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Autore: hikarisan    28/01/2015    1 recensioni
“Cosa non hai capito del fatto che anche tu sei una diva di Hollywood?”
“Io sono una che per pura BOTTA DI CULO si è ritrovata in un mondo che non era il suo, ed ora tutti hanno aspettative su di me che io non riuscirò a mantenere!”
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Jared l’aveva obbligata a mettere un vestito nero monospalla, corto, molto aderente, ed un paio di tacchi vertiginosi dello stesso colore. Era passato a prenderla verso mezzanotte, sarebbero stati un’oretta nel privè con Shannon ed Antoine, e poi avrebbe assistito allo spettacolo da lì. Trovarono Antoine già bello alticcio, mentre il batterista stava bevendo un sorso di caffè per svegliarsi del tutto.
 
“Oh, Ila, ma mi stai diventando sempre più bella. Lo vuoi un bel fidanzato?”
“Non vorrei spezzare i cuori che battono per te.”
“… Inoltre, non vuole dj ubriachi!”
 
Jared lo spintonò scherzosamente, ed Antoine cadde sul divanetto dietro di lui in preda alle risate.
 
“Me lo sono giocato prima di cominciare.”
“Tu a quante birre stai?”
“Due.”
“Bene.”
 
Sapevano tutti i guai che il batterista aveva passato a causa dell’alcool, anche se ormai sembrava essere acqua passata, ma Jared non aveva mai dimenticato quando lo avevano chiamato nel pieno della notte per dirgli che suo fratello era stato arrestato perché guidava alticcio e senza patente. Non gli aveva rivolto parola per due mesi, e non perché aveva dovuto fare i concerti senza di lui, ma perché avrebbe potuto ammazzarsi.
 
“E’ ora, andiamo a preparare gli strumenti.”
 
Antoine si alzò un po’ traballante, e Jared fu lesto nel tenerlo in piedi stringendogli un braccio intorno ad un fianco.
 
“Prima però ti fai un caffè.”
 
Li lasciarono da soli nel privè, e Shannon quella sera sembrava essere più silenzioso del solito.
 
“Ma Antoine ce la fa in quelle condizioni?”
“Sì, un caffè e torna come prima, smaltisce alla velocità della luce quello.”
“… Finalmente mi vedrò un dj set dei Mars, non siete mai venuti in Italia tu ed Antoine, è un peccato.”
“Arriveremo anche lì, tranquilla.”
“Avviserò le Echelon italiane allora.”
 
Vide l’uomo bere l’ultimo sorso di caffè tutto in un fiato e capì che era ora di muoversi. Si avviò verso la porta del privè, quando si sentì tirare per un polso e si ritrovò con le spalle al muro, con la bocca di Shannon che premeva insistente sulla sua. Le venne istintivo aprire la bocca, chiudere gli occhi e rispondere al bacio, che durò suo malgrado troppo poco. Quando sentì l’uomo tirarsi indietro non ebbe coraggio di aprire gli occhi se non dopo qualche minuto, ma Shannon già era uscito dalla sala. Neanche il tempo di razionalizzare l’accaduto che era arrivato Jared e l’aveva trascinata al bancone del bar per bere qualcosa.
 
“Che hai Ila? Sembri assente.”
 
Non  sapeva come avrebbe reagito l’uomo se avesse saputo che il suo fratellone l’aveva baciata, quindi optò per il silenzio. Guardò Shannon suonare la batteria vicino ad Antoine, che sembrava essere di nuovo in sé, con addosso una delle sue solite canottiere che lasciavano poco all’immaginazione. Aveva cominciato ad odiarle, visto che voleva soltanto metterci le mani dentro. Non l’aveva mai visto in azione sul palco, e doveva ammettere che ci stava da Dio. Sembrava essere nato per fare solo quello, la musica aveva mandato un suo messaggero e loro non se ne erano accorti.
 
“Anche tu e Tomo sul palco siete così? Dio, Shannon è nato per questo. Ora capisco perché dici che è il cuore della band.”
“Dovrai venire ad un nostro concerto per vedere con i tuoi occhi.”
“Ci sarei venuta comunque, anche senza il tuo invito.”
“Andiamo a ballare, forza.”
“Ma tu non sai ballare.”
“E secondo te perché mi piacciono le discoteche?”
 
Beh, effettivamente, le persone che erano con lei là dietro non sembravano dei gran ballerini, si muovevano e saltellavano per provare ad andare a tempo, ma non è che ci riuscissero alla grande. Persino Antoine sembrava esser negato, forse ancor più di Jared. Sta di fatto che si ritrovò sulla pista con Jared e Babu, arrivato pochi istanti prima, mentre cercavano di improvvisare un ballo stile disco sulla musica di Rihanna. Ogni tanto lanciava qualche occhiata al batterista, che sembrava totalmente immerso nella sua musica da non accorgersi di null’altro, a stento beveva un sorso di birra quando staccava due secondi. Sperò ardentemente che non si buttasse tra la folla, visto che sotto il dj set c’erano un sacco di strafighe urlanti che lanciavano sguardi languidi ai due performers, e che erano pronte a fargli le fusa addosso se solo li avessero avuti tra le mani. Quasi ci avrebbe buttato Jared tra la folla, pur di salvare il fratello.
 
“Ma che palle, c’è anche quella.”
“Chi?”
 
Si voltò per seguire la direzione in cui guardava il cantante e vide una donna che avrà avuto la sua stessa età, con un vestitino rosso la cui scollatura arrivava fino all’ombelico, facendole mostrare l’attaccatura del seno –ed anche altro-, castana, capelli lunghi, viso carino. Ne aveva viste di più belle in quei giri, le parve alquanto anonima, se non fosse stato per il vestito succinto.
 
“Chi è Jay?”
“L’ex di Shannon, si sono frequentati l’anno scorso per qualche mese. E’ tutta plastica praticamente, Shan si era preso una bella sbandata per lei. Ci ha portato solo guai, spero lui se ne ricordi.”
“Guai?”
“Quella volta che ha passato la notte in cella era stato con lei ad un party e, vedendolo alticcio, gli ha fatto comunque prendere la macchina.”
“Guarda che tuo fratello è grande e grosso, può rendersi conto da solo se una cosa è stupida o no.”
“Lo so, ma al di là di quello, avrebbe potuto farsi male. Se tu vuoi bene ad una persona certe cose non gliele fai fare, lo sgridi se necessario. Parliamoci chiaro, erano ancora agli inizi, Kirstina faceva di tutto per ingraziarselo per farlo cadere nelle sue grinfie, non lo contraddiceva mai. Quella mirava ai soldi, non voleva di certo bene a Shan.”
 
Vedono la tizia in questione avvicinarsi al dj set nel momento in cui Shannon fa una pausa di qualche minuto, e lei già sente salirle addosso un odio viscerale verso quella donna. Loro si avvicinano al bancone per poter finire la conversazione senza dover rimanere fermi come due baccalà in pista.
 
