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Autore: Ayumi Yoshida    27/11/2008    7 recensioni
La porta era aperta.
“E adesso?” chiese Naruto.
Hinata esitò, imbarazzata. Non sapeva proprio cosa dire.
“Adesso… adesso andiamo a dormire.” Azzardò a bassa voce “Buona notte, Naruto kun”

[Naturalmente, per il NaruHina's Day!]
[Terminata ^^]
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Shino Aburame | Coppie: Hinata/Naruto
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Naruto Shippuuden
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A Giulio, perchè mi sta facendo impazzire; 
a Sonia, perchè mi ha sopportata e si è emozionata; 
a Luly, perchè sopporta sempre i miei scleri; 
a Giò, perchè la adoro; 
alle "Silvia", perchè sono sempre gentilissime con me e perchè scrivono delle NaruHina stupende;
a tutti coloro che hanno deciso di partecipare a questa iniziativa, rendendomi felice.
Grazie mille, vi voglio bene.
Non so come farei senza di voi.








Smiling at night [Drunk]






“Adesso basta! State esagerando!”
L’ordine di Shino arrivò secco alle orecchie di Hinata, che abbassò ancora di più la testa.
La povera ragazza ancora una volta si era lasciata convincere ad uscire con gli amici e, seduta tra Naruto e Kiba, sopportava da ore le avances non proprio caste dei due, ubriachi fradici, arrossendo ogni volta di più.
“Non preoccuparti, Shino-kun…” mormorò, rossa.
Il ragazzo si limitò a fissarla dagli occhiali scuri.
“Hinata è mia! E anche venuta a letto con me…” continuò a esclamare imperterrito Naruto.
La ragazza arrossì ancora di più.
Kiba battè un pugno sul tavolino attorno al quale erano seduti, facendolo quasi rovesciare.
“Ma che dici!! Hinata è la mia ragazza… e non può essere venuta a letto con te!!”
“E invece sì!!” ribattè Naruto mostrando la lingua.
“E invece no!!!”
Kiba digrignò i denti.
“Invece…”
“Basta!”
Shino era scattato in piedi e li fissava minaccioso. Sembrava molto arrabbiato.
“Adesso torniamo a casa… ”
Li fulminò con lo sguardo.
“Hinata, tu aiuta Kiba; io prendo lui.” ordinò indicando Naruto.
La ragazza annuì e aiutò il compagno ad alzarsi.
“Appoggiati pure…” gli sussurrò gentilmente.
“Oh si, grazie!”
Il ragazzo si abbandonò completamente sulla sua spalla e la kunoichi che fu costretta a trasportarlo di peso fuori dal locale dove avevano passato la serata.
Una volta usciti, finalmente sentì l’aria scorrerle nuovamente nei polmoni.
Il puzzo di fumo misto ad alcool che c’era nel locale l’aveva quasi soffocata e quello che era successo con i ragazzi, poi...
Inspirò profondamente, cercando di dimenticare l’imbarazzante litigata che i due ninja avevano avuto qualche minuto prima.
Chiuse e riaprì gli occhi lentamente. Si guardò intorno.
 Shino aveva fatto sedere Naruto su una panchina lì vicino e lei decise di fare la stessa cosa con Kiba.
Lo aiutò a sedersi  con delicatezza, guidando ogni suo movimento.
Lo fissò dispiaciuta.
Aveva la faccia sconvolta, gli occhi sbarrati e non riusciva a stare diritto neanche con la schiena appoggiata alla panchina.
Non era proprio quello che può definirsi un bello spettacolo.
“E adesso?” domandò.
Shino sbuffò e cominciò a scrutare sia Kiba che Naruto.
Schiena contro schiena, i due si sostenevano a vicenda ridendo sguaiatamente.
“Credo sia evidente che non riusciranno a tornare integri a casa mai e poi mai… Non si reggono in piedi.” affermò “Credo che sarebbe meglio accompagnarli.”
“Va bene.”
Hinata si avvicinò a Kiba per aiutarlo di nuovo ad alzarsi, ma ad un tratto si sentì stringere da qualcuno.
Naruto, più veloce, le aveva cinto la vita da dietro e l’aveva  avvicinata a sé.
“N-Naruto-kun!”
La sua voce si spense ad un tratto; il suo respiro si fece più grosso.
“Stai con me…” le sussurrò lui, stringendola forte.
La ragazza lo osservò respirando a fatica: in quelle condizioni sembrava proprio un bambino indifeso. Tutta la sua maturità scompariva fino a mostrare di nuovo quel suo lato ingenuo che la crescita aveva nascosto alla vista.
E tutto per colpa della solita sfida ‘chi beve di più non paga il conto’…
“Naruto kun… Shino-kun!”
Il ragazzo degli insetti le si avvicinò.
“Naruto kun mi ha…” cominciò a sussurrare imbarazzata.
Shino fissò severo Hinata, ancora stretta tra le braccia di Naruto.
“Io non so perché… ma forse… sarebbe meglio che accompagni io Naruto kun…”
Arrossì sommessamente, cominciando a fissarsi le mani.
Si era esposta troppo, decisamente.
Se ne sarebbe pentita, lo sapeva.
Attese un parere del suo compagno per quelli che le parvero minuti, addirittura ore.
Inaspettatamente Shino annuì.
 “Sarebbe la cosa migliore. Anche perché non credo che lascerà la sua presa su di te... Ma tu sei sicura?”
La ragazza fissò Naruto ancora una volta.
Sorrideva beatamente e ormai aveva preso completo possesso della sua spalla, posandovi sopra la testa.
Hinata arrossì nuovamente e annuì più o meno convinta.
Dopotutto, non c’era altra via di uscita.
“Bene. Allora vai e fai presto.” Si raccomandò l’altro. “Buonanotte.”
“Grazie Shino-kun. Ci vediamo domani.”
Aiutò Naruto ad alzarsi e gli passò una mano attorno alle spalle, per poterlo sostenere meglio.
Poi salutò con la mano un Kiba ormai completamente stordito, che in risposta la riempì di baci volanti, e cominciò ad avviarsi.
Naruto, stretto al suo braccio, continuava a sorridere.
 
