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Autore: Midori No Esupuri    29/01/2015    2 recensioni
[WARNING: MORMOR/MORMORSTAN]
L'evoluzione del rapporto tra l'ex colonnello Sebastian Moran e il consulente criminale Jim Moriarty tramite messaggi.
(11.19) Mi sta assumendo come killer?
(11.20) Esattamente. JM

[...]
(11.24) Stia tranquillo, la sua ferita all’occhio non sarà un problema. So che possiede un conto bancario, mi occuperò di versarle la somma necessaria al costoso intervento che deve sostenere per recuperare la vista. JM
(11.26) Perché?
(11.26) Gliel’ho detto. Mi serve un collaboratore. JM

Nota: Capitoli comprensivi di messaggi e parte narrativa.
Genere: Angst, Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jim, Moriarty, Mary, Morstan, Sebastian, Moran, Sebastian, Moran
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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#14: Una vita normale
 
Martedì 4 febbraio
 
Era giorno pieno ormai, ma non sapeva che ore fossero con esattezza. Intorno a lui non c’erano che urla, Jeff era a terra ferito e la sua gamba grondava sangue sul terreno arido, spaccato dalla siccità. Si avvicinò, gettandosi in ginocchio vicino a lui ed ignorando il dolore per essere atterrato sul calcio di un fucile gettato casualmente tra la polvere.
-Colonnello…
-Andrà bene Jeff, andrà bene.
Il suo migliore amico, il suo compagno di ronde e di birre gelide in piena notte, giaceva sempre più inerme tra le sue braccia. Tremava, i muscoli color caramello del collo che non riuscivano nemmeno a farlo deglutire senza cedere al dolore.
-Sei stato un ottimo amico.
-Non osare Jeff, non osare… Non… Andrà tutto bene, io… Io te lo prometto.
Ma quello soffocò una risata e si lasciò andare alla dolce luce dell’aldilà, tra le braccia di un Sebastian così rabbioso da percepire solo il sangue pulsargli nelle orecchie. Gli spari ripresero intorno a loro, o forse non si erano mai fermati, e dalla gola secca del colonnello si levò un ruggito di frustrazione mentre…
 
-Sebastian? Sebastian!
L’uomo aprì gli occhi all’improvviso, travolto dalla luce accecante del sole, qualcosa di freddo posato sulla sua spalla nuda. Due occhi verdi lo fissavano, irrequieti.
-Mary…- biascicò, la gola secca dal sonno. Si tirò su a sedere, le lenzuola frusciarono scoprendogli il petto tempestato di cicatrici chiare.
-Stavi urlando. Ti senti bene?
-Eh? Ah… Sì, sì. Sto bene.
-Mmh. Balle, Sebastian. Vieni a prendere il caffè.
Deglutì e si alzò dal letto mentre la donna lasciava la stanza, si infilò i propri pantaloni militari e raggiunse la cucina, l’odore dolciastro del caffè lo accolse come un caldo abbraccio. Era tutto così normale, niente Jim in giro per la cucina con un diavolo per capello, con il telefono in mano o con l’umore intrattabile. Solo una donna bella, bionda e dal sorriso gentile, anche se contrapposto ad uno sguardo duro.
-Ho pensato a quello che mi hai detto.
Sebastian mise lo zucchero nel caffè, mezzo cucchiaino al massimo, e iniziò a mescolarlo.
-Quindi?
Era strano che qualcuno accettasse così semplicemente il lavoro per Jim, ma non avrebbe fatto troppe domande. Non ne aveva proprio voglia.
-Accetto il caso.- rispose Mary, il viso seminascosto dalla tazza di the.
-Che caso?- il cecchino la fissò perplesso, non aveva idea che Mary avesse qualcosa su cui lavorare. Lei sorrise, scuotendo la testa.
-Quello che mi ha affidato, e del quale non posso dirti nulla.
-Ah.
-C’è un’interessante posta in gioco, è la cosa più interessante che mi sia mai stata proposta in tanti anni di servizio.
-Capisco.
-Ora muoviti, dobbiamo andare ad uccidere.
-Sai… Era quasi una discussione normale, prima che lo dicessi.
Mary aveva fatto il giro del tavolo, mise una mano sulla spalla nuda di Sebastian e la accarezzò appena, mentre lui fissava l’interno del bicchiere vuoto di caffè.
-Non avremo mai una vita normale, Sebastian.
Si voltò a guardarla, i visi vicini e i respiri quasi confusi. Guardò le labbra rosee della donna, poi i suoi occhi verdi, il profumo dolciastro che gli bruciava quasi le narici da quanto erano vicini… Finchè un familiare vibrare non fece sospirare Sebastian di pura e semplice frustrazione, a pochi millimetri da quelle labbra pallide. Mary era rimasta immobile.
 
