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Autore: darkronin    27/01/2015    1 recensioni
Terza e ultima parte (spero) della saga 'L'ira degli Eroi'
Scopriremo, finalmente, come sono connessi tra loro Loki, Thanos e i potenti della Terra e cosa ciascuno di essi nasconda o desideri. Vedremo come i nostri eroi, finalmente riunitisi, finiranno nei guai e cercheranno di uscirne.
- - - - - - Crossover Avengers-X-men col Marvelverse più in generale (come dovrebbe essere in realtà)
- - Altri personaggi secondari aggiuntivi rispetto alla fic precedente: I nuovi personaggi introdotti in quest'ultima parte, per ora, sono solo l'agente 13 Sharon Carter, i gemelli Fenris, Ercole, Sersi, Ares, Danny Rand e Luke Cage, Polaris, Havoc, Ciclope, Sole Ardente, Cable (in minima parte).
+ Riferimenti a World War Hulk, Age of Apocalypse, Secret Invasion, House of M
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'ira degli eroi'
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32. Six Pack





Nonostante il corridoio aperto dal passaggio del velocista come un rasoio cauterizzante, avanzavano infermi tra la vegetazione ingombrante e invadente che invano tentava di arpionare loro gambe e braccia. A stento riuscivano a scorgere la loro meta, in mezzo a tutto quel verde. Correvano a perdifiato, con una certa dose d' ansia che attanagliava il petto e con il ritmo del sangue che pompava nelle orecchie.
Dinosauri...
Chiunque, persino Rogers, sapeva che i dinosauri erano estinti.
Non potevano esistere.
Erano un anacronismo.
Qualcuno doveva aver viaggiato nel tempo e dislocato parte dell'Antartide in...
Antartide. Erano in Antartide! La terra dei ghiacci e delle nevi perenni. Solo ora, davanti a un'assurdità ancora più grande, se ne rendevano conto. Tuttavia, c'era un caldo umido tropicale. Il sudore che colava copioso dalle loro fronti e l'affanno che accompagnava la loro fuga era qualcosa di innegabile.
Forse, a ben vedere, i dinosauri non erano nemmeno la più eccessiva delle stranezze, in quel posto.
E se non fossero stati tutti terrorizzati dalla paura di venire divorati da qualche T-Rex, forse si sarebbero addirittura goduti quella scampagnata come un'avventura.
Avanzavano frenetici e di corsa, per lasciarsi alle spalle quel bestione alato di cui non capivano la natura.
All'ennesimo intrico di liane in cui si facevano strada, sarebbero sicuramente ruzzolati giù dalla scarpata che si apriva come una voragine sotto i loro piedi se Pietro non fosse tornato subito indietro a sbarrare loro la strada. Lì, in una radura che sembrava esser stata piallata da una vanga d'immani dimensioni, si ergeva una piramide a gradoni grande quanto una piccola città. I blocchi che ne rivestivano le pareti esterne sembravano antiche e futuristiche insieme, percorse com'erano da muschio stratificato e sensori così avanzati da costringere Tony e T'Challa, che sbirciavano tra il fogliame quella meraviglia della tecnica, a guardarsi stupiti.
Il clima, la vegetazione, quella strana costruzione persa nel tempo e abbandonata in quel luogo lontano dall'umanità, davano l'impressione di essere in Sud America, in una sorta di parco tematico. A completare il quadro mancavano giusto un paio di figuranti con copricapo piumato e multicolore e brutali rituali sanguinolenti in cima all'edificio stesso. Per il resto c'era tutto, strane incisioni dal dubbio significato comprese.
Forse erano i dinosauri a essere nel luogo e nel tempo sbagliati. O forse Visione si era sbagliato: la piattaforma li aveva dislocati con una tecnologia simile al teletrasporto e questo doveva aver bruciato i microprocessori del sintezoide che, per questo, forse, sragionava ed erano finiti davvero in un parco tematico. In quel caso, allora, i dinosauri non sarebbero stati che meravigliosi marchingegni iper realistici che erano sembrati così spaventosi solo perché avevano colto il gruppo di sorpresa.
