26.
Speranza
Nel silenzio della
stanza che sembrava improvvisamente essersi gelata, Aria si ritrovò gli occhi
grigi di Eric puntati contro, e dovette fare i conti con la sua espressione più
impassibile.
Una statua di
ghiaccio sarebbe stata più calorosa, mentre lui rappresentava il gelo senza
fine. Non esprimeva nulla, non parlava, la guardava in attesa della sua
risposta e lei si mordeva il labbro inferiore in attesa di avere le parole
adatte da offrirgli.
Voleva sapere se,
oltre ad aver preso parte alle esecuzioni dei Divergenti, avesse anche agito di
mano propria. Ma lui le aveva rivolto un’altra domanda, chiedendole se quel
dettaglio fosse realmente rilevante.
Si morse il labro
con più forza, Eric aveva ammesso di aver fatto i nomi dei Divergenti che
successivamente venivano assassinati, di essere stato partecipe.
Dopo aver confessato
di aver guardato negli occhi tutti quei ragazzini che venivano lasciati cadere oltre
la recinsione dello strapiombo, la mano che aveva di fatto spinto quei
malcapitati, come poteva fare la differenza?
Certo, le mani di
Eric erano sporche di sangue innocente, si era fatto comandare da Jeanine come
uno schiavo e aveva agito in modi spregevoli e spaventosi. Era responsabile di ogni
singola morte e non aveva fatto nulla per cambiare la situazione, di
conseguenza, anche lui aveva ucciso tutti i Divergenti che avevano tentato di
superare l’iniziazione degli Intrepidi.
Però, con le sue
parole, forse Eric intendeva ben altro.
Le aveva chiesto se,
arrivati a quel punto, avesse realmente importanza quantificare le sue
effettive colpe.
Era ovvio che fosse
colpevole, che fosse un assassino, perché concentrarsi su inutili dettagli?
Ma, soprattutto,
dopo tutto quello che avevano condiviso e dopo essere caduti vittima di quel
sentimento che li dilaniava dall’interno e gli impediva di separarsi, aveva
davvero importanza di quante gocce di sangue si fosse realmente macchiato?
Poteva un particolare distruggere quello che c’era fra di loro?
E, con quel
pensiero, rispose. –No…-
Eric piegò appena la
testa e la guardò in silenzio per alcuni secondi, come se si aspettasse che
potesse cambiare idea.
-Ma ho bisogno di
sapere un’ altra cosa.- Continuò, sostenendo il suo sguardo arrabbiato. – Finn
credeva che fossi un’altra Erudita
infiltrata tra gli Intrepidi, sei tu l’altro?-
-Lascia perdere
Finn, lui si diverte a vederla così, piuttosto che ammettere che mi sono
meritato il mio posto.- Scattò Eric, scuotendo la testa. -È vero, Jeanine ha
parlato con Max durante la mia iniziazione e gli ha detto di tenermi in
considerazione, ma il resto l’ho fatto io. Sono un capofazione Intrepido, non
un Erudito sotto copertura!-
Il ragazzo la guardò
attentamente, ma a lei non importava. Si morse il labbro e gli rispose con
decisione.
-Perché hai cambiato
fazione allora, se eri tanto fedele a Jeanine? Non è che le servivi dove sei
adesso?-
Lui capì quello che
intendeva e trattenne una smorfia di puro odio, strinse un pugno e tentò di
parlare con un tono di voce controllato.
-Si, le servivo dove
sono adesso, ma non ha preso un Erudito e lo ha travestito da Intrepido! Ha
capito che volevo cambiare fazione, che ero ambizioso e determinato, così mi ha
proposto il suo piano.-
Aria si concesse
alcuni secondi per riflettere, abbassò lo sguardo e prese un respiro profondo, per
poi tornare a fissarlo con insistenza, per nulla soddisfatta.
-Diciamo che ci
siamo aiutati a vicenda, lei voleva un capo Intrepido che l’aiutasse ad
organizzare il nostro piano e che le consegnasse i Divergenti, ed io volevo
diventare capofazione!- Precisò il ragazzo.
