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Autore: startariot    27/01/2015    1 recensioni
"In uno studio di una qualche città..…qualcuno è seduto ad una scrivania, intento a scrivere qualcosa su una vecchia macchina da scrivere arrugginita."
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Liam Payne
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera, entro in punta di piedi e non so nemmeno come presentare questa storiella. 

Forse non ha bisogno di presentazioni, uhm- vi lascio direttamente alla lettura va :) 

 

 


 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 


 

In uno studio di una qualche città..…qualcuno è seduto ad una scrivania, intento a scrivere qualcosa su una vecchia macchina da scrivere arrugginita.

 

 

Se questa lettera non verrà mai letta, il mio dovere è stato portato a termine ugualmente. 

Il mio compito caro quasi lettore è quello di raccontare una storia. 

 

 


***

 

 


 

Esisteva un posto, centinaia di anni fa, in cui tutto era al suo posto. In armonia, ed il brutto non esisteva. Era un posto dominato dalle leggi del cuore. Ogni uomo amava il prossimo e non esistevano faide o incomprensioni. 

 

Era così diverso dal mondo odierno devi sapere, caro quasi lettore. 

 

Chiamiamo questo posto Altrove. Ognuno nasceva con il proprio sogno stampato sul cuore e lo scopo della sua vita era far si che questo si realizzasse. 

C’era un ragazzo ad Altrove, un giovane uomo dagli occhi color nocciola e i capelli color del caffé. Chiamiamolo L. Anche lui, come gli altri, era nato con il suo personalissimo sogno: aiutare gli altri. Era insolito ma proveniva dal cuore ed era pur sempre considerato un sogno. 

 

Crebbe bene, il giovane L, ma non sereno come avrebbe dovuto. Come poteva realizzare ciò per cui era nato se nel suo mondo era tutto felice ed in armonia? Se lo chiedeva spesso e non faceva altro che attendere. Passava le sue giornate, malinconico, aspettando che qualcosa potesse andare storto e che ci fosse bisogno di lui, da qualche parte. Era ben consapevole che il suo, era un desiderio sbagliato per Altrove, ma non smetteva di pensarci. Si Sentiva logorare dentro al pensiero che la sua era una vita priva di senso, priva della fiamma che avrebbe dovuto incendiargli l’anima. 

 

Viveva male, il giovane L, ma continuava a sperare.  

 

Il giorno del suo ventunesimo compleanno un ragazzo, Z, chiese il suo aiuto, realizzando così lo scopo della sua esistenza. Era nato con l’arte nel cuore, quel giovane uomo dagli occhi neri e le labbra rosse come le ciliegie e L, aveva la possibilità  di aiutarlo, aiutarlo nel realizzare il suo sogno.  Fare ciò per cui era nato. Dipingere i muri di tutta la città, era quello che voleva fare Z, cosicché tutti sapessero quanto fosse bravo, l’artista. 

 

Si erano trovati, L e Z, sull’orlo del burrone che conduceva dritti alla fossa  dell’infelicità. 

 

 

 

L fu ben contento di collaborare con Z, e di renderlo felice. Passarono giornate intere insieme. L’artista sembrava una fonte inesauribile di energia mentre forniva a L le più bizzarre idee su come dipingere le pareti del loro Altrove. Si spostava da un luogo all’altro, con i suoi progetti in mano, trascinando L con sé nelle più piccole e strette stradine di quel posto. 

 

Z era sempre stato una personalità forte in quel posto, nonostante nessuno lo conoscesse in fondo. Era un ragazzo schivo, ma dal cuore d’oro. Tutti lo sapevano, nessuno diceva nulla.  Viveva in un piccolo edificio lungo la collina, da solo. O non completamente. Ogni tanto era preso da strane crisi di malinconia il giovane artista, ma riusciva a superarle con la sua arte che era lì pronta a ridargli il coraggio necessario. Era lì a ricordargli che, prima o poi, avrebbe realizzato anche lui il suo sogno. Conviveva con la sua arte, così diceva lui; 

 

Lui non usciva mai di casa, nessuno poteva mai entrarci. L, ben presto diventò l’eccezione a tutte le sue regole.