“Perché ci hai trattenuto dall'andare oltre?” domandò seccata e incuriosita Ororo, percependo la curiosità mal celata del suo compagno wakandiano. Pietro non le sembrava il tipo che potesse tirare strani scherzi. Certo, era arrogante e presuntuoso e anche dispettoso. Ma in quel frangente...
“Ho come idea che siamo arrivati...” bofonchiò Wade in risposta.
“Cosa te lo fa credere, genio?” replicò Wolverine mentre fiutava l'aria. C'era un odore familiare che gli faceva accapponare la pelle della nuca.
Prima che Wolverine potesse informare in gruppo, Pietro parlò, scostandosi una ciocca chiara dagli occhi azzurrini con gesto affettato “Ci sono due guardie armate. Non mi hanno visto perché i loro sensi sono troppo lenti per percepirmi... ma non ci metteranno molto a notare la presenza di intrusi”
Wade si protese, nel tentativo di scoprire chi fossero ma Logan lo trattenne bruscamente.
“Li conosci già...” sibilò l'artigliato, stendendo il braccio e indicando due figure solitarie, vestite di nero dalla punta dei capelli alla para degli scarponi appollaiati su una terrazza della costruzione: Domino e il Punitore.
“Nena ♥” sproloquiò Wade
“Quindi?” domandò Illyana visibilmente seccata “Li conosciamo già, cosa c'è da sapere al riguardo?”
“Niente che vi interessi, cocca!” replicò il canadese, tornando a scrutare tra il fogliame. “Ci penserò io... voi proseguirete non appena saranno entrambi distratti. Tutta questa storia mi piace sempre meno.”
“Non andrai da solo!” protestò Mystica con arroganza
“Facevano parte del Six Pack. Io ne ero membro... chi altri dovrebbe andare?” replicò lui, insofferente
“Ti porti Wade, tanto per cominciare!” impose la mutaforma.
“Da quando comandi tu, qui?” replicò lui, arricciando il naso. Wade era una palla al piede. Ma doveva ammettere che il suo lavoro sapeva farlo bene. Ed era stato un Six Pack anche lui.
“Da quando le persone di buon senso si sono trovate spaesate davanti a tutto questo...” rispose lei, alludendo al buon capitano alle sue spalle. Tutto quello, per gente non avvezza alle stranezze come lo erano i mutanti, era troppo da capire o sopportare.
“Cocca... guarda che c'è qualcuno più indicato di te a dare delle direttive..”
“Ah sì?” domandò la mutaforma incrociando le braccia al petto “E chi sarebbe?”
Logan puntò il pollice alle proprie spalle “Ororo. Ha diversi precedenti come vertice della catena di comando ed è quella più indicata per guidare il gruppo su un terreno imprevedibile come questo. Lei ha visto cose....”
“Allora mi prenderai nel tuo gruppo. Se temi che io possa essere una pedina di Essex e portare i tuoi amici a morte certa”
Logan la squadrò un attimo, incerto se fidarsi di lei. Certo, lui e Wade si rigeneravano. E anche lei. Quindi, anche se li avesse condotti in trappola, aiutando Nena e Frank, avrebbero avuto comunque qualche possibilità di cavarsela. Lasciarla con quel gruppo di bambocci, composto da tre adolescenti, un umano in armatura, uno armato solo di arco e frecce, uno pieno di steroidi, un altro con visioni mistiche e uno che si credeva mezzo pantera, una donna letale, ma pur sempre umana, e una frivola totalmente inutile e i suoi due migliori amici... beh... forse era la scelta peggiore che potesse fare: c'era già quello strano robot che lo impensieriva, nemmeno fosse stato una mina vagante già armata. Con un cenno della testa, acconsentì ad averla con sé.
“Sei stata una Six Pack anche tu.” disse caustico “Ma tradisci la mia fiducia e sarà l'ultima cosa che farai... te lo garantisco.”
“Quanto testosterone...” bofonchiò Pietro, schifato da quelle smancerie da primitivi rituali d'accoppiamento. Che solo lui vedeva come tali.