 
***
 
 
Le vie di Konoha apparivano particolarmente buie quella sera.
Hinata si guardò intorno con circospezione e affrettò il passo trascinando con gentilezza Naruto.
Il ragazzo non riusciva ancora a restare bene dritto in piedi e questo comportava qualche difficoltà.
Fino ad allora, però, il tragitto era stato piuttosto semplice: la kunoichi era persino riuscita a convincerlo a non appoggiarsi più sulla sua spalla, ricominciando a respirare.
Certo, non che tenerlo per mano non la imbarazzasse…
Sin da quando si erano avviati  lui aveva stretto la sua mano in quella della ragazza e non dava alcun accenno di volerla lasciare.
Hinata era imbarazzatissima.
La sua mano era tutta sudata e continuava a diventare sempre più appiccicosa; il suo viso era sempre più rosso e caldo.
Si sentiva come bruciare.
Fece un respiro profondo e continuò a camminare.
Doveva soltanto fare finta che la sua mano fosse libera.
Ma la mano di Naruto era così calda…
“Naruto kun…” mormorò senza volerlo.
Il biondino si voltò verso di lei, l’espressione perplessa, incatenando i suoi occhi a quelli di Hinata.
“Cosa c’è, Hinata chan?”
Il cuore della kunoichi perse un battito.
“Nie- niente.” Pronunciò a fatica, avvampando “Sia- siamo arrivati.”
Davanti a lei si era appena aperta la vista della palazzina dove abitava Naruto.
Tutto era avvolto da un’ombra opprimente, soffocante.
Hinata riusciva a malapena a distinguere il profilo della costruzione e qualche altro elemento nel paesaggio attorno a lei. I cespugli le parevano mani pronte a soffocarla; gli alberi, con la loro maestosità, sembravano volerla aggredire.
L’oscurità rendeva ancora più tetra quella zona già di per sé non sicurissima per una ragazza praticamente sola e sola di notte, per giunta.
La kunoichi deglutì, intimorita.
Era meglio sbrigarsi.
Strinse più forte la mano di Naruto e continuò a camminare, praticamente trascinandolo.
Salì le scale della palazzina in fretta e si ritrovò davanti all’appartamento di Naruto.
“Eccoci” mormorò affannata, indicando la porta.
Naruto spostò lo sguardo da essa alla kunoichi, dubbioso.
“Siamo arrivati a casa tua” spiegò gentilmente Hinata.
“Ah”
Il biondino sbuffò poco convinto, come se lui non c’entrasse nulla in tutta quella situazione e, messe le mani nelle tasche, cominciò a frugarle alla ricerca delle chiavi.
Finalmente le cavò fuori da una tasca e, dopo molti tentativi, riuscì ad infilarle nella toppa e a girarle.
La porta era aperta.
“E adesso?” chiese Naruto.
Hinata esitò, imbarazzata. Non sapeva proprio cosa dire.
“Adesso… adesso andiamo a dormire.” Azzardò a bassa voce “Buona notte, Naruto kun”
Sorrise timidamente, mentre le guance le si ricoloravano di rosso, e mosse un passo, pronta ad andare via, facendo ondeggiare involontariamente i capelli.
Il biodino s’immobilizzò sullo stipite della porta e cominciò a fissarla come incantato, incapace di dire qualunque cosa.
Non si era mai accorto di quanto Hinata fosse bella.
I suoi lunghi capelli continuavano ad ondeggiare, mossi da qualche spiffero occasionale di vento che investiva lo spazio antistante l’ingresso di casa sua.
“Buona notte, Naruto kun” ripeté la kunoichi accorgendosi della poca –almeno all’apparenza- attenzione di Naruto.
Poi fece per andarsene, ma –con sua grande sorpresa-  il ragazzo la trattenne afferrandole con decisione un polso.
“Aspetta… Non te ne andare! Resta qui…” la pregò. La sua voce sembrava un lamento.
Hinata lo fissò sconvolta, cercando di respirare e di non pensare alla mano di lui stretta intorno al suo polso.
“Ma io devo andare… Devo tornare a casa…” spiegò con un filo di voce.
Naruto, però, non aveva intenzione di cedere. La abbracciò ancora stringendola forte, come per non lasciarla andare via.
“Stai qui ancora per un po’… Ti prego!” le sussurrò implorante.
La ragazza rabbrividì: le sue labbra le stavano solleticando l’orecchio.
Il suo respiro si era fermato di nuovo.
Cosa doveva fare?
Come doveva comportarsi?
Mille voci nella sua mente le suggerivano miriade di soluzioni, ma solo due più plausibili: da una parte tornare subito a casa, dall’altra restare, per non lasciare Naruto da solo in quelle condizioni.
Assolutamente in modo non razionale e in una frazione di secondo, Hinata ripiegò sulla seconda scelta.
Sapeva benissimo che Naruto annebbiato dall’alcol era pericoloso anche per se stesso. Se l’avesse lasciato da solo, chissà cosa sarebbe potuto succedere...
“Va bene,re- resto…” balbettò puntando lo sguardo a terra, imbarazzata “Ma solo un altro po’.”
Aveva ceduto di nuovo.
Due volte nella stessa serata non era riuscita a dire di no a Naruto.
Bel risultato.
Il biondino sorrise soddisfatto, sfiorandole il mento con le sue dita ghiacciate. Hinata sussultò e immediatamente sciolse l’abbraccio, respirando affannosamente.
