Parte 2
Disgustoso: Crudelia non aveva altre parole per descrivere il
caffè che la ragazza dall’abbigliamento volgare e assurdi pattini a rotelle le
aveva propinato. Certo, il caffè non era mai stata la sua bevanda preferita –
preferiva il gin, per esempio – ma ne
aveva assaggiati di migliori durante il periodo vissuto a New York e
sinceramente non riusciva a comprendere come mai quel locale fosse sempre
pieno.
Prese un altro sorso e un’altra inevitabile smorfia di
disappunto si formò sul suo viso: davvero disgustoso, forse peggio del whiskey
che aveva il dottore nel suo studio. Non ebbe il tempo per riflettere sul
paragone tuttavia, dato che una fetta di torta comparve in quel momento sul suo
tavolino e lupus – o forse meglio dire gryllus
– in fabula, Archie Hopper si presentò davanti a lei.
“Buon pomeriggio, Crudelia. Posso sedermi insieme a lei?”
La donna alzò lentamente lo sguardo e lo lasciò vagare per
qualche istante sul nuovo arrivato, non potendo fare a meno di notare subito un
particolare.
“Mi pare che lei lo abbia già fatto senza chiedere il mio
permesso. Ad ogni modo, dov’è il suo fidato
amico?”
“Oh, ho lasciato Pongo dal mio amico Geppetto” Archie rispose,
fingendo di ignorare il tono sinistro con cui quella domanda era stata
pronunciata “Suo figlio Pinocchio ama stare in sua compagnia” aggiunse con un
sorriso spontaneo, prendendo finalmente posto di fronte a lei.
Crudelia avrebbe voluto dire ironicamente che anche lei amava la compagnia di Pongo, ma poi
decise di tacere e si limitò ad alzare un sopracciglio, riprendendo a
sorseggiare – con il consueto disgusto – la bevanda tra le sue mani. Ma quel
silenzio si stava rivelando troppo duraturo per i suoi gusti e soprattutto fastidioso, dato che lo sguardo
dell’uomo era rimasto fisso su di lei.
“Non dovrebbe mangiare la sua torta?” sbottò, non perdendo
occasione per mostrare la sua cronica irritazione e lanciando una fugace
occhiata al pezzo di dolce.
Era una lemon cheese cake. Aveva sentito sempre parlarne
bene, ma lei non l’aveva assaggiata mai.
“Veramente io l’ho presa per lei. L’ultima volta che ci siamo
visti mi ha detto che non mangia molto e quindi ho pensato che-“
“Se le ho detto che non mangio molto, propormi una torta non
è forse la cosa più insensata da fare?” lo interruppe bruscamente,
riservandogli un’occhiata stizzita.
Era stata una risposta immediata e impulsiva e aveva lasciato
vincere l’abitudine del nervosismo sulla sensazione di sorpresa che in un primo
istante aveva provato. Del resto non era abituata a ricevere atti gratuiti di
gentilezza, che non sapeva neppure quale fosse il modo più giusto di reagirvi.
“Ma non c’è nessun bisogno che lei si privi di questo piacere…
E’ già una bellissima donna così!” replicò lui in tono deciso, senza rendersi
conto forse neppure lui di ciò che stava dicendo esattamente.
Crudelia stavolta non potè evitare di lasciar trapelare il
suo stupore, spalancando gli occhi verdi per qualche istante; poi scosse la testa
e ridacchiò leggermente.
“E per lei invece non
c’è nessun bisogno che mi faccia dei finti complimenti per convincer-“ provò a
ribattere, ma le parole le si bloccarono sulle labbra quando, alzando lo
sguardo si accorse dell’espressione – e soprattutto del colorito – che l’uomo
aveva assunto. “Oh, ma lei lo intende davvero. E’ diventato più rosso dei suoi
capelli!”
Archie abbassò lo sguardo, indeciso egli stesso se sentirsi
più colpevole per il pensiero o tremendamente imbarazzato per essere stato
scoperto. Tuttavia la più turbata sembrava essere lei; la sconosciuta
sensazione di strana allegria che si ritrovava a provare era completamente
oscurata dall’irritazione – stavolta verso sé stessa – per aver lasciato che la
sua indole ben poco affabile e la sua lingua lunga rovinassero un momento
potenzialmente carino con un altro essere umano. Così, lasciato passare qualche
secondo nell’incertezza, si ritrovò a fare l’inaspettato: lentamente, afferrò
la forchetta e la lasciò affondare nella crema gialla; poi, non senza un po’ di
riluttanza si portò il piccolo boccone alla bocca.
“Non è male” concesse, sforzandosi di fare un sorriso vero.
Era veramente buona quella torta in verità, tanto che non
perse tempo prima di raggiungere il piatto un’altra volta. E in quel momento
cambiò idea sul locale di Granny. E anche sul dottor Hopper.
**
“Finalmente il suo ombrello si rivela di qualche utilità!”
esclamò Crudelia spingendo la porta d’ingresso del locale e lanciando
un’occhiata ironica al suo interlocutore.
Archie sorrise semplicemente in risposta e la precedette
nell’uscita, pronto ad aprire appunto l’ombrello. Era passata all’incirca
mezz’ora dal loro incontro e nel frattempo c’era stata un’altra fetta di torta
e lo scatenarsi improvviso di un temporale all’esterno. E che temporale! La
pioggia cadeva fitta, alcune pozzanghere già si erano formate sulla strada e i
tuoni che si udivano di tanto in tanto facevano presagire che il peggio doveva
ancora venire. Una volta trovato riparo, l’uomo afferrò con una presa gentile
ma decisa il braccio della donna e la attirò sotto l’ombrello insieme a lui,
offrendole tacitamente un passaggio per il breve tragitto che doveva compiere con
quel tempo.