“Gli X-men saranno a capo del gruppo!” impose Logan, guardando il resto del drappello e fissando poi lo sguardo su Kurt e Ororo “Problema mutante, soluzione mutante” aggiunse rivolgendosi a Tony e Steve, quasi a scusarsi.
“Mi sta bene” disse Stark mentre Rogers storceva il naso. Dal suo punto di vista, la presa di posizione di Tony era sembrata un volersi sbarazzare della responsabilità di quella faccenda mentre lui avrebbe voluto rendersi utile alla causa dei suoi nuovi amici.
“Kurt, quando sarete al sicuro, potrai venire a vedere se puoi recuperarci. Per ora pensa a portarli tutti dentro” continuò l'artigliato mentre il demone annuiva serio. “Allora noi andiamo.” disse mentre Wade si separava a malincuore da una delle sue pistole per porgerla a Mystica.

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Mentre avanzavano nel corridoio, tutti quelli che incontravano si scansavano, allarmati e ammirati. Lo scalpiccio confuso rivelava quale metà del drappello fosse composta da agenti operativi e quale da tecnici più adusi al silenzio inquietante dei laboratori. Come tutti i loro compagni d'agenzia, erano vestiti interamente di nero, motivo per cui l'uomo in bianco tra loro spiccava come una macchia di sugo su una tovaglia immacolata.
Si riversarono nella sala conferenze con sicurezza, scegliendo ciascuno il proprio posto con naturale istintività. Solo l'uomo in bianco rimase in piedi, le mani intrecciate tra loro davanti a sé, in attesa, come se fosse stato davanti a un plotone d'esecuzione le cui armi fossero state caricate a salve.
“Un altro dei tuoi...” sibilò la donna dai corti capelli neri entrando dall'altra parte della sala. L'uomo al suo fianco ignorò il commento pungente e sarcastico e andò a stringere calorosamente la mano al suo amico mentre con l'occhio sano folgorava i due scienziati del gruppo “Non avete installato nessun acquario sull'aereo, vero?” domandò tagliente.
“No, signore...” rispose l'altro con un sorriso che si stendeva da un orecchio all'altro
“Solo una vasca di coltura per alghe Kree geneticamente modificate” continuò la ragazza dai lunghi capelli color cioccolato e dal sorriso innocente di una bimba di tre anni. Sentendo di aver calamitato l'attenzione del guercio, si affrettò a giustificarsi “Così dicono loro, coi loro roboanti nomi scientifici... sa come sono fatti...no?” continuò, nella convinzione di star peggiorando le cose.
“Vasche di coltura, Coulson?” domandò Nick Fury senza mollare la presa della stretta di mano dell'altro e lanciando un'occhiata enigmatica alla ragazzina, ultima arrivata nel gruppo “E' così che aggiri le mie direttive?”
“Fitz e Simmons ne avevano assolutamente bisogno...sai... T.A.H.I.T.I.” disse con fare cospiratorio.
L'altro strinse l'occhio, accigliato, più per la strafottenza dell'amico che per la bravata stessa “Avete fatto progressi?” domandò ai due scienziati che, nel frattempo, erano rimasti allibiti dalla confessione spontanea della loro ingenua collega livello 1 “Abbiamo ancora un bel po' di superstiti del Vertice e della Zona Blu da ricucire... dopo New York”
“Ci siamo quasi, signore... ma abbiamo avuto questo...contrattempo...” disse Jemma Simmons, adocchiando il loro ospite spettrale.
“Giusto...” convenne Fury, prendendo posto al tavolo e invitando quello strambo figuro, munito di un pass provvisorio, a sedersi al suo tavolo “Veniamo al dunque... Marc Spector...”
“Agente Marc Spector...” precisò quello, impettito.
“Sai, Marc...” cominciò Maria Hill “Ti è stata ritirata la licenza dopo che sei teoricamente morto in Egitto...”
“Anch'io sono teoricamente morto...” intervenne Coulson
“Il tuo M.L.D. è morto...” precisò la Hill squadrandolo gelida mentre quello faceva spallucce.
“Ero morto... e Khonshu mi ha riportato alla vita...” rispose Marc Spector.
