"Vai a prendere un lenzuolo, immergilo in acqua fredda e portamelo immediatamente!"
Toni è corso come una scheggia per eseguire l'ordine repentino certo che suo nonno sappia il fatto suo e abbia già capito cos'abbia causato quel mancamento in Vale.
Dal canto suo, quando finalmente riprende conoscenza, Vale ha la mente intorpidita e un profondo malessere lo fa sentire da cani.
"Ti senti meglio ragazzo? Giù, resta sdraiato."
Sorride affabile il nonno di Toni avvolgendolo nel lenzuolo umido che, Toni gli ha prontamente porto. Quella trovata dà un immediato benessere a Vale.
"Cosa mi è successo?"
"Pare che oggi avessi intenzione di diventare un polletto arrosto. Te ne sei andato in giro sotto il solleone per ore, senza bere, senza fermarti...Credevi di essere il divino Apollo?"
Parte in quarta Toni che, anche se suo nonno non glielo ha spiegato direttamente, ha capito a cosa sia dovuto il malore dell'amico.
"Si è trattato di un colpo di calore!"
Spiega con un termine più preciso l'anziano uomo. Vale si volta, facendo scivolare la borsa di ghiaccio che gli hanno applicato sulla testa.
"Mi dispiace di essere stato così imprudente ma avevo fretta di arrivare. Quando si scappa non ci si può fermare..."
Toni incrocia le braccia e gli destina un'occhiata indagatoria.
"E da chi stavi scappando?"
Il solo ricordarlo pungola la rabbia di Vale. Si arpiona con le dita al lenzuolo bagnato.
"Da quel bugiardo di mio padre!"
Il nonno fa un cenno a Toni per fargli intendere che non è il caso di approfondire adesso o di far agitare l'altro.
"Vale noi siamo ben felici di poterti dare una mano, soprattutto dopo quello che tu e tua madre avete fatto per farci restare insieme."
"Ma non potete tenermi con voi? È questo che vuole dirmi, signore?"
"Ma hai la febbre davvero alta e non me la sento di farti correre dei rischi."
"No, per favore, non mi porti in ospedale. Mi sento già meglio!"
"Deve vederti un dottore e anche subito. Decidi: o ti accompagno io o chiamo i tuoi genitori!"