prima.”
Prima che l’Arrancar potesse rispondere, un colpo identico al suo colpì l’ex-Capitano da dietro stordendolo e facendolo così precipitare al suolo. A poca distanza l’Espada grosso, chiamato Yammy, teneva un pugno alzato e da esso uscivano scariche di energia. “Te lo dico io!” affermò ridendo fragorosamente. “Quest’attacco è chiamato Bala. Solidifichi il tuo reiatsu e lo usi per picchiare il nemico! Non è potente come un Cero, ma è venti volte più veloce!” Detto questo strinse entrambi i pugni concentrandovi la propria reiatsu e cominciò a scagliare una raffica di Bala nel punto del suolo in cui Urahara era caduto. “Cosa ne dici di questo? Puoi schivare tutti questi colpi? Non puoi, vero? Muori! Muori, bastardo coi sandali!”
Osservando la scena Luppi emise un sospiro. “Miseriaccia” disse. “Stavo pensando di uccidere quel tipo visto che si è messo in mezzo. Stupido Yammy. In ogni caso, adesso è morto. Bè, quel che è fatto è fatto.” Si rivolse a Kaisui e Matsumoto, che aveva appena catturato di nuovo. “Ci limiteremo a continuare qui. Vero?”
Le due Shinigami si limitarono a fare una smorfia.
“Se solo potessi usare il mio Shikai” mormorò Hiraku. Poi si voltò verso Meryu. “Non puoi fare niente per liberarci?” E allora si accorse che l’argenteo aveva abbassato la testa e stava tenendo gli occhi chiusi.
“Lo sto già facendo” rispose con voce appena udibile. “Non distrarmi e tieniti pronto.”
Hiraku non capì, ma fece come gli aveva detto.
“Siete davvero patetiche” continuò beffardo Luppi. “Quel tipo coi sandali vi aveva appena salvate e voi siete già riuscite a farvi catturare di nuovo. Bè, è inevitabile. Non avete dove scappare quando è otto contro quattro.”
“Sai.. è un po’ che lo sto pensando, ma parli davvero troppo” replicò Matsumoto con aria annoiata.
“E allora?”
“Odio i ragazzi chiacchieroni. Mi fanno schifo.”
Luppi fece un’espressione seccata. “Ehi, Onee-san, sembri dimenticare che ti sto tenendo prigioniera. Se mi fai incazzare, t’infilzo!”
“Sei anche noioso” ribattè stavolta Kaisui con lo stesso tono dell’amica. “Non fai che ripetere sempre le stesse cose. Inoltre, non lo sai che prima si finisce l’avversario e poi si gongola e non il contrario? Non riesco a credere che uno come te possa essere un Espada. Devi essere un qualche genere di rimpiazzo per un'altra persona.”
A quelle parole Luppi divenne livido dalla rabbia. “E va bene. Visto che me l’hai suggerito, seguirò alla lettera il tuo consiglio e ti ucciderò all’istante!” Poi fece emergere gli aculei da uno dei suoi tentacoli e li puntò contro Kaisui.
“Come se te lo lasciassi fare.”
Chi aveva parlato era Meryu.
Nell’istante in cui Luppi si voltò verso di lui, aprì gli occhi esclamando: “Shunko!” Una fortissima reiatsu bianca proruppe dalle sue spalle e dalla sua schiena disintegrandogli il kosode e facendo allentare la presa al tentacolo. Con uno Shumpo rapidissimo Meryu si liberò del tutto dalla morsa e si mosse verso il tentacolo che teneva Hiraku; sferrando un doppio pugno tanto forte da ferire lo Hierro dell’Espada, lo costrinse a rilasciare anche il moro. Quest’ultimo si mise subito in posizione portando in avanti la sua Zampakuto.
“Ora tocca a me!” gridò. “Rifletti il destino, Hantenmirai!”
A quelle parole la lama della sua Zampakuto si allargò, prese una forma rettangolare e la sua superficie divenne cristallina e riflettente proprio come uno specchio, mentre l’elsa assumeva una curiosa forma a E.
“Non so cosa pensi di fare, ma non ne avrai il tempo!” urlò Luppi scagliando tutti i suoi tentacoli liberi contro lo Shinigami.
Tuttavia Hiraku non si scompose e si limitò a porre davanti a sé la propria Zampakuto; la superficie della spada rifletté l’immagine dell’Espada.
Vedendo che non cercava di scansarsi, Meryu fece per andare ad aiutarlo, ma prima che potesse raggiungerlo, con suo sommo stupore, i tentacoli di Luppi si bloccarono davanti alla lama e rimbalzarono contro il loro possessore. I sei tentacoli colpirono con inaudita violenza l’Espada sbattendolo indietro e costringendolo a lasciare Kaisui e Matsumoto.
La prima fissò Hiraku stupefatta. “Ma come hai..?”
Hiraku sorrise. “Già, è vero. Anche se ci conosciamo da un pezzo, questa è la prima volta che partecipo a una missione con voi. Perciò non conoscete le mie capacità.”