-Il prezzo non aveva
alcuna importanza, vero?-
La mascella di Eric
scattò quando la strinse con ferocia, prima di urlare. -Ho fatto la mia scelta,
Aria, sono anni che so che gli Eruditi progettano qualcosa, e non volevo essere
usato per i loro piani. Volevo avere un posto in prima linea.-
-Ti sei fatto usare,
Eric!- urlò a sua volta. -E hai ucciso delle persone!-
-Persone? Erano
Divergenti! Sai quanto possono essere pericolosi, sei cresciuta anche tu fra
gli Eruditi! Vanno fermati, sono come un virus pericoloso che non deve
diffondersi!-
Le mani tremanti di
Aria si strinsero e i suoi occhi si chiusero per assorbire l’ennesima sfuriata
di Eric.
- D’accordo vanno
evitati e sono pericolosi, ma non potevi considerarli persone?-
-Le ho considerate
persone e le ho mandate a morire lo stesso, va bene?- Sbraitò.
Aria si zittì
all’instante.
La rabbia aveva reso
Eric ancora più pericoloso, si era accorto che Aria aveva smesso di respirare,
ma non si calmò.
-Se non lo avessi
fatto non saremmo qui, saremmo entrambi stati iniettati con il siero di
simulazione! Non so cosa volessi tu, ma io di certo non faccio il burattino! Ho
passato degli anni al comando, sono stato rispettato, sono stato bene, me lo
meritavo! Se in cambio c’era da smascherare qualche fottuto Divergente, l’ho
fatto e lo rifarei di nuovo!-
Eric prese a
girovagare per la stanza, ceco d’ira e con i muscoli contratti carichi di
forza.
Qualcosa però scattò
nella mente di Aria e così, ancora indebolita dalla paura, si lasciò sfuggire
una domanda con un filo di voce.
-Cosa sarebbe
successo se ti fossi opposto?-
Il ragazzo smise di
camminare avanti e indietro e si voltò di scatto verso di lei, ancora ferma
vicino alla porta.
-Vedo che finalmente
usi il cervello per uscire dal tuo mondo incantato!- La beffeggiò, crudele.
Girando la testa da
una parte, Aria non seguì Eric mentre avanzava tronandole davanti, ma si
accorse benissimo della mano che le mise sulla spalla.
-Mi avrebbero
ucciso, Aria. Sapevo troppo, non potevano rischiare. Inoltre un patto è un
patto, se non mi occupavo più dei Divergenti avrei perso prima il rispetto di
Max e poi tutto il resto.-
Scossa da un leggero
brivido, Aria sentì la confessione di Eric e la sua voce vibrante attraversarla
come una lama infuocata.
-Lo sai quello che
ho fatto per proteggerti?- La incalzò lui, chinandosi in avanti a mettendo il
viso all’altezza del suo in cerca del suo sguardo.
Gli occhi di Aria
incontrarono finalmente quelli del ragazzo, ma rimase in silenzio.
-Non era solo la
relazione con un’iniziata il problema. Avevo dato la mia parola che ti avrei
lasciato alla simulazione, e invece non avevo alcuna intenzione di farlo! Ma
non potevo fare di testa mia, mi sono dovuto attenere agli ordini solo per
poter avere la certezza di garantire sicurezza a me stesso e a te.-
-Tu odi obbedire
agli ordini degli altri!- disse piano, guardandolo.
-Bene, allora saprai
quanto mi è costato!- Scandì a denti stretti, afferrandola da entrambe le braccia.
Con una scrollata di
spalle, Aria si liberò delle mani di Eric, abbassando lo sguardo perché non
voleva più guardarlo, dato il peso elevato che sentiva dentro.
-Perché tu e gli
altri capifazione vi siete alleati con gli Eruditi?-
Eric fece un cenno.
-Perché, se riusciranno a togliere il governo agli Abneganti, Gli Eruditi ci
hanno promesso un posto nel consiglio.-
Le sopracciglia di
Aria scattarono verso l’alto, guardando il ragazzo con scetticismo.
-Quindi governeranno
loro con il vostro appoggio? È questo che volete, che vi tengano in considerazione
per ogni decisione importante?-
-Potremo finalmente
dire la nostra, nessuno ci ascolta mai!- precisò Eric, mostrandole una smorfia
per la sua mancanza di intuito.