“Naruto kun…” cominciò a dire in tono supplicante, ma lui la interruppe agitando una mano.
Poi le prese la mano e la trascinò dentro senza dire una parola.
L’interno rispecchiava molto l’animo divertente e allegro di Naruto.
In casa non regnava sovrano il caos, ma neanche si poteva dire un ambiente ordinatissimo.
Qua e là sul piano culinario Hinata poteva scorgere scatole vuote di ramen istantaneo, bacchette spaiate e un bicchiere pulito, ancora rigato da piccole gocce d’acqua.
Sul tavolo era rovesciata per non mostrare la foto che conteneva una cornice di legno intarsiata che tuttavia Hinata ricordava bene. Naruto gliel’aveva mostrata l’ultima volta che si era dovuta recare a casa sua.
La foto che il biondino cercava di nascondere e dimenticare lo raffigurava durante la sua fanciullezza assieme al maestro Kakashi, a Sakura e a Sasuke.
A quanto pareva, Naruto non l’aveva ancora dimenticato.
Hinata sospirò dispiaciuta, osservando il suo viso allegro solo a causa dell’alcol.
Ecco perché aveva accettato di uscire con loro, quella sera.
Sperava di riuscire a dimenticare Sasuke.
“Cosa c’è, Hinata?” le chiese all’improvviso Naruto. Nonostante non fosse molto lucido si era accorto immediatamente del cambiamento del suo umore. “Sei triste?”
“N-no.” Hinata sussultò, presa alla sprovvista. “Non preoccuparti”
Lui annuì convinto.
“Vieni, allora!!”
Le fece segno con la mano di avanzare verso di lui. Lei obbedì.
 “Vuoi bere qualcosa?” le domandò ancora brandendo una bottiglia che era improvvisamente apparsa dal nulla.
La kunoichi scosse la testa.
“No, grazie…”
“Allora siediti!”
Il biondino indicò con il dito la sedia appena vicina a lui e la spostò leggermente per permetterle di prendere posto.
“Non vorrai restare in piedi…”
Naruto sorrise e lei, fiduciosa, si sedette.
Ma la quiete non sarebbe durata ancora per molto: Naruto aveva già cambiato idea.
“Andiamo di là!” esclamò ad alta voce.
La prese per mano e correndo la trascinò fino alla sua camera.
Hinata indugiò sulla porta. Si sentiva a disagio: non era mai stata in camera di Naruto.
 “Naruto kun…” provò a dire, ma lui la interruppe quasi subito.
“Vieni, dai” le disse soltanto  e la spinse dentro.
La stanza aveva un aspetto piuttosto raccolto, forse a causa del legno che costituiva quasi ogni superficie. Il letto di Naruto si trovava sulla parete di fronte alla porta, nell’angolo sotto la finestra ed era affiancato da un comodino, anch’esso di legno.
Dalla finestra filtrava la pallida luce di un lampione della strada e della luna, quella sera quasi completamente coperta da nuvole grigiastre.
Il biondino le prese ancora la mano tra le sue, facendola arrossire, e la guidò fino al suo letto.
“Ho sonno!” si lamentò buttandosi sulle coperte.
Sbadigliò e si stiracchiò per qualche secondo, poi chiuse gli occhi.
“Ho sonno…” mormorò ancora.
“Dormi…”
Hinata si sentiva leggermente imbarazzata: che cosa stupida aveva detto.
Ma cosa avrebbe dovuto fare, altrimenti?
Naruto teneva ancora stretta la sua mano nella sua…
Spinta da una nuova, strana sensazione, gli si avvicinò e cominciò a scompigliarli i capelli con la mano libera, tremando.
Qualcosa la stava spingendo ad agire.
Dopotutto Naruto era sotto effetto dell’alcol; l’indomani non avrebbe ricordato nulla… o no?
Cominciò a sfiorargli le guance con le dita che –ne era sicura- erano come ghiacciate da tanto ardire.
Seguì il profilo del suo naso, sfiorandolo delicatamente con l’indice, gli toccò appena le labbra che, a contatto con il suo dito, si schiusero leggermente rivelando quello che pareva un sorriso. Indugiò sulle sue palpebre e sui segni sulle sue guance, poi tornò a concentrarsi su quei capelli così innaturalmente biondi.
Finalmente la sua mano si muoveva un po’ più sicura tra i suoi capelli, scompigliandoli, stringendoli piano tra le dita, assaporando una sensazione che non aveva mai provato prima.
La felicità finalmente la inebriava, riempiva ogni singolo pezzo di lei.
Da sempre aveva immaginato un momento del genere e mai avrebbe creduto che sarebbe accaduto davvero. Invece era lì, con Naruto, e gli stava accarezzando tranquillamente i capelli…
“Hinata!”
Accadde tutto molto velocemente, forse troppo.
Il biondino spalancò gli occhi di scatto e si alzò: i loro visi si trovarono all’improvviso a mezzo centimetro di distanza. Hinata si trattenne a malapena dal cacciare un urlo.
Improvvisamente si sentì come in trappola.
Gli occhi penetranti di Naruto  la stavano scrutando dentro e lei non riusciva più a trattenere il suo sguardo.
I loro nasi si stavano quasi sfiorando…
“Anche tu…”
Il respiro caldo del ragazzo la stordì. Chiuse gli occhi, sperando ardentemente di svenire.
Non poteva, non poteva essere così vicina a lui.