“Quando Shannon ci è cascato, lei ha cominciato a fare i capricci da diva. Gli ha fatto saltare un meet & greet una volta, non penso di essermi mai incazzato così tanto in vita mia. Pretendeva stesse sempre con lei, che le comprasse regali costosi, ha saltato anche qualche prova con la band.”
“Perché si sono lasciati?”
“Perché Shannon ha capito che non gli voleva veramente bene, dopo che io gliel’ho ripetuto diecimila volte, ma lui finché non ci sbatte la testa non capisce. Lo contrastava in tutto ciò che amava, famiglia compresa. Mia madre ha voluto fare una mezza festa quando si sono lasciati.”
“Beh, voi siete di parte, per te e tua madre mai nessuna sarà alla sua altezza.”
“Lo ammetto, io sono molto selettivo. Ma nel momento in cui diventi famoso non è facile distinguere chi ti vuole bene veramente e chi no. A volte Shannon non lo fa, ed io non guardo mio fratello caderci.”
“Siete fortunati ad essere insieme, avrete sempre qualcuno su cui contare.”
“Infatti, se Shannon ci ricasca vedi le sculacciate che prende… A meno che non vuole portarsela solo a letto per darle il ben servito, allora ha il mio benestare.”
 
Lei ride, sta al gioco, ma dentro si sente morire, spera vivamente che il batterista eviti quella donna, anche se non avrebbe nessun diritto su di lui, ma se prima la bacia e poi dà corda a quella bambola gonfiabile, allora vuol dire che lei, del batterista, non ha capito nulla. Non che si dovesse aspettare chissà che cosa dopo quel bacio, ma almeno un minimo di rispetto, una spiegazione, anche dare la colpa all’alcool, ma almeno una parola prima di portarsi a letto le altre. Se non altro per togliere l’imbarazzo. Vide Shannon darle retta per qualche secondo e sorriderle, per poi parlarle all’orecchio, e questa volta è lei a sorridere.
 
“Se continua così io me ne vado, o è la volta buona che gli urlo davanti a tutti.”
“Jay, sta tranquillo.”
 
Babu si avvicinò a loro e la prese per mano, per trascinarla di nuovo in pista, lasciando Jared a rodersi il fegato al bancone del bar. Con la coda dell’occhio vide Shannon parlare ancora alla tizia, ma stavolta il sorriso plasticato della donna muore due secondi dopo che lui finisce di parlarle all’orecchio, e la vide rispondergli qualcosa abbastanza alterata, per poi girare i tacchi ed andarsene. Finalmente tirò un sospiro di sollievo e continuò a ballare tranquilla, notando poi che il batterista si era avvicinato al fratello al bar, che gli aveva sorriso orgoglioso. Ora che tutto era tranquillo, poteva lasciarsi andare e ballare con un Babu che sembrava posseduto tanto si muoveva.
 
“Bere, bere, bere! Ila, non sei ancora abbastanza alticcia per i miei gusti!”
 
Antoine, che ha fatto un attimo di pausa anche lui, la prende e la trascina al bancone vicino agli altri due, per poi ordinare quattro short di un colore verde, che lei sapeva riconoscere fin troppo bene, visto che la sua prima sbornia era stata proprio con quel superalcolico.
 
“L’assenzio ve lo scordate, io non voglio svegliarmi domattina in chissà quale vicolo!”
“Ti ci riporto io a casa, dai principessa! E’ per scioglierti un po’!”
“Dai, zuccherino. Insieme.”
 
Prese poco convinta il suo bicchiere che Shannon le stava porgendo e lo mandò giù in un colpo solo, insieme agli altri, ringraziando il fatto che a cena avesse mangiato un panino bello sostanzioso, altrimenti sarebbe crollata dopo dieci minuti.
 
“Ah, Ila. Gradazione massima, sai cosa significa?”
“Sì, che sono nella merda.”
 
 
 
 
Le quattro del mattino, la testa le gira in maniera vorticosa, i sensi sono alterati, non riesce a smettere di ridere, e l’unico modo per camminare sembra quello di reggersi al muro. Shannon la tiene per un fianco, non che lui stia meglio, ma è in grado di camminare meglio di lei sicuramente. Dietro scorge Babu e Jared che, infami, invece di aiutare Antoine che non si regge in piedi, lo guardano cadere ogni tre per due, e ridono anche.
 
“Traditori, aiutatelo poverino, o domattina avrà tutti lividi! Ringrazio di essere nata donna, sennò pure io avrei avuto lo stesso trattamento.”
“Tsè, e toglierci lo spasso?”
“Babu, non ti facevo così cattivo!”
“Zuccherino, appoggiati a me, il muro prima o poi finirà, te lo assicuro.”
 
Sorreggersi completamente a Shannon le sembrava una pessima idea, visto che era ubriaca e questo poteva portare a fare cazzate enormi, ma la macchina era nel parcheggio e fin lì ci sarebbero dovuti arrivare in qualche modo. Lasciò andare il muro e circondò il collo del batterista con un braccio, mentre lui rafforzava la stretta intorno al suo fianco.
 
“Quando hai messo in macchina me, vai ad aiutare Antoine per favore? Sennò ci vorranno ore per farlo arrivare alla macchina, ed a me viene da dormire.”
“Tranquilla.”
“Grazie, così mi piange meno la coscienza.”
 
Arrivarono alla macchina dopo dieci minuti, mentre Babu, Jared, ed Antoine ancora erano vicini alla porta di ingresso, e le loro risate si sentivano dal parcheggio. Shannon aprì la macchina e l’aiutò al salire al posto di dietro del Suv, mentre lui le si accomodò accanto.
 
“Ed Antoine?”
“Recuperare un ubriacone o stare qui con te? La scelta mi pare ovvia.”
 
Shannon le si sistemò accanto, e le passò un braccio dietro lo schienale, per poi stringerle le spalle possessivo ed avvicinarla a lui. Non era capace di resistere ai suoi attacchi da sobria, figurarsi da alticcia, e poi tra le braccia di Shanimal si stava più che bene.
 
“Shannon, non…”
“Sssst.”
 
La baciò, di nuovo. Stavolta anche lei lo aveva voluto, nonostante stesse per dire il contrario, quindi le venne naturale carezzargli il collo, lì dove aveva la sua famosa triad, mentre lui la stringeva di più con un braccio, mentre con l’altro le carezzava il fianco languido. Pomiciata in un parcheggio come gli adolescenti, faceva tanto ballo del liceo, erano pure mezzi ubriachi; o meglio, lei era alticcia, lui invece sembrava abbastanza consapevole in quel momento. Si divisero solo quando sentirono le  voci degli altri farsi più vicine, tanto che Shannon scese dalla macchina ed aiutò gli altri a caricare Antoine sul suv, per fortuna lontano da lei, visto che ormai era prossimo al collasso vero e proprio. Shannon si sedette nel mezzo, passando di nuovo il braccio intorno alle sue spalle, e lei appoggiò comodamente la testa sulla sua spalla, per poi assopirsi con il sapore del batterista sulle labbra.
 
 
 
 
 
Appena uscì dal dormiveglia, sentì un forte odore di caffè invaderle le narici, ed aprì gli occhi lentamente rivelando un comodino nero che non era né quello del suo albergo, nè quello di casa di Jared. Si guardò intorno confusa, e vide un arredamento che non le ricordava nessuna casa di sua conoscenza. Inoltre, guardò la sua mise di notte, e si rese conto di indossare solo una maglietta, che non era neanche la sua e la biancheria intima.
 
“Buongiorno principessa.”
 
Jared le sorrideva sulla porta, con in mano una tazza da cui traspariva un qualcosa che non era la sua tanto amata bevanda scura.
 
