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Autore: ___Page    28/01/2015    3 recensioni
Posò i gomiti sul tavolo, affondando il viso nei palmi, soffocando un gemito di stizza nel ripensare a quell'insopportabile situazione che la stava logorando.
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Margaret, Trafalgar Law
Note: AU, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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UN'ASSURDA CONVIVENZA
-colpi ben al di sotto della cintura-



 
Perchè scrivere è vivere intensamente, perchè scrivere ci fa bene.
Perchè lo facciamo solo per noi stesse e non c'è altro che conta. 

 


Si passò una mano sul viso afferrando con quella libera la tazza di caffè.
Era esausta, stanca e confusa. Fissava la pagina candida ed elettronica con occhi vacui, digitando ogni tanto qualche lettera per poi cancellarla subito.
Buttò giù una sorsata di liquido scuro e bollente, posando poi il recipiente di ceramica sullo scaldatazza che sfruttava l'energia del computer acceso, prima di emettere l'ennesimo sbuffo.
Era inutile.
Non ce la faceva, non riusciva a scrivere e non era un semplice blocco creativo.
Se così fosse stato sapeva bene che le sarebbe bastato un bagno e due chiacchiere con Koala per superarlo.
No, a frenarla era la rabbia e la frustrazione che l' attanagliavano da qualche mese e di cui non riusciva a liberarsi.
Posò i gomiti sul tavolo, affondando il viso nei palmi, soffocando un gemito di stizza nel ripensare a quell'insopportabile situazione che la stava logorando.
Quella maledetta critica, una scrittrice mancata, che attendeva come un avvoltoio l'uscita dei suoi romanzi per massacrarli senza troppi complimenti e sulla pubblica piazza.
Il suo agente le aveva detto di non preoccuparsi, l'editore le aveva assicurato che le vendite non erano calate e la sua migliore amica, anche lei scrittrice, l'aveva spronata a continuare e non arrendersi, assicurandole che c'era bisogno di lei nel panorama letterario del momento.
E lei ci credeva, si fidava di Koala, ma il punto non erano i giudizi negativi a cui, volente o nolente si era da tempo abituata.
Era un mondo di squali quello, lo aveva sempre saputo.
Ad abbatterla così era l'ipocrisia che respirava sempre più pregnante nel loro ambiente, quel gioco di dare e avere che ignorava la meritocrazia e la coerenza.
E più di ogni altra cosa, a farle montare la rabbia era vedere massacrato lui.
Il suo protagonista, il personaggio che l'aveva resa famosa, a cui aveva dedicato notti e giorni per caratterizzarlo alla perfezione.
Vederlo gettato in pasto ai lupi, vederlo denigrato da chi non apprezzava il suo lavoro al solo scopo di aggredirla e annientarla, vedere il suo carattere stravolto e le sue azioni malinterpretate, solo per renderlo antipatico agli occhi di un pubblico ignorante, la faceva uscire di testa e mandava in crisi.
Si passò i polpastrelli sugli occhi, ormai umidi.
Non voleva.
Non aveva più voglia di pubblicare solo per venire aggredita, poco importava che la saga restasse incompiuta e la mora da pagare se non avesse rispettato i termini del contratto.
Non voleva e basta.
Eppure...
Lo stomaco le si contrasse.
Eppure aveva così voglia di scrivere ancora di lui, le veniva così naturale, era così divertente, rilassante, coinvolgente, a tratti catartico.
Le prudevano le mani dalla voglia.
Ma se avesse scritto poi avrebbe pubblicato, lo sapeva.
Con un gesto deciso e secco chiuse il computer, incrociando le braccia sotto al seno.
No, stavolta era convinta.
Era la sua risposta definitiva, non sarebbe tornata indietro.
-Che stai facendo Margaret-ya?-
Chiuse gli occhi, mentre la frustrazione lasciava campo libero al fastidio.
Non era possibile!
Era un incubo! Un'ossessione!
-Non lo vedi cosa sto facendo?- domandò la bionda, con un tono acido che non le apparteneva.
Sapeva anche senza voltarsi che stava ghignando bastardo e divertito.