(08.48) Non osare. JM
 
Quando il cecchino alzò lo sguardo dal display del cellulare, Mary era già sparita da qualche parte, tra i corridoi e le stanze di quella suite. Si alzò, rabbioso, lasciando cadere il cellulare sul tavolo vitreo con poca delicatezza, e attraversò rapido il salotto. Mary era nella sua camera, la porta deliberatamente aperta, Sebastian era abbastanza esperto in materia da capire cosa significasse: entrò nella stanza e si portò davanti a lei, in piedi contro il grande specchio fissato al muro, e la spinse verso di esso per baciarla. Aveva le labbra morbide, sapevano di zucchero e the, come sospettava la donna non oppose la minima resistenza. Lasciò che Sebastian guidasse quel bacio per qualche istante, poi ne prese il controllo e il cecchino indietreggiò fino al largo letto ancora disfatto, trascinando la donna con sé. Finirono insieme sul letto, l’uomo sotto di lei, e le sfilò la corta sottoveste fino a poterla guardare nuda, in tutto il suo splendore. Mary lo baciò di nuovo, più rude e possessiva, facendolo sorridere quando si sentì mordere il labbro inferiore. Si staccò da lei e le baciò il collo, sempre più vorace, e si stupì nel constatare che c’erano molte più sensazioni, molto più calore in quel contatto che in tutti quelli che aveva avuto con Jim. Ed erano stati tanti, quasi ogni sera, ma non c’era mai una nota di calore da parte dell’uomo… Mary invece era così donna anche in quel frangente, si sentiva bene quando lei lo abbracciava, quando ricambiava i suoi baci un po’ prepotenti, quando le sue mani curate premevano contro la sua pelle.  Mary gli permetteva di fare qualsiasi cosa volesse sul suo corpo morbido, di giocare con la sua pelle e i suoi punti più sensibili a suo piacimento, Sebastian non si sarebbe mai staccato da lei e da quell’abbraccio caldo. La mano della donna raggiunse la sua erezione scoperta, in chissà quale caso anche Sebastian era del tutto nudo sotto di lei, e gemette tra i suoi capelli platino lasciandosi toccare lentamente, dolcemente, come Jim non avrebbe mai fatto. I loro rapporti erano sempre frenetici, furiosi, e non era escluso che uno dei due – o entrambi – finisse per riscontrare bruciature, ferite o tagli più o meno gravi. Il cecchino sfiorò il suo seno perfetto con le dita, poi con la lingua, sospirando per la lenta masturbazione che ancora infieriva tra le sue gambe muscolose, e non si fece troppi scrupoli per provvedere a dare piacere anche alla donna. Sentir gemere Mary era nettamente diverso, aveva bisogno di un corpo femminile premuto contro il proprio dopo così tanto tempo, ma anche nel possederla non era stato minimamente rude, come Jim lo aveva costretto a diventare. Spingeva dentro il corpo morbido e caldo di Mary baciandola di tanto in tanto, sentendo le sue dita stringergli i capelli corti, la sua voce leggermente acuta gemere tra le pareti bianche della stanza, fino alla fine.
-Mary…
Aveva rotto quel silenzio guardandola negli occhi, il corpo leggermente staccato da quello della donna che respirava affannata, muovendosi contro di lui in cerca di altro piacere. Lei sorrise, gli accarezzò il viso e si alzò appena per baciarlo sulle labbra, in modo dolce e intenso, continuando a spingersi verso di lui.
-Sebastian…- sussurrò a sua volta, tra le sue labbra schiuse. Vennero entrambi nello stesso momento, sospirando nel bel mezzo dell’ennesimo bacio umido, e Mary si sentì libera di stringere a sé il corpo forte di quell’uomo tanto grande quanto fragile.
Silenzio.
Un silenzio quieto, che invogliava il sonno insieme alle carezze timide che si scambiavano distrattamente.
 
 
~ ~ ~ Chiamata in corso da: Jim ~ ~ ~
 
~ ~ ~ Accetta – Rifiuta ~ ~ ~
 
~ ~ ~ 1 chiamata persa – Jim – 09.55 – Thu 04-02-14 ~ ~ ~
 
 (09:57) STRONZO. SEI UNO STRONZO DEL CAZZO. VAFFANCULO. JM
 
-Sono stanco.- sospirò Sebastian, strusciando il viso contro il seno morbido e caldo della donna. Mary sorrise e tirò su le coperte del letto, rimboccandosele addosso fino alla spalla ferita dell’uomo.
-Dormi pure. Alla missione penseremo più tardi, Sebastian.

 
•Nota dell'autrice~
Ed eccomi qui con il quattordicesimo capitolo di questa storia. Ho cambiato gli avvertimenti inserendo la presenza di Mary e della coppia het, perchè da qui le cose inizieranno a farsi difficili un po' per tutti e non aveva senso cambiarle prima. No, in realtà ce l'aveva, sono io che sono troppo pigra per farlo inizialmente. Che dire, come al solito grazie a chi legge, segue, preferisce e recensisce. Senza di voi non avrebbe senso scrivere, aw Alla prossima!
Midori No Esupuri~
  
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