“Invece di darmi il buongiorno potevi portarmi un caffè… Dove siamo?”
“A casa di Shannon. Ti ha gentilmente ceduto il suo letto, io ho dormito con lui nella camera degli ospiti, mentre Antoine è sul divano che ancora ronfa.”
“Come mai non mi avete riportato in hotel?”
“Mamma ci avrebbe ammazzato, non si lascia una donna da sola.”
“Io adoro mamma Constance.”
“Vieni, Shannon sta preparando la colazione.”
“Arrivo subito, se mi dici dove sono i vestiti.”
“Shannon ha detto che puoi frugare nella sua roba e metterti qualcosa di suo, ieri Babu ti ha versato un cocktail sul vestito e lui l’ha messo a lavare.”
“Scusate, chi mi ha spogliato?”
“L’avrebbe fatto volentieri Antoine, ma alla fine hai fatto tutto da sola. Ti sei presa la maglia del pigiama di Shannon e te la sei messa addosso.”
“Meno male.”
“Non hai niente che non abbiamo già visto.”
“La carne, visto le anoressiche che frequentate.”
“Io adoro la carne.”
“Ma se sei vegano.”
“Dipende dal tipo di carne.”
 
Sentirono dei rumori per le scale, e la testa di Antoine fece capolino dalla porta, accanto a Jared. Era ancora assonnato, cosa che fa presagire che Shannon era passato dal salotto e lo aveva praticamente svegliato a forza.
 
“Posso chiederti ospitalità nel letto? Shannon mi ha fatto un attacco a sorpresa, ti assicuro che non russo e non parlo.”
“Io dovrei cambiarmi.”
“Meglio ancor…”
 
Neanche il tempo di finire la frase che Shannon, arrivato da chissà dove, lo aveva preso per l’orecchio, e lo aveva trascinato di nuovo giù, borbottando insulti di ogni tipo.
 
“Mettiti qualcosa e scendi. Shannon ha fatto i pancake.”
“Arrivo.”
 
La lasciarono da sola e lei si alzò dal letto, e si mise a frugare nella cabina armadio del batterista, che era immensa. Vide scarpe di ogni tipo, alcune anche di dubbio gusto. Individuò una camicia a quadri rossa, più lunga rispetto alle altre, e la prese. Si cambiò direttamente lì,e noto che la camicia le fungeva anche da gonna, quindi non perse neanche tempo a cercare un paio di pantaloni e scese direttamente così. Trovo Antoine e Jared intenti a consumare la loro colazione, mentre Shannon finiva di cucinare gli ultimi pancakes.
 
“Jay, in teoria tu sei quello che ha bevuto meno di tutti, dovresti essere tu quello che prepara la colazione a noi.”
“Scordatelo zuccherino, io ci tengo alla mia cucina.”
 
Il batterista si gira con il sorriso sulle labbra e lei sente il suo cuore perdere un battito, da quanto le pare bello di prima mattina. I capelli neri spettinati, gli occhi ancora assonnati, il torso nudo. Altro che Jared, i muscoli del batterista facevano di sicuro più effetto.
 
“È  grazie a me se siete a casa sano e salvi, voi tre eravate partiti! Mi spetta la ricompensa! Se mamma avesse visto Shan in quelle condizioni avrebbe chiamato l’ambulanza.”
“Veramente mi ricordo fosse sobrio quanto te.”
“Tsè, tu non lo conosci. Era ubriaco da prima che entrassimo nel privè io e te. Solo che finge bene.”
“Dovevo vincere io l’oscar, non tu.”
“Già…”
“Quindi buco nero anche tu Shannon?”
“Eh già.”
 
Questo non lo aveva previsto. Shannon non ricordava nulla, quindi come poteva tirare fuori il discorso? Non ne avrebbe mai avuto il coraggio, in quelle condizioni. Decise che avrebbe visto il suo comportamento nei prossimi giorni, e poi casomai avrebbe tirato fuori il discorso per capire e chiarire; per ora era meglio fare finta di nulla e non pensarci. In fondo, se in quel momento l’aveva baciata, era perché si sentiva attratto da lei, avrebbe potuto essere una cosa positiva. Oppure sarebbe rimasto il segreto ed il sogno di una notte. Si sedette al tavolo di fronte ad Antoine e prese anche lei a consumare la colazione, quando sentirono suonare il campanello, e Shannon andò ad aprire.
 
“Ciao batterista, siamo venuti a prendere la piccola.”
 
Vicki arrivò in cucina con una busta in mano, seguita da Tomo che salutava tutti allegramente.
 
“Tutta da sola con questi tre pervertiti, ma non ti abbiamo insegnato nulla tesoro?”
“Mi hanno circuìto.”
“Tsè, ora la colpa è nostra.”
“Signori Milicevic, posso avere l’ardire di chiedere la mano di vostra figlia?”
“Scordatelo.”
 
Tomo la strinse affettuosamente e fece un versaccio con la mano ad Antoine, che rispose con una linguaccia. Vicki l’avvisò che le aveva portato dei vestiti di ricambio e l’avevano passata a prendere per andare a vedere delle case.

“Mi raccomando, prendila grande, così alla prossima sbornia dormiamo da te.”
“Prenderò un castello, contento?”
“Brava… A proposito, stasera mamma ci ha invitato a cena, quindi tutti da me prima possibile.”
“Ma, Constance cucina per tutti?”
“La aiuta Shannon, quando viene qui è solita fare queste mega-cene tra i membri della crew… Così, le piace far invadere la mia casa quando l’ho appena pulita.”
“Oh, certo, così tutti possono vedere che è effettivamente una casa, e non una fattoria.”
“SCUSA?”
 
Scoppiarono tutti a ridere, mentre Jared le si avvicinava minaccioso con la forchetta alzata per far finta di infilzarla ed Antoine si metteva davanti a lei per proteggerla con il suo corpo. Le prime volte aveva davvero creduto che Jared l’avrebbe ammazzata per aver fatto commenti poco piacevoli su di lui, ma poi scoprì che era solo un modo scenico per intimorirla, cosa che ormai non le faceva più effetto.
 
“Puoi anche morire Antoine, ma tanto la mano di mia figlia non te la do.”
 
 
 
 
Di case ne avevano viste quattro quel pomeriggio, e ce ne era una che l’aveva colpita particolarmente, che aveva una vista favolosa sulle montagne di Hollywood e su Los Angeles; non era grandissima, era tutto color sabbia e le sembrava adatta alla sua vita da single incallita. Avrebbe potuto sfruttare le sere di estate per leggere un libro sdraiata sul lettino sul balcone, o avrebbe potuto dormire sulla terrazza sopra casa, magari mettendoci un pouf gigante. Vicki e Tomo avevano insistito durante tutto il viaggio di ritorno che quella sembrava essere una casa perfetta per lei, che avrebbero sfruttato l’ampio salotto per farsi qualche serata film, che non era distante dalla loro abitazione e quindi non sarebbe stato difficile raggiungerli. La donna, il pomeriggio, l’aveva portata in una spa per farla rilassare un po’ e farla riflettere meglio, visto che un trattamento completo al corpo l’avrebbe aiutata a catalizzare cosa voleva veramente, a detta sua. Aveva ancora qualche remora al riguardo, ma i massaggi avevano avuto l’effetto sperato, ed anche se aveva un po’ di paura, avrebbe comprato la sua prima casa a Los Angeles. Quando Vicki era passata a riprenderla e le aveva dato la notizia, aveva saltellato per mezz’ora sul posto, ma poi aveva dovuto riportarla di corsa in hotel perché si stava facendo tardi per la cena. Non che dovesse mettersi in tiro, ma ci teneva comunque a vestirsi in maniera quantomeno accettabile. Optò per un vestito fiorato senza spalline, molto estivo, con un paio di stivaletti marrone chiaro, tanto per stare comoda. Stava finendo di mettersi il rossetto quando sentì bussare alla porta.
 