“Ti rendi conto che il tuo DDI non ti rende compatibile con il servizio attivo, vero?” replicò acida la Hill non facendo mistero del fatto che ce l'avesse davvero a morte con i tizi in calzamaglia.
Ma Spector la ignorò e continuò “Mi ha riportato in vita e, lui e altre due divinità egizie, hanno infuso in me i loro spiriti...”
“Questo è un delirio, te ne rendi conto?” borbottò Fury, rivolto a Coulson, mentre con il braccio puntellato sul tavolo di reggeva la fronte, perplesso, quasi a volersi schermare dall'uomo in bianco davanti a loro che continuava a restare in piedi. Il suo interlocutore e amico si prodigò nel suo solito sorrisino enigmatico che invitava a continuare l'ascolto.
“Il suo DDI...” ricominciò l'agente Simmons
Disturbo dissociativo d'identità per le persone normali...” precisò la giovane Skye con un sorrisetto indisponente quanto quello di Coulson.
“... indica che il suo stato di alterazione mentale ha scisso la sua personalità in quattro, di cui una è quella originale di Marc Spector.”
“E le altre tre?” la incalzò Fury
“Sono compatibili con il suo racconto...” asserì la scienziata prima di cedere la parola ai colleghi.
“Khonshu, che si manifesta nella sua abbastanza ovvia qualità di Moon Knight...” disse Skye
“Un alter ego...” confermò Simmons, quasi a volerne avvalorare la veridicità: in quanto matricolina le sue parole potevano suonare sciocche ma aveva studiato il caso assieme a loro e fornito interessanti punti di vista e soluzioni quantomeno creative.
“Il Dio della Luna trasforma l'uomo sua marionetta nel proprio cavaliere, giustamente. Mi sembra un pessimo incrocio tra cartoni giapponesi degli anni 80-90” replicò Fury alzando l'occhio al cielo.
“Non sapevo ti guardassi ancora i cartoni, Nick” frecciò la Hill “Il tipo nostalgico è Coulson”
“Sono il mio piccolo segreto...” disse invitando la squadra a finire il proprio rapporto.
“Gli altri due, a cui ancora non siamo riusciti ad associare un'identità, sono la creatura En Sabah Nur e il faraone Rhama-Tut.”
“Che non sono divinità...” replicò Fury seccato “Non hai insegnato loro nemmeno a fare i compiti per casa?” domandò ancora, rivolto verso Coulson.
“Lo sappiamo che non sono divinità... Signore...” intervenne Skye, l'impertinente matricola protetta dall'ala di Coulson. Si morse le labbra per la propria impulsività. Quindi, notando lo sguardo del suo protettore, prese coraggio. Aprì il laptop sul tavolo lucido e cominciò ad armeggiare con tasti e comandi touch del lungo pianale che si trasformò immediatamente in un gigantesco schermo olografico.
“Come fa un agente livello 1 a saper far funzionare quell'affare?” domandò Fury, stupito “Non ci riesci nemmeno tu!”
“Ora sì” replicò l'agente col suo sorriso bonario. “Hai presente Lady Sif? L'amica di Thor? Beh, pare che nel regno dei cieli ci sia qualche casino galattico e lei, nella sua nuova qualità di Valchiria Falco Rosso -la guardia d'élite di Odino- è scesa a recuperare una fuggiasca alquanto pericolosa di nome Lorelei. In quell'occasione ci ha rivelato quanto la nostra tecnologia sia obsoleta, rispetto alla loro...”
“Cristo...”
Frattanto, Skye aveva innalzato schermate su schermate di videate tridimensionali e si apprestava a illustrarle “En Sabah Nur, in egiziano, vuol dire il primo... Ci siamo interrogati su cosa volesse dire e abbiamo scoperto che egli non è solo una figura mitologica frutto della fantasia popolare. Non è, cioè, una sorta di fanfiction del popolo, una divinità creata dalla mente degli egiziani assuefatti al loro pantheon. Egli risulta essere... il primo mutante della storia della Terra. La tecnologia che utilizzava all'epoca è classificabile a tutt'oggi come uno 0-8-4. Sconosciuto. Quindi, alieno.”