-Si, è vero!-
dovette concordare dopo una breve riflessione. -Perché i capifazione Intrepidi
sono solitamente troppo giovani e troppo impetuosi. Sono considerati animali
selvaggi senza buon senso…-
-E dovrebbe andarci
bene? È da troppo tempo che veniamo ignorati, adesso vogliamo rispetto!-
Ma Aria non disse
nulla, al contrario, si rifugiò in un lungo silenzio e si abbracciò da sola
portandosi le mani sulle braccia, come in cerca di conforto.
Capì in quel momento
che avrebbe dovuto scegliere.
Scegliere se essere
complice o meno dei crimini e dei piani contro l’intera fazione in cui era
appena entrata, ma quella decisione non spettava più a lei.
Avrebbe potuto
opporsi, decidere liberamente di scappare, qualora non fosse successo nulla fra
di loro.
Ma oramai, dopo
tutto quello che c’era stato, arrivati a quel punto, non aveva più nulla da
decidere.
Nulla poteva avere
importanza.
Non si poteva più
tornare indietro.
Eric era parte di
lei e aveva lottato per proteggerla.
Avrebbe dovuto
convivere con la consapevolezza che lui, negli anni, avesse dovuto sottostare a
ordini folli ed obbedire eseguendo gesti sconsiderati.
Forse a causa della
paura che aveva provato, forse per colpa della sensazione di vuoto che sentiva
dentro di sé o per la voragine che minacciava di aprirsi sotto i suoi piedi e
di inghiottirla, Aria non poteva fare a meno che aggrapparsi con tutte le sue
forze ad Eric e di sentirsi sua alleata.
Sentiva il peso di
quella guerra, di quelle morti, di quei sacrifici e di quelle azioni fuori dai
limiti su di loro, schiacciarli e soffocarli, e non poteva fare altro che
lottare con lui.
-Aria...-
Quando sentì la
sofferenza nella voce del ragazzo, e si accorse della scintilla di speranza che
illuminava i suoi occhi, Aria sperò che non tutto in lui fosse perduto.
Il mostro che teneva
imprigionato dentro di sé non si cibava solo di cattiveria. Eric era
sconsiderato, malvagio, ma era anche coraggioso e in grado di rischiare ogni
cosa per proteggere qualcuno.
Per proteggere lei.
E, qualcuno in grado
di amare, non poteva essere del tutto cattivo.
Doveva esserci del
buono in lui, doveva esserci una luce dietro l’oscurità.
Quel ragazzo era
entrato dentro il suo animo senza permesso. Aveva fatto irruzione nella
prigione in cui si era rifugiata, sfondando le porte e portandola in salvo dal
buio in cui si era lasciata sprofondare.
Aveva riacceso la
sua luce, quella luce che si era spenta per colpa del suo senso di solitudine.
Era sempre stata
sola e diversa.
Solo lui le aveva
ridato speranza.
E se la speranza era
la chiave, trovare la luce di Eric diventava la sua missione primaria. La sua unica
soluzione di vita.
Poiché vivere senza
di lui sembrava follia, non le restava che dimostrare che c’era ancora speranza
per il suo cuore ribelle.
Nella sua mente
dovette giustificare tutti i suoi crimini, cancellare le sue cattiverie e
trasformare la rabbia che solitamente lo indentificava in disperazione.
Doveva usare quella
chiave di lettura, o sarebbe caduta in un limbo senza ritorno.
Arrivati a quel
punto, non aveva davvero importanza quante morti Eric avesse realmente sulla
coscienza.
Non poteva
considerarlo un assassino.
O sarebbe stata lei
a morire.
Aveva bisogno di lui
come ne aveva del sole, perciò doveva trascinarlo fuori dal buio.
Salvare lui avrebbe
salvato lei.
Il ragazzo provò a
metterle una mano sul viso, ma lei si scostò bruscamente, lo aggirò e si
allontanò.
-Aria!- riprovò
Eric, avvilito.
-Lasciami un
attimo!- gli disse alterata.