 

La prima volta che entrò in casa sua, rimase senza parole. Aveva impiegato un tempo infinito per guardarsi intorno e studiare ogni dettaglio dell’ambiente che lo circondava. Ogni parete era di un colore diverso, e ricoperta da un numero indefinito di dipinti, tra i più vari al mondo. Era un concentrato di colore e follia, quella casa, L se ne rendeva conto. Eppure non riusciva a ritenere il suo quasi amico Z, un folle. Era un ragazzo creativo, meravigliosamente creativo. Passò l’intero pomeriggio a studiare ogni singolo dipinto dell’artista e Z non riusciva a non sentirsi a disagio. Era come se quel ragazzo, stesse studiando una parte di lui. Entrava nella parte più intima e nascosta di lui, e Z glielo stava lasciando fare. Senza Riserva.

 

 

****

 

 

 

 

In un pomeriggio come gli altri, L chiese a Z di fare un suo ritratto. Inizialmente, il ragazzo fu colto alla sprovvista da quella richiesta. Nessuno gli aveva mai chiesto di disegnare qualcosa; tutte le sue opere erano nate dalla sua mente e dalla sua creatività. Confuso, si chiedeva se fosse mai stato in grado di imporre alla sua mente di disegnare qualcosa. Ma sapeva che non avrebbe mai potuto dire di no ad L, per questo accettò la sua richiesta. 

 

Le prime volte, non fu affatto facile. Z non riusciva ad aprire le porte alla sua ispirazione, abituato com’era a dipingere da solo e L non faceva altro che incoraggiarlo, ma questo sembrava non bastare. Numerose erano le occasioni in cui Z lanciava la tela e i colori in aria, sbuffando nervosamente. Si era sinceramente convinto che non potesse semplicemente comandare alla sua mente di trovare ispirazione. La crisi, colpì anche L, che non sapeva come aiutare il suo amico. Si sentiva in colpa, perché era impotente. Aiutare, per lui, era fondamentale. 

 

Non si videro per i tre giorni successivi. Z si rinchiuse in casa, com’era solito fare prima di conoscere L, ed L se ne stava malinconico a girare per la città in attesa della chiamata di qualcuno, come faceva prima di incontrare Z. 

 

 

 

Insolito per Altrove, era vedere due persone litigare. Ed era quello che stava succedendo ai due ragazzi, quando L aveva finalmente trovato il coraggio di presentarsi alla porta di Z. 

 

«Tu tiri fuori il meglio e il peggio di me», aveva sussurrato L, dopo un’estenuante discussione, con gli occhi lucidi, fissando la sua figura tesa contro la parete di quella casa. Z non aveva risposto, l’aveva guardato per un attimo, cercando di studiarlo, come era solito studiare una delle sue opere d’arte. Poi fu un attimo. Si lanciò contro di lui, prese il suo volto tra le mani e lo baciò. Improvvisamente. Dolcemente. Come se avesse paura che una sua mossa potesse allontanare il ragazzo, come se la sua vita dipendesse da quel gesto. 

 

In quel momento realizzarono quanto entrambi avevano desiderato quell’intimità, senza nemmeno saperlo. 

 

L si aggrappò alle sue spalle con forza, come se l’uomo di fronte a lui fosse la sua ancora e lui la nave che ancora non era pronta a salpare. Finirono contro la tela, distrutta, del tentato ritratto di L, facendola cadere sul pavimento. Entrambi risero al tonfo sordo dell’oggetto appena caduto ma erano troppo impegnati a baciarsi, per sistemare le cose. 