“Sì?”
“Autista personale!”
 
Andò ad aprire la porta e si ritrovò davanti Antoine che le sorrideva tutto contento; si era decisamente ripreso da quella mattina,era accaduto un piccolo miracolo.
 
“Come mai sei qui?”
“Sono passato a prenderti con il mio cavallo bianco. Anche se non sono vestito di azzurro va bene uguale?”
“Se fossi stato vestito con la calzamaglia azzurra avrei chiamato il 911.”
“Sei pronta?”
“Finisco di truccarmi ed arrivo, entra e serviti con qualunque cosa trovi in giro.”
“Ok.”
 
Andò diretto vicino ai liquori e si prese un whisky. Antoine rimaneva sempre il solito ubriacone, un bicchierino a pasto era quasi la regola ormai. Finì mettersi il rossetto di fronte lo specchio del salone mentre il dj la guardava curioso.
 
“Vuoi del rossetto?”
“Non mi dona quel colore… Come mai una bella ragazza come te non ha un bel giovane alle calcagna?”
“Mi piacciono i tipi che quelle come me non le guardano.”
“Capito, scegli chi non sa apprezzare. Ti piace Jared?”
“Dio mio no! Lo soffocherei nel sonno dopo le prime tre ore!”
“Oppure lui soffocherebbe te!”
“Già, molto più probabile… Finito.”
“Dai, andiamo prima che Constance costringa il figlio minore anche a cucinare, altrimenti stasera non mangiamo.”
 
Scesero e salirono in macchina, per poi avviarsi a Beverly Hills. Antoine passò la maggior parte del tragitto a raccontarle dell’ultimo tour che aveva fatto con Shannon, compresi alcuni ricordi divertenti, tra cui le chiamate che i fratelli si facevano quando erano lontani.
 
“Lo chiama davvero minimo tre volte al giorno?”
“Sì, Jared sente tanto la mancanza di Shannon quando è in tour, così lo chiama più volte al giorno. A volte Shannon mette il telefono in vivavoce e fa altro mentre il fratello sproloquia di qualcosa che lo ha fatto infuriare, così fa finta di ascoltarlo mentre fa altro. Una volta mi è toccato svegliarlo, visto che si era appisolato. Jay ama le lunghe conversazioni.”
“Ma che teneri che sono.”
“Sì, ma non dirlo a Jared, lui crede davvero che il fratello lo ascolti tutto il tempo.”
“Sono convinta che Shan lo faccia involontariamente, anche quando fa finta di fare altro… Si vede che Jared è importante per lui.”
“… Mi sento privilegiato a far parte di un affetto così grande. Jared non lo dimostra facilmente, al contrario del fratello, ma se ti vuole bene ci sarà sempre per te.”
“… Antoine, posso farti una domanda personale? Puoi anche non rispondermi.”
“Dimmi.”
“Perché Matt non è rimasto? Sembra quasi un argomento taboo in presenza di Jared, eppure sembrava volergli molto bene.”
“… Era vero che i tour erano troppo lunghi per lui, voleva passare più tempo con sua moglie e crearsi una famiglia stabile. La pugnalata venne dopo, il 15 agosto 2008.”
“Aspetta, non è quando…”
“Sì, quando partì la querela della EMI. Matt compariva tra i nomi che avrebbero testimoniato contro la band, asserendo che Jared e Shannon avevano mentito al momento della firma, sapendo che non ce l’avrebbero mai fatta a realizzare così tanti album in pochi anni.”
“E perché avrebbe mentito?”
“Perché i Leto non gli avevano mai proposto di mettere la band anche sotto suo nome. Voleva una sorta di garanzia che loro non gli avevano mai dato, e lui sapeva che la querela EMI non l’avrebbe toccato minimamente, non avendo quella firma. Sapeva cose che avrebbero potuto mettere nei guai Jared e Shannon, se le avesse dette in tribunale.”
“… Oh…”
“… Avrebbe detto che Jared, nel 2003, faceva uso di sostanze stupefacenti a causa della sua depressione dopo la rottura con Cameron, dei guai di Shannon con l’alcool e della riabilitazione.”
“Shannon è stato in riabilitazione?”
“Sì, nel 2005. Jared è stato tutto il tempo lì con lui.”
“E poi? Com’è finita?”
“Jared e Shannon hanno vinto, ma da quel momento Jay evita quel nome, si è sentito troppo pugnalato alle spalle… Matt è uscito dalla nostra vita, ed è stato meglio così.”
“… Grazie per avermelo detto, anche se non erano fatti miei.”
“Nah, Jay non te ne ha parlato solo perché ormai il suo cervello lo ha praticamente cancellato in maniera forzata… E poi, io ho i mezzi per ricattarti.”
“Ma senti che stronzo!”
“… Non mi merito un bacino per la bella storiella che ti ho raccontato?”
“No!”
 
Arrivarono a casa di Jared pochi minuti dopo, mentre ancora si punzecchiavano. Appena varcarono il cancello trovarono il cantante steso su una sdraio, accanto alla piscina, che smanettava con il cellulare.
 
“Non ha niente da pulire la nostra Cenerentola?”
“Ilaria, ti butto in piscina se non la pianti.”
“Vado a dare una mano a tua madre ed a tuo fratello.”
 
Entrò in casa dalla veranda e trovò Shannon che tirava fuori dal forno una teglia con dentro delle patate al forno e la sistemava sul marmo della cucina, in attesa che si raffreddasse. Quell’uomo sapeva anche cucinare, era da sposare praticamente.
 
“Uh, che buon odorino!”
“Ehi, ciao zuccherino.”
“Serve una mano?”
“No, il grosso è fatto… Manca il dolce, ma l’addetto alle torte è Tomo.”
 
Si avvicinò all’uomo e prese una patatina dalla teglia.
 
“Ehi, molla l’osso.”
“Sono buone, salate al punto giusto… Tua madre?”
“Di sopra a prepararsi.”
“E tu quando ti prepari?”
“Io sono perfetto così.”


In effetti, con quei jeans e quella camicia bianca stava veramente bene, ma Shannon stava bene anche con i look più assurdi.
 
“Allora, la casa?”
“Firmerò, ne ho trovata una carina.”
“Cena a casa tua appena la compri allora.”
“Se cucini tu va bene!”
 
Risero insieme e lei fece per prendere un’altra patatina dalla teglia, ma lui fu più lesto e le afferrò il polso, impedendole il gesto.

“Ehi! Ho fame!”
“Si chiede il permesso.”


L’uomo prese una patatina dalla teglia e l’avvicinò alla sua bocca, incitandola ad aprirla. Lei rimase un attimo interdetta ma poi aprì la bocca e la mangiò, sorridendo al batterista, che non aveva smesso di tenerle il polso, anzi, aveva cominciato a carezzarglielo con il pollice, in maniera molto leggera.
 
“Ilaria, eccoti qui finalmente!”
 
Shannon le lasciò la mano appena avvertì la voce della madre dietro di loro, per fortuna che le loro mani erano nascoste dal tavolo della cucina in marmo di fronte a loro.
 
