Rimasto Solo

Albus sapeva.

Lui aveva visto quello che loro ancora non vedevano.

Albus temeva.

Temeva il momento in cui si sarebbero trovati.

Rose e Scorpius. Così diversi e così simili. Così amici e così altro.

Alla fine il giorno venne.

Andarono da lui, che si trovava in biblioteca, com'erano soliti fare, fianco a fianco.

C'era qualcosa che però stonava in quel quadro, qualcosa di impercettibile, eppure di fondamentale importanza.

Le loro mani erano unite, si aggrappavano l'uno all'altra come se stringersi fosse l'unico modo per sopravvivere.

E Rose, immensamente imbarazzata, gli aveva detto che avevano deciso di provarci, di fare un tentativo per essere qualcosa di più che semplici amici. Scorpius, a quelle parole, l'aveva avvicinata a sé e l'aveva baciata tra i capelli.

Albus aveva annuito e si era stampato un grande sorriso sul volto. Aveva detto che era felice per loro e che un po' se lo aspettava. Ma forse la sua voce doveva aver tremato, forse il suo sorriso doveva aver vacillato, perché Rose si era rabbuiata. Aveva scambiato uno sguardo con Scorpius, uno di quegli sguardi che escludono tutto il resto del mondo, e si era avvicinata a lui.

-Non cambierà nulla, te lo prometto. Saremo sempre noi tre. Noi tre sotto il mantello di tuo padre. Noi tre a ridere della professoressa Cooman, nascosti sulla Torre di Astronomia, mangiando Cioccorane. Noi tre, seduti ai Manici di Scopa, a sparlare delle sopracciglia di Davies. Noi tre, sempre insieme. Sempre noi.-

Albus aveva annuito, per nulla convinto, e le aveva risposto che a lui importava solo quello e che voleva unicamente che loro fossero felici.

Ma Albus sapeva. Sapeva che tutto era già irrimediabilmente cambiato.

Per un po' tutti si comportarono come se nulla fosse successo.

Ma ogni momento passato insieme ai suoi migliori amici, Albus sentiva di essere di troppo e desiderava trovarsi da un'altra parte.

Ben presto cominciò a frequentare sempre più spesso il resto dei cugini Weasley, pur di non trovarsi a dover fare da terzo incomodo tra Rose e Scorpius.

Era sicuro che i due ragazzi non lo facevano apposta a escluderlo, era solo una conseguenza naturale dello stare insieme.

Li lasciò prendere i loro spazi, senza pretendere nulla.

Si sentiva abbandonato, ma non voleva creare problemi nell'idillio, litigavano già abbastanza da soli, senza che lui mettesse bocca tra di loro.

E così, di punto in bianco, Albus si ritrovò solo.

Non parlava più con loro. Li guardava divertirsi da lontano, senza avere il coraggio di avvicinarsi e mettersi in mezzo.

Con Scorpius ancora parlava, di tanto in tanto, quando lui non era con Rose. Dopotutto erano compagni di dormitorio e avevano dei momenti per loro.

Ma era Rose quella che lo aveva ferito di più. Lei con i suoi silenzi, con gli sguardi negati e sfuggenti.

Albus ci aveva provato, ad avvicinarla, ma lei era irrimediabilmente lontana e ben presto lui si era stufato di inseguire la cugina. Rispettava la sua lontananza e evitava addirittura di guardarla.

Passava il tempo con i cugini e gli altri amici, ma nessuno sostituiva quelli che aveva perso.

Continuava a guardarli da lontano, così vicini e complici, mentre lui era rimasto solo.