 

L sfilò la camicia fiorata del ragazzo, facendola scivolare lungo le sue spalle forti e delicate allo stesso tempo. Prese a baciare ogni porzione di pelle scoperta che i suoi occhi sfioravano con lo sguardo. Z lo trascinò sull’enorme letto della sua stanza facendolo cadere tra le sue lenzuola di seta bianche. Non appena Z si posizionò sul letto, L piombò su di lui, torreggiandolo con il proprio corpo e facendolo sorridere. Era come rapito, da quel ragazzo. I suoi occhi neri, bruciavano come il carbone mentre passavano lo sguardo sulla sua figura ancora completamente vestita. Non passò molto tempo dal momento in cui Z lo spogliò completamente, lasciandolo con addosso il solo indumento intimo. 

 

Nonostante fosse una cosa completamente nuova, per entrambi, c’era una strana naturalezza nei loro movimenti. Un’intimità particolare quando i loro corpi si toccavano, o si sfioravano semplicemente. C’era elettricità,  erano come due calamite opposte, destinate ad attrarsi. Z fece distendere l’altro tra le lenzuola del suo letto iniziando a lasciare baci e piccoli morsi sul suo corpo. Abbassò con estrema delicatezza i boxer del ragazzo, facendolo sospirare di piacere. Prese a massaggiare, inesperto, la sua erezione e guidato dalle sue sensazioni decise di osare ancora di più. Quando la bocca di Z si aggiunse alle sue mani, L sussurrò il suo nome aggrappandosi ad alcune ciocche dei suoi capelli. Tutta l’insicurezza del ragazzo svanì, lasciando il posto alla frenesia e alla voglia di sentire L pronunciare il suo nome ancora una volta. Quando il ragazzo raggiunse l'orgasmo, si sollevò da lui e prese a baciarlo, deciso. Forte, imprimendo il suo sapore sulle loro labbra. «Credo di amarti», sussurrò Z tra un bacio e l’altro, accarezzandogli lento i capelli. 

 

Alla fine, avevano realizzato entrambi che la loro felicità non veniva dalla realizzazione del loro sogno. Non c’era arte o missione caritatevole che potesse scalfire davvero il loro cuore, se non uno sfioramento delle loro labbra. Loro due, erano la vera eccezione dell’Altrove. Era bastato così poco per scoprirlo e viverlo, e così poco bastò per perderlo per sempre

La loro storia non è una fiaba, e non è felice come le altre. I due giovani hanno vissuto il loro amore all’oscuro di tutto e di tutti perché erano così diversi da chiunque in quel mondo, che erano spaventati di viverlo alla luce del sole. Hanno vissuto la loro passione, come una cera consuma una candela, arrivandone a spegnere la fiamma. Il loro era un amore lontano, da qualsiasi logica e immaginazione.

 

 

 

 

Caro forse lettore, l’amore è immortale. 

 

Non tutte le storie d’amore hanno un lieto fine, ma tutti gli amori sono infiniti. Due anime che si amano saranno destinate a farlo per sempre, in ogni tempo e in ogni dove. Non c’è legge nell’universo che possa contrapporsi a due anime destinate ad intrecciarsi ed amarsi, nemmeno in una terra così lontana, come Altrove

 

 

 

 

 

 

 

 


  

 

 

Oggi sono di poche parole perché sono ancora senza forze, a causa del concerto di Ed al Palalottomatica, qualcuno di voi ci è stato? /chiedo scusa, quindi, se le note saranno brevi/

E’ la prima volta che scrivo una cosa del genere; ammetto di essere spaventantissima perché ho una paura immane che faccia schifo ma era da troppo che volevo scrivere una cosa del genere quindi ECCOLA QUI! E' la prima 'ziam' che posto quindi ci terrei tanto a sapere cosa ne pensate. 

 

Non c’è una canzone in particolare che mi ha ispirata ma verso la fine della stesura della storia ascoltavo Satellite dei Nickelback, se può interessarvi. 

 

Ringrazio in anticipo chiunque la leggerà, chi lascerà un commento e chi mi sostiene sempre. :) 

 

Spero vi sia piaciuta e aspetto un vostro commentino (ovunque voi vogliate). Mi trovate qui, su twitter, ask o Fb, come sempre :) 

 

Alla prossima, C. 

   
 
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