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Autore: Debby_Gatta_The_Best    28/01/2015    4 recensioni
[Five Nights at Freddy's]
Chi mai vorrebbe lavorare in una pizzeria piena di robottacci assassini dove ti pagano due dollari l'ora? Solo un barbone come Mike...
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mike era in fila da quelle che parevano ore per entrare in una catapecchia con sopra scritto “ufficio di collocamento”, un nome che era già brutto di per sé, pensò il ragazzotto. Il problema principale sorgeva dal fatto che la fila sarà stata sì e no lunga un chilometro, decise lui affidandosi al suo spiccato intuito, e si dava il fatto che essendo così lunga metà si trovava all'aperto. Lui ovviamente faceva parte di quella frazione, e se stare all'aperto era un patimento, starlo da fermi era peggio. Iniziò involontariamente a battere i denti, suscitando la pigra attenzione degli altri disoccupati che si voltarono verso di lui per qualche secondo, per poi dimenticarlo come se non fosse mai esistito. Il giovane si agitava sul posto, tremando per il gelo che aleggiava nell'aria, ma anche perché la vescica aveva iniziato a lamentarsi. Era dalla sera prima che non trovava un bagno pubblico – sarebbe andato bene anche un gabinetto a cabina, quelli sporchi e dall'aria intrisa di gas concentrato probabilmente mortale – e ora accusava di essersi messo in fila senza prima rispondere ai richiami della natura. La fila procedeva alla velocità di un bradipo assonnato e i tipi alle accettazioni erano ancora più addormentati. Era domenica, e nonostante tutto l'ufficio era aperto e loro, che avrebbero preferito restarsene a dormire, erano dovuti andare a lavoro lo stesso ma si erano scordati a casa la voglia.

Passò mezz'ora. Le nuvole iniziarono a produrre suoni sospetti e dopo poco il cielo cambiò colore da grigio a nero. Meno di due minuti, e una tempesta che avrebbe potuto fare invidia al Diluvio Universale si abbatté sulla città. Molti dei presenti in fila ancora all'aperto scapparono, rifugiandosi sotto ombrelli malconci o fogli di giornale, ma dal momento che Mike non aveva dove andare passò avanti a quei gentili che gli avevano lasciato il posto, e ben presto si ritrovò all'interno della struttura. Entrando, si accorse di gocciolare talmente tanto che ai suoi piedi iniziò a formarsi una pozza d'acqua gigante. Lui non ci badò, e subito si spostò dietro all'ultimo in fila. Ben presto il riscaldamento del posto asciugò completamente i vestiti di Mike, e questo iniziò ad avvertire una strana sensazione. Le maniche parevano premere con più forza i polsi, il colletto lo stava quasi stritolando, e sentiva i pantaloni restringersi.

Dannata lana!”

Si ritrovò in poco tempo con una maglietta a mezze maniche che lasciava scoperto l'ombelico (senza avere niente di sexy però) e un paio di pantaloncini estivi. Davanti a lui c'erano ancora due persone. La prima, un uomo grosso quanto un armadio, con dei baffi arricciolati e dei capelli neri e pettinati all'indietro, intento a discutere con l'addetta allo sportello, e una vecchina talmente vizza e vecchia e lenta che a parer di Mike la morte l'avrebbe potuta cogliere ancor prima che arrivasse il suo turno. Poi una domanda sorse nella mente dell'ex-ricco: Cosa ci faceva una vecchina in quel posto? Aveva l'età da pensione, non da disoccupata.

«Mi scusi, signora»

Chiamò Mike con il tono più cordiale che riuscì a gracchiare, raggelato e stressato com'era. La vecchia si voltò, tendendo l'orecchio:

«Come hai detto, caro?»

Mike scosse il capo e lasciò perdere. In fondo non era mai tardi per cominciare a lavorare. Ma poi un dubbio lo colse: e se quella donna aveva iniziato a cercare lavoro alla sua età ma imbranata com'era era sempre stata licenziata come era successo a lui per il momento? E se stava cercando lavoro da sessant'anni? E se anche lui si fosse finito in quello stato, vecchio e rugoso e senza un soldo? Il terrore lo colse, e l'immagine di lui stesso da anziano che spargeva briciole di pane ai piccioni lo fece rabbrividire. Sentì i pantaloni inumidirsi, e si ricordò di scatto che doveva andare in bagno. Prima di pisciarsi completamente addosso, pensò in fretta. Il tizio alto alto e grosso grosso stava salutando la tipa allo sportello, quindi ora toccava a quella vecchina innocua. Abbozzò un sorriso, felice dell'idea che se quella piccoletta vizza era sorda come aveva dato prova di essere aveva altri dieci minuti buoni prima che toccasse a lui. Quindi poggiò a terra il suo zainetto bucato, dove teneva un portafogli vecchio e lacerato che a sua volta conteneva due spiccioli e il resto del panino che aveva mangiato a colazione, con l'intento di prendere posto (le venti persone dietro di lui non si sarebbero fatte scrupoli a passargli avanti), e corse verso i bagni il più rapidamente possibile. Si svuotò la vescica, appena prima di inondare i pantaloncini già stretti, poi approfittò dei servizi igenici per darsi una sciacquata alla faccia e sotto le braccia, prima di ricordarsi che aveva passato mezz'ora sotto un terribile temporale non molto tempo prima. Sentendosi un idiota, fece finta di nulla e uscì dal bagno... e la vecchina non c'era più. E neanche il suo zaino. In compenso erano arrivate altre dieci persone. Avrebbe voluto ruggire, ma l'avrebbero subito buttato fuori quindi si limitò a rimettersi in fila osservando i suoi predecessori con sguardo assassino.

Un'ora e mezza dopo precisa, Mike riuscì finalmente ad affacciarsi allo sportello. Aprì bocca come per dire qualcosa ma la tipa lo bloccò:

«Sono mortificata ma siamo già in ritardo e dobbiamo chiudere. Torni domani mattina»

Concluse spegnendo le luci e cacciando lo sventurato fuori dall'ufficio. Adesso Mike non solo aveva sprecato una giornata che avrebbe potuto fruttare tanti spicciolini sonanti ai lati delle strade, ma aveva perso anche il suo zaino e la sua cena. Si sedette sconsolato su una panchina a fianco dell'Ufficio, mentre attorno a lui calavano le tenebre e la pioggia ricominciava a cadere.

Dormì su quel letto di legno tutt'altro che comodo, agitandosi per tutta la notte, e risvegliandosi con un brutto raffreddore. Il mattino dopo, trattandosi di lunedì, il traffico risultò intenso e attraversare la strada fu un'impresa, ma lui comunque ce la fece. Camminò lungo il marciapiede dirigendosi dal giornalaio, che, sapeva, gli avrebbe regalato il giornale del giorno prima per farsi un altro cappello. Avanzava a testa bassa, rimuginando su tutto quello che aveva sbagliato nei suoi lavori, e ben presto si ritrovò al tabacchino dove lavorava il suo amico. Appena giunto vide infatti un ragazzo grassoccio infilarsi dentro il negozio con un pacco di giornali freschi freschi appena arrivati e riuscire con un carico di giornali del giorno precedente da portare a riciclare. Mike lo fermò appena in tempo, prima che lui li gettasse tutti nel camioncino che attendeva su un lato della strada:

«Fritz, mi dai un giornale?»

Una faccia occhialuta si affacciò dalla pila di giornali.

«Certo Mike!»

E gli lanciò il pezzo di carta in cima all'ammasso. Lui l'afferrò prima che volasse via. Fritz sistemò i giornali nel furgoncino e fece cenno al guidatore di poter partire. Poi si diresse da Mike:

«Ancora nulla?»

«Nulla»

«Pensavo fossi andato all'Ufficio»

«Sì, ci sono andato, ma nulla»

Tagliò corto lui irritato. Non sarebbe tornato lì per nulla al mondo, avrebbe preferito tornare dai suoi a chiedere scusa.

Mike sfogliò velocemente le notizie, poi passò agli annunci di lavoro. Tutte cose di alto rango dove non sarebbe mai stato accettato.

«Senti Mike, forse posso chiedere al capo se ti fa lavorare qui»

Pensò di incoraggiarlo l'amico, ma Mike, stucco com'era, non se la sentiva di passare il resto della vita a fare l'aiutante di un giornalaio. Fritz, interpretando la sua espressione, fece spallucce e entrarono insieme nel tabacchino. Il capo – lo zio di Fritz – era intento a servire un cliente, e i ragazzi si sedettero ad un tavolino per cercare insieme annunci validi.

«Cos'è questa? La Pizzeria dove lavorò mio cugino...!»

Esclamò Mike puntando il dito verso un annuncio in fondo alla pagina. C'era allegata una foto in bianco e nero che mostrava un essere obrobrioso con in mano un microfono.

Fritz impallidì:

«Quel luogo malefico è ancora in piedi? Pensavo fosse chiuso!»

Mike lo guardò perplesso:

«Perché ti preoccupa così tanto? Ci sei andato a mangiare per caso?»

«Io... io ci ho lavorato... per una notte!»

Guaì, come un cagnolino spaventato, cercando di infilare la testa nella maglia per scomparire alla vista dell'annuncio diabolico.

Mike lo guardò storto, conscio della codardia dell'amico ma sorpreso dall'esagerazione dell'atto.

«Be', Jeremy ci ha lavorato per sei mesi. Ed è ancora vivo e vegeto, anzi...! È proprio uscendo di lì che è diventato ricco e famoso!»

Un lampo di genio attraversò gli occhi blu del giovane: quel posto doveva sicuramente portare una grandissima fortuna, e lui sarebbe tornato ad essere ricco come un tempo! Solo che... perché con Fritz non aveva funzionato? Be', lui ci aveva passato solo una notte, invece il cugino sei mesi....

«Aspetta. Come solo una notte? Pensavo ti assumessero come pizzaiolo o, che ne so, come cameriere!»

Fritz, più bianco di un lenzuolo, gemette:

«Lo pensavo anch'io...»

E ammutolì, senza apparire minimamente intenzionato a continuare a parlare dell'argomento.

Mike rilesse più e più volte. La paga sarebbe stata di due dollari l'ora

Parecchio!”

Pensò, non essendo mai stato un gran ché in matematica (i conti glieli aveva sempre fatti il maggiordomo), e essendo all'oscuro che quella era la paga minima di quegli anni. Poi fissò la frase: “ricercata guardia notturna DISPERATAMENTE” quel “DISPERATAMENTE” faceva intendere che non sarebbe stato licenziato tanto facilmente. Bene. Ma... guardia per cosa? Per le pizze? Questo proprio non lo capiva, e dal momento che Fritz pareva sul punto di svenire non glielo chiese.

Forse aveva trovato un lavoro.




Commento

E rieccomi con il secondo capitolo! Purtroppo penso che questo sia venuto un po' meno divertente del precedente, ma ho messo molto impegno per renderlo comunque buffo. Sia aggiunge il terzo personaggio giocabile di Fnaf, Fritz, anche se avrà solo un ruolo di spalla... o forse no? Non si può mai sapere in una fiction tanto bizzarra...

Spero di poter postare velocemente, arrivederci!

  
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