“Salve Constance.”
“Avevo giusto bisogno di una presenza femminile in casa, questi due mi stanno distruggendo. Jared è viziato da far paura, erano mesi che non andava a farsi un giro al supermercato a far spesa,stamani ce l’ho spedito a calci.”
“Si è fidata a mandare Jared da solo?”
“Ho fatto male infatti, dopo ho dovuto spedirci Shannon, che almeno conosce la differenza tra pasta integrale e non… Ho provato qualche ricetta italiana, così mi dirai se è venuta bene.”
“Certo.”
“Cucinavi a casa tua qualche volta?”
“Solo per le bambine. Io posso anche morire di fame, ma loro no!”
“Che tenera! E non ti mancano ora che sono lontane?”


Il suo sguardo si incupì per un istante, al pensiero che le aveva lasciate così lontane, che tutta la sua famiglia fosse lontana, e che non li avrebbe rivisti se non prima di Natale.
 
“Mi mancano tantissimo. Ho lasciato una famiglia che mi adora per trovare il posto che mi rende veramente felice, e quando l’ho trovato e mi sono resa conto che il mio essere felice comportava stare lontano da loro mi ha devastato. Pensavo di poter conciliare le cose, ma non ce l’ho fatta. Mi ha fatto sentire tremendamente egoista. Ma è anche vero che più io mi creo una vita qui, più apro alle bambine la possibilità di una vita dove hanno di fronte opportunità che io non ho avuto. Sradicare mamma e papà dal posto in cui sono vissuti sarebbe un trauma, ma so che hanno capito ed hanno accettato, e sanno che se loro mi chiedessero di tornare, io mollerei tutto e tornerei lì, ma ho la speranza che le piccole, un giorno, vengano a stare qui con me, nel paese dove ogni sogno può diventare realtà.”
“… Quanti anni hanno?”
“Alessandra  3 e mezzo, Sara quasi unidici. Dovrò aspettare un bel po’.”
“Intanto allora ti troverai un bel ragazzo che ti voglia bene e avrai dei bambini tuoi, così sarai veramente felice… Ho da proporti due principi, ti piace l’idea?”
“Mamma!”
“Che c’è? È carina, è dolce, è una brava ragazza, è intelligente, almeno uno di voi si sistema!”
 
Scoppiò a ridere dopo il fallito tentativo di accasare uno dei due figli; si vedeva che Constance lo faceva scherzando, ma era sicuro che, in fondo, volesse davvero che i suoi figli trovassero una compagna con cui passare il resto della vita. Si sarebbe proposta volentieri per il maggiore. Continuò parlando delle sue piccole, mostrando la loro foto alla donna, che le guardava estasiata, di come era la sua vita in Italia, di Roma, della sua famiglia, e mentre loro parlavano piano piano casa si affollò di gente. Tomo aveva portato tre diversi tipi di torte,  anche una vegana per Jay, e dopo l’arrivo anche dell’ultimo invitato presero tutti a servirsi al buffet preparato da Constance, che aveva cucinato per un esercito. Si ritrova sul divano a chiacchierare con Antoine e Babu, con in mano un piatto di lasagne vegetariane.
 
“… Così, ieri sera, mentre voi ridevate come iene per la sbornia, il sottoscritto era a casa di una bella mora.”
“Spero non una di quelle con cui hai ballato Babu, erano plasticate. Se le toccavi capace scoppiavano.”
“Tsè, Antoine, io ho gusto, a me piace toccare carne, non plastica.”
“Meno male che esistono uomini come te Babu.”
“Ehi, Ila, anche io apprezzo la carne.”
“Mmmmh, finché non vedo non credo.”
“Antoine, se sei ubriaco manco la guardi di solito, ci provi e ci finisci a letto!”
 
Shannon si introdusse nel discorso e si sedette tra lei e a Babu, per poi allungare il braccio sullo schienale dietro di lei, carezzandole lievemente una spalla e facendola rabbrividire.
 
“Qualcuno deve pur sacrificarsi, tu e Jared eravate più divertenti da giovani.”
“Cosa hai detto?”
 
Se lo sguardo di Jared potesse uccidere Antoine ora sarebbe già bello che morto. Alla parola ‘giovani’ il cantante lo aveva fissato isterico, perché alla diva non si poteva dire che ormai era in là con l’età, perché lui era ancora un ragazzo, o almeno si sentiva così.
 
“Recita le tue ultime preghiere.”
“Sei vecchio, v-e-c-c-h-i-o!”
“Antoine, scappa!”
 
Lo scatto che fece Jared verso Antoine fu tutto tranne che da persona in là con l’età, ma il dj fu più veloce di lui e cominciò a correre di fuori per poter sfuggire alle grinfie del cantante, mentre tutti se la ridevano alla grossa e Constance prendeva teglie e piatti e trasportava tutto sul tavolino di fuori.
 
“Shannon , perché tua madre sta portando tutto fuori?”
“Tempo dieci minuti e siamo tutti in piscina.”
“Cosa? Io non ho il costume!”
“Neanche noi!”
 
Antoine e Jared, strattonandosi scherzosamente finirono davvero in piscina, e trascinarono pure un Jamie che si era azzardato ad avvicinarsi per partecipare alla lotta. La maggior parte delle persone uscì fuori per godersi la scena, ed anche lei fu attirata dalle risate ed uscì; ma avrebbe dovuto accorgersi che Vicki, Constance, Emma e Chloe erano rimaste dentro, ed avrebbe dovuto domandarsi il perché. Lo capì due secondi dopo, quando Babu le tolse il piatto di mano e Shannon l’afferrò per la vita, tirandola su.
 
“Battezziamo Ila. Al mio tre!”
“No, traditore lasciami!”
“Uno…”
“Shannon mettimi giù!”
“Due…”
“Ti prego Shan, l’acqua è fredda!”
“Tre…!”
 
Chiuse gli occhi involontariamente quando si sentì cadere nell’acqua gelida con il batterista che ancora la teneva stretta; dopo due secondi si sentì tirare su dalla vita e riemerse sentendosi nelle orecchie le risate degli altri intorno a lei, Shannon compreso.
 
“Oddio, scusami tesoro, mi sono scordata di avvertirti.”

Vicki si stava avvicinando con un asciugamano, pronta per accoglierla non appena fosse uscita, ma ora l’unica cosa che pretendeva era vendetta ad ogni costo.
 
“SHANNON LETO, STO PER RENDERE TUO FRATELLO FIGLIO UNICO!”


Si avventò sul batterista, che non si aspettava una risposta, e lo scaraventò sotto l’acqua con la testa con tutta la forza che aveva in corpo, ma non aveva previsto che Shannon fosse più lesto di lei, e prima che potesse allontanarsi le afferrò una gamba e la tirò di nuovo sott’acqua. Continuarono così per un po’, diventando l’anima della festa, gli altri tre si unirono pure alla guerra, creando diversi fazioni. Fratelli Leto versus lei, Jamie e Babu, ovviamente i fratelli ebbero la meglio perché la presero in ostaggio a metà gara.
 
“Siete scorretti!”
“In amore ed in guerra tutto è concesso!”
 
Appena uscì dall’acqua avvertì il freddo della sera penetrargli le ossa e corse tra le braccia di Vicki che l’avvolse un asciugamano che Constance aveva previdentemente messo fuori.
 
“Meglio se vi cambiate, andate in camera di Jay a prendere dei vestiti.”
 
Seguirono il cantante al piano di sopra ed appena entrati in camera gli uomini cominciarono a togliersi gli abiti e lei arrossì vistosamente.
 
“Ragazzi, io sono qui.”
“Ops, scusa. Di solito le ragazze non finiscono in piscina, hanno imparato la lezione.”
“Gia, ho notato.”
“Io non mi scandalizzo se ti spogli.”
 