Si voltò verso di
lui e si fissarono in silenzio, lui che abbandonava la sua collera e cercava di
rasserenarsi, lei che tentava di dimostrarsi calma facendo dei lunghi respiri.
-Mi serve un momento
da sola…-
Le sue parole
sembravano quasi una supplica così, per evitare di scoppiare a piangere, decise
di rifugiarsi nel bagno.
Tuttavia, prima che
di richiudere la porta, la voce di Eric la richiamò.
-Non c’è altra
scelta!- le disse lui, con la voce tremante per lo sforzo di mantenere un tono
pacato. La guardava con attenzione, scandendo ogni sillaba.
Aria abbassò la
testa.
-Adeguati come ho
fatto io!-
Sollevando gli occhi
verso di lui, Aria vide il suo sguardo feroce e, allo stesso tempo, lo vide
arrendersi.
Ma lei non voleva
arrendersi.
Si chiuse in bagno
rifiutandosi di rispondere.
Quando Eric rientrò
nella sua camera, dopo aver fatto un giro di supervisione all’esterno per
accertarsi che tutto procedesse per il meglio, trovò Aria seduta sul letto.
Era dovuto andare ad
assistere alla cerimonia per l’ingresso nella fazione dei nuovi iniziati, e
fortunatamente nessuno aveva fatto domande per l’assenza di Aria.
Lei era decisamente
più al sicuro dove era in quel momento, con la possibilità di calmarsi e di
riprendersi dopo tutto quello che aveva scoperto. Inevitabilmente adesso
condivideva anche lei quel peso opprimente sulle spalle, che sembrava capace di
togliere ogni respiro. Era la costante paura che qualcosa andasse storto, e
l’orrore della consapevolezza di essere dalla parte sbagliata e di aver fatto,
o di stare per fare, cose terribili.
Si sedette vicino a
lei sul letto, rimanendo in silenzio a fissare la luna fuori dalle vetrate, con
Luna la gatta raggomitolata vicino alle loro gambe.
-Almeno mi risparmio
la scelta della carriera, tanto non avevo idea di cosa prendere.- Lo voce di
Aria si fece udire senza preavviso, accompagnata da una sua alzata di spalle.
Eric la guardò e
sorrise nella penombra, un po’ per quello che aveva detto e un po’ per la sua
volontà di intrattenere una conversazione meno grave di quella che avevano
avuto poco prima.
-È per questo che
esistono i capifazione: osservano gli iniziati durante l’addestramento per
consigliarli nella scelta.- Le disse ironico. -E tu ne hai uno tutto per te che
ti ha osservata e che ti conosce abbasta bene da sapere cosa potrebbe fare al
caso tuo.-
Aria guardò il suo
sorriso beffardo e sollevò le sopracciglia. -A sì, e che lavoro dovrei scegliere?-
-Secondo te qual è
il tuo punto di forza?-
-L’unica cosa di cui
mi sono convinta, è che vorrei un lavoro che mi permettesse di sfruttare la mia
intelligenza. Anche se ho scelto gli Intrepidi, so che uso sempre la testa!-
ammise, stretta nelle spalle.
-Tu fai una
riflessione per ogni passo che fai, sei una calcolatrice nata, ed è su quello
che devi puntare.-
Senza rispondere
nulla, la ragazza lo osservò con attenzione.
-Senza dimenticarti
però che hai un carattere molto forte, che sicuramente può tornarti utile.-
sottolineò Eric, con uno sguardo deciso ed intrigante.
-Quindi?-
-Quindi sei perfetta
per un ruolo di comando!-
La ragazza fece per
aprire bocca per parlare, per rispondergli che era folle a pensarla in quel
modo. Poi si ricordò che, nell’ultima discussione sulle carriere che aveva
avuto con Will e Christina, anche l’amica le aveva consigliato un lavoro che
avesse a che fare con il comando.
Se anche Eric era di
quel pensiero, voleva dire che aveva davvero trovato il tipo di carriera che
doveva seguire. Per un attimo si sentì felice, quella piccola vittoria era una
distrazione piuttosto piacevole e confortante.