Happy NaruHina's Day, guys! *-*
Questa storia è stata scritta per acclamare la mia coppia preferita in assoluto, Naruto e Hinata.
Sarebbe dovuta essere una one shot, ma ho deciso di dividerla in due capitoli perchè è venuta piuttosto lunga. So che non sembra, ma quelle che avete appena letto sono più di 2000 parole. XD
La seconda e ultima parte della storia la posterò appena finirò di scriverla. Purtroppo, attualmente, mi manca sempre il tempo per scrivere. Maledetta scuola... >.<
So che Naruto è OOC, ma ci tenevo troppo a questa trama per poterla scartare. E' un'anno che lavoro su questa storia, come si può vedere da questa immagine, e ho pensato che potesse essere l'occasione giusta per completarla. Spero possa piacervi, perchè io ci ho messo davvero l'anima nello scriverla, anche se so che non rende assolutamente giustizia ai personaggi. Uff.
Ringrazio enormemente tutti coloro che hanno deciso di partecipare all'iniziativa. Grazie, grazie mille! Il vostro contributo mi rende davvero felice.
Ringrazio tantissimo anche chi leggerà e lascerà una piccola recensione, perdendo due minuti del suo tempo. Ci tengo davvero ai vostri pareri! Risponderò nel prossimo capitolo, naturalmente. ^^
Bene, è tutto. Torno a studiare. >.<
Che il NaruHina conquisti il mondo! *-*

Un bacio,
Ayumi









[Naruto appartiene ad Hinata, Hinata appartiene a Naruto ed entrambi appartengono a Kishimoto]




   
 
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