Antoine si beccò un’occhiataccia ed una ciabatta che Shannon aveva afferrato da terra e che gli aveva tirato beccandolo quasi in fronte; vide Jared e Babu guardarlo meravigliati, e lei arrossì ancora di più, visto che quel gesto aveva un non so che di equivoco.
 
“Mi prendo un vestito e mi cambio in bagno, ok?”
“… Ok.”
“Vuoi trovare qualcuno di noi nudo nel letto quando esci? Io mi propongo come volontario!”
“Antoine!”
 
Jared lo riprese mentre ci mancò poco che Shannon gli tirasse una seconda ciabatta, non lo fece solo perché lei prese di corsa un vestito dal comodino di Jared e si chiuse di corsa in bagno. Il comportamento del batterista era alquanto strano, Jared aveva mangiato la foglia. Sperò solo che si dimenticasse presto della scenetta. Si cambiò con lentezza, dando tempo agli uomini di cambiarsi anche loro, e quando Babu l’avvertì che avevano fatto e che l’avrebbero aspettata di sotto, tirò un sospiro di sollievo ed dopo qualche minuto aprì la porta. Trovò Shannon semisteso sul letto, con dei jeans nuovi da cui usciva il bordo dei boxer, una camicia blu aperta sul torace, che la fissava insistentemente; sobbalzò trovandoselo di fronte così sexy.
 
“Mi hai fatto prendere un colpo.”
“Volevo assicurarmi che ad Antoine non venisse l’idea di spiarti.”
“Non credo avrebbe rischiato.”
“… Hai i brividi? Hai freddo?”
“Un po’, ma è l’effetto post-bagno improvviso che un bambino troppo cresciuto mi ha costretto a fare.”
“Bambino troppo cresciuto io?!”
 
Lo vide alzarsi dal letto e posizionarsi di fronte a lei, artigliandole i fianchi e cominciando a fargli il solletico, e se c’era una cosa che proprio non riusciva a sopportare era il solletico ai fianchi. Si piegò su se stessa dalle risate mentre cercava di allontanare le mani del batterista con scarsi i risultati; lui la seguì a terra e si inginocchiò di fronte a lei per continuare meglio.
 
“Shannon, ti prego, smettila!”
“No,no,no!”
 
In preda alle risa si ritrovò accartocciata con la schiena sul petto del batterista, mentre lui era passato a farle il solletico alla pancia.
 
“Ti prego, tregua!”
“Cosa mi dai in cambio?”
“Qualunque cosa.”
 
Si interruppe un attimo, tenendo comunque le mani sulla sua pancia, e la fece poggiare completamente a lui con la schiena.
 
“Domani sera, cena.”
“E c’era bisogno di farmi pisciare sotto dalle risate per andare fuori a cena?”
“Da soli.”
 
Arrossì di brutto, perché le sembrava tanto un appuntamento. Sentì l’uomo posarle un bacio tra i capelli e carezzarle la pancia leggero.
 
“Va bene.”
“Ora torniamo giù.”
 
L’aiutò ad alzarsi e le baciò di nuovo la testa, per poi lasciarla e scendere di sotto per primo. Cercò di sistemarsi i capelli di fronte allo specchio che Jay teneva in un angolo della camera, e poi scese di sotto, dove gli altri stavano ancora mangiando, e vide Shannon ridere con il fratello e Jamie sul divano di casa. Vicki la raggiunse e la fece accomodare accanto a lei e Tomo, così da evitare un altro attacco a tradimento, cosa che poteva benissimo ricapitare, a detta sua. Non sapeva se confidare loro quello che era successo, non aveva capito se per Shannon era una cosa così, o era l’inizio di qualcosa di più. Forse era meglio aspettare che fosse Shannon stesso a parlarne.
 
“Povera la mia piccola, la prima volta che Shannon mi ha buttato in piscina per poco non lo affogavo sul serio.”
“Se solo non fosse così muscoloso ci sarei riuscita, uffa!”
“Ottimista Ila, ottimista! E voi siete donne, pensate che io devo sorbirmi la sua smisurata forza, con voi si limita!”
“Ma se passate il tempo a ridere, Tomo…”
“E quando non ridiamo ci picchiamo, per gioco, ma ci picchiamo. E la maggior parte delle volte ho i lividi.”
“Non crescerete mai, vero?”
“Ma neanche per idea!”
“Ila, domani andiamo a firmare, così cominciamo a mettere a posto casa, ok?”
“Ok.”
“Che bello, allora si fa shopping, dobbiamo riempire un armadio!”
 
Chloe si era introdotta nel discorso e si era seduta accanto a loro, con un bicchiere di birra in mano.
 
“Bisogna ampliare il tuo guardaroba tesoro, dopo la firma ci mettiamo subito all’opera, ok?”
“Ok…”
“Beh, ragazzi, io tra mezz’ora vi saluto, domattina sveglia presto.”
“Posso chiederti un passaggio Chloe?”
“Certo tesoro.”
 
Mezz’ora dopo era in macchina con la ragazza, con addosso un maglione che Shannon le aveva imposto perché non voleva prendesse freddo, supportato anche da Constance.
 
“Chloe, domani mi aiuti a trovare un vestito carino per una cena?”
“Cert… No, aspetta, è un appuntamento?”
“Beh, non proprio, però…”
“Silenzio, silenzio, silenzio! Sarai bellissima, una dea!”
“Chloe, non lo so ancora nessuno, e non è neanche ufficiale.”
“Chi è?”
“… E’ uno che ho conosciuto sul set.”
“Capisco, non vuoi mischiare tutto con il lavoro per ora, fai benissimo!”
“Domani lo saprà anche Vicki, ma vi prego tenete questa cosa per voi.”
“Contaci, gli uomini non capirebbero.”
“Quand’è l’evento?”
“Domani sera.”
“Ci penso io a te, ti porto da un parrucchiere e da un truccatore di mia conoscenza, stramazzerà al suolo.”
 
Non le piaceva nascondere le cose agli altri, a Vicki soprattutto, ma era una questione che riguardava lei e Shannon, e sarebbe rimasta tale fino a quando non avrebbero capito cosa stava portando tutto quello.  Sperò vivamente in qualcosa di buono, o avrebbero rovinato tutto, c’era troppo in ballo, sperò che Shannon se ne fosse reso conto.
 
 
 
 
 
“COSA?! Stasera esci con un uomo?!”
“Non urlare Vicki, è una cosa che deve rimanere tra noi!”
“E’ uno del lavoro. Jared diventerebbe un mastino pur di farsi i fatti suoi.”
 
Lei, Chloe e Vicki si erano fermate a fare colazione dopo aver messo la fatidica firma e festeggiare quel passo importante; sua madre le aveva urlato all’orecchio quanto fosse contenta e quanto la sua bambina fosse cresciuta. Poi aveva sganciato la bomba anche a Vicki, che l’aveva guardata con gli occhi fuori dalle orbite.
 
“E quando me lo volevi dire?”
“Ehm, scusa… Ancora devo abbracciare bene l’idea.”
“Allora, ricorda, niente sesso al primo appuntamento! Assolutamente, devi farlo sudare, capito? Va bene una pomiciata, qualche palpatina, ma niente di più!"
“Ma…”
“Arrivate separati, lo so che è bello che lui venga a prenderti, ma se vi vedono arrivare insieme i giornalisti vi braccheranno! … Mi raccomando, non innamorarti subito, c’è gente arrivista in questo mondo!”
“Ma, è solo un’uscita…”
“Noi ti mettiamo in guardia… Ora andiamo a farci belle!”
 