“E sarà anche l’ultima volta!” gridò Luppi lanciandogli contro quattro tentacoli.
Hiraku posizionò ancora una volta la sua Hantenmirai in modo che riflettesse l’immagine di Luppi e, ancora una volta, i tentacoli si fermarono davanti alla Zampakuto per poi ritornare contro l’Espada. Stavolta, però, quest’ultimo usò gli altri quattro tentacoli per bloccare i primi.
“Ora capisco” mormorò. “Ecco qual è il potere speciale della tua...”
Prima che potesse concludere, Meryu, ancora avvolto nella reiatsu dello Shunko, gli apparve sopra con uno Shumpo e, approfittando della sua apertura, lo colpì violentemente con il taglio della mano sul collo stordendolo e costringendolo a retrocedere. Un istante dopo anche Kaisui e Matsumoto si spostarono con un doppio Shumpo ai lati dell’Espada per poi cercare di attaccarlo ai lati con le loro Zampakuto. Ringhiando Luppi evitò gli attacchi con un Sonido, lo Shumpo personale degli Arrancar, e scagliò due attacchi contro le Shinigami che, però, riuscirono ad evitarli. Nello stesso momento Meryu si spostò sotto l’Espada e, con una serie di Shumpo potenziati, tentò di confonderlo per poterlo colpire.
“Sei un illuso, Shinigami!” urlò Luppi scagliandogli addosso gli altri sei tentacoli, ognuno con un angolazione diversa per prevedere i suoi spostamenti.
Tuttavia, quando gli attacchi conversero per colpirlo, Meryu si fermò all’istante e davanti a lui apparve Hiraku, il quale portò davanti a sé la sua Zampakuto e, ancora una volta, rifletté l’attacco contro l’avversario. Inoltre, mentre i tentacoli colpivano Luppi, Kaisui, portatasi sopra di lui, roteò furiosamente Sabaku No Hana urlando: “Kosei Saikuron!” Un violento tifone venne generato dalla falce e si abbatté in contemporanea con i tentacoli sull’Espada, che precipitò verso il suolo.
Percependo che, in quel momento, il nemico era in difficoltà, Meryu e Matsumoto lo incalzarono ancora, ma l’Espada riuscì non senza sforzo a riprendere il suo assetto e creò un nuovo vortice di tentacoli costringendo i due Shinigami a fermarsi. Poi, con uno sguardo pieno d’odio, Luppi guardò Hiraku.
“Tu, bastardo.. La tua Zampakuto devia ogni attacco in arrivo contro il nemico riflesso sulla sua superficie, vero?” ringhiò.
“Hai quasi indovinato” ribatté Hiraku. “La mia Hantenmirai è una Zampakuto di tipo Kido in grado di deviare ogni attacco diretto contro di me verso ciò che essa riflette. Non deve essere per forza un nemico. Qualunque cosa Hantenmirai rifletta, quella cosa diventa il nuovo bersaglio dell’attacco.”
“Capisco. È senza dubbio un potere pericoloso. Se lo usi per difendere i tuoi compagni mentre mi attaccate, può risultare davvero fastidioso. Tuttavia..” l’Espada fece un ghigno e da ogni tentacolo uscirono degli aculei “non puoi proteggere più persone allo stesso tempo!” e li scagliò contro ciascun Shinigami.
Con suo sommo stupore, però, né Hiraku né nessun altro tentò di muoversi per evitarli. I quattro Shinigami vennero così trafitti dai tentacoli, ma un istante dopo sparirono tutti nell’aria, come se fossero stati un illusione. Confuso, Luppi si guardò intorno e scoprì che gli Shinigami lo avevano circondato senza che se ne accorgesse.
“Non capisci proprio, eh?” disse Kaisui sprezzante. “Ricordati che non stai combattendo contro uno, ma quattro Shinigami! Continui a sottovalutarci e ti ritieni superiore perché non conosci i nostri veri poteri. Se tu fossi stato la metà di quello che dici di essere, ci avresti eliminati già da un pezzo! Sei tu quello patetico!”
Luppi digrignò i denti. “Credete davvero di potermi sconfiggere? Con le vostre abilità potete solo ritardare l’inevitabile! Non siete in grado di infliggermi danni rilevanti! Se siete vivi, è solo perché finora avete avuto fortuna! Ora, però, mi avete davvero stancato! Vi ammazzerò una volta per tutte!” e si preparò ad attaccare ancora.
I suoi colpi non arrivarono mai ai loro bersagli. Nell’istante in cui provò ad attaccare, i suoi tentacoli vennero congelati.
“Co-Cos’è questo?” mormorò sconvolto.
“Solo per aver messo a segno un colpo sul tuo avversario, sei fin troppo rilassato” disse una voce familiare. Voltandosi Luppi vide che Hitsugaya si era ripreso e il suo Bankai si era totalmente rigenerato.