-Guarda che non voglio
fare il capofazione!-Precisò, trattenendo una risata.
-Infatti ci sono
altri ruoli, anche più adatti per te.-
Eric sembrava
piuttosto protettivo nei suoi riguardi, come un vero maestro con la sua allieva,
e realmente coinvolto nella discussione.
Aria sospirò.
–Tipo?-
-Supervisore area
logistica!-
-O mio dio, sembra
una cosa da Eruditi!-
Eric ignorò il suo
tono di protesta. -È vero!- ammise, concedendosi una breve risata. -L’area
logistica è il centro operativo che controlla tutta la residenza, coordina i
vari reparti e divide gli ordini per garantire il funzionamento della fazione.
All’inizio ti occuperesti del passaggio delle consegne ai settori, e per il
primo anno saresti solo un’ apprendista. Ma, se raggiungerai il massimo della
carriera, potresti essere importante come un capofazione.-
Assorbendo quell’
informazione, Aria rimase in silenzio con lo sguardo basso e concentrato.
-Avresti una grande
responsabilità, all’interno della fazione nessuno si muoverebbe senza un tuo
ordine, avresti il controllo generale su tutto.- Affermò Eric, studiandola con
attenzione, pronto a cogliere ogni sua reazione.
Ed Aria sorrise,
sollevando gli occhi pieni di gioia su di lui. - Mi piace!-
Le sorrise a sua
volta, orgogliosamente. -Oppure potresti scegliere di partire come addetto al
poligono.-
Lei lo guardò
interrogativa.
-Sei brava a
sparare, partiresti come addetto alle armi, ma potresti diventare istruttore e
anche dirigente del poligono e del reparto armamenti. E, sai com’è, in una
fazione come la nostra, il reparto delle armi è molto importante!-
Aria si mordicchiò
un labro. -Potrebbe essere un’idea, ma preferisco la prima opzione. Tutto
dipende da cosa scelgono quelli prima di me in classifica…- A quella parola sussultò.
-Aspetta… la classifica!-
-Già, la
classifica!- Il naso di Eric si arricciò per il disgusto e una smorfia lo rese
terrificante.
Spalancando gli
occhi, Aria si strinse nelle spalle, mortificata. -Cosa c’è? Che posto ho?-
-Sei quinta!- Le
rispose, sputando fuori quelle parole con rabbia.
Inizialmente Aria
non condivise il suo dissenso, aver superato entrambi i moduli della terribile
iniziazione degli Intrepidi e classificarsi al quinto posto era qualcosa di cui
andare fieri. Ma poi si trovò a riflettere sulla delusione di Eric, e capì che
essere quarta su più di venti persone era un buon risultato, soprattutto se lo si
era ottenuto battendosi contro ragazzi più forti. Ma essere quinta su dieci
persone che erano riuscite a passare, dopo aver superato le proprie paure, era
un traguardo appena sufficiente.
-Quinta? Sono scesa
di un posto ma la classifica si è dimezzata quindi, se ero tra i primi, adesso
sono a metà…- Constatò a bassa voce.
-Mi aspettavo molto
di più di te, hai spaccato la faccia a gente contro cui ti davamo per
spacciata, e poi è tutto qui quello che sai fare?-
Come immaginava,
dopo il risultato che aveva avuto nei combattimenti, il suo quinto posto a fine
iniziazione non era all’altezza delle aspettative. Anche lei c’era rimasta
male, d'altronde aspettava quel momento da anni, ma a quanto pareva anche Eric
si aspettava molto di più da lei.
E, la delusione di
Eric, era molto peggiore da mandare giù, faceva più male e sarebbe stata molto
più difficile da superare.
Probabilmente glielo
avrebbe rinfacciato a vita.
-Grazie per
l’incoraggiamento! È stata colpa del tempo pietoso che ho fatto alla prima
simulazione, e poi avevo troppe paure.- Provò a giustificarsi, nascondendo
dietro una smorfia il suo malessere.
-Per tua fortuna,
invece, c’era chi ne aveva molte di più di te.- Le rispose Eric, guardandola
dall’alto, ancora infastidito.