La fecero girare in lungo ed in largo, ed alla fine Chloe optò per vestito semplice ma ad effetto; nero, con le spalline in pizzo abbassate in modo da metterle in mostra le spalle, tacco 15, pochette nera. Le avevano fatto i capelli, le avevano truccato un po’ il viso e l’avevano spedito di corsa in albergo. Shannon le aveva mandato un messaggio nel pomeriggio avvertendola che sarebbe passato a prenderla alle otto in un suv nero con i vetri oscurati, le avrebbe fatto uno squillo quando sarebbe arrivato. Quindi mancava meno di un’ora. Non sapeva dove l’avrebbe portata, sperò fosse un posto in cui c’era meno gente possibile che avrebbe potuto riconoscerli. Sentì bussare alla porta ed andò ad aprire meravigliata, credendo fosse il servizio in camera.
 
“Pronta zuccherino?”
“Shan…”
“Se ne hai ancora per un po’ posso aspettare di sotto al bar.”
“No,no… Prendo la giacca ed andiamo.”
 
Era rimasta un attimo interdetta quando aveva visto l’uomo davanti alla sua porta con indosso un paio di jeans scuri, una maglietta bianca ed una giacca grigia. I soliti occhiali neri coprivano i suoi bellissimi occhi. Non si sarebbe mai abituata a vederlo così sexy. Prese la giacca da letto ed uscì fuori dalla stanza, seguendo il batterista nell’ascensore.
 
“Stiamo andando nel parcheggio sotterraneo, così almeno i giornalisti non ci vedranno.”
“Ok.”
“Stai tranquilla, sono bravo ed evitare queste seccature.”
 
Probabilmente capitava spesso che andasse a prendere le ragazze con cui usciva, e per evitare inutili fughe si era attrezzato al riguardo. Arrivarono alla macchina e l’uomo le aprì elegantemente la portiera per farla salire; sapeva come giocare le sue carte.
 
“Non aprire il finestrino per nessun motivo.”
“Ovviamente.”
 
L’uomo salì in macchina e mise in moto, ed appena uscirono dal parcheggio furono invasi da giornalisti che cercavano inutilmente di sbirciare in macchina.
 
“In pratica, se gli faccio le smorfie non vengo vista vero?”
“No, puoi anche mandarli a quel paese se vuoi.”
 
Sapeva che era infantile, ma inizio a fare linguacce a destra e a manca, visto che la maggior parte delle volte era braccata da loro; sapeva che facevano il loro lavoro, ma lo stalkeraggio era una cosa che proprio la mandava in bestia, soprattutto perché amava la sua intimità.
 
“Ti abituerai a non dare retta a ciò che scrivono su di te. Secondo molte riviste mio fratello è stato addirittura con Colin Farrell, ancora ci ridono su. Ed il bello è che si divertono a farci credere la gente.”
“Beh, Efestione ed Alessandro erano una bella coppia.”
“Sì, ma Colin al tempo aveva in corpo tutto tranne che il sangue, più stava lontano da Jay e meglio era per tutti.”
“Avevi paura ti traviasse il fratellino piccolo?”
“Un po’. Il piccolo di casa và protetto.”
“Ha ragione tua madre, l’hai rovinato tu.”
“Probabile.”
“… Anche a te ne hanno smollata qualcuna non vera?”
 “Sì, con Lana. Siamo ottimi amici, ogni tanto ci vediamo per un sushi e scoppia il finimondo.”
“E’ lì che mi stai portando stasera? A mangiare un sushi?”
“No, ti sto portando in un posticino tranquillo e caratteristico. Te ne innamorerai.”
“D’accordo.”
 
Dopo mezz’ora di strada, Shannon parcheggiò in una stradina vicino ad un parco, e sembrava non esserci alcun ristorante lì vicino. Scesero dalla macchina e l’uomo le offrì il braccio, al quale lei si attaccò e lo seguì curiosa.
 
“Pic-nic alle otto di sera in mezzo ad un parco?”
“Fidati di me.”
 
Si addentrarono nel parco, ed in lontananza vide quello che sembrava un locale illuminato. Man mano che si avvicinavano riusciva a distinguere delle mura non molto alte, degli alberi e delle luminarie colorate.
 
“Cos’è?”
“Un posticino fuori dal mondo.”

Entrarono nel locale e vide davanti a lei un albero al centro della stanza, che con i suoi innumerevoli rami e foglie fungeva da tetto, e vi erano lanterne attaccate che illuminavano lo spazio, riempito di divanetti bianchi e tavolini bassi , tutti circondati da petali di fiori. Composizioni floreali di ogni tipo addobbavano tavolini e l’intero locale, rendendo tutto più colorato.
 
“E’ magnifico!”
“Vieni.”
 
Shannon parlò con un cameriere, che li scortò ad un tavolino un po’ più appartato degli altri, e si accomodarono vicini al divanetto a semicerchio. Il cameriere le porse un girasole, e lei lo ringraziò per poi annusare il fiore.
 
“Grazie Shan, è il mio fiore preferito.”
“Lo so, li trovo anche io molto belli.”
“Il posto è veramente incantevole, come lo hai scoperto?”
“Per puro caso, è ottimo per stare un po’ in pace.”
 
L’uomo appoggiò un braccio sulle schienale dietro di lei, e con la mano prese a carezzarle la spalle nuda con gesti lenti; lei sorrise rossa in viso, perché non sopportava il silenzio che si era creato, per fortuna intervenne il cameriere che portò il menù.

“Visto che conosci il posto, cosa mi consigli?”
“Oh, fanno dell’ottima carne. Ed i dolci sono fenomenali. Preferisci vino rosso o bianco?”
“Rosso.”
“Anche io… Come procedono le riprese con Jared? Ormai siete quasi al termine, finite domani no?”
“In realtà abbiamo già finito, domani ci vediamo per i ringraziamenti… Ho scoperto che mi piace fare la furfante.”
“E dopo?”
“Non lo so. Jay mi ha consigliato di prendere le parti solo di personaggi che mi interessano davvero, e di non fare come molti altri che accettano qualsiasi cosa.”
“E ci sono altre proposte in ballo?”
“Sì, ma comunque le riprese comincerebbero il prossimo anno. Avrei qualche mese di stop.”
“Vuoi tornare in Italia?”
“No… Io voglio rimanere qui. Certo, potrei farmi una vacanza per stare un po’ con la mia famiglia, ma dopo un po’ mi mancherebbero gli Stati Uniti, mi manchereste voi… C’è un mondo da vivere qui, ed io non voglio perdermelo.”
“… Ti capisco. Vivere in un posto in cui non ti senti a casa può diventare pesante.”
“Ma ora siamo tutte e due qui, Shan. Niente momenti tristi, raccontami qualcosa di divertente su di te! Raccontami qualche tuo segreto vergognoso, avanti!”
“Fammi pensare.”
 
Il cameriere arrivò a prendere le ordinazioni, e dopo che ebbero ordinato cominciarono a parlare di episodi divertenti su di loro o di qualcuno relativamente vicino a loro, ridendo come pazzi. Cenarono senza alcun imbarazzo, parlando e ridendo in continuazione, ed alzando anche un po’ il gomito, si finirono la seconda bottiglia di rosso e neanche se ne accorsero.
 
“… Dopo qualche minuto vedo Antoine correre fuori dal camerino in mutande, e si rifugia dietro di me tutto spaventato borbottando frasi senza senso.”
“Ma come, si era portato una bella ragazza nel camerino.”
“Peccato fosse una bella ragazza solo sopra, sotto aveva la sorpresina.”
“Oh mio Dio.”
 
