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Autore: Lisaralin    28/01/2015    2 recensioni
"In my thoughts and in my dreams
They're always in my mind
These songs of hobbits, dwarves and men
And elves come close your eyes
You can see them too."

(The Bard's Song, Blind Guardian)
Raccolta di flashfic sui personaggi della saga. Nel segno del caso.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Personaggio: Korgan Bloodaxe
Genere: Introspettivo, Drammatico
Rating: giallo tendente all'arancione
Avvertimenti: presenza di spoiler per chi non ha giocato il nuovo personaggio di BG2:EE. Korgan è una persona orribile, soprattutto per come tratta le donne, ma scrivendo questa cosa in fondo un pochino mi sono affezionata a lui.




“Se guardi troppo a lungo nell’abisso, l’abisso guarda dentro di te.”
(Friedrich Nietzsche)



Gli occhi dell’abisso
 
Per essere carina, la nuova arrivata è carina. Certo, le manca la barba ed è un filo troppo alta e longilinea, ma Korgan si vanta di essere un nano moderno, che ha imparato a non farsi scoraggiare dalle differenze razziali. Decenni di avventure in giro per l’Amn, spesso senza intravedere l’ombra di una donna per mesi, gli hanno fatto rivalutare persino le esili elfe dalla pelle di porcellana e le labbra a bocciolo di rosa.
Il problema di questa Hexxat è che… come dire, sembra morta? Korgan è pronto a giurare di aver visto ghoul con più vitalità. Lo sguardo di Hexxat è costantemente assente, perso nel vuoto, e la ladra non spiccica mai parola se non per ripetere la solita, logora cantilena: “Portatemi alla tomba di Dragomir.” Il tono di voce di un golem d’argilla sarebbe più espressivo.
La ragazza non ha reagito nemmeno quando Korgan le ha assestato una sonora pacca sul fondoschiena, approfittando del buio sulle scale del Diadema di Rame. Né urla di protesta né manifestazioni di apprezzamento, niente di niente. Korgan ha anche pensato che sarebbe stato assurdamente facile introdursi in camera sua per divertirsi un po’, ma alla fine ha deciso che non ne valeva la pena. Che gusto c’è se non strillano e si dimenano neanche un po’?
A colazione nella sala comune hanno parlato a lungo di lei. La stupida avariel sostiene che sia stata vittima di qualche abuso, mentre secondo Valygar si tratta sicuramente di un maleficio, ennesima prova delle nefandezze dei “maghi oscuri”. Neera teme che possa essere finita tra le grinfie di uno di quei pazzoidi del Thay che si divertono tanto a praticare la vivisezione sugli essere umani.
Anche a Korgan viene chiesto un parere. Il nano tace, prende tempo trangugiando lentamente il primo boccale di birra del mattino.
A dire la verità, lo sguardo vuoto di Hexxat gli riporta alla mente qualcosa.
Sigrid era una nana di appena pochi decenni quando le guerre tra i clan erano iniziate. Troppo innocente e inesperta del mondo per capire davvero cosa stesse succedendo, e perché. Nani che ammazzano altri nani, fratelli che si pugnalano alle spalle, fiumi di sangue versati per una sciocchezza come tre gallerie e qualche filone d’oro semiesaurito.
Anche Korgan era giovane all’epoca, e tutta quella violenza gli sembrava assurda, folle, insensata. Ma in fondo al suo cuore già pulsava l’indole del guerriero, e quando suo padre lo aveva strappato a forza dal corpo ormai rigido della mamma aveva capito. Aveva urlato, scalciato e tirato la barba del padre fino a fargli sanguinare le guance, ma aveva capito. Aveva accettato la necessità di fuggire.
Sua sorella no. Sigrid era rimasta a fissare la madre, immobile come se le avessero scagliato un incantesimo di Carne in Pietra, con lo stesso sguardo vuoto e privo di vita di Hexxat. Non c’era stato verso di smuoverla da lì.
Suo padre era ferito, e non poteva caricarseli sulle spalle tutti e due. Aveva scelto il figlio maggiore, il più forte, quello che aveva più possibilità di sopravvivere alla vita di stenti che li attendeva. Sigrid probabilmente sarebbe morta comunque. L’ultima immagine che Korgan ha di sua sorella è di lei in piedi al centro della galleria, le braccia inerti lungo i fianchi, le urla e il fragore del combattimento che si avvicinano come nubi di tempesta.
E il suo sguardo vuoto, perso nei meandri di chissà quale abisso.
Non l’ha più rivista.
Il Figlio di Bhaal decide che andranno alla tomba di Dragomir quel giorno stesso, per cercare di fare luce sul mistero di Hexxat. Korgan abbandona il tavolo tra una decina di imprecazioni, sferrando un calcio a una sedia. Certo, quando era lui a insistere per infiltrarsi nella cripta e recuperare il libro per Pimlico gli hanno consigliato tutti di non essere precipitoso, di aspettare. Troppo rischioso, dicevano! Ora invece tutti pronti a gettarsi tra le fauci dei ghoul per aiutare una povera fanciulla demente!
Sulle scale si imbatte proprio nella fanciulla in questione. C’è un tizio alle sue spalle, seminascosto nella penombra. Un ceffo smilzo pieno di pugnali che ha tutta l’aria di essere un Ladro Tenebroso. Lo sconosciuto si avvicina a Hexxat e le sussurra qualcosa all’orecchio, mentre le sue labbra sottili si piegano in un sorriso lascivo. Intanto le sue mani partono all’ardita esplorazione delle meraviglie del corpo della ragazza.
Korgan neanche rallenta l’andatura. Mentre passa accanto ai due sferra dritto nello stomaco dell’uomo uno di quei poderosi destri nanici di cui non ci si dimentica facilmente, che lo fa schizzare via mugolando come una fanciullina. Superando Hexxat la degna appena di uno sguardo.
Per un attimo gli sembra che la ragazza gli abbia sorriso, ma probabilmente è solo l’ennesimo scherzo della birra e dell’illuminazione scadente del Diadema di Rame.

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Note: la sorella di Korgan è di mia invenzione, ma la storia della guerra tra i clan, compresa la scena del padre che strappa il piccolo Korgan dal corpo della madre, viene raccontata da Korgan in uno dei suoi dialoghi con Mazzy. Se poi sia vera o no, questo solo Korgan lo sa.
Ovviamente la Hexxat di cui si parla qui in realtà è Clara, ma i nostri eroi scopriranno la sua vera identità soltanto in seguito, una volta liberata la vera Hexxat dalla tomba di Dragomir.
  
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