“Va avanti...” la invitò Fury, incuriosito e sorvolando sulla terminologia bizzarra e colorita usata dalla ragazza.
“Noi non ne abbiamo grande memoria ma questa mancanza potrebbe essere giustificata dal fatto che, ammesso di voler credere alla teoria, fosse un viaggiatore temporale...” disse lei, con lo sguardo angelico di chi sa di aver detto qualcosa di allucinante ma che spera ugualmente venga ritenuto plausibile dagli altri.
“Come c'entra con Spector e con l'altro...Ramses...?” domandò la Hill, già affetta da un lancinante mal di testa per tutte quelle teorie che lei reputava cretinaggini farneticanti.
“Rhama-Tut” precisò Simmons alle spalle di Skye per poi cedere di nuovo la parola all'amica.
“Rhama-Tut, nato Nathaniel Richards, conosciuto anche come Kang il conquistatore e Immortus...”
Fury quasi si strozzò con la saliva, sentendo quei nomi “Nathaniel Richards?”
Skye annuì, orgogliosa “Ho già detto che entrambi sono crononauti? Viaggiatori temporali? E' il motivo per cui noi non ne avremmo memoria. Modificando il nostro passato eliminano automaticamente ogni traccia di sé nella storia. In questo caso, Rhama-Tut sarebbe nato molti anni avanti nel futuro...”
“Trentunesimo secolo, per la precisione” si inserì anche Fitz, l'inseparabile compagno di Simmons.
“Esattamente” gli sorrise Skye “E in una realtà parallela alla nostra...”
“Comincio ad aver mal di testa...chiamatemi Banner e Stark... che mi traducano di cosa stanno blaterando...” bofonchiò Fury
“Come se loro sapessero parlare la lingua dei mortali” replicò la Hill scuotendo la testa.
“Oh, ma è molto semplice...” si affrettò l'agente di livello 1 mentre l'agente braccio destro di Fury smanettava sul suo tablet “Rhama-Tut si è autobattezzato col nome del padre di quello che per lui era il più grande scienziato della Terra per rendergli omaggio...” precisò sotto lo sguardo acquoso del guercio “Comunque...” aggiunse, per togliersi la fastidiosa sensazione di camminare sui carboni ardenti “Sembrerebbe che sulla Terra ci sia almeno un uomo che conosce tutta questa storia e venera i due di cui sopra come vere e proprie divinità.”
“Almeno un uomo?” domandò sempre più scettico Fury
“Sì...” rispose la ragazza, sentendo puzza di trabocchetto logico. “Nathaniel Essex, alias Sinistro.” si affrettò a precisare “Ed è abbastanza ovvio che, con la sua fissa per la purezza e potenza genetica di mutanti e superumani, abbia idolatrato Apocalisse... E che ci sia lui dietro la sparizione dei superumani del pianeta.”







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Ragazzi, rieccomi.
Scusate la lunga assenza. Non mi sono dimenticata di voi.
Semplicemente ho un po' -tanti- casini con la sistemazione di casa (per cui per un mesetto ancora non garantirò la puntualità della pubblicazione) che mi assorbe ogni energia e una connessione che fa sempre più schifo: la 56k (pare che la canaletta interrata sia stata danneggiata e vi sia entrata acqua -che gioia) ha cominciato a viaggiare dapprima a 26k e ora sono a un 9k costante... se trovate primitiva la 56k figuratevi quanto posso lavorare ora. La chiavetta, invece, ha ben deciso che può viaggiare sulla frequenza dei 4G. Solo che la zona non è servita nemmeno dai 3G. Risultato? Se prima andava a una velocità decente ora si sforza per nulla e mi va più piano della linea analogica. Non vedo l'ora che tirino l'adsl anche qui. Ma pare ci siano non pochi casini da risolvere...

A parte questo, spieghiamo un attimo il capitolo per chi fosse digiuno di Marvelverse.
Ho finalmente integrato anche la serie di Agent of S.H.I.E.L.D. nel racconto. Io sono ferma alla prima stagione (grazie DVD) ma un paio di cose si intuiscono e un altro paio le ho cercate.