Scoppiarono a ridere entrambi, tanto che lei si tenne la pancia dal ridere e lui le strinse le spalle con il braccio che aveva sullo schienale per tirarla al suo petto e ridere tra i suoi capelli.
 
“Adoro vederti ridere, lo fai di cuore ed è una cosa bellissima.”
 
Alzò la testa e fissò l’uomo nei suoi bellissimi occhi felini e ridenti; le venne naturale sporgersi verso di lui e carezzargli la punta del naso con la sua, in una sottospecie di coccola, e lui rispose sorridendo e ripetendo la cosa. Sarebbero bastato poco e le labbra si sarebbero unite, ma quelle coccole adolescenziali che si stavano facendo piacevano ad entrambe e continuarono così per qualche minuto, fino a quando non intervenne il cameriere imbarazzato che gli fece notare che il locale avrebbe chiuso dopo dieci minuti. Shannon pagò il conto e, intrecciando le loro dita, la portò alla macchina, per poi farla salire nel posto dietro per continuare un po’ con quelle coccole dolci. Le venne naturale poggiare le gambe sopra le sue ed accoccolarsi di più al suo petto, mentre lui le passò un braccio intorno alla vita ed un altro lo allungò ad afferrarle una mano per poi intrecciarne le dita. Lui cominciò a baciarle il collo e le spalle scoperte con baci soffici e dolci.
 
“Domani sera non andare alla festa del cast, vediamoci ancora.”
“Ci vedremo dopo la cena, possiamo andare in un pub.”
“Ma devo stare 24 ore lontano da te… E da questo.”
 
Continuò a darle baci soffici sul collo, solo che ora alternava anche dei leggeri morsi.
 
“Considerala una punizione, per avermi fatto credere che quella sera in discoteca mi avessi baciato solo per effetto dell’alcool.”
“Quanto sei ingenua, l’ho fatto perché non volevo fossi costretta a provare qualcosa per me.”
 
Non le diede il tempo di replicare, unì le labbra alle sue per coinvolgerla in un bacio che cominciò tenero ma che diventò pian piano sempre più audace, tanto che cominciarono a carezzarsi senza rendersene conto. Quando sentì la mano dell’uomo provare ad abbassarle il vestito, nonostante fosse una cosa che desiderasse come non mai, ebbe la forza di staccarsi dalle sue labbra e fermare la mano che si trovava ormai sul suo seno.
 
“N-no, aspetta Shan…”
“Oddio scusa, non volevo arrivare a questo, io… Non voglio iniziare così.”
“Neanche io.”
“Ti riaccompagno a casa.”
 
Passarono entrambe davanti e l’uomo si mise alla guida per riportarla a casa; l’accompagnò fin sopra alla camera, e si guardarono imbarazzati una volta di fronte alla porta aperta.
 
“Ti mando un messaggio domani, così mi fai sapere a che ora finisce la cena.”
“Ok.”
“… Non voglio iniziare con il sesso questa volta, voglio provare a cominciare con l’amore.”
“Sono d’accordo.”
 
Shannon si sporse per darle un casto bacio a stampo, che durò qualche secondo più del dovuto.
 
“Buonanotte.”
“Buonanotte Shan.”
 
Appena chiuse la porta della stanza  si buttò sul letto e sorrise radiosa al soffitto, pensando che aveva incrociato un angelo sulla sua strada e doveva dire grazie a chiunque le stesse dando tutta questa felicità tutte in una volta. Si addormentò senza neanche spogliarsi, per la prima volta senza pensieri in testa.
 
 
 
 
Il mattino dopo fu svegliata dall’incessante rumore di qualcuno che bussava alla sua porta, e dalla verve con il quale continuavano potevano essere solo due persone: o Klara, o Jared, e sperò non fosse quest’ultimo, visto che ancora non sapeva come comportarsi con lui. Si alzò e strascinò i piedi fin davanti alla porta, per poi aprire e trovarsi di fronte la sua assistente.
 
“Buongiorno Klara.”
“Buongiorno tesoro! Dai che cominciamo il trasloco!”
“Possiamo farlo tra un’oretta? Ho sonno.”
“Sono le undici, è tempo di agire! Fai le ore piccole con gli uomini e poi la mattina non ti reggi in piedi! Certo che vi siete dati tutti da fare ieri sera!”
“Tutti chi?”
 
Per un attimo tremò al pensiero che qualcuno avesse beccato lei e Shannon e che la notizia fosse già su tutti i giornali di gossip della nazione, ma era un’opzione remota, erano stati attenti.
 
“Antoine e Shannon ieri sera hanno cuccato alla grande, stare con loro ti fa bene, ti stai svegliando.”
“Aspetta, cosa significa cuccato alla grande?”
“All’uscita di una discoteca hanno beccato Antoine in compagnia di una bella moretta, mentre Shannon amoreggiava con la sua ex.”
 
Fu come se qualcuno gli fosse passato sopra con il carro armato; il respiro le si mozzò, strabuzzò gli occhi e sentì il cuore accelerare i battiti. Si impose la calma, i giornali raccontavano sempre un sacco di fandonie.
 
“Sei sicura?”
“Cerca gossip su internet, ci sono le foto…  Ti aspetto a casa nuova tesoro.”
 
Prese immediatamente il cellulare in mano e si mise a cercare informazioni riguardo Shannon, e trovò immediatamente delle foto. Le prime erano di Antoine che amoreggiava con una donna, piano piano cominciò a trapelare Shannon nelle foto, ed era con Kirstina. Nelle prime sembrava solo chiacchierare  con la donna, poi ce ne erano altre in cui sembravano sempre più intimi; lei le carezzava il braccio, lei si appoggiava a lui, lei che lo baciava. SI fermò su quest’ultima, e non vi erano dubbi che si stessero baciando, ed i vestiti che indossava Shannon erano gli stessi che aveva quando aveva lasciato lei in albergo. L’articolo continuava dicendo che erano saliti in macchina insieme ed alludeva ci fosse stato qualcosa di più. Andò sul profilo twitter di Kirstina, tanto per farsi del male più di quanto non se ne fosse già fatto, e lesse una frase che le frantumò il cuore in due.
 
Lui tornerà sempre da me, anche se prima è stato con te.
 
E chi poteva averle detto che era stato con lei se non Shannon in persona? Non lo sapeva nessuno. Tutte quelle belle parole, i buoni propositi, tutta quella tenerezza, tutta una bugia, cancellata da un bel paio di tette. Sentì come se si fosse svegliata da un bellissimo sogno nel peggiore dei modi, con la brutta sensazione che la realtà fosse ben diversa da quella che aveva sognato. Era talmente sconvolta che non riusciva neanche a piangere. Sentì il cellulare che aveva in mano squillare, e rispose di getto, senza neanche guardare chi fosse, con una bruttissima sensazione addosso.
 
“Ila, sono mamma, prendi il primo aereo. Si tratta delle bambine.”
“Cosa…?”
“Hanno avuto un incidente con tua zia stanotte, lei sta bene, ma le bambine sono nel reparto terapia intensiva.”
 
Neanche il tempo di sentire il resto che subito prese in mano la cornetta del telefono della stanza e si fece passare l’aeroporto, per prenotare il primo volo per Roma. Era arrivato lo scotto per tutta la felicità che aveva provato fino alla sera prima, ma lei non era pronta a pagare un prezzo così alto.
  
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