“I miei compagni hanno ragione. Non hai mai sentito parlare di “incalzare il nemico?” ”
“Sei ancora vivo?” fece sconvolto l’Espada.
“Hyorinmaru è la spada basata sul ghiaccio più potente in assoluto. Fintanto che c’è acqua nelle vicinanze, può rigenerarsi, non importa quante volte venga spezzata. Ora è impossibile che tu possa vincere. Ho avuto tutto il tempo di questo mondo per prepararlo.” Alle sue parole delle enormi colonne di ghiaccio iniziarono ad elevarsi dal terreno intorno all’Espada. “Mi hai lasciato solo decisamente troppo a lungo. La tua arma potrà anche avere otto braccia, ma la mia è tutta l’acqua che c’è nell’atmosfera.” Il giovane Capitano puntò la sua Zampakuto contro l’avversario e ruotò la lama di 90° dicendo: “Sennen Hyoro.”
Le colonne di ghiaccio, che erano diventate decine, si chiusero tutte insieme sull’incredulo Luppi, il quale riuscì soltanto ad emettere un grido di disperazione prima di essere rinchiuso in una gigantesca prigione di ghiaccio; nel contempo i suoi tentacoli congelati andarono in pezzi.
“Scusa. Otto non erano abbastanza” commentò Hitsugaya con distacco.
“Capitano!” esclamò con gioia Matsumoto, mentre si avvicinava a lui con gli altri Shinigami.
Meryu e Hiraku non dissero niente; il potere sprigionato da Hitsugaya li aveva sconvolti. Conoscevano la sua fama, ma ora che l’avevano visto con i loro occhi dovevano ammettere che era più forte di quanto avessero immaginato. Kaisui, dal canto suo, era estasiata e aveva gli occhi luccicanti: la sua ammirazione per il giovane Capitano era aumentata ancora di più dopo averlo osservato in azione.
Un esplosione li fece voltare: Yammy era appena stato ferito gravemente da Urahara, il quale era incredibilmente uscito illeso dalla raffica di Bala che il grosso Espada gli aveva scagliato. A quanto sembrava, l’ex-Capitano poteva gestire la situazione senza problemi. Rimaneva solo quello strano ragazzino Arrancar.
Prima però che potessero fare qualsiasi cosa, il cielo sopra di loro si squarciò in più punti e da tali squarci fuoriuscirono dei fasci di luce identici a quelli che avevano teletrasportato Aizen nell’Hueco Mundo dalla Soul Society. I fasci scesero su Yammy, sul ragazzino Arrancar, sulla prigione di ghiaccio creata da Hitsugaya e su un punto molto lontano, apparentemente nel luogo in cui stava combattendo Ichigo Kurosaki.
“Negacion!” esclamò Matsumoto riferendosi ai fasci di luce.
La prigione di ghiaccio andò in frantumi e da essa emerse Luppi, ferito gravemente e riconvertito al suo stato normale, ma vivo.
“Peccato, Capitano-san” disse con un ghigno. “Hai fallito nell’uccidermi. Non osare dimenticarti la mia faccia. La prossima volta che c’incontreremo ti strapperò quella tua testolina e la schiaccerò, senza errori!” Poi iniziò ad essere trascinato verso lo squarcio in cielo.
“Ricordati, hai detto che l’avremmo finito!” esclamò Yammy rivolto a Urahara, mentre veniva risucchiato anche lui. “Ricordatelo per quando c’incontreremo di nuovo! La prossima volta che c’incontreremo sarà finita! Ti schiaccerò!”
Con quelle minacce, i terribili Espada scomparvero negli squarci dimensionali.
Matsumoto, Kaisui, Meryu e Hiraku raggiunsero Hitsugaya. “Capitano! Grazie” disse la prima.
“Non è che li abbiamo sconfitti” fece il giovane Shinigami con volto serio. “Da adesso in avanti le cose si faranno più dure.”
“Maledizione!” sbottò Hiraku.
“Questa non ci voleva” mormorò Kaisui malinconica tormentandosi la treccia.
Meryu si limitò a fissare il vuoto con occhi enigmatici. < A giudicare dalle circostanze, devono averli obbligati a ritirarsi. Ma perché farlo solo ora? > pensò passandosi una mano tra i capelli. < Non ho un buon presentimento. >
Purtroppo i suoi timori si sarebbero rivelati fondati quando, poco tempo dopo, gli sarebbe stata riferita la scomparsa di Orihime Inoue, un’alleata di Ichigo Kurosaki...


Note:
Seiza = tipica posizione giapponese consistente nello stare seduti sulle ginocchia con le natiche che poggiano sulle caviglie
Daiguren Hyorinmaru = anello di ghiaccio del grande loto scarlatto
Trepadora = rampicante
Bala = proiettile
Cero = zero
Hantenmirai = specchio riflettente
Sennen Hyoro = prigione di ghiaccio millenaria
Negacion = negazione
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Bleach / Vai alla pagina dell'autore: Xephil