Nel mio racconto c'è un'ovvia discrepanza (per chi sa) tra Daisy e Skye. Nel telefilm saranno la stessa persona: le giovincelle reclutate dal direttore dell'agenzia. Da una parte Fury dall'altra Coulson. Ha senso. Però, da purista e avendo cominciato la storia prima di AoS, ho dovuto scindere le due figure. Daisy resta Daisy, Skye resta Skye. Sulla strana natura di Skye tornerò nel prossimo capitolo ma non dovrebbe essere un gran mistero per nessuno (e se l'ho capito io...). Spiegherò per chi non segue il telefilm.
Così ho giustificato anche il fatto che Coulson sia sparito dalla fic per un po'. Aveva di meglio da fare che star dietro a Tony e Cap.

Sempre da AoS ho preso la discesa di Sif su Midgard. Come già detto precedentemente (capitolo 10 di Rien ne va plus e 20 di questa stessa), Sif è una Valchiria dei Falchi Rossi: scendere sulla Terra a caccia di pericolosi ricercati fuoriusciti dalle prigioni asgardiane nonostante la guerra in atto, rientrava nelle sue mansioni.
Quanto a Marc Spector, il mio amato Moon Knight, se ne è già accennato nei capitoli precedenti...e ora, eccolo qui ;)

Il Six Pack. Qua siamo quasi alle origini dei mutanti, roba anni '90. Originariamente era formato da Domino e Deadpool oltre che dai meno noti Hammer, Anaconda, Solo e all'amico/nemico storico di Cable, l'agente S.H.I.E.L.D. G.W. Bridge. A seconda dei tempi e delle versioni, il Six Pack, annovera tra le sue fila anche lo stesso Cable, Garrison Kane, Grizzly e il Costrittore oltre al ben più noto mutante e naufrago temporale, Alfiere.
Ripassino per chi non conosce il mondo mutante: Domino è una donna pallidissima, sempre vestita di nero, con una voglia/macchia nera su un occhio il cui potere mutante è che tutto vada secondo la sua volontà. Un potere idiota che non ho mai capito, molto simile a quello di Longshot. E' stata amante e/o migliore amica di Cable, un altro viaggiatore temporale figlio di uno degli storici X-Men, Ciclope, e del clone (Madeline) di sua moglie (Jean Grey, un'altra degli X-Men originali). A essere onesti, Cable è in realtà il clone del figlio di Ciclope che, da piccolo, fu infettato da un virus tecnorganico. Cable risulta il buono e l'originale, Stryfe, il cattivo (di solito i cattivi sono sempre i cloni). Ad ogni modo, entrambi se ne vanno a zonzo tra passato e presente e non si sa mai bene se finiscono nel futuro o in UN futuro.
Lo stesso dicasi per Alfiere, di cui abbiamo avuto un piccolo contentino nel film Giorni di un futuro passato. Le incongruenze che ci sono fanno paura e sorvolerò. Cable e Alfiere, comunque, si conoscono benissimo soprattutto perché il secondo, in preda alla follia e convinto di essere nel giusto, ha cercato di uccidere la figlia adottiva del primo. Peccato non ci sia riuscito.
Ma torniamo al Sic Pack.
Dati i primi due membri qui citati e prendendo spunto dalle diverse formazioni di X-Force (un gruppo 'segreto' di mutanti fuoriusciti e fuggiaschi col compito di occuparsi dei compiti sporchi), ho deciso arbitrariamente di riciclare il nome Six Pack (per non usare, appunto, X-Force) e di sostituire i meno noti con mutanti altrettanto letali. Il Punitore, ovviamente, continua a non entrarci nulla ma il Six Pack originale non era composto di soli mutanti. E comunque chi è più letale di Wolverine e il Punitore? Passatemi la libertà. Nel gruppo ho inserito anche Mystica, in quanto storico membro di X-Factor (gruppo, invece, alle dipendenze governative, tramite tra i mutanti -ricercati- e il mondo 'normale') e agente S.H.I.E.L.D. e/o vittima di Arma X, sempre a seconda delle versioni da cui si pesca.

Apocalisse, Rhama-Tut e Kang? :) continaute a seguire e capirete




   
 
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