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Autore: MissDeppDixon    28/01/2015    1 recensioni
Liverpool 1957
John Lennon, un ragazzo di 17 anni e Paul McCartney di 15 si incontrano per caso durante una calda serata, John con il suo fare da "falso galante" ha fatto sorridere per la prima volta dopo tanto tempo Paul, e quel giorno non sarà dimenticato da nessuno dei due
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: George Harrison, John Lennon, Nuovo personaggio, Paul McCartney, Ringo Starr
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Two of us

capitolo 3

I due grandi occhi che la sera prima avevano fatto visita nei suoi sogni adesso fissavano John con un misto di paura e, si, proprio di gioia.

-John vado a cercare altra gente, ci vediamo-lui non lo sentì, il suo cuore martellava nel petto, non riusciva a crederci. Allora non era un sogno, lui...esisteva davvero

-Ciao-disse John guardandolo, ma a quanto pareva il pavimento era molto più interessante per Paul, dato che aveva gli occhi fissati su di esso

-Ciao-rispose con una vocina debole. Entrambi rimasero in silenzio, John non avrebbe mai immaginato di incontrarlo lì, non pensava che potesse essere amico di Ringo. Con la coda dell'occhio lo squadrò da capo a piedi, era molto carino vestito in quel modo, una camicia a quadri e un jeans semplice. Cazzo. Doveva prendersi un appunto, scordarsi di quel dannato ragazzo, ogni volta che stava vicino a lui la sua mente iniziava ad annebbiarsi e il suo cuore a correre.

-Cosa guardi?-chiese Paul, distraendo John dai suoi pensieri. Lui distolse lo sguardo e cercò di spiegare nei migliori dei modi

-Stavo guardando..emh...la chitarra che hai dietro, anche a te Ringo l'ha fatta portare?-

-Si, vedo che anche a te non manca-rispose il più piccolo sorridendo-Ringo mi ha pregato di portarla, poverino, anche lui vorrebbe imparare a suonare qualcosa. Ma con la chitarra non è per niente portato-a quelle parole a John gli si accese la lampadina

-Senti, conosci George Harrison?-

-Certo, un bravissimo chitarrista eh?-come mai tutti lo conoscevano tranne lui?

-Perfetto, gli è venuto in mente di regalare a Ringo una batteria, che ne dici? In tre possiamo farcela-

-Si ma...i miei genitori hanno una batteria che non usano più, se insieme la portiamo ad aggiustare potremmo regalargliela non credi?-

-Certo, grazie mille Paul-ebbe l'impulso di abbracciarlo, ma notò che stava tremando e non voleva che lui se ne accorgesse, così rimase fermo al suo posto. Invece l'amico gli mostrò un sorriso a trentadue denti che fece salire, come al solito, i brividi dietro la schiena di John.

Vedono avvicinarsi George e gli parlano dell'idea che ha avuto Paul, lui era contentissimo, ma i suoi occhi non trasmettevano la felicità del sorriso che mostrò ai due ragazzi

-Non sei contento George?-chiese Paul avvicinandosi

-Si, però credo che Ringo si meriti comunque qualcosa oggi, non credete?-

-Bhe, ha avuto la sua chitarra-rispose John alzando le spalle. Paul lo guardò con la faccia da “era una battuta?” e John arrossì e guardò il pavimento

-Vuoi due sapete suonare bene la chitarra giusto?-i due annuirono

-Perchè non saliamo sul palco e gli suoniamo “Twenty Flight Rock”?-John si girò verso Paul, lui guardava fisso negli occhi di Gerge

-Io..io...non sono mai salito su un palco-

-Paul, qua nessuno è mai salito su un palco-

-Si ma, voi siete più bravi, ve ne fregate della gente, io invece me ne vergogno-John lo guardava quasi con tenerezza, anche lui non aveva tanta voglia di salire sul palco, ma se lo doveva fare per un amico allora andava bene, dato che quella volta doveva farlo per due amici.

-Dai Paul, la sai suonare benissimo me l'hai fatta sentire, e poi hai una fantastica voce, lo sai-Paul si dondolava sui talloni e fissava il pavimento. John gli mise una mano sulla spalla

-Se vuoi, ti aiuto io a cantare-Paul alzò lo sguardo e gli sorrise, la mano di John tremò e la tolse subito dalla spalla del ragazzo

-Avanti allora andiamo, parli tu John?-

-Emh...-lanciò un occhiata fugace a Paul e sorrise-si, lo faccio io-

Salirono insieme sul palco e si misero in posizione, il cuore di John era carico di adrenalina e, guardando gli altri due, capì che provavano le sue stesse emozioni

-Salve a tutti gente! Non credete che siamo cantanti famosi, solo tre ragazzini che hanno voglia di farvi divertire.-molta gente rise, era un buon segno.

-Adesso vi suoneremo una canzone di Eddie Cochran e la dedichiamo ad un nostro grande amico. Qualcuno conosce Richard Starkey? Nessuno?-

Una voce dalla folla si alzò “sono io! Avanti, so che mi conoscete!