-Sì, in effetti, e non mi piace quello che vedo- proseguì con il suo solito tono pacato -Hai delle scadenze da rispettare-
Margaret si passò una mano tra i capelli, prendendo un profondo respiro.
-In realtà non credo di rispettare un bel niente- ammise stancamente.
-Oh questo non è proprio da te Margaret-ya-
-Senti Law, ora non ho voglia di...- esordì, afferrandosi il ponte del naso.
-È un atteggiamento da deboli- la interruppe il moro, facendole sgranare gli occhi cioccolato.
Si girò verso di lui, furente.
-Ma tu cosa ne vuoi sapere?!- inveì la scrittrice -Tu non hai una sola preoccupazione nella vita! Te ne stai lì, sul tuo bel piedistallo a giudicarmi! Non hai niente di meglio da fare?!-
La fissò con le sue iridi grigie, incrociando le braccia al petto.
-E che ne so? Mica sono qui per mia volontà- le fece notare -Trovamelo, qualcosa da fare!- la invitò, indicando il computer con un cenno del capo.
Margaret lo guardò truce.
-Comunque dire che non ho problemi nella vita mi sembra riduttivo. Qualcuno me l'hai creato e nemmeno da poco. Prendi per esempio l'ossessione per l'ordine. O l'avversione per il pane- le fece notare con calma e pacatezza.
-E a te quelli sembrano problemi?! Io sono qui che parlo con una persona che nemmeno esiste!- esclamò sgranando gli occhi e allargando le braccia.
Law ghignò divertito.
-È inutile che te la prendi con me Margaret-ya, io esisto solo nella tua testa quindi se sono qui non è colpa mia-
Margaret aprì la bocca per protestare ma la richiuse subito, di fronte all'evidenza delle parole del moro.
Non poteva dargli torto.
-Sei dannatamente insopportabile! E ragionevole!- mormorò a denti stretti, al colmo del fastidio.
-Beh mi hai inven...
-...tato io! Lo so! Ho capito! E questo non fa che confermare che ho di certo qualche problema! Comunque sai cosa?! Non è male che tu sia qui, almeno puoi raccattare la tua roba e andartene perché noi due abbiamo chiuso!- lo informò, tornando a voltargli le spalle, irremovibile.
Sapeva che la stava fissando, sentiva il suo imperscrutabile e serio sguardo sulla nuca.
Smosse le spalle a disagio.
-E quindi vuoi mollare così?-
-Law...- lo implorò, inutilmente.
-Vuoi lasciarmi lì senza sapere come andrà a finire? Se scoprirò il segreto dello One Piece?! Se ritroverò o no mia sorella?!- lo sentì avvicinarsi alle sue spalle -Vuoi gettarmi così in pasto ai lupi?!-
Margaret si accigliò a quelle parole.
-Di che vai blaterando?!-
-Tu non hai nemmeno idea delle congetture che si fanno su di me e sugli sviluppi della storia- si spiegò il moro, facendo una smorfia -Alcune mettono i brividi-
Margaret si sfregò gli occhi con pollice e indice, in un gesto stanco.
Non doveva stare ad ascoltarlo, non poteva cedere!
Non questa volta!
Sollevò la testa nel sentirlo posare le mani sulle sue spalle e piegarsi su di lei per parlarle all'orecchio.
-Margaret ho bisogno di te. Solo tu puoi scrivere di me e rendermi giustizia. Se non vuoi farlo per i lettori allora fallo per te stessa e per me-
Suo malgrado, le labbra di Margaret si piegarono in un lieve sorriso.
Maledetto bastardo!
Doveva impedirgli di continuare a prendere così il sopravvento!
Finiva sempre per convincerla, facendo leva sulla sua voglia di scrivere e in particolare scrivere di lui.
-Mi dovrai un favore bello grosso!- lo avvisò voltandosi e restando un attimo interdetta.
Tipico di lui, Law era sparito così com'era apparso.
Margaret scosse la testa, divertita da quella loro assurda eppure ormai indispensabile convivenza.
Con nuova determinazione riportò gli occhi sul computer, osservandolo qualche secondo.
Allungò la mano per recuperare la tazza e buttare giù un altro sorso di caffè, riflettendo.
Inutile girarci intorno, quel maledetto l'aveva spuntata di nuovo.
Aprì il portatile, inforcando gli occhiali e sorridendo, nuovamente rilassata e serena.
In fondo, non è che le dispiacesse poi così tanto essersi fatta convincere. 
  
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