“Ho individuato la sua macchina – non che fosse difficile del
resto dato il suo modo di farsi notare”
esordì lui con spontanea e insolita ironia, muovendo la mano in direzione della
Panther De Ville in bella vista sull’altro lato della strada e alludendo alla
strambo – quasi illegale – maniera di parcheggiare della donna “Ma nel
frattempo non rischierà di bagnarsi i suoi capelli così… particolari”
Crudelia voltò lentamente la testa verso di lui, lasciando
che le sopracciglia nera arcuate e lo sbuffo seccato che uscì istintivamente
dalle sue labbra mostrassero la sua irritazione per quelle parole, ma Archie
non le stava prestando la dovuta attenzione, guardando davanti a sé con un
mezzo sorriso sulle labbra. La cosa per qualche verso riusciva a farla irritare
anche di più; non era consueto che qualcuno la prendesse così apertamente in
giro, e soprattutto mai avrebbe sospettato che quel qualcuno potesse essere il
buono e timoroso Grillo Parlante. Tuttavia, contro ogni suo istinto, riuscì a
tacere e fu invece nuovamente lui a prendere parola.
“Devo ammettere che oggi si è rivelata davvero una persona gentile”
rivelò in tono più cordiale, probabilmente rendendosi conto che il suo
tentativo di scherzare e di fare conversazione era caduto nel vuoto.
Ma stavolta la risposta non si fece attendere.
“Bè, lei no! Mi ha offeso due volte nella stessa frase!”
replicò lei prontamente, potendo finalmente esprimere esplicitamente la sua
disapprovazione precedente.
Il dottore ridacchiò sinceramente divertito e scosse
leggermente la testa. “Era uno scherzo, Crudelia. Ma adesso dico sul serio:
oggi lei è stata di ottima compagnia e gentile”
A quella nuova insistenza, la signorina De Mon si lasciò
sfuggire una risatina priva di allegria e accelerò il passo, per quanto gli
alti tacchi le consentissero sull’asfalto bagnato. Solo dopo aver raggiunto
finalmente la sua auto, si mise completamente davanti all’uomo, creando
un’intima vicinanza cui la stretta area del riparo offerto dall’ombrello
costringeva.
“Dottor Hopper, mi permetta di chiarirle una cosa. Io non
sono una persona gentile” gli disse,
sputando quasi in un sibilo l’aggettivo e allo stesso tempo roteando gli occhi
al cielo per poi puntarli in quelli di lui “Il punto è che per qualche strana
ragione lei mi piace… E poi mi ha offerto un dolce e mi ha detto che sono
bella! Ma il fatto che io mi sforzi di avere dei modi gentili con lei, non
significa che io sia gentile”[*].
Restarono a guardarsi per qualche istante in assoluto
silenzio, rotto solamente dal rumore della pioggia che sembrava non voler
accennare a diminuire. Crudelia aveva la strana sensazione di aver detto troppo,
Archie invece di non aver detto abbastanza; in ogni caso durante quel
pomeriggio entrambi sembravano aver iniziato a considerare l’altro come una
sorta di “eccezione” nelle rispettive vite.
“Mi piacerebbe continuare a parlare qui con lei, ma non
vorrei avere una broncopolmonite domani mattina” disse lei a un certo punto,
rompendo il silenzio ed aprendo lo sportello della macchina “Vuole un
passaggio?” chiese poi, ritrovandosi ancora a mostrare un lato gentile che
neppure lei sapeva di avere.
Archie, fermo sotto il suo ombrello, sorrise d’istinto nel
sentire quella proposta, ma il sorriso tuttavia si spense quasi immediatamente
ad una più attenta riflessione. Gli bastò infatti lanciare un’occhiata alla
Panther De Ville che un flash su un probabile tragitto alquanto movimentato a
bordo apparve nella sua mente.
“No, non si preoccupi… Preferisco fare una passeggiata”
rispose in tono forzatamente allegro, cercando goffamente di mascherare il
reale motivo del suo rifiuto.
“Bene, faccia come vuole” ribattè lei in tono leggermente
stizzito, lasciando intuire di aver compreso più di quanto l’uomo volesse far
intendere “Spero proprio che un fulmine la colpisca!”
Dopo aver pronunciato quel sinistro e velenoso augurio, si
infilò nell’auto e cominciò subito a mettere in moto. Tuttavia, proprio prima
di partire, ci ripensò e abbassò il finestrino, incurante della pioggia, quanto
bastava per mostrare il suo viso. Ritrovandosi faccia a faccia col volto ancora
confuso e quasi dispiaciuto di Hopper, gli concesse un sorriso stranamente
complice.
“Questo era per dimostrarle che non sono gentile!”
[*] discorso vagamente scopiazzato da un episodio di Elementary.
NDA:
Eccomi con il secondo capitolo! Non ho grandi precisazioni da
fare, tranne che inserire la guida spericolata di Crudelia era un must e che la
sua semi-anoressia non ha invece alcun riferimento particolare, ma risponde semplicemente
a un mio headcanon per il personaggio del cartone LoL.
Un ringraziamento
speciale a Crystal_93 e Angels4ever per le recensioni e come sempre a Ofelia20 per il supporto! Grazie anche a chi
ha semplicemente letto, spero vi sia piaciuto anche questo capitolo e che non
sia caduto troppo nel ridicolo :/
LadyPalma