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Autore: Neens O Brien    27/01/2015    1 recensioni
I'm back con il seguito di "Will we ever have our happy ending?". Vi ricordo che non seguo il telefilm, questa è semplicemente la continuazione della mia storia precedente, di cui vi lascio il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2511902
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mandy Milkovich, Mickey Milkovich, Phillip 'Lip' Gallagher
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-LIP-

Non era stata una grande idea quella di rimanere alzato fino alle 7 di quella mattina. Nonostante fosse arrivato ormai a quota cinque caffè, la notte passata insonne iniziava a farsi sentire. Non si era mai impegnato così tanto per un esame, e non era tanto perché l’esame fosse particolarmente difficile, piuttosto perché erano giorni che non riusciva a concentrarsi.

Gli capitava di leggere la stessa frase dieci volte, senza riuscire a capirne il significato, ed era una cosa che lo faceva incazzare da morire. Dalla sua concentrazione dipendeva la sua famiglia, non poteva permettersi che si spargesse la voce del fatto che lui non riusciva più a fare gli esami.
Alle sette si era finalmente deciso ad andare a letto, ma doveva immaginare che non sarebbe stato così semplice. L’ansia di non aver studiato abbastanza, di deludere il suo cliente, lo attanagliava, e continuava a rigirarsi tra le coperte.

La casa era immersa nel silenzio. I suoi fratelli erano a scuola, Fiona a lavoro e Liam da Veronica, e Lip non si era mai sentito così solo. Gli mancava il chiasso provocato dalle urla di Carl e Debbie, dalle ante che sbattevano e dal campanello che suonava perché qualcuno veniva a riportare Frank, e non avrebbe mai immaginato che sarebbe successo.

Il suo sguardo raggiunse l’orologio appeso alla parete, e alzò gli occhi al cielo vedendo che era appena passata l’una. In fondo era riuscito a dormire per qualche ora, e quella sera avrebbe cercato di mettersi a letto presto, per evitare di ritrovarsi in quella stessa situazione la mattina dopo, quando avrebbe dovuto sostenere un esame per Kyle Landon.

Mise nel lavandino la tazza vuota, quel giorno toccava a Debbie lavare i piatti, e si fece una doccia, sperando che servisse a renderlo più vigile. Sotto il getto d’acqua, inizialmente ghiacciato, sperava che scivolassero via tutti i suoi problemi, sperava che una volta aperti gli occhi si sarebbe ritrovato a vivere la sua vita esattamente come aveva sempre voluto.

Ma, per quanto potesse desiderarlo, le cose non funzionavano così, almeno non per lui. Pensò che, piuttosto che rimanere con le mani in mano, tanto valeva uscire e andare a trovare Ian. Si sarebbe fatto offrire una birra, e avrebbe potuto passare un po’ il tempo, in fondo Ian era l’unica persona con cui fosse completamente onesto, e a volte non lo era nemmeno con sé stesso.

Mentre usciva di casa si accese una sigaretta, e camminò lentamente, guardandosi intorno. Non che ci fosse molto da guardare, ormai conosceva a memoria quel quartiere, e non c’era nulla che meritasse attenzione, ma non aveva nessuna fretta di arrivare. Non aveva ancora detto a Ian com’erano andate le cose quando era tornato a casa di Mandy per parlarle, giorni prima, non sapeva come avrebbe reagito. Da una parte provava una grande sensazione di fastidio nei confronti di Mickey, ma dall’altra non poteva davvero biasimarlo, e non aveva idea di quale sarebbe stata la posizione di Ian.

Gli mancavano poco più di cento metri per arrivare al negozio, così si accese un’altra sigaretta, ma una voce familiare lo fece sussultare. Sollevò lo sguardo e si trovò di fronte Mandy, come se qualcuno gli avesse letto nel pensiero, e senza volerlo le sue labbra si aprirono in un sorriso. Lei lo salutò come se niente fosse, così lui pensò che forse non era più arrabbiata, che magari non lo era mai stata, e le rispose come avrebbe fatto giorni prima. Cercò di non pensare al fatto che, se era tutto a posto tra loro, voleva dire che a Mandy non importava davvero quello che era successo, che non le importava davvero di lui.

Ma poi lei menzionò quello che Lip voleva dirle giorni prima, e il ragazzo maledì mentalmente Ian. Certo, probabilmente era quello il motivo per cui Mandy era così ben disposta nei suoi confronti, e vedere un sorriso sul volto della ragazza agitava stranamente Lip. Stava per dirle tutto, per parlarle delle sue preoccupazioni, per dirle quanto gli dispiacesse, per dirle quanto gli importava, ma un ricordo si fece strada nella sua mente.

Il ricordo di Mickey, che gli diceva di andarsene, il ricordo di quando aveva capito di aver fatto soffrire Mandy. Non poteva e non voleva permettere che succedesse ancora, ed era terrorizzato che le cose sarebbero potute finire tragicamente tra di loro, ancora peggio che con Karen. Così sollevò le spalle e le disse la prima cosa che gli era venuta in mente, cercando di non pensare a quanto lo sguardo deluso di Mandy stesse spezzando qualcosa in lui.

L’unica cosa che voleva era prenderla tra le braccia e dirle che non era vero, che stava scherzando, che era venuto a casa sua per dirle che lei era una per cui valeva la pena impegnarsi seriamente. Ma la ragazza trasformò il suo sguardo di delusione in uno di disprezzo, e si allontanò con un’affermazione tagliente. Lip non replicò, sapeva di meritarselo, sapeva di meritare di peggio. Non si girò nemmeno a guardarla andarsene, perché sapeva che se l’avesse fatto non avrebbe resistito, e l’avrebbe raggiunta, l’avrebbe bloccata, l’avrebbe baciata.

Lo tratteneva solamente il fatto che, anche se entrambi soffrivano in quel momento, si sarebbero risparmiati una sofferenza futura, ma aveva come l’impressione che avrebbe potuto sopportare qualsiasi sofferenza pur di stare con Mandy. Solo il fatto di non stare con Mandy era una sofferenza.

Ricominciò a camminare con passo sostenuto, ed entrò nel negozio, sbattendo la porta, e sedendosi sul bancone. Ian lo guardava con un sopracciglio sollevato, e non ebbe bisogno di chiedere nulla, Lip sapeva esattamente che cosa stava per chiedere, e non aveva intenzione di tenerglielo nascosto. Inoltre probabilmente l’aveva già intuito, visto che Mandy con ogni probabilità era andata a trovarlo prima di lui, e non era difficile immaginare che si fossero incontrati.

Lip si prese il viso tra le mani, stropicciandosi gli occhi e sospirando pesantemente. Sperava che parlarne avrebbe alleviato il peso nel suo cuore, ma sapeva che non sarebbe successo, l’unica persona che poteva farlo in quel momento lo odiava.

-Ho fatto una cazzata, Ian. Ho incasinato tutto.
   
 
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