Aria sospirò
imbronciata e scosse la testa, non le piaceva quella situazione. -Bè, allora,
com’era la classifica? Sai com’è, io non l’ho vista!-
-Primo Uriah,
secondo Peter e terza Tris.- Disse Eric in tono piatto.
-Che? Tris, ma stai
scherzando?- esclamò indignata,
guardandolo con incredulità.
-Ha fatto dei tempi
da record durante le simulazioni. Avrebbe superato perfino Uriah se non fosse
stato per il distacco di punti che avevano nel primo modulo, dato che lei è
passata per un pelo.- Ammise schifato.
-E dopo chi c’è?-
-Lynn, e poi tu!- Si
rifiutò di guardarla, di nuovo infastidito per il risultato mediocre a cui era
arrivata.
Aria lo guardò
storto e sospirò con rabbia, stanca di vederlo offeso e di sentirsi rinfacciare
che lo aveva deluso per non essere riuscita a fare meglio. - Mi ha superato
anche lei?-
-Ha fatto dei tempi
perfino migliori di quelli di Uriah nelle simulazioni, ma in combattimento ha
dovuto affrontare tutti ragazzi interni decisamente forti. Solo per questo, nel
primo modulo, eri davanti a lei.- Precisò aspro.
Lei alzò gli occhi
al cielo. – Continua!-
-Marlene, poi Will e
Christina e poi la tua amica Sasha. Infine altri due interni.-
-Non è male quinta…-
provò a dire timidamente, con voce dolce, ma l’occhiataccia di Eric le fece
capire che era inutile continuare su quella strada. -Però sì, mi aspettavo di
più. Scusa se non siamo tutti forti e coraggiosi come te!-
-Io sono arrivato
primo nel mio anno!- le disse arrogante.
-Complimenti!-
canticchiò sarcastica. -Facendo risultati da record, immagino!-
-No, i risultati da
record li ha fatti Quattro quando, qualche anno dopo, è arrivato fra gli
Intrepidi.-
Vedendo come aveva
reagito, Aria capì di aver toccato un tasto delicato. -È per questo che lo ami tanto?- provò ad ironizzare.
-Max lo voleva al
comando, ma i capifazione possono essere solo di numero dispari, e cinque è già
un numero elevato. Indovina chi avrebbe dovuto cedergli il posto se lui avesse
accettato?-
Eric aveva la voce
avvelenata, forse non solo dalla rabbia, ma anche per qualche sconfitta
nascosta.
Si alzò dal letto ed
iniziò a spogliarsi frettolosamente, lanciando i propri vestiti sul pavimento,
poi si infilò sotto le coperte e si stese su di un fianco dandole le spalle.
Aria sospirò, si
tolse i pantaloni e si stese anche lei sotto le coperte, guardando con rabbia
la schiena del ragazzo.
Come poteva
arrabbiarsi lui con lei, dopo tutto quello che aveva combinato e dopo tutto
quello che stava per accadere?
Ma, al pensiero
degli Eruditi e di tutti i possibili morti per mano loro, Aria sentì lo stomaco
attorcigliarsi e un dolore colpirle il petto. Era decisamente meglio che la
loro attenzione si fosse spostata su quei discorsi che, se pur carichi di
risentimento, erano una distrazione dalla realtà sconvolgente da cui volevano
fuggire.
Non era in grado di
pensare ad Eric come fedelissimo di Jeanine, non voleva, così scacciò via
quella verità e tornò solo al presente che stava vivendo. Peccato che fosse
comunque sconvolta e non sarebbe stato facile illudersi che niente sarebbe
accaduto, così si avvicinò alla schiena del ragazzo e lo avvolse con un
braccio.
Quando il ragazzo le
prese in silenzio la mano che gli aveva posato sull’addome, stringendola con
forza, Aria pensò che Eric avesse bisogno di quell’abbraccio più di quanto ne
aveva lei.
Continua…
Grazie
a tutti i lettori,
Sto
cercando di aggiornare più in fretta, dato che siamo agli ultimi capitoli e non
voglio farvi perdere il filo.
Spero
di farvi contenti, e mi farebbe enormemente piacere sapere cosa ne pensate : )
Biacioniiiii