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Autore: _Fenixx    28/01/2015    5 recensioni
"Eustass~ya, piove."
Kidd alzò lo sguardo dalla sua rivista di meccanica per incrociare lo sguardo con quello di Law.
Lo trovò assorto, seduto al tavolo del salotto con il mento appoggiato su una mano, mentre guardava fuori dalla finestra.
Fuori il cielo era grigio, le gocce di pioggia si infrangevano sui vetri con un ticchettio continuo, mentre il vento soffiava portando odore d' autunno.
"Lo vedo" disse il rosso, scocciato, mentre tornava ad occuparsi della sua lettura.
"Tra un po’ dobbiamo andare."
"Lo so".
"Dovevamo andare a piedi fino alla chiesa, Eustass~ya. Non possiamo andare al matrimonio con le scarpe sporche di fango. E dato che non credo che l'edificio si sposterà da solo per te, trova una soluzione."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eustass Kidd, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Dedicato a Magicaemy.

 

"Evitate le persone che trovano un problema per ogni soluzione"

 

Se l'era scelto.
Tra tanti, lui solo aveva catturato la sua attenzione.
Gli occhi di ghiaccio.
Il ghigno strafottente che avrebbe volentieri cancellato con un pugno al primo sguardo.
I tatuaggi che gli marchiavano il corpo indelebili.
Tutto gli provocava desiderio nei suoi confronti.
Semplice desiderio.
Così lo aveva chiamato, sminuito con irruenza nella sua mente, per non dargli più importanza di quello che era davvero per lui, quel loro primo bacio.
Il retro bottega di uno squallido bar era stato il testimone di quell'attimo rubato al tempo con foga.
Non era stato romantico.
Ma era stato vero e significativo per entrambi, molto più di quanto volessero.
Un primo, fugace bacio che si era e trasformata nella loro prima volta.
Desiderio carnale.
Puro, selvaggio, solamente loro.
Peccato che ci fossero state altre volte.
Come una malsana abitudine, un errore intrinseco nel loro vizio di ritrovarsi ogni sera in quel bar, poi a casa di uno dei due, a cercarsi a vicenda.
E ora stavano insieme.
Kidd non poteva continuare a fingere al suo ragazzo, e soprattutto non poteva mentire a sé stesso.
C'era qualcosa di più del semplice desiderio.
Qualcosa che andava oltre.
Era quel qualcosa che gli faceva preparare il caffè per Law la mattina, prima che si svegliasse, nonostante il rosso ne detestasse perfino l'odore. Anche la domenica.
Quel qualcosa che lo faceva stare sveglio la sera, fino a che non sentiva il respiro regolare di Law affianco al suo, e solo allora si addormentava sereno.
Quel qualcosa che li aveva portati a vivere assieme, l'uno affianco all'altro, in un muto patto di affetto, conforto e la consapevolezza di essere indispensabili l'uno per l'altro.
Probabilmente, quello che li legava era amore.
Ovviamente un tipo come Eustass Kidd non l'avrebbe mai ammesso, nè in pubblico nè tanto meno con quell'idiota del suo ragazzo.
Il suo mastodontico orgoglio glielo impediva categoricamente.
Eppure una parte di sè ne era consapevole: lo amava, e tanto anche.
Doveva conviverci, accettarlo, ma c'erano cose, oltre il loro... rapporto, che non avrebbe mai capito.
Per esempio, non capiva come facesse a sopportarlo in certe situazioni.
"Eustass~ya, piove."
Kidd alzò lo sguardo dalla sua rivista di meccanica per incrociare lo sguardo con quello di Law.
Lo trovò assorto, seduto al tavolo del salotto con il mento appoggiato su una mano, mentre guardava fuori dalla finestra.
Fuori il cielo era grigio, le gocce di pioggia si infrangevano sui vetri con un ticchettio continuo, mentre il vento soffiava portando odore d' autunno.
"Lo vedo" disse il rosso, scocciato, mentre tornava ad occuparsi della sua lettura.
"Tra un po’ dobbiamo andare."
"Lo so".
"Dovevamo andare a piedi fino alla chiesa, Eustass~ya. Non possiamo andare al matrimonio con le scarpe sporche di fango. E dato che non credo che l'edificio si sposterà da solo per te, trova una soluzione." Sbuffò Law con un tono che sottolineava l'ovvietà del problema.
Le parole arrivarono alle orecchie del rosso provocandogli un fastidio che gli fece ancora una volta distogliere la sua attenzione dai suoi affari.
A lui di sporcarsi le scarpe non fregava niente, se quel dottorino aveva queste pare mentali, non era affar suo.
Eppure, aveva imparato che quando quello si metteva in testa qualcosa era difficile dissuaderlo. Quindi se aveva deciso di non andare a piedi, non sarebbero andati a piedi.
"Possiamo andare in macchina, genio."
Odiava quando Law lo trattava come se fosse scemo. Non aveva una fottuta laurea in chirurgia, ma il suo cervello funzionava benissimo uguale, grazie tante!
Law intanto si era alzato, e ora sedeva accanto a Kidd, pigramente sdraiato sul divano.
"Oh, povero Eustass~ya. Povero, piccolo, ingenuo Eustass~ya."
Gli passò una mano tra i capelli, con una finta smorfia di compatimento stampata in viso.
Ecco, appunto.
"Sta venendo giù il diluvio universale, non si vede niente, e se credi di essere capace di guidare, senza perderti o fare incidenti, credo che tu ti sia sopravvalutato Eustass~ya" ignorò l'occhiata furente del rosso ed evitò con noncuranza il pugno che ne seguí. "Tra l'altro non troveremmo nemmeno parcheggio. Andremo in taxi."
Detto ciò tornò alla sua postazione con uno stupido, a detta di Eustass, sorrisetto del cazzo a increspargli le labbra.
Era ovvio che il bastardo aveva già premeditato tutto dal preciso istante in cui si era accorto della pioggia.
Solo si divertiva un mondo a vedere come il povero Kidd cercasse inutilmente di tenergli testa.
O quanto meno cercasse di mettere in piedi una discussione decente, con una minima chance di vittoria.
"Trafalgar. Fottiti."
Quasi non finí la frase che il cordless gli arrivò dritto in faccia.
"TRAFALGAR!"
"Si?"
"Si può sapere che cazzo fai?! Se non sai dove mettere il telefono puoi benissimo infilartelo nel..."
"Eustass~ya, devi chiamare il taxi." Lo interruppe tranquillamente il moro, "e vedi di essere educato."
Educato?! Lui?!
Da che pulpito! Quell'idiota per poco non gli rompeva il naso e ora pretendeva la sua educazione inesistente per chiamare uno stupido taxi! Eh, come no.
Gli avrebbe ritirato in faccia il telefono, e glielo avrebbe anche infilato nelle sue sode chiappe!
Deficiente!
Il rosso si alzò con la precisa intenzione di fare ciò, e si piazzò davanti a Law che lo guardava a metà tra il curioso e lo strafottente.
Poi però l' espressione del moro cambiò.
Si fece più stanca, spossata, e chiuse gli occhi prendendo un profondo respiro, come se stesse per compiere un grosso sforzo.
"Kidd, chiama quel taxi, per favore"
...
Eccole, le parole magiche.
Kidd. Per favore.
Ma che bastardo.
L'aveva chiamato per nome, e lo aveva praticamente... supplicato? Nelle orecchie di Eustass il "per favore" era una supplica, la parola educazione non era contemplata.
Kidd corrugò la fronte, ringhiò e per buona misura diede un forte spintone al chirurgo, prima di girarsi e comporre quello stupido numero al telefono.
Sempre cosí.
Law lo conosceva bene e sapeva quali tasti toccare per fargli fare quello che voleva, sempre.
Sfruttava un pò l'amore palese del rosso nei suoi confronti, si poteva dire.
Era decisamente divertente.
Era ovvio però, che Trafalgar mai lo avrebbe costretto a fare cose che lo avrebbero messo nell'imbarazzo io in difficoltà.
Gli voleva bene.
Lo amava.
Lo amava tutto.
I capelli, il profumo, gli occhi, la voce, i suoi strani modi di vestire, i suoi comportamenti che aveva imparato a decifrare scoprendo lati dolci anche dietro quell' ammasso di muscoli.
Law, ancora rovesciato a terra con gli occhi fissi sul soffitto, sorrise.

~~~~~~

Erano le cinque e un quarto.
Tra quarantacinque minuti iniziava il matrimonio, e loro erano nel taxi al riparo dalla pioggia che imperterrita cadeva da quasi un'ora.
Trafalgar Law posò lo sguardo sul suo ragazzo.
Poteva scorgerne solo la nuca infuocata, dato che Eustass guardava fuori dal finestrino.
Si concentrò sugli abiti, e non poté nascondere un sorriso d'apprezzamento.
Era splendido.
Semplicemente.
La giacca nera appoggiata sulle spalle, un solo braccio infilato nella manica.
Era una strana abitudine del rosso, indossare cosí le giacche e i giubbotti.
La camicia rossa come i suoi capelli fasciava perfettamente i suoi pettorali e il suo addome, lasciando intravedere qualche muscolo scolpito.
Per un attimo Law pensò di mandare a quel paese Sabo e Koala e tornare a casa solo per passare le mani su quei muscoli, una volta nudi e sopra di lui.
Spostò lo sguardo sul collo ma stavolta il suo naso si arriciò in un gesto di disgusto.
La cravatta.
Dio santo, che orrore.
Era una cravatta color avorio a strisce rosse che gli aveva regalato quello scemo di Killer, esperto quanto Eustass di capi di alta moda.
Ciò meno di zero.
È vero, era stato lui a insistere per fargliela indossare.
Ma quello schifo non si poteva guardare.
A un matrimonio poi, men che meno.
"Eustass~ya, levati quella cosa."
Kidd si voltò e fissò lo sguardo negli occhi glaciali e carichi di ribrezzo di Law.
"Ma perchè? È elegante!"
"Si, quasi quanto la tua pelliccia! Avanti è inguardabile."
"La mia pelliccia è, se non lo sapessi, invidiata da tutti. E poi Sabo approva la cravatta, quindi se lui che è lo sposo non ha niente da ridire, la tua opinione non conta proprio un cazzo!" ringhiò, per poi voltarsi con ostinazione verso il finestrino.
Law ridacchiò, più che altro per le assurdità che uscivano dalla bocca del rosso, e poggiò la guancia sulla spalla di Kidd.
Lo sentí irrigidirsi, ma poi, dopo uno sbuffo e qualche insulto a mezza bocca, gli passò un braccio intorno alla vita tirandolo più a sè.
Eustass guardò il viso rilassato del moro e si senti invadere da un senso di pace, cammufato col suo solito broncio scocciato, mentre appoggiava la guancia sulla testa di Law.
Forse poteva anche sopportarlo, qual dottorino.
Se stava zitto.
E se qualcuno in quel momento, tipo l'autista, avesse osato dire o anche solo pensare qualcosa di sdolcinato, Eustass l'avrebbe capito e lo avrebbe scaraventato, con educazione, fuori dall'auto in corsa.

 

Note dell’autrice:

Salve gente! Spero che questa one shot incentrata su questi due vi sia piaciuta!
Effettivamente è proprio così che vedo il loro rapporto! Law detiene il potere e Kid è leggermente succube dei suoi capricci del suo volere.
Poco importa che sotto le coperte sia tutta un’altra storia u.u
Dedicata a Magicaemy, guru di questa coppia fantastica!
Pareri, consigli e critiche sono graditi!
Fenicerossa.

  
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