-Perfetto-disse John ridendo-pronti? One..two..three-

Le chitarre partirono all'unisono, John e Paul avevano un unico micorfono e questo li portava a stare molto vicini. Per nessuno dei due era un problema, fino a quando non iniziarono a cantare. La voce di Paul era così dolce e soave, i brividi non la smettevano di salire e far tremare John. Poi Paul, arrivati al ritornello, lo guardò negli occhi; e lì il cervello di John chiuse bottega. Sentiva qualcosa di caldo salirgli da sotto i piedi fino alle punte dei capelli. Non era adrenalina, lui si sentiva stranamente a suo agio anche con un mucchio di gente che li guardava. In quel momento John si dimenticò di tutto, c'era solo Paul, c'erano solo i suoi due occhi color nocciola che, sotto i riflettori, accennavano ad un verde molto chiaro. La voce gli usciva automaticamente, ma il cuore batteva più che mai; cosa gli prendeva?Doveva distogliere lo sguardo, così penseranno sia troppo interessato. Paul sembrava avesse i suoi stessi pensieri, una gamba di uno sfiorava quella del compagno, e ad ogni tocco Paul aveva un sussulto. Il suo viso era rosso e John avrebbe così tanto voluto alzarsi, togliergli la chitarra di mano e abbracciarlo, stringerlo tra le sue braccia e magari sussurrargli parole dolci...John cosa cazzo pensi?! Ormai non sapeva nemmeno a che punto erano arrivati con la canzone, vedeva le labbra di Paul muoversi e capì che stavano ancora cantando. Passò un lasso di tempo pari a un minuto prima che Paul facesse qualcosa che John non si aspettava. Sorrise. Era in trance, quel maledetto sorriso dolce e innocente, non sapeva come comportarsi, ma, guardando Paul abbassare lo sguardo arrossendo ancora di più capì che aveva ricambiato il sorriso. La canzone era quasi finita e lui cercava il suo sguardo, poteva sembrare anche stupido ma non se ne fregava nulla, voleva di nuovo immergersi in quegl'occhi meravigliosi. Più volte fù tentato dall'allontanare la mano dalla chitarra e alzare il mento di Paul, così da costringerlo a guardarlo, ma non poteva farlo. Aveva bisogno disperatamente del suo sguardo ma Paul guardava la chitarra; riuscì a notare le sue guancie rosso fuoco...forse lo stava mettendo in imbarazzo, che stupido che era, fantasticare in quel modo come una femminuccia.Continuò a cantare cercando di tenere lo sguardo sulla sua chitarra, anche se gli occhi scappavano sul viso del più piccolo, intento ancora a guardare la propria di chitarra.

Due minuti prima che la canzone finisse però, Paul finalmente alzò lo sguardo rimanendo con la testa bassa e facendo impazzire John, doveva calmarsi e ragionare, non ce lo aveva più un cervello? Rimase a bocca aperta come un ebete, facendo ridere di gusto Paul e poi sorrise. Gli applausi li riportarono alla realtà. John guardò il pubblico come se non sapesse nemmeno che ci facesse lì giù ad applaudirli, come se la colpa di aver interrotto quel meraviglioso momento fosse della gente che li guardava sorridendo. Si girò verso George che li guardava battendo le mani e poi volse lo sguardo a Paul che sorrideva al pubblico e lo ringraziava. Da quel momento John capì che non poteva più cantare senza Paul di fronte a lui, voleva riprovare quelle emozioni e sapeva che solo con lui potevano accadere, ma forse...non era l'unico modo per provarle.

Scesero dal palco e George corse dalla sua ragazza che lo stava aspettando, Ringo si presentò con gli occhi lucidi di emozione

-Ragazzi grazie mille! Siete stati fantastici-disse abbracciando prima John e poi Paul.

-Ci vediamo fuori, grazie ancora-

Nessuno dei due però riuscì a parlare, erano rimasti soli...

Appena posarono gli strumenti le loro mani entrarono in contatto e si guardarono. Le emozioni iniziarono a ritornare, quella sensazione calda cominciava a salire e ad espandersi per tutto il corpo di John. Erano soli e lui finalmente poteva fare quello che aveva desiderato ardentemente sul palco. Non voleva sciupare il momento, ma sapeva che il più piccolo aveva bisogno di conforto, era così dolce con quello sguardo perso e spaventato, non si rendeva ancora conto di aver cantato davanti a cinquecento persone o forse di più. John si avvicinò a lui

-Paul...-iniziò, ma qualcuno lo tolse dal suo campo visivo, e al suo posto apparve una chioma bionda

-John! Sei stato magnifico! Oh John, hai una voce stupenda!-Heather era sbucata dal nulla e lo aveva assalito abbracciandolo e lasciandogli un bacio sulla guancia.

-Mi sono commosa!-continuava lei stringendolo a sé, John guardò Paul: era in un angolo, di spalle, intento a mettere a posto la sua chitarra; una lacrima si posò sulla sua mano mentre chiudeva la custodia; se la mise in spalla e se ne andò, ma prima di uscire da dietro il palco gli lasciò un piccolo sguardo.

Quel ragazzo aveva provato troppe emozioni in poco tempo, l'adrenalina, la paura e l'ansia per quello che aveva fatto, lo shock che aveva avuto guardando la ragazza bionda abbracciarlo, mentre invece poco prima stava per succedere tra loro due

-Sei stato un sogno-sussurrò Heather all'orecchio di John vedendolo distratto

Sarà stato anche un sogno per Heather, ma lui aveva appena perso il suo.

 

 

Spazio autrice____
Salve, ecco il mio terzo schifo...emh, volevo dire capitolo D:

Allora, finisce un po' maluccio, ma almeno hanno suonato insieme e forza hanno capito che si amano ahaha, forse, o magari no?
Bhe, per il quarto capitolo credo aspetterete molto, voglio svilupparlo bene, sarà molto importante :D
Alla prossima allora :)
